Percorso 2012

Il Percorso e il Racconto delle Tappe del Tour 2012

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Percorso 2012

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Percorso 2012 - Anteprima
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De Stefano: Buongiorno da Parigi. Ci troviamo sotto la Torre Eiffel, simbolo della Ville Lumiere, dove tra poco sarà presentato il Tour 2012
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Marino: Veramente la presentazione è al Palazzo dei Congressi, dall'altra parte della città - e siamo qui solamente perché essendo parco pubblico non ci possono cacciare come hanno già fatto al Louvre.
De Stefano: Sarebbe stato un collegamento fantastico
Marino: Certo - peccato che nel momento in cui tu hai chiesto se ti potessero sgomberare dal pubblico la stanza della Gioconda per il collegamento si è sentita una risata che Marco Frigatti ha già certificato nel Guinnes World Record.
De Stefano: Si, ma non capisco ancora per quale motivo se la risata non è venuta da noi ci hanno cacciato fuori
Marino: Forse perché ti sei messa a urlare in francese "E' uno scandalo che nel posto del quadro più famoso del mondo non ci sia una foto di Andy Schleck?"
De Stefano: Non era in quel momento, è stato quando Auro ha avuto un languorino vicino alla statua delle Tre Grazie
Marino: Ora sono le Due Grazie **ammicca**
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Bulbarelli: Marino ti prego di non coinvolgermi, ho semplicemente chiesto se avessero un digestivo
De Stefano: In compenso ci hanno dato la lista dei danni per il restauro
Marino: E' sempre meno di una colazione di Auro
Bulbarelli: Stai insinuando che io mangi troppo?
Marino: Non insinuo niente, faccio solamente notare che il tuo macellaio di fiducia si è appena comprato una villa ad Antigua. E a differenza di quella di Berlusconi, in maniera perfettamente legale.
Bulbarelli: Basta, non siamo qui per parlare del Presidente Berlusconi.
Marino: Auro ti farei notare che nonostante i tg Rai e Mediaset continuino a chiamarlo così, lui ormai non presiede più nemmeno un consiglio di classe in un asilo
Bulbarelli: E perché no?
Marino: Perché se entrasse in un asilo sarebbe solo per trombarsi le bamb...
Bulbarelli: MARINO!!!! Ma come ti permetti? Silvio è un uomo di chiesa!
Marino: Appunto.
Bulbarelli: Cosa intendi?
Marino: La percentuale di pedofilia tra i preti è 51 volte più alta della media del resto della popolazione.
Bulbarelli: Forse è il caso di parlare del percorso che verrà presentato tra poco, che sarà come sempre magnif..
**** SPINGARDINO ****
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Zomegnan: Non ho capito bene, può ripetere?
Bulbarelli: Magnificamente il solito cesso
Zomegnan: Così va meglio.
Bulbarelli: Qual buon vento la porta per il terzo anno di fila alla presentazione del Tour, ex direttore?
Zomegnan: Vengo a consolidare il mio patto di ferro con Hemme Meas e Lasegue. Mi hanno promesso un Tour all'altezza della situazione dopo quei piattumi a cui eravamo abituati negli scorsi anni.
Bulbarelli: Quale patto?
Zomegnan: Fuori dal teatro ci saranno 40 guardie armate del regno di Ovaro, non li lasceranno scappare a costo della loro stessa vita a meno che non abbiano inserito almeno 35 gpm hors categoriè. Darò io stesso il via dell'operazione dalla cima della torre lanciando un segnale.
Bulbarelli: Quale segnale può essere udibile dall'altra parte della città?
Zomegnan: Baffoletti, le è arrivato il bonifico? E' d'accordo con me allora?
Marino: D'accordissimo.
Bulbarelli: Temo di aver capito. Cominciano ad arrivare le immagini in diretta, è ora di dare la linea all'eurovisione, noi ci ritroviamo dopo per commentare il percorso odierno anche con Beppe Conti, Gigi Sgarbozza, Davide Cassani, Silvio Martinello e Pietro Plast.... pietro cosa stai facendo?
Plastina: Sto cercando di attaccare la spina... mi dice batteria scarica...
Bulbarelli: Rettifico - forse Pietro Plastina.
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Re: Percorso 2012

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Ecco a voi per cominciare il video di presentazione del percorso 2012. Tra un'oretta/due le planimetrie e le altrimetrie delle tappe
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Re: Percorso 2012

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Presentazione Percorso
DA BERLINO A PARIGI: 3500 km DI BATTAGLIA
di Mathieu La Segue
Tante cronometro e tante salite: passa attraverso l'abbondanza delle due componenti fondamentali del tracciato di un Grande Giro la ricerca di equilibrio del Tour de France 2012, che scatterà sabato 30 giugno dalla Porta di Brandeburgo a Berlino, per concludersi dopo tre settimane e 3588 km sui Campi Elisi parigini. Un Tour inoltre ricco di sconfinamenti, giacché alle quattro tappe necessarie al rientro in Francia - tre con arrivo in Germania e una con traguardo belga - si aggiungerà il passaggio in Italia dell'11a frazione, la più lunga e una delle più suggestive delle ventuno in programma, comprendente la scalata al Colle delle Finestre. Il tutto non in virtù di un'inedita vena esterofila di Aso - per quanto si ricordino precedenti con quantità ancora maggiori di arrivi in terra straniera -, bensì per premiare le sempre numerose candidature extra-francesi e gli spunti tecnici che esse offrono, in previsione di un Tour 2013 che, nell'ambito delle celebrazioni per la 100a edizione, non prevederà neppure un chilometro oltre confine.
Per la seconda volta nella storia, a venticinque anni di distanza dal cronoprologo che consegnò a Jelle Nijdam la prima maglia gialla dell'edizione poi vinta da Stephen Roche, il Tour de France partirà dunque da Berlino; questa volta, però, il formato della frazione inaugurale sarà diametralmente opposto: niente avvio soft con pochi chilometri buoni soprattutto per assegnare la prima maglia gialla, ma una tappa fiume che porterà i corridori sul massiccio di Elm, poco lontano da Schoppenstedt, dopo aver offerto nella capitale tedesca una meravigliosa passerella da Brandeburger Tor a Potsdamer Platz, passando per Under den Linden, Alexander Platz e Berliner Mauer. Una scelta che dovrebbe consentire di fregiarsi della prima leadership a uomini con caratteristiche diverse da quelli premiati dalle aperture degli ultimi anni, avvenute con prologhi o cronosquadre. Proprio quest'ultima specialità sarà protagonista della giornata successiva, quando i 34 km attorno ad Hannover riscriveranno in maniera radicale la generale scaturita dalla giornata precedente.
Sulla carta meno incisiva dovrebbe risultare la 3a tappa, Herford a Dí¼sseldorf, l'ultima a disputarsi integralmente in territorio tedesco, destinata verosimilmente a concludersi con uno sprint di gruppo. Già l'indomani, però, sarà tempo di tornare a fare sul serio, allorché, dopo un breve transito in Olanda, la carovana gialla sbarcherà in Belgio, completando con un passaggio su tre muri del Giro delle Fiandre, il Tenbosse, il Bosberg e il soprattutto il Grammont - quest'ultimo da ripetere due volte -, una tre-anni di tributi alle grandi classiche del Nord, aperto nel 2010 dalle pietre della Parigi-Roubaix e proseguito nel 2011 con le "côtes" di Liegi-Bastogne-Liegi e Freccia Vallone.
Due frazioni sulla carta più tranquille, con traguardi a Rethel e Pont-à-Mousson (attenzione però in occasione della seconda ad uno strappo collocato ad appena 6 km dal termine), precederanno quindi una tre-giorni estremamente significativa anche in chiave successo finale. Venerdì 6 luglio, chi vorrà salire sul podio parigino dovrà destreggiarsi al meglio lungo i 38 km e mezzo della prima cronometro individuale del Tour, con partenza ed arrivo a Nancy, separati da un tracciato nervoso, comprendente tre strappi capaci di complicare la ricerca del giusto ritmo. Il week-end sarà invece consacrato ai Vosgi, teatro prima di una frazione piuttosto breve (165 km) che proporrà nel finale la difficile salita del Col de la Charbonnière (11,6 km al 6,8%) e la scalata ai 761 metri del traguardo del Mont Sainte-Odile (poco più di 6 km al 6,3%), quindi di 222 km di salite e discese pressoché ininterrotte, che porteranno gli atleti, dopo aver affrontato le salite di Bagenelles (2a cat.), Wettstein (2a), Platzerwasel (1a), Grand Ballon (1a) e Hundsruck (3a), ai 1178 metri del Ballon d'Alsace, con scollinamento ad una quindicina di chilometri dalla linea bianca di Le Thillot. Nell'occasione, la salita più celebre della catena franco-tedesca tornerà ad una collocazione decisiva a distanza di ben 33 anni dall'arrivo in vetta che premiò Pierre-Raymond Villemiane nel 1979, cui seguirono appena tre passaggi assai lontani dalla conclusione nei decenni successivi.
Assai gradito sarà dunque il successivo primo giorno di riposo, fissato per lunedì 9 luglio. Un riposo che i corridori faranno bene a godersi pienamente, poiché le tre frazioni del 10, 11 e 12 luglio non ammetteranno passi falsi, con un menù alpino che promette di falcidiare la schiera dei pretendenti alla maglia gialla. A produrre una prima scrematura saranno i 13 km e mezzo al 9% di pendenza media del Mont du Chat, preceduto dall'antipasto del Col de l'Epine (8 km abbondanti al 7,2%), e collocato a soli 18 km dall'arrivo di Yenne. Danni ancora maggiori minaccia però l'11a tappa, la più lunga della corsa con i suoi 255 km ad unire la partenza di Pontcharra e il traguardo italiano di Pragelato: dopo aver scalato l'infinito Iseran, il transito sul Moncenisio segnerà lo sconfinamento in Italia, dove la corsa si arrampicherà quindi lungo i tornanti del Colle delle Finestre, i cui 18 km al 9,3%, gli ultimi 8 circa dei quali su strada sterrata, termineranno a 17 km dalla linea bianca. Il culmine della permanenza sulle Alpi della corsa sarà però rappresentato dal terzo capitolo, che collegherà Le Monêtier-les-Bains a Isola 2000, primo arrivo in salita del Tour (conteggiando ovviamente solo quelli delle tappe di alta montagna) con i suoi 15,5 km al 7,2%, dopo aver scavalcato l'Izoard, il Vars e soprattutto il Col de la Bonette, il punto più alto del Tour (2802 m), nonché snodo chiave della giornata, proponendo i suoi 22 km e 800 metri al 6,8% come trampolino di lancio per un'azione da leggenda.
La frazione di Apt dell'indomani, con poche e scarsamente significative difficoltà altimetriche, concentrate nella parte iniziale, consentirà agli atleti di tirare un po' il fiato, mentre da prendere con le molle sarà il finale della tappa del 14 luglio, che, a fronte di asperità risibili lungo quasi tutto il percorso, proporrà gli ultimi 1600 metri all'insù, concedendo forse qualche possibilità di successo in più ai corridori di casa, certamente in caccia di gloria nel giorno della festa nazionale. Da cerchiare in rosso sul calendario sarà però soprattutto la frazione successiva, che costringerà i corridori a confrontarsi con i saliscendi e lo spesso asfissiante caldo del Massiccio Centrale. Ben otto i GPM in programma, l'ultimo dei quali, il Col du Pré-de-la-Dame, il più duro con i suoi 14,1 km al 6,2%, posto a poco più di 15 km dal traguardo.
Lunedì 16 luglio sarà dedicato al secondo ed ultimo giorno di riposo, necessario per ricaricare le batterie in vista di un gran finale in cui l'ultima maxi-cronometro sarà preceduta da tre tappe pirenaiche. Ad inaugurare l'ultima tranche di montagne sarà il Col du Garavel, 10 km circa di pedalabile salita (6,4% la pendenza media) utili a scaldare i motori in vista dell'infilata Port de Pailhères - Ax-3-Domaines. Il penultimo GPM dista dallo striscione d'arrivo appena 28 km, autorizzando a sperare che qualche coraggioso sappia finalmente sfruttare uno dei colli più duri dei Pirenei (quasi 15 km all'8,1%), fino ad oggi mai teatro di grandi battaglie. La pendenza media (8,2%) della breve (8 km) ascesa finale, e l'assenza di tratti pianeggianti tra le due salite, dovrebbero costituire un incentivo sufficiente all'azione.
Assai più breve ma non meno intensa la frazione successiva, che, dopo aver affrontato il pedalabile Col de Port, il breve ma terribile Mur de Péguère (4 km e 100 metri al 10,1% di media) e il Col de la Crouzette, proporrà circa 27 km di salita negli ultimi 47, con i 14,1 km al 6,1% del Col d'Agnès a precedere la salita finale verso i 1540 metri di Prat Mataou (12,7 km al 5,9%), sopra Guzet-Neige. Come sulle Alpi, però, la tappa "monstre" sarà, anche sui Pirenei, la terza ed ultima: 208 km da Saint-Girons a Luz Ardiden, scalando in sequenza il facile Col des Ares, il temibile Port de Balès, i classici Peyresourde e Aspin, il leggendario Tourmalet - colle più duro di giornata con i suoi 17,2 km al 7,4% - e la selettiva scalata finale a Luz Ardiden, 14 km di salita che rappresenteranno l'ultimo gigante del Tour, nonché l'ultima occasione per gli scalatori per mettere da parte un certo margine in vista della crono. Un'accoppiata - quella composta dalle ultime due ascese - divenuta un cavallo di battaglia della Grande Boucle, offrendo sempre grande spettacolo e rivelandosi decisiva per l'assegnazione dell'edizione del centenario, quando proprio su queste strade Lance Armstrong mise a segno la stoccata decisiva.
Alla facile Lescar > Bordeaux di venerdì 20 luglio, infatti, seguirà una lunga prova contro il tempo per specialisti, che scatterà da Lège-Cap-Ferret per raggiungere Arcachon, dopo aver costeggiato per la quasi totalità del tracciato l'omonimo bacino. Sarà questa massacrante prova di forza a segnare il virtuale epilogo del Tour: a chi si vestirà di giallo con vista sull'oceano basterà infatti tenere gli occhi aperti in una frazione conclusiva che, dopo l'eccezione dell'anno passato, tornerà ad offrire ai velocisti la tradizionale passerella sui Campi Elisi.


Planimetria Generale
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1a TAPPA: Berlino (GER) > Schoppenstedt - Elm (GER) 250,5 km
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Prende le mosse dalla Germania il Tour de France 2012, 25 anni dopo il Grand Départ 1987, che ebbe luogo quando ancora era in piedi il Muro di Berlino. Questa volta il Berliner Mauer sarà invece uno dei luoghi simbolo della capitale tedesca che la corsa toccherà nei primi chilometri di questi lunghissima frazione inaugurale, in netta controtendenza rispetto agli esordi delle più recenti edizioni. La carovana muoverà infatti da Brandeburger Tor per avviarsi lungo Unter den Linden, toccando quindi Alexander Platz, il Muro e Potsdamer Platz prima di inoltrarsi lungo le strade del Brandeburgo, fino a poco dopo il traguardo volante di Rathenow, che assegnerà virtualmente la prima maglia verde della Grande Boucle dopo circa 90 km di gara.
La frazione passerà quindi nei Bundeslander Sachsen-Anhalt e Niedersachsen, superando poco fuori dall'abitato di Seggerde la barriera ideale dei 200 km, lungo un percorso che si manterrà sino a quel punto sostanzialmente pianeggiante. Da lì, tuttavia, avranno inizio dei saliscendi che si faranno via via più marcati, fino a sfociare nella prima vera asperità del Tour 2012, quella del massiccio di Elm, ad una decina di chilometri da Schoppenstedt. Proprio in cima saranno assegnati tanto i primi punti per la classifica GPM quanto, soprattutto, la prima maglia gialla. L'ascesa misura 3 km e 500 metri, per una pendenza media del 4,4%; di fatto, la salita vera termina a 800 metri dalla linea bianca, al termine di 2,7 km al 5,7%. Fondamentale, dunque, sarà riuscire non soltanto a fare la differenza lungo la scalata, ma anche a preservare quel tanto di energie necessario ad affrontare al meglio il tratto pianeggiante conclusivo, che potrebbe prestarsi sia al recupero degli inseguitori sia ad una dilatazione del margine degli attaccanti, se con gambe ancora sufficientemente fresche.
Dopo i prologhi di Le Mans, Nantes e Ajaccio e la cronosquadre di Lussemburgo, per la prima volta nel corso della nuova gestione la prima leadership sarà assegnata in una tappa in linea, che strizza in particolare l'occhio ai finisseurs. Sarà pertanto con ogni probabilità un uomo da classiche a vestire le insegne del primato sabato 30 giugno, anche se le pendenze non proibitive della salita finale non consentono di escludere a priori dai giochi gli sprinter più resistenti.
GPM: Elm (4a categoria, 301 m, 3,5 km al 4,4%, km arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Rathenow (km 90,5)


2a TAPPA: Hannover (GER) > Hannover (GER) (TTT) 34 km
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E' solo la seconda tappa, ma si tratta già di una delle frazioni chiave del Tour de France. I 34 km della cronometro a squadre di Hannover promettono infatti di riscrivere da cima a fondo la classifica sortita dalla giornata inaugurale, e potrebbero già consentire ai leader delle formazioni più attrezzate di mettere da parte un margine di vantaggio non trascurabile nei confronti dei rivali.
Il percorso consisterà di fatto in un anello con partenza dinanzi al parlamento del Bundesland del Niedersachsen (parlamento della Bassa Sassonia) e arrivo in Georgsplatz, distanti fra loro circa 500 metri in linea d'aria. Purtroppo per le squadre meno propense a questo genere di prova, però, ad unire la rampa d'avvio e lo striscione del traguardo sarà un anello che si spingerà a Sud-Ovest fino a Ronnenberg, sede del primo rilevamento intermedio, per poi girare attorno alla città in senso orario, fino a rientrarvi da Nord-Est, dopo che a Letter e Hainholz le compagini avranno potuto farsi un'idea della loro prestazione priva del riscontro finale. Malgrado l'epilogo cittadino, il tracciato non presenta tratti clamorosamente tortuosi, offrendo dunque agli specialisti la possibilità di sviluppare alte velocità.
Una tappa che dunque, se difficilmente fornirà utili indicazioni circa lo stato di forma degli aspiranti alla maglia gialla, provvederà senz'altro a dar vita ad una prima gerarchia nella griglia degli aspiranti al successo finale.
GPM: /
INTERMEDI: Ronnenberg (km 9,5); Letter (km 20); Hainholz (km 27)


3a TAPPA: Herford (GER) > Dí¼sseldorf (GER) 196 km
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Dopo una prima tappa con strappo finale e una cronosquadre, la terza frazione offre finalmente ai velocisti la possibilità di mettersi in mostra, proponendo un tracciato che ben difficilmente potrà portare ad un epilogo diverso da uno sprint a ranghi compatti.
Il via sarà dato da Herford, e sarà seguito nei primi 25 km circa da qualche agevole saliscendi, che rappresenterà a lungo la fase altimetricamente più delicata della tappa. Solamente dopo oltre 130 km di gara, infatti, superato il traguardo volante di Rauxel (km 131,5), i corridori troveranno ancora alcuni mangia-e-bevi, benché di entità talmente risibile da non arrivare neppure ad includere un Gran Premio della Montagna. Anche queste lievi asperità si diraderanno man mano, fino a scomparire definitivamente nei 10 km conclusivi,totalmente pianeggianti. L'insidia maggiore sarà dunque rappresentata da una curva ad angolo retto collocata a 1100 metri circa dalla linea bianca, che introdurrà al lungo rettilineo d'arrivo - sporcato solo da un paio di appena percettibili semicurve - costituito da FischerstraíŸe e KaiserstraíŸe. Lo striscione sarà posto in Hofgarten, il principale parco di Dí¼sseldorf.
Pressoché scontato, come anticipato, assistere alla prima volata di gruppo del Tour 2012, vista la pressoché completa assenza di asperità lungo i 196 km che attraverseranno il Nordrhein-Westfalen, lo stato federale più popolato di Germania, entro il quale si resterà per tutta la tappa. Un ulteriore incentivo alle squadre dei velocisti potrebbe inoltre fornirlo la prospettiva del giorno successivo, che tornerà a sorridere a tipologie di corridori assai differenti.
GPM: /
TRAGUARDO VOLANTE: Rauxel (km 131,5)


4a TAPPA: Heinsberg (GER) > Geraardsbergen (BEL) 217 km
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Neppure il tempo per i velocisti di entrare nel vivo del Tour che subito la quarta tappa, l'ultima in territorio straniero di questo avvio di Grande Boucle, torna a proporre un tracciato decisamente fuori dalla portata degli sprinter, o perlomeno dei più puri di essi. La frazione che segnerà l'arrivederci alla Germania, ancora teatro di partenza ma non più d'arrivo, proporrà infatti, una volta giunta in territorio belga, un finale che promette scintille, con quattro GPM presi a prestito dal Giro delle Fiandre.
Lasciata la città di partenza di Heinsberg, il Tour vivrà i suoi ultimi 9 km in territorio tedesco, prima di un fugace passaggio olandese fino al chilometro 26. L'ingresso in Belgio, nei pressi di Maaseik, non muterà il canovaccio delle battute iniziali della frazione, che resterà sostanzialmente pianeggiante fino a 30 km circa dalla conclusione, animata quasi esclusivamente dal traguardo volante di Leuven ai 102 dal termine. Ben altra sarà però la musica dal comune di Brakel in poi. Al km 188 di gara, infatti, gli atleti affronteranno i 500 metri all'insù del Tenbosse, muro meno selettivo di altri, ma nobilitati dalle gesta di Johan Museeuw, che proprio su questa erta di mezzo chilometro al 6,4% di media ha costruito alcune delle più belle imprese della sua leggendaria carriera.
Il Tenbosse sarà però solamente un assaggio di quanto attenderà i corridori una decina di chilometri più avanti, una volta attraversata Geraardsbergen. Dinanzi a loro si pareranno infatti i 475 metri del muro di Grammont, l'ascesa simbolo della Ronde van Vlaanderen, con pendenza media del 9,3% e una massima del 20%. Dopo la vetta, posta a 17 km e mezzo dal termine, la corsa resterà sulle strade del Fiandre ancora per alcuni chilometri, quelli necessari ad affrontare anche la scalata del Bosberg, 1 km di salita al 5,8% di media. Il GPM sarà collocato a 14 km dal traguardo, i primi 10 circa dei quali destinati a riportare il gruppo a Geraardsbergen. Prima di piombare sotto lo striscione d'arrivo, però, gli atleti dovranno arrampicarsi una seconda volta sulle pietre verticali del Kapelmuur, questa volta con scollinamento ad appena 2100 metri dalla linea bianca, quasi tutti in discesa.
Non si tratterà certo di una tappa clamorosamente minacciosa dal punto di vista altimetrico, ma le difficoltà concentrate negli ultimi 20 km specialmente appaiono in grado di garantire una giornata di grande spettacolo. Obbligatorio, per chi aspira a presentarsi a Parigi in maglia gialla, prestare la massima attenzione a questa frazione, studiando metro per metro le fasi finali.
GPM: Tenbosse (4a categoria, 74 m, 0,5 km al 6,4%, km 188); Muur-Kapelmuur (3a categoria, 110 m, 0,5 km al 9,3%, km 199,5); Bosberg (4a categoria, 105 m, 1 km al 5,8%, km 203); Muur-Kapelmuur (3a categoria, 110 m, 0,5 km al 9,3%, km 215)
TRAGUARDO VOLANTE: Leuven (km 115)


5a TAPPA: Lille > Rethel 191 km
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E' quella di mercoledì 4 luglio la giornata del rientro in Francia del Tour, che si trasferirà verso Est di una settantina di chilometri per abbandonare il Belgio e sbarcare a Lille, sede di partenza della 5a tappa.
La frazione scatterà dinanzi alla cittadella di Lille, per poi lasciare la città e svilupparsi lungo un tracciato quasi totalmente pianeggiante nella prima metà. Il profilo altimetrico si farà quindi più nervoso con il passare dei chilometri, in particolare dalla Côte d’Etréaumont (ascesa di 4a categoria, 1,6 km al 4,7% di pendenza media) in poi. I saliscendi teatro della tappa resteranno comunque sempre di scarsa entità, tanto che la già citata Côte d’Etréaumont resterà l'unico Gran Premio della Montagna di giornata. Le brevi ascese e le altrettanto brevi discese in programma, che si alterneranno in sostanza fino allo striscione d'arrivo, non dovrebbero dunque offrire terreno fertile per azioni di sorta, ma al più rendere più arduo il compito delle squadre dei velocisti, chiamate a neutralizzare la fuga che quasi certamente si originerà nelle battute iniziali, e che con ogni probabilità raccoglierà la maggior parte dei punti in palio al traguardo volante di Le Nouvion-en-Thiérache a 85 km circa dalla conclusione.
Difficile, in ogni caso, pensare che possa non essere un gruppo compatto e comprendente tutte le ruote veloci della Grande Boucle a presentarsi in Rue Pierre Curie a Rethel per giocarsi il secondo traguardo per sprinter del 99° Tour de France.
GPM: Côte d’Etréaumont (4a categoria, 202 m, 1,6 km al 4,7%, km 127)
TRAGUARDO VOLANTE: Le Nouvion-en-Thiérache (km 105,5)


6a TAPPA: Rethel > Pont-à-Mousson 181 km
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Altra giornata all'insegna della pianura, ma che, a differenza della precedente, costringerà i velocisti a sudarsi non poco la possibilità di disputare lo sprint. Il via sarà dato ancora da Rethel, risparmiando ai corridori un possibile trasferimento, e già dopo 31 km e mezzo, a Vouziers, le ruote veloci avranno modo di misurarsi, contendendosi un traguardo volante che potrebbe finire nel mirino dei pretendenti alla maglia verde. In tal caso, è presumibile che possa essere differita di qualche chilometro la nascita dell'usuale fuga di giornata, che trarrà senz'altro giovamento dai saliscendi che caratterizzeranno la tappa - sia pure senza sconvolgerne la natura complessivamente piatta - già prima del GPM della Côte de l’Aérodrome, 3400 metri di ascesa al 4,1% di pendenza media.
Dopo il Gran Premio della Montagna, collocato a 65 km abbondanti dalla conclusione, la tappa vivrà la sua fase altimetricamente più agevole, prima di un tratto di falsopiano a salire seguito da discesa che farà da prologo all'ultima e più significativa asperità di giornata. A 8 km circa dalla linea bianca, infatti, i corridori inizieranno a salire verso i 321 metri di quota della Côte de Mousson, 1900 metri al 6,8%. La sezione più selettiva della salita sarà quella compresa tra i 1500 e i 300 metri dal GPM, avente una pendenza media del 9%, con punte del 14%. Al momento dello scollinamento mancheranno 5 km e 800 metri al traguardo, a cominciare da un chilometro circa di discesa. Un tratto di falsopiano di 1500 metri circa condurrà quindi al secondo troncone della discesa su Pont-à-Mousson, meno ripido e con tendenza a trasformarsi, con l'avvicinarsi dello striscione d'arrivo, in un falsopiano a scendere.
E' sicuramente improbabile che dei grossi calibri possano muoversi sull'ultimo dente di giornata, ma è viceversa pronosticabile che qualche cacciatore di tappe possa farsi ingolosire da un ultimo GPM non particolarmente agevole e collocato ad appena 6 km dal termine. Presumibile, dunque, che almeno una parte degli sprinter possa essere penalizzata dallo strappo finale, vedendosi costretta a rimandare di diversi giorni la caccia al successo parziale.
GPM: Côte de l’Aérodrome (4a categoria, 374 m, 3,4 km al 4,1%, km 114,5); Côte de Mousson (4a categoria, 321 m, 1,9 km al 6,8%, km 175)
TRAGUARDO VOLANTE: Vouziers (km 31,5)


7a TAPPA: Nancy > Nancy 38,5 km (ITT)
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Prima cronometro individuale del Tour de France, e giornata da ritenersi assolutamente quale uno dei punti focali della Grande Boucle 2012. Come già la cronosquadre di Hannover, il tracciato prevede partenza e arrivo nella medesima città - Nancy in questo caso -, abbracciata però dal percorso questa volta in senso antiorario.
La rampa di partenza sarà immersa nel verde di Place de la Carrière, e sarà seguita da 2700 metri pianeggianti, antipasto della prima delle tre salite di giornata, la Côte de Butte Sainte-Geneviève. In vetta ai 1800 metri al 6% di pendenza media dell'ascesa, il cui tempo di scalata sarà calcolato al fine di assegnare il punto GPM in palio, sarà collocato anche il primo rilevamento intermedio del giorno. Ai 2 km e mezzo della successiva discesa seguirà quindi un brevissimo tratto piatto, che farà da preludio alla scalata alla Côte d’Amance, seconda ascesa di giornata, con il suo chilometro e 400 metri al 5,7%, premiato anch'esso con un GPM.
Dopo una breve picchiata di un chilometro e spiccioli, una sezione estremamente scorrevole di 7 km precederà un tratto di falsopiano che porterà a sua volta al terzo intertempo di giornata, l'unico non collocato in corrispondenza di un Gran Premio della Montagna. Anche il quarto ed ultimo, infatti, sarà sistemato, 4 km più avanti, in cima ad una breve ascesa, la Côte du Haut, la più lunga e la meno ripida in programma (3 km al 5%). Lo scollinamento avverà poco prima del km 30, e sarà seguito da un paio di chilometri scarsi di falsopiano a scendere e da un chilometro e mezzo di discesa, prima che gli ultimi, agevoli 5 km e mezzo lancino gli atleti verso il traguardo della Grande Rue a Nancy, dove il verdetto renderà senza dubbio un po' più chiari i valori in campo tra quanti aspirano al successo finale.
GPM: Côte de Butte Sainte-Geneviève (4a categoria, 329 m, 1,8 km al 6%, km 4,5); Côte d’Amance (4a categoria, 333 m, 1,4 km al 5,7%, km 12); Côte du Haut de Lesse (4a categoria, 344 m, 3 km al 5%, km 30)
INTERMEDI: Côte de Butte Sainte-Geneviève (km 4,5); Côte d’Amance (km 12); Bois Frouard (km 23); Côte du Haut de Lesse (km 30)


8a TAPPA: Lunéville > Mont Sainte-Odile 165 km
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Dopo un primo terzo di Tour ricco di insidie ma corso sempre a basse quote, sabato 7 luglio sarà il momento di un drastico cambio di scenario, allorché la Grande Boucle si arrampicherà sulle prime vere montagne. Teatro del primo appuntamento con le salite saranno i Vosgi, protagonisti del primo fine settimana in terra francese con due tappe da 9 GPM in tutto.
Quasi a voler concedere ai corridori il tempo di ambientarsi sulle prime asperità significative del Tour, il primo colle in programma, il Col du Las, sarà il più agevole della due-giorni montana, con i suoi 6 km e 600 metri di ascesa al 4,4% di pendenza media. La scalata inizierà poco dopo il km 100 di gara, quando già gli atleti si saranno lasciati alle spalle il traguardo volante di Corcieux e la quasi totalità delle fasi pianeggianti previste. Allo scollinamento, previsto al km 108,5, seguiranno infatti 25 km scarsi decisamente nervosi, con tratti di discesa - mai particolarmente tecnica e pericolosa - alternati a passaggi in contropendenza.
Sarà però al km 132 che la corsa entrerà davvero nel vivo, non appena i corridori sperimenteranno le rampe dello Champ du Feu, erta già affrontata due volte nella storia del Tour, nel 1985 e nel 1987. La salita misura 11,6 km, ad una media del 6,8%, frutto di pendenze inizialmente morbide (intorno al 5-6% i primi 4 km) che si faranno invece più arcigne nella seconda parte dell'ascesa, che presenta una pendenza del 7,8% nei chilometri compresi tra i -8 e i -1 alla vetta, malgrado non vi siano passaggi clamorosamente ripidi (10% la massima). Il GPM sarà posto, dopo un ultimo chilometro più agevole dei precedenti, al 5%, a meno di 22 km dalla conclusione, e, anziché da una discesa, sarà seguito da 5 km scarsi di strada in quota, di cui i primi tre e mezzo circa in falsopiano a scendere, e l'ultimo tratto pianeggiante.
Solo allora, a 17 km dal traguardo, inizierà una picchiata che si concluderà di fatto solamente quando, a 6 km e 200 metri dall'arrivo, i corridori imboccheranno la strada che li condurrà ai 761 metri di quota del Mont Sainte-Odile, scalata inedita nell'ultracentenaria storia della corsa a tappe più prestigiosa del pianeta. L'ascesa presenta una pendenza media del 6,3%, con rampe piuttosto costanti, ed una spianata nei 300 metri che precederanno la linea bianca.
Non si tratterà dunque certamente di una frazione comparabile a quelle che attenderanno gli atleti sulle Alpi e sui Pirenei, ma non c'è dubbio sul fatto che le ultime due asperità possano costringere i pretendenti al successo finale al primo faccia a faccia in montagna, tagliando fuori la stragrande maggioranza dei loro compagni di squadra. E' pertanto probabile che, in cima al Mont Sainte-Odile, i rapporti di forza tra i capitani in salita possano iniziare ad emergere, e che la classifica si presenti significativamente modificata rispetto ai nastri di partenza.
GPM: Col du Las (3a categoria, 701 m, 6,6 km al 4,4%, km 108,5); Le Champ du Feu (1a categoria, 1100 m, 11,6 km al 6,8%, km 143,5); Mont Sainte-Odile (2a categoria, 761 m, 6,2 km al 6,3%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Corcieux (km 68,5)


9a TAPPA: Obernai > Le Thillot 222 km
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Altra giornata sui Vosgi, e questa volta la tappa, per salite, dislivello e chilometraggio, sarà di quelle potenzialmente in grado di limare pesantemente la lista dei papabili vincitori del Tour de France.
I primi 45 km rappresenteranno di fatto l'unica lunga fase tranquilla della frazione, destinata probabilmente a vedere i primi tentativi di fuga, e utile per scaldare i motori in vista delle tante difficoltà in programma. Il primo impatto con le salite avverrà quindi con il Col des Bagenelles, 8,6 km di ascesa al 5,3% di pendenza media, con rampe che si faranno via via più selettive con l'avvicinarsi del GPM (6,5% negli ultimi 4 km e mezzo). Alla vetta seguirà una di una decina di chilometri, che condurrà rapidamente all'attacco del secondo colle previsto, il Col du Wettstein, lungo (12 km) ma pedalabilissimo (4%), con cima dopo 78 km e mezzo.
Dopo un'altra ventina di chilometri scarsi di discesa e pianura, sarà quindi la volta della prima salita davvero selettiva di giornata, il Col du Platzerwasel, con i suoi 9 km e 700 metri all'insù ad una media del 7,1%, che sale all'8,4% considerando gli ultimi 6 km (11% la massima). Qualche outsider potrebbe tentare già qui di prendere un margine nei confronti dei favoriti, benché gli oltre 116 km ancora da percorrere possano costituire un forte deterrente. Più probabile invece assistere a qualche offensiva importante, dopo aver passato il traguardo volante di Oderen, sulla quarta e più impegnativa ascesa in programma, il Grand Ballon, con i suoi 12,7 km al 7,3%. Il versante, che si inerpica sulla stretta strada in mezzo al bosco che sale da Saint-Amarin è lo stesso proposto due anni fa nell'8a tappa del Tour 2010, che vide la vittoria solitaria di Daniel Navarro a Cernay. Si comincerà subito con 4,3 km all'8,1% di media, seguiti da un chilometro di falsopiano a scendere, e quindi da 1200 metri al 10% di media. Dopo altri 3,3 km al 6,1%, i corridori incontreranno tra i -3 e i -2 alla vetta le pendenze più arcigne, con un chilometro al 12% di media. Il GPM giungerà dopo altri 2 km all'8,7%, ed è presumibile che il plotone che transiterà sotto lo striscione, posto a 70 km circa dalla conclusione, possa essere piuttosto ristretto.
Dopo una lunga discesa di 16 km e un brevissimo tratto pianeggiante, gli atleti riprenderanno a salire verso il Col de Hundsruck, 5 km e 600 metri al 6,6% di media con cima a 46 km e mezzo dalla conclusione. Al GPM seguiranno una discesa in due tronconi di circa 8 km e una dozzina di chilometri di fondovalle. Giunti a poco meno di 27 km dal termine, sarà quindi il momento di approcciare la salita del Ballon d'Alsace, l'ultima di giornata. Gli 11,2 km al 5,9% di cui parlano i dati non sono di grande aiuto nel comprendere le caratteristiche della salita, composta da 7,5 km impegnativi, al 7,2% di media, seguiti da un tratto sostanzialmente pianeggiante e da altri 2500 metri in ascesa al 4,2% per raggiungere la vetta.
Assegnati i 10 punti in palio al GPM, ancora 15 km e mezzo separeranno i corridori dalla linea d'arrivo, i primi 9 dei quali in discesa verso Saint-Maurice-sur-Moselle (con un tratto molto tecnico tra i 2 e i 5 km dopo lo scollinamento), e i rimanenti in sostanziale pianura, sempre con lieve tendenza a scendere, fino al traguardo, dove i distacchi tra gli aspiranti al podio potrebbero essere anche piuttosto marcati.
GPM: Col des Bagenelles (2a categoria, 903 m, 8,6 km al 5,3%, km 55); Col du Wettstein (2a categoria, 882 m, 12,3 km al 4%, km 78,5); Col du Platzerwasel (1a categoria, 1193 m, 9,7 km al 7,1%, km 105,5); Le Grand Ballon (1a categoria, 1343 m, 12,7 km al 7,3%, km 151,5); Col de Hundsruck (3a categoria, 748 m, 5,6 km al 6,6%, km 175,5); Le Ballon d’Alsace (1a categoria, 1178 m, 11,2 km al 5,9%, km 206,5)
TRAGUARDO VOLANTE: Oderen (km 133)


GIORNO DI RIPOSO

10a TAPPA: Villefranche-sur-Saône > Yenne 179,5 km
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Scalate prima dei Pirenei come due anni fa, saranno le Alpi le protagoniste dei primi giorni della seconda settimana, dopo un giorno di riposo nel quale i corridori faranno bene a cercare di recuperare quante più energie possibili. La prima tappa sul massiccio più temuto della Grande Boucle è probabilmente la meno impegnativa delle tre previste, con una sola ascesa realmente selettiva, ma le pendenze della scalata in questione sono più che sufficienti a far comunque cerchiare in rosso sul calendario la data di martedì 10 luglio.
L'approccio alle Alpi, un po' come quello ai Vosgi, sarà piuttosto graduale, con circa 120 km piuttosto agevoli per avvicinarsi alle salite, e la sola Côte de la Bussière, 2 km al 5,1% di pendenza media, oltre al traguardo volante di Bourgoin-Jallieu, a spezzare la monotonia di una pianura altrimenti quasi ininterrotta. A segnare un deciso stacco rispetto ai primi due terzi di gara provvederà però, prima del piatto forte di giornata, il Col de l'Epine, ascesa di 8 km e 400 metri per una pendenza del 7,2%, ed una sezione di 4 km all'8,7% tra i -5 e i -1 alla vetta. Difficile che qualche nome di spicco possa già qui tentare qualche mossa d'attacco, sia in virtù dei 48 km che separano il GPM dal traguardo di Yenne, sia perché il pur arcigno Col de l'Epine appare assai poca cosa rispetto a ciò che i corridori dovranno affrontare dopo circa 17 km di discesa e pianura.
Usciti da Le Bourget-du-Lac, infatti, la strada inizierà infatti ad inerpicarsi lungo le pendici del Mont du Chat, per la prima volta affrontato dal versante Est, a trentotto anni dalla scalata a quello occidentale, in una frazione che si concludeva ad Aix-les-Bains e che vide il quarto degli otto successi di tappa che Eddy Merckx seppe cogliere sulla via del suo quinto ed ultimo trionfo in giallo. L'ascesa misura 13,6 km, per una pendenza media del 9%, e se il dato della pendenza massima - 11% - non farà tremare i polsi dei big, assai più significativi risultano quello della pendenza minima - 6% - e della media degli ultimi 12 km - 10%. La selezione sarà verosimilmente feroce, e i distacchi con cui i pretendenti al successo parziale e finale si presenteranno sotto lo striscione del primo Gran Premio della Montagna Hors Catégorie del Tour minacciano di essere non propriamente esigui.
Al momento dello scollinamento, mancheranno 18 km al traguardo, di cui sostanzialmente solo gli ultimi due in pianura. I precedenti sedici saranno invece quasi totalmente in discesa, con in particolare i primi 8 km di picchiata al 10,7% di media. Poco, dunque, il margine di recupero per chi pagherà dazio sul Mont du Chat, sulle cui rampe difficilmente si potrà vincere il Tour, ma parecchi potrebbero dover dire addio a qualsiasi sogno di gloria con ancora oltre mezza Grande Boucle da affrontare.
GPM: Côte de la Bussière (4a categoria, 372 m, 2 km al 5,1%, km 116); Col de l’Epine (2a categoria, 987 m, 8,4 km al 7,2%, km 131,5); Le Mont du Chat (Hors Catégorie, 1504 m, 13,6 km al 9%, km 161,5)
TRAGUARDO VOLANTE: Bourgoin-Jallieu (km 72,5)


11a TAPPA: Pontcharra > Pragelato (ITA) 255 km
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Coincide con la tappa più lunga del Tour il secondo appuntamento alpino, forte di 68 km di salita, di tre ascese oltre i 2000 metri e di una delle vette più alte d'Europa poco dopo metà percorso.
Come nella frazione precedente, un centinaio di chilometri pianeggianti iniziali potrebbero agevolare il compito dei probabili attaccanti, anche se il traguardo volante di Bourg-Saint-Maurice, dopo 98,5 km, potrebbe anche stimolare alcuni sprinter a tener cucita la corsa per provare ad aggiudicarsi i punti in palio per la classifica della maglia verde. Il primo impatto con la salita non sarà particolarmente traumatico, giacché la prima ascesa di giornata, il Col de l'Iseran, non presenta rampe particolarmente impervie. A sfiancare i corridori sarà però la lunghezza della scalata, con i suoi 39 km e 100 metri al 4,8% di pendenza media. Il colle risulta di fatto diviso in due tronconi di 17 km, inframezzati da un lungo tratto pianeggiante: il primo al 5,4%, il secondo al 5,5%.
Raggiunti i 2770 metri della cima, 13 km circa di discesa porteranno a Bonneval-sur-Arc, località di inizio di una sezione piatta della stessa lunghezza, seguita da una discesa che condurrà ai piedi del secondo colle in programma, il Moncenisio (Mont-Cenis). La salita misura 9,9 km, e presenta una media del 6,9%. Non si tratta comunque di un'ascesa clamorosamente selettiva, e i quasi 70 km che separano la vetta dal traguardo di Pragelato costituiranno probabilmente un deterrente a qualsiasi intento bellicoso da parte dei big.
Superato il GPM, gli atleti resteranno in quota per circa 7 km, prima di fiondarsi in picchiata verso Susa per una trentina di chilometri, tecnici solo nella prima parte. In fondo alla discesa, ormai ben dentro i confini italiani, ultimi varcati da questa edizione del Tour, la pianura sarà protagonista solamente per il tempo necessario ad attraversare l'abitato di Susa, lasciando quindi spazio alle tremende rampe del Colle delle Finestre (Col du Finestre), due volte affrontato dal Giro ma mai dalla Grande Boucle. Gli arcinoti 18 km al 9,3% della salita che nel 2005 fu teatro di uno dei più bei testa a testa a distanza della storia recente del ciclismo, quello tra Gilberto Simoni e Paolo Savoldelli, con gli ultimi 8 circa su strada sterrata, si concluderanno al km 238 di gara, a diciassette dalla linea d'arrivo.I primi undici di questi saranno in discesa, prima di un tratto finale in falsopiano di 6 km per raggiungere Pragelato, dove solamente un grandissimo scalatore potrà pensare di alzare le braccia, al termine di una frazione che forse non favorisce particolarmente le iniziative da lontano, ma che con i 35 km conclusivi potrebbe rivelarsi estremamente significativa ai fini dell'esito del Tour. Il chilometraggio, il dislivello e i chilometri di salita finiranno infatti inevitabilmente per logorare il motore dei favoriti, aprendo le porte sia ad un guadagno significativo sull'ultima ascesa, sia a crisi anche violente.
GPM: Col de l’Iseran (Hors Catégorie, 2770 m, 39,1 km al 4,8%, km 145,5); Col du Mont-Cenis (1a categoria, 2081 m, 9,9 km al 6,9%, km 187,5); Colle delle Finestre (Hors Catégorie, 2178 m, 18 km al 9,3%, km 238)
TRAGUARDO VOLANTE: Bourg-Saint-Maurice (km 98,5)


12a TAPPA: Le Monêtier-les-Bains > Isola 2000 184,5 km
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Arriva in chiusura del trittico la tappa alpina più dura, forse la più impegnativa dell'intera Grande Boucle. Il tracciato ricalca quasi fedelmente quello dell'11a frazione del Tour 1993, ad eccezione di una breve appendice iniziale di pochi chilometri. L'avvio di corsa sarà velocissimo, con i primi 15 km in falsopiano a scendere fino a Briançon, dove inizierà la scalata al Col de l'Izoard, 19,4 km di ascesa al 5,9% di pendenza media. La salita, proposta dal versante meno nobile, è comunque decisamente selettiva nella seconda metà, con gli ultimi 10 km prima del Gran Premio della Montagna al 7,6%. La vetta arriverà dopo 34 km di gara, e il profilo della tappa, con circa 77 km di salita e tratti di fondovalle sempre veloci in quanto tendenti a scendere, non è da escludere che qualche nome di spicco uscito malconcio dalle prime due frazioni alpine possa tenti già qui l'azione per sconvolgere la classifica.
Una trentina di chilometri di discesa e pianura porteranno quindi al traguardo volante di Guillestre, posto al km 64, ai piedi della seconda salita di giornata, il Col de Vars. L'ascesa, complessivamente lunga 19 km e 200 metri per una pendenza del 5,8%, si presenta divisa in due tronconi: 8,3 km al 7,2% per cominciare, seguiti, dopo un tratto pianeggiante, da altri 8200 metri all'insù al 5,6% medio. Dopo lo scollinamento, previsto dopo 83 km di gara, una discesa via via sempre più simile ad un falsopiano accompagnerà gli atleti sino a Jausiers, dove la tappa entrerà nella sua fase più calda. Usciti dal paese, infatti, i corridori approcceranno l'interminabile scalata alla Cime de la Bonette-Restefond, la vetta più alta del Tour con i suoi 2802 metri (sulla sommità sarà infatti in palio il Souvenir Henri Desgrange). L'ascesa misura 22,8 km, per una pendenza media del 6,8%, che la quota renderà però assai maggiore nella percezione dei corridori. Le rampe più arcigne saranno peraltro proprio nel tratto conclusivo della salita, con un ultimo chilometro al 9,3%. Il GPM sarà posto a 56 km dal termine, e la lunghezza della successiva discesa (circa 25 km), unita alle caratteristiche del successivo fondovalle, velocissimo, non dovrebbero disincentivare offensive anche importanti.
L'accumularsi delle salite si farà in ogni caso sentire negli ultimi 15 km e mezzo, che torneranno a salire fino ai 2010 metri del traguardo di Isola 2000, l'arrivo più alto del Tour de France 2012. La scalata presenta le rampe più selettive nella prima parte (primi 3 km al 9,4%), ma non concederà tratti di respiro veri e propri fino in cima, lasciando quindi ipotizzare che i distacchi partoriti dalla sezione più impegnativi o dai colli antecedenti possano essere destinati a dilatarsi sino al traguardo.
GPM: Col de l’Izoard (Hors Catégorie, 2361 m, 19,4 km al 5,9%, km 34); Col de Vars (1a categoria, 2109 m, 19,2 km al 5,8%, km 83); Cime de la Bonette-Restefond (Hors Catégorie, 2802 m, 22,8 km al 6,8%, km 128,5); Isola 2000 (Hors Catégorie, 2010 m, 15,5 km al 7,2%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Guillestre (km 64)


13a TAPPA: Barcelonnette > Apt 175,5 km
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Altra partenza nel cuore delle Alpi, ma, per fortuna dei corridori, il prosieguo di questa 13a tappa sarà assai più riposante dei precedenti. Le difficoltà altimetriche saranno infatti assai meno aspre delle tre giornate appena trascorse, e ben più distanti dal traguardo, per la prima volta posto ad Apt, sino a quest'anno mai sede d'arrivo della Grande Boucle.
Le squadre dei velocisti dovranno in ogni caso tenere gli occhi bene aperti per garantire ai loro uomini veloci la possibilità di tornare protagonisti, dopo ben sei frazioni riservate a tutt'altro genere di corridore. I primi 60 km di gara, infatti, saranno favorevolissimi alla nascite di fughe anche pericolose, a cominciare dalla scalata al Col Saint-Jean, 9,4 km all'insù ad una media del 4,4%, collocato dopo 31 km di corsa. I saliscendi dei frangenti immediatamente successivi porteranno quindi gli atleti prima sul Col de Maure, 9 km e 600 metri al 2,9%, vagamente simili ad una salita vera solamente negli ultimi 2 km (pendenza media 5,2%), e in seguito sul Col de Labouret, appena 2500 metri di lieve ascesa al 3,4% di pendenza. Al terzo GPM di giornata seguiranno quindi circa 60 km estremamente veloci, con un'iniziale discesa seguita da un lungo tratto pianeggiante, con strada quasi sempre tendente a scendere.
Qualche mangia-e-bevi tra i 55 e i 40 km circa al termine, includente il quarto ed ultimo Gran Premio della Montagna in programma, la Côte de Pierrerue (2,6 km al 4,2% di pendenza media), rappresenterà l'ultima sezione del tracciato favorevole agli attaccanti della prima ora, che dovranno poi tentare di resistere il più possibile al preventivabile tentativo di rientro nel gruppo nel facilissimo ultimo quinto di tappa.
Pur con qualche insidia disseminata qua e là, è pronosticabile che la smania degli sprinter di ritornare protagonisti dopo tanti giorni in montagna possa rappresentare un input sufficiente a garantire alla tappa un epilogo a ranghi compatti, in assenza di trampolini di lancio invitanti per aspiranti guastatori nella parte finale.
GPM: Col Saint-Jean (3a categoria, 1333 m, 9,4 km al 4,4%, km 31,5); Col de Maure (3a categoria, 1346 m, 9,6 km al 2,9%, km 49,5); Col du Labouret (4a categoria, 1240 m, 2,5 km al 3,4%, km 60); Côte de Pierrerue (4a categoria, 512 m, 2,6 km al 4,2%, km 129,5)
TRAGUARDO VOLANTE: Digne-les-Bains (km 84,5)


14a TAPPA: Apt > Aubenas 157,5 km
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Tappa breve e a netta prevalenza di pianura, ma delle insidie collocate nel tratto finale potrebbero scombinare i piani delle squadre dei velocisti.
La 14a tappa ripartirà da Apt, dove si era conclusa la precedente, risparmiando ai corridori lo stress del trasferimento dopo le giornate sulle Alpi. A segnare un primo passaggio caldo della giornata sarà quindi il traguardo volante di L'Isle-sur-la-Sorgue, collocato dopo 33 km, in una posizione che potrebbe ingolosire i velocisti, specie alla luce del finale a loro meno favorevole rispetto a quello del giorno precedente. Allo sprint intermedio seguirà quindi un altro lungo tratto pianeggiante, che intorno al km 120 di gara assumerà sempre più i caratteri di un lieve ma costante falospiano tendente a salire, che resterà tale per una quindicina di chilometri. Pochi chilometri più tardi, una breve discesa lancerà i corridori all'imbocco dei 15 km finali, quelli in cui il canovaccio della frazione si discosterà da quello della classica tappa di trasferimento.
Un primo assaggio di salita sarà rappresentato dalla Côte de Champeyraud, a dire il vero più simile al falospiano di cui si diceva prima che ad una vera ascesa, con i suoi 2700 metri al 3,2% di media. Al GPM, collocato a 11 km e mezzo dal termine, seguiranno 3 km circa di discesa e quindi altri sette di pianura, che si concluderanno a 1600 metri dalla linea d'arrivo.
Sarà allora che la strada inizierà nuovamente e definitivamente a salire, in maniera mai letale, ma senza cessare fino allo striscione del traguardo di Aubenas. L'ultimo chilometro e 600 metri presenterà una pendenza media del 4,8%: forse non abbastanza da restringere ai finisseurs il lotto dei papabili vincitori parziali, ma probabilmente troppo per le gambe dei velocisti più puri. Estremamente incerto, dunque, l'esito di una frazione che, in virtù della sua collocazione in data 14 luglio, sarà in più certamente cerchiata in rosso sul calendario da tutti i corridori francesi.
GPM: Côte de Champeyraud (4a categoria, 297 m, 2,7 km al 3,2%, km 146); Côte d’Aubenas (4a categoria, 294 m, 1,6 km al 4,8%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: L’Isle-sur-la-Sorgue (km 33)


15a TAPPA: Privas > Génolhac 185,5 km
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Dopo Vosgi e Alpi, è il Massiccio Centrale a fare la sua comparsa sulla scena del Tour, proponendo per la giornata di domenica 15 luglio un menù privo di ascese clamorosamente dure, ma che si presta ad offensive di qualsiasi genere e portata.
La partenza sarà sostanzialmente in ascesa, giacché dopo 2 km circa la strada inizierà già a salire verso gli 832 metri di quota del Col du Roc de Gourdon, 10 km e 700 metri di scalata al 4,4% di pendenza media. Sarà questo il trampolino di lancio ideale per una fuga, e verrà seguito da circa 25 km di discesa, inframezzati da alcuni tratti pianeggianti o addirittura in contropendenza. Un breve tratto di fondovalle precederà quindi la salita della Côte de Jaujac, 3 km al 4,2%, alla cui cima seguirà quasi subito, dopo appena un chilometro e mezzo di falsopiano a scendere, l'attacco della terza ascesa di giornata, il Col de la Croix-de-Millet. I 6 km e mezzo al 5,4% di quest'ultima asperità faranno da prologo ad una discesa di circa 13 km, quasi immediatamente seguita dalla quarta scalata in programma, quella della Côte de Sanilhac, con i suoi 7 km e 100 metri al 4,5% di pendenza.
Dopo il GPM, posto al km 76, i corridori troveranno 25 km circa di discesa e pianura, prima di approcciare la salita più facile tra quelle segnalate con dei traguardi validi per la maglia a pois, i 2600 metri al 4% della Côte de Largeron. Il successivo tratto pianeggiante di 5 km rappresenterà di fatto l'ultima sezione piatta di lunghezza sensibile che i corridori troveranno, prima di un susseguirsi di ascese e discese quasi senza soluzione di continuità, a partire dalle prime rampe del Mont Perier. Questa sesta salita misura 7,4 km, per una pendenza media del 5,6%, con vetta a poco meno di 70 km dalla linea d'arrivo. Dopo i 13 km circa della discesa, gli atleti saranno costretti quasi subito a tornare a faticare, per raggiungere, superato il traguardo volante di Les Vans (km 131,5), gli 840 metri del pedalabile (4,8%) ma lungo (13,6 km) Col du Mas de l'Air, con cima a 40 km dal termine.
Un breve tratto di falsopiano in quota e una veloce discesa porteranno quindi la gara ai piedi del colle più impegnativo e senza dubbio decisivo di giornata, il Col du Pré-de-la-Dame. La salita è la più lunga (14,1 km) e la più ripida (6,2% di pendenza media) della frazione, nonché, con lo scollinamento a 15 km e mezzo dal traguardo, la meglio collocata per far scatenare la bagarre. Le pendenze costantemente intorno al 7-8% dei 10 km tra i -11 e i -1 al GPM dovrebbero costituire un incentivo sufficiente ad invogliare all'azione anche degli uomini di spicco, complice il fatto che, dopo la vetta, sarà solo discesa prima dell'arrivo di Génolhac.
Potenzialmente moltissime, dunque, le soluzioni plausibili per questa frazione, e agli aspiranti attaccanti non dispiacerà certamente la prospettiva del giorno di riposo previsto per l'indomani. Non è da escludere che, pur con molte montagne ancora all'orizzonte, qualcuno possa provare ad offrire agli avversari un antipasto di ciò che seguirà sui Pirenei.
GPM: Col du Roc de Gourdon (2a categoria, 832 m, 10,7 km al 4,4%, km 12,5); Côte de Jaujac (4a categoria, 428 m, 3 km al 4,2%, km 47,5); Col de la Croix-de-Millet (3a categoria, 774 m, 6,5 km al 5,4%, km 55,5); Côte de Sanilhac (3a categoria, 514 m, 7,1 km al 4,5%, km 76); Côte de Largeron (4a categoria, 453 m, 2,6 km al 4%, km 104); Le Mont Perier (3a categoria, 878 m, 7,4 km al 5,6%, km 116); Col du Mas de l'Air (2a categoria, 840 m, 15,5 km al 4,3%, km 145,5); Col du Pré-de-la-Dame (1a categoria, 1450 m, 14,1 km al 6,2%, km 170)
TRAGUARDO VOLANTE: Les Vans (km 131,5)


GIORNO DI RIPOSO

16a TAPPA: Narbonne > Ax-3-Domaines 203 km
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Come già nel 2001, nel 2003 e nel 2005, Ax-3-Domaines (Plateau de Bonascre) ospita la prima tappa pirenaica, proponendo però è un tracciato più selettivo rispetto alle precedenti occasioni. Se nel 2001 l'unica ascesa davvero selettiva, prima di quella finale, era stato il Col de Jau, collocato però a quasi 100 km dal traguardo, e nelle altre due edizioni il solo Port de Pailhères aveva preceduto la salita conclusiva, questa volta il Col de Garavel fornirà un valido riscaldamento, appena prima dell'infilata che nel 2003 fece traballare come poche altre Lance Armstrong.
Il via sarà dato in quel di Narbonne, e sarà seguito da poco più di 50 km in riva al mare, su strade che in altri contesti avrebbero anche potuto ispirare - nelle giuste condizioni - qualche tentativo di ventaglio. Difficilmente, invece, qualcuno azzarderà qualcosa di simile in una giornata del genere. Lasciata la costa, infatti, la corsa si dirigerà nell'entroterra, raggiungendo dopo 127,5 km il traguardo volante di Axat. Qualche saliscendi prima e dopo lo sprint intermedio preannuncerà ciò che i corridori si troveranno ad affrontare una volta raggiunta la località di Sainte-Colombe-sur-Guette, dopo circa 135 km di gara. Sarà infatti allora che inizierà la scalata al Col du Garavel, con i suoi 10,2 km al 6,4% di pendenza media. Le rampe più dure saranno concentrate nella prima parte dell'ascesa, con un tratto di 3 km all'8,9% di media che terminerà a 6 km dal GPM.
Dopo lo scollinamento, posto a 57 km dal termine, una lunga e facile discesa, spezzata in due tronconi da un breve tratto in contropendenza, traghetterà il Tour ai piedi del primo vero gigante pirenaico, il Port de Pailhères. Gli ormai celebri 14 km e 900 metri all'8,1% della salita termineranno ad appena 28 km dall'arrivo, per di più quasi tutti in discesa fino all'attacco dell'ascesa conclusiva. In fondo alla picchiata, sarà infatti sufficiente attraversare Ax-les-Thermes per raggiungere le prime rampe della salita di Ax-3-Domaines, 8 km all'8,2% di pendenza media. Il tratto più duro dell'ascesa sarà quello tra i 4 e i 2 km al traguardo, con media del 9,9%. Le rampe si esauriranno di fatto 200 metri prima della linea bianca, concedendo ad un eventuale vincitore solitario il tempo di prepararsi per le foto di rito, al termine di una tappa che invita decisamente all'azione chi ha velleità di vittoria finale.
GPM: Col du Garavel (2a categoria, 1267 m, 10,2 km al 6,4%, km 146); Port de Pailhères (Hors Catégorie, 2001 m, 14,9 km all’8,1%, km 175); Ax-3-Domaines (1a categoria, 1380 m, 8 km all’8,2%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Axat (km 127,5)


17a TAPPA: Ax-les-Thermes > Guzet-Neige – Prat Mataou 151 km
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Saranno ancora i Pirenei i protagonisti assoluti della 17a tappa, la frazione più breve del trittico, ma non per questo da prendere sottogamba. Anzi, non è da escludere che proprio il chilometraggio più limitato rispetto alla frazione precedente e alla successiva possa costituire un ulteriore incentivo all'azione, complice il fatto che oltre un terzo (circa 56 km) della distanza (151 km) sarà all'insù, tra cui 35 degli ultimi 60 km.
Dopo il via da Ax-les-Thermes, ai piedi della salita finale del giorno precedente, i corridori avranno a disposizione poco più di 25 km di pianura per entrare nel clima della gara, prima dell'approccio del Col de Port, primo dei cinque colli di giornata. L'ascesa manterrà pendenze più o meno costanti lungo i suoi 17 km, anche se sul 4,6% di pendenza media incide un tratto pianeggiante di circa 1 km posto dopo circa 4 km e mezzo. La vetta sarà al km 43,5, e sarà seguita da una pedalabile discesa di poco più di 6 km. Sarà a quel punto che gli atleti si troveranno sotto le ruote le prime rampe di una salita diametralmente opposta alla precedente: breve (3,2 km), ma con una pendenza media del 13,9%, superiore alla massima del colle antecedente (8%). Si tratta del Mur de Péguère e delle sue rampe fino al 14%, che, anche se probabilmente troppo distanti dal traguardo per stuzzicare tentativi di azione da parte di uomini di classifica (il GPM è posto ai -97), potrebbero comunque - se percorse ad andatura sostenuta - produrre la prima selezione significativa del giorno.
I 12 km e spiccioli della successiva discesa saranno seguiti da circa 25 km di sostanziale pianura, lungo i quali verrà incontrato il traguardo volante di La Bastide-de-Sérou (km 74,5). Giunti al km 91, a 60 km dalla conclusione, i corridori attaccheranno quindi la salita che segnerà di fatto l'entrata nel vivo della frazione: il Col de la Crouzette, 8 km e 200 metri di ascesa all'8,3% di pendenza media, frutto di rampe costanti all'8-9%. La cima sarà a 52 km dal traguardo, e non è impossibile immaginare che qualche big con un certo ritardo in classifica generale possa identificare in questa scalata il momento giusto per sferrare l'attacco.
Dopo la picchiata su Biert, un breve tratto di fondovalle porterà all'attacco, al km 114, del Col d'Agnès, 14,1 km al 6,1% di media. L'ascesa inizierà in maniera molto blanda, lasciando però spazio via via a rampe più secche, con un tratto di 6 km al 7,6% prima di una spianata di circa 700 metri a 4 km e mezzo dal GPM. La strada tornerà quindi a salire negli ultimi 3800 metri, per una pendenza del 7,4%, fino allo scollinamento, posto a soli 23 km dal traguardo. Distanza, quest'ultima, che costituirà molto probabilmente un input sufficiente a far scatenare la bagarre tra gli uomini di classifica, anche perché, dopo la breve ma ripida discesa su Aulus-les-Bains, gli eventuali inseguitori non avranno neppure il tempo di organizzarsi prima dell'attacco dell'ascesa finale, a 12 km e 700 metri dall'arrivo. La salita di Guzet-Neige - Prat Mataou è a sua volta suddivisa in due tronconi: prima 5 km al 7% per raggiungere il Col de Latrape, quindi, dopo circa 1400 metri di respiro, altri 6 km e 300 metri al 7,3%. A quota 1520 metri, quindi, il vincitore potrà finalmente festeggiare su un traguardo che il Tour toccherà per la quarta volta, e che appare particolarmente favorevole ai colori italiani, con Massimo Ghirotto e Marco Pantani capaci di imporvisi nel 1988 e nel 1995, dopo il primo sigillo di Robert Millar nel 1984.
GPM: Col de Port (2a categoria, 1249 m, 17 km al 4,6%, km 43,5); Mur de Péguère (2a categoria, 1375 m, 3,3 km al 12,9%, km 54); Col de la Crouzette (1a categoria, 1241 m, 8,2 km all’8,3%, km 99); Col d’Agnès (1a categoria, 1570 m, 14,1 km al 6,1%, km 128); Prat Mataou (1a categoria, 1520 m, 12,7 km al 5,9%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: La Bastide-de-Sérou (km 74,5)


18a TAPPA: Saint-Girons > Luz Ardiden 208 km
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Terza, ultima e più impegnativa tappa pirenaica, nonché forse la tappa regina del Tour de France, che torna per l'ottava volta nella stazione sciistica che visse la sua giornata più memorabile nel 2003, quando Lance Armstrong risolse a suo favore l'entusiasmante sfida con Jan Ullrich e Alexander Vinokourov per la conquista della Grande Boucle del centenario.
La frazione forse più attesa dagli appassionati scatterà da Saint-Girons, mantenendosi per una quindicina di chilometri su strade totalmente pianeggianti. Una trentina di chilometri di saliscendi faranno quindi da prologo alla salita del Col des Ares, 6 km e 700 metri al 4,6% di pendenza media, leggerissimo antipasto di ciò che attenderà i corridori da lì a qualche decina di chilometri. Dopo la discesa, il tracciato si manterrà ancora nervoso per una decina di chilometri, fino a raggiungere il traguardo volante di Mauléon-Barousse, dopo 70 km di gara. Sarà lì che inizierà ufficialmente il primo gigante di giornata, il Port de Balès, seconda ascesa Hors Catégorie del massiccio pirenaico. I 18,9 km della scalata, avente una pendenza media del 6,3%, diverranno realmente selettivi solamente nella seconda metà, con gli ultimi 10 km all'8,6% e punte dell'11%. Il GPM sarà al km 89 di gara, e se qualcuno vorrà giocarsi la carta della disperazione, o semplicemente tentare di far saltare il banco accettando il rischio di saltare per aria, potrebbe essere proprio questa l'ascesa giusta per muoversi.
Dopo una lunga discesa di una quindicina di chilometri, la strada tornerà quindi quasi subito a salire, per raggiungere i 1569 metri del Col de Peyresourde, al termine di una scalata di 9 km e 700 metri ad una media del 7,8% che contribuiranno certamente ad incrementare la salita che il più duro Balès avrà già prodotto. Al GPM, collocato dopo 114 km di corsa, seguiranno circa 7 km e mezzo di discesa discretamente ripida, prima di una decina di chilometri di velocissimo falsopiano a scendere per raggiungere l'abitato di Arreau. Sarà lì che i corridori approcceranno il quarto colle di giornata, il classicissimo Aspin, con i suoi 12 km al 6,5% di pendenza media. L'ascesa, decisamente più selettiva nella seconda metà rispetto alla prima (ultimi 6 km al 7,7%), terminerà a 63 km dal traguardo, i primi cinque dei quali in ripida discesa, seguiti da un tratto più simile ad un falsopiano che ad una picchiata vera e propria, fino a raggiungere Sainte-Marie-de-Campan.
A quel punto, a 50 km circa dalla conclusione, la tappa e forse il Tour de France entreranno nella loro fase decisiva, con l'attacco dell'ascesa più scalata nella storia della Grande Boucle, il Col du Tourmalet. I 17 km e 200 metri della salita presentano una pendenza media del 7,2%, che schizza però all'8,8% considerando solamente gli ultimi 12 km, con picchi dell'11%. Il Gran Premio della Montagna, in corrispondenza del quale sarà assegnato anche il Souvenir Jacques Goddet, sarà posto a 33 km dal termine, pressoché privi di tratti di respiro. Dopo la lunga picchiata su Luz-Saint-Sauveur, infatti, gli atleti dovranno solamente attraversare il paese prima di tornare ad arrampicarsi fino ai 1720 metri dell'ultimo traguardo in quota della Grande Boucle 2012. L'arcinota ascesa finale misura 14 km, e presenta una pendenza media del 7,4% che, alla luce dei precedenti arrivi a Luz Ardiden - sempre incisivi ai fini della classifica finale a dispetto di un tracciato mai selettivo come quest'anno prima dell'erta conclusiva -, e della collocazione della tappa all'interno delle tre settimane, che autorizza a pensare ad una condotta di gara spregiudicata da parte di chi avrà necessità di guadagnare terreno in vista dell'ultima crono, minaccia di generare divari anche molto pesanti tra gli aspiranti al successo finale. Difficile immaginare che possa non essere un grandissimo a presentarsi a braccia alzate sotto lo striscione d'arrivo di una tappa che sin da oggi si candida seriamente al titolo di snodo fondamentale del 99° Tour de France.
GPM: Col des Ares (3a categoria, 797 m, 6,7 km al 4,6%, km 54,5); Port de Balès (Hors Catégorie, 1755 m, 18,9 km al 6,3%, km 89); Col de Peyresourde (1a categoria, 1569 m, 9,7 km al 7,8%, km 114); Col d’Aspin (1a categoria, 1489 m, 12 km al 6,5%, km 145); Col du Tourmalet (Hors Catégorie, 2115 m, 17,2 km al 7,4%, km 175); Luz Ardiden (Hors Catégorie, 1720 m, 14 km al 7,4%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Mauléon-Barousse (km 70)


19a TAPPA: Lescar > Bordeaux 199,5 km
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Dopo 14 colli e tre arrivi in salita nelle tre giornate precedenti, il Tour si concede una tappa di relativo riposo, sulla carta facile preda dei velocisti.
Dopo il finale a Luz Ardiden del giorno precedente, i corridori si trasferiranno a Lescar, ad una manciata di chilometri da Pau, dove la 18a tappa prenderà le mosse all'ombra della cattedrale di Notre-Dame-de-l'Assomption. La corsa si manterrà quindi nel dipartimento dei Pyrénées-Atlantiques per lo spazio sufficiente a raggiungere la facilissima Côte de Boueilho, 2600 metri al 3,3% di pendenza media che appariranno ancor più risibili dopo l'abbuffata di Pirenei dei giorni immediatamente antecedenti. Il Gran Premio della Montagna sarà l'ultimo del Tour 2012, sicché proprio al km 27,5 della 18a frazione sarà virtualmente assegnata la maglia a pois di miglior scalatore. L'unico GPM di giornata, ovviamente classificato come salita di 4a categoria, segnerà la fine di una serie di saliscendi che contrassegneranno la prima fase di gara, lasciando quindi spazio a strade sempre più agevoli.
Dopo un transito dai dipartimenti Landes e Gard, la frazione entrerà definitivamente nella Gironde poco dopo metà percorso, per non lasciarla più fino al traguardo. Nel caso in cui qualche sprinter fosse particolarmente affamato di punti per la classifica della maglia verde, non è da escludere che la probabilissima fuga - il cui buon esito non è comunque da ritenere inverosimile, come sempre avviene subito dopo le montagne - possa essere riassorbita in anticipo rispetto alle usuali tabelle di marcia, così da garantire ai velocisti la possibilità di giocarsi il traguardo volante di Langon, collocato dopo 150 km.
In una giornata che dovrebbe sulla carta scorrere via liscia per gli uomini di classifica, il principale motivo di interesse sarà ovviamente costituito dal pronosticabile sprint a ranghi compatti, che avrà quale teatro il Boulevard Pierre 1er di Bordeaux. La facilità della frazione dal punto di vista altimetrico obbliga a prevedere un finale a velocità elevatissime e discretamente caotico, poiché sostanzialmente tutte le ruote veloci ancora in gara faranno di tutto per presentarsi al posto giusto sul rettilineo d'arrivo; per quel che concerne gli uomini con interesse di graduatoria, invece, l'unico obiettivo sarà verosimilmente quello di restare coperti e spendere il meno possibile, alla vigilia della cronometro che scioglierà ogni riserva circa l'esito della Grande Boucle.
GPM: Côte de Boueilho (4a categoria, 237 m, 2,6 km al 3,3%, km 27,5)
TRAGUARDO VOLANTE: Langon (km 150)


20a TAPPA: Lège-Cap-Ferret > Arcachon 51 km (ITT)
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Così come nel 2011, sarà una cronometro individuale il teatro dell'ultimo confronto tra i grandi della classifica generale. Se quella vinta da Cancellara sugli Champs-Elysées era però una prova contro il tempo piuttosto breve (26,5 km), e in proporzione meno significativa rispetto alle tremende ascese affrontate nei tre giorni immediatamente antecedenti sulle Alpi, la Lège-Cap-Ferret > Arcachon di sabato 21 luglio 2012 sarà la classica maxi-cronometro di fine Tour, che farà il suo ritorno come scenario della sfida finale per la maglia gialla dopo quella di Dijon del 2009 (tappa a Zabriskie, Tour a Evans).
I 51 km della crono inizieranno dall'Avenue de la Presqu'Ile di Lège-Cap-Ferret, e costeggeranno per la quasi totalità il Bassin d'Arcachon, aggiungendo alla difficoltà del chilometraggio e della totale assenza di tratti di riposo, che obbligherà gli atleti a spingere il lungo rapporto per tutta l'ora circa della prova, quella possibile del vento proveniente dall'oceano. Il primo riferimento cronometrico arriverà dopo 12 km, quando i corridori transiteranno dall'abitato di Taussat, fornendo una prima idea dei valori in campo. Poco prima di metà gara, a Biganos, l'intermedio del km 24,5 fornirà un'idea più precisa dei trend in corso, mentre i verdetti quasi definitivi saranno affidati al terzo ed ultimo rilevamento, a La Teste-de-Buch, dopo 39 km e mezzo di gara.
Giunti ad Arcachon già dopo circa 42 km, gli atleti dovranno affrontare un tratto finale estremamente tortuoso, che impedirà probabilmente di far registrare velocità medie particolarmente elevate nel tratto conclusivo. Il traguardo sarà collocato in Boulevard Promenade Marcel Gounouilhou, proprio in riva al Bassin. Sarà sul podio poco distante che verrà virtualmente incoronato, ventiquattro ore prima della passerella parigina, il trionfatore della 99a edizione della corsa a tappe più famosa e prestigiosa del pianeta.
GPM: /
INTERMEDI: Taussat (km 12); Biganos (km 24,5); La Teste-de-Buch (km 39,5)


21a TAPPA: Argenteuil > Paris Champs-í‰lysees 143 km
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Soppiantata lo scorso anno da una cronometro individuale, torna in chiusura di Tour il classico finale per velocisti sugli Champs-Elysées, concedendo alla maglia gialla la meritata passerella.
L'ultima tappa della Grande Boucle prenderà le mosse dalla Argenteuil tanto amata dagli impressionisti, per poi snodarsi nella periferia di Parigi per circa metà frazione, aggirando la capitale in senso orario. Attraversati Boulogne-Billancourt e il Bois de Boulogne, quindi, la corsa si inoltrerà finalmente per le vie parigine, sfilando al cospetto della Tour Eiffel poco prima del km 70 di gara, per poi attraversare la Senna sul Pont Royal, costeggiare il Palazzo del Louvre, e passare dunque una prima volta sotto lo striscione del traguardo a 66 km dal termine. A quel punto, agli atleti resterà ancora da percorrere otto volte un circuito di poco più di 8 km, lungo il quale verrà assegnato anche, alla fine del secondo giro (terzo passaggio sulla linea d'arrivo), l'ultimo traguardo volante della Grande Boucle (km 93,5).
Dopo 143 km di tappa, ma soprattutto dopo 3588 km totali, 21 frazioni, 6 tappe di alta montagna, 4 arrivi in salita, 4 frazioni intermedie, 8 pianeggianti, 2 cronometro individuali per 89,5 km complessivi, una cronosquadre e 59 Gran Premio della Montagna, il probabilissimo sprint di gruppo su uno dei traguardi più ambiti da ogni velocista scriverà la parola fine sull'ultima edizione a due cifre della storia del Tour de France.
GPM: /
TRAGUARDO VOLANTE: Champs-í‰lysées – 3ème passage (km 93,5)



Totale km: 3588
Tappe di alta montagna: 6
Arrivi in salita: 4
Tappe di collina/media montagna: 4
Tappe pianeggianti: 8
Cronometro individuali: 2
Km cronometro individuali: 89,5
Cronometro a squadre: 1
Km cronometro a squadre: 34
Totale GPM Hors Catégorie: 10
Totale GPM 1a categoria: 13
Totale GPM 2a categoria: 9
Totale GPM 3a categoria: 10
Totale GPM 4a categoria: 17
Totale GPM: 59
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Gigilasegaperenne
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Re: Percorso 2012

Messaggio da Gigilasegaperenne »

Percorso 2012 - Il processo

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Bulbarelli: Un saluto, gentili amici telespettatori da.................... Parigi. E' con grande piacere che vi parliamo dall'esterno del Palais des Congrès della capitale francese...

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Marino: Il piacere di stare all'aperto con 3°C e il 95% di umidità, quando tutti i giornalisti seri di questa terra a quest'ora sono dentro.
Bulbarelli: Marino, l'importante è che siamo qui a parlare del Tour de France 2012 e del percorso appena presentato, il dove è ininfluente.
Marino: Per parlare così, deduco che non hai saputo del lauto buffet preparato dal cuoco della Villa Beaumarchais.
Regia: Veramente non è più così lauto, dopo il raid ordito da Auro mentre gli altri seguivano la presentazione.
Bulbarelli: Balani, ti pregherei di non metterti anche tu a spostare il discorso dal percorso alla mia alimentazione.
Marino: Giusto Auro, perché mai i contribuenti dovrebbero sapere che un vicedirettore di Raisport va a farsi un viaggio spesato a Parigi nel periodo festivo per andarsi a rimpinzare ad un buffet al quale non è stato invitato? *ammicca*
Bulbarelli: Marino, ti invito a considerare che senza le mie abilità diplomatiche saremmo ancora sotto la Tour Eiffel.
Marino: Non credo che per sentirsi rispondere "Mettetevi dove cazzo vi pare, basta che non mettiate piede nel palazzo" siano necessarie delle abilità diplomatiche eclatanti.
Bulbarelli: Non mi hanno detto esattamente così.
Marino: Hai ragione, l'addetto ha aggiunto anche un "Panzone di merda".
Bulbarelli: Marino! Quello che hai detto è politicamente molto scorretto.
Marino: Hai ragione Auro, chiedo scusa per aver detto "merda" in diretta tv.
Bulbarelli: Non intendevo quello.
Marino: Ah, devo avere frainteso *ammicca*
Bulbarelli: Marino, smettila di ammiccare. Il grande comunicatore non ammicca mai.
Marino: Ah, quindi il sorrisino che l'ex Premier tiene sempre stampato in faccia è lì perché a furia di tirarsi la pelle, oltre ad avere la pelle del culo all'altezza del mento, gli è anche rimasta un'espressione sola?
Bulbarelli: Marino! Questa trasmissione sta prendendo una pessima piega...
Marino: E' la stessa cosa che ho pensato io quando mi hanno detto chi avrebbe condotto.
Bulbarelli: Basta così, io direi di andare subito a parlare del percorso. Marino, le prime due parole che ti vengono in mente?
Marino: Marino Bartoletti.
Bulbarelli: A parte quelle.
Marino: Un po' di figa?
Bulbarelli: Sono quattro, e comunque intendevo due parole sul percorso.
Marino: Oh fuck.
Bulbarelli: Perché?
Marino: Ho visto la presentazione dietro Cavendish, e non ha detto altro.
Bulbarelli: Riteneva il percorso troppo duro?
Marino: No, l'organizzazione ha annunciato controlli più severi su chi si aggrappa alle ammiraglie.
Bulbarelli: Non era quello che intendevo quando ho detto che volevo un commento sul percorso. E comunque non avevamo il pass.
Marino: Sì, ma sono entrato presentandomi come Damiano Cunego.
Bulbarelli: E come hai fatto a dargliela a bere?
Marino: Mi è bastato fingere una crisi di fame a metà della rampa d'ingresso.
Bulbarelli: Basta così, ho capito che da Marino non tirerò fuori nessun commento tecnicamente valida. Vediamo se abbiamo più fortuna con Davide Cassani.
Marino: Mi sembri un po' come quelli che dopo che il medico non è riuscito a curarli si rivolgono al cartomante.
Bulbarelli: Cassani!

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Cassani: G-gazie Augo. C-ghedo si tgatti di un Tug molto impegnativo, sopgattutto peg la pghesenza di una fgazione in pagticolaghe, sulla quale mi piaceghebbe spendeghe due pagole.
Marino: Dove per"due parole" si intende uno sproloquio che potrebbe indurre anche i telespettatori più fedeli a preferire una puntata di "All'opera" con Antonio Lubrano?
Bulbarelli: Più che altro, vorrei capire perché diamine Cassani è vestito come durante le ricognizioni.
Marino: Si vede che ormai si veste sempre così per andare in macchina.
Bulbarelli: Eh?
Marino: Lascia stare Auro, questa era troppo sottile per te.
Cassani: Posso paglaghe?
Bulbarelli: Naturalmente Davide.
Cassani: Sì, c-ghedo che il Tug si decidegà quasi esclusivamente nella fgazione che pagtigà da Le Monetier-les-Bains peg concludegsi a Isola 2000. La stazione sciistica fgancese è già stata sede di un agghivo di tappa nel 1993. A tal pgoposito, vogghei ghicogdaghe che...
Bulbarelli: Ehm... scusa Davide... io... io non vorrei togliere a Beppe Conti il suo spazio.
Marino: Spero tu intenda metaforicamente, perché dal punto di vista fisico lo hai fatto quando nel 2003 hai sfondato la barriera della tonnellata.
Bulbarelli: Marino, la tua ironia è fuori posto.
Marino: Già, anche perché quando ci sei tu nella stanza di posto non ce n'è più per nessuno.
Bulbarelli: Io andrei da Gigi Sgarbozza.
Marino: Ma sì, caso mai ci fosse ancora qualche folle sintonizzato.
Bulbarelli: Marino, ti prego di non trattare i giornalisti Rai come se fossero sterco.
Marino: Auro, da quando usi vocaboli così sopra le righe?
Bulbarelli: Hai ragione Marino, chiedo scusa ai nostri telespettatori. Intendevo "come se fossero delle nullità".
Marino: Veramente io mi riferivo al termine "giornalisti".
Bulbarelli: Sgarbozza, subito!

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Sgarbozza: Sì Auro, devo dire ghe vaccio vadiga a drovare una risbosda alla dua dobanda...
Bulbarelli: Forse anche perché non te l'ho ancora fatta.
Sgarbozza: Ah eggo, sì, deve ezzere beqquello.
Bulbarelli: Gigi, quali corridori vedi più adatti al tracciato proposto da La Sègue e Hemme Méas?
Sgarbozza: Siguramente Dabiano Gunego, guesdo è il suo Durr, ne sono siguro.
Marino: E' solo il 7 gennaio, ma potremmo avere già sentito la cazzata dell'anno.
Bulbarelli: Marino, sei pregato di rispettare le opinioni altrui.
Marino: Questa è una frase condivisibile, ma piuttosto curiosa se pronunciata da uno che para il culo alla Chiesa ad ogni piè sospinto.
Bulbarelli: Non capisco dove tu voglia arrivare.
Marino: Al fatto che la Chiesa sta storicamente al rispetto delle opinioni discordanti come Ruby Rubacuori ad una cintura di castità.
Bulbarelli: Marino, ti ricordo che non sono certo i cattolici che si sono spesso macchiati di atti atroci contro chi pratica altre religioni.
Marino: Ok, ora è ufficiale: abbiamo la cazzata dell'anno.
Bulbarelli: I recenti fatti nigeriani parlano chiaro.
Marino: Già, una ignobile violazione di copyright.
Bulbarelli: Eh?
Marino: Come, chi vuole sterminare in base a principi religiosi non deve pagare i diritti d'autore a chi ha brevettato la Santa Inquisizione?
Bulbarelli: Io cambierei argomento, perché la conversazione sta finendo su temi un po' troppo spinosi.
Marino: Giusto, seguiamo l'esempio di Minzolingua.
Bulbarelli: Beppe Conti, parentesi storica subito!

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Conti: Sì Auro, oggi presentazione del novantanovesimo Tour de France, al Palais des Congrès di Parigi. La corsa...
Marino: Ma è Beppe Conti o un Ansa?
Bulbarelli: Marino, ti prego di lasciar lavorare Beppe.
Marino: Sfondi una porta aperta, Auro, sono anni che aspetto di veder lavorare Conti...
Conti: Farò finta di non aver sentito, Marino.
Marino: Un po' come fai finta di non aver appena letto su wikipedia le quattro cazzate su Anquetil e Poulidor che propini ogni volta al pubblico?
Conti: Marino, posso dirti che oggi mi sembri più acido del solito?
Marino: Hai ragione Beppe, mi dispiace che dobbiate pagare voi per gli errori di Jarod Parker.
Bulbarelli: Cosa vorrebbe dire?
Marino: Che è naturale essere nervosi se chiedi al tuo magnaccia di fiducia "qualcosa di esotico" e lui ti manda in camera un ugandese di 2 metri e 10.
Bulbarelli: Non voglio sapere come è andata a finire.
Marino: Se è per quello non è successo niente, la cosa che mi ha scioccato è sapere che Jarod Parker ha nella sua scuderia anche un ugandese di 2 metri e 10.
Bulbarelli: Io direi di lasciar parlare Conti.
Conti: Grazie Auro. Il Tour partirà per la seconda volta da Berlino, come accadde nel 1987. In quella occasione il successo finale andò a Stephen Roche, che entrò nella storia conquistando nello stesso anno Giro d'Italia, Tour de France e campionato del mondo. Ricordiamo di quell'anno l'ignobile gesto di Sappada, quando l'irlandese tradì il compagno Visentini in maglia rosa.
Marino: Vedo che a distanza di 25 anni ti tira ancora il culo, Beppe *ammicca*
Conti: Nego assolutamente.
Marino: Quindi i buchi sulla foto di Roche appesa alla porta della tua stanza non li hai fatti tu con delle freccette?
Conti: Al massimo con dei sas... ehm...
Marino: Touché *ammicca*
Bulbarelli: Marino, mi vedo costretto a ripeterti di non ammiccare alla telecamera.
Marino: Mi sottometto umilmente *ammicca*
Bulbarelli: Va bene, lasciamo stare. Piuttosto, visto che deridi il pronostico di Sgarbozza, chi vedi favorito dal tracciato?
Marino: Direi che un Contador in forma, con una Saxo che riesca ad attuare qualcosa di più arguto di qualche fuga a pene di levriero di Porte, va considerato il favorito principale.
Bulbarelli: Gli Schleck ancora piazzati?
Marino: I chilometri a cronometro sono tanti, l'acume tattico dei fratelli resta sempre quella di uno scimpanzé lobotomizzato, e quest'anno non avranno neanche la HTC a chinarsi a 90 come neanche Mara Carfagna nei bagni di Montecit...
Bulbarelli: Marino! Quindi, secondo te la fusione Radioshack - Leopard sarà fallimentare?
Marino: Non ho detto questo. Credo anzi che Andy e Frank porteranno in dote ad Armstrong qualcosa che gli mancava.
Bulbarelli: Uomini di classifica nel fiore degli anni?
Marino: No, due coglioni.
Bulbarelli: Marino! Tra l'altro questa battuta non mi è nuovissima...
Marino: Cos'è, se lo faccio io è copiare, se lo fa Luttazzi è citare?
Bulbarelli: Io darei la linea ad Alessandra De Stefano.
Marino: Dai Auro, si fa per scherzare, non essere sadico...
Bulbarelli: Non è una punizione, è in scaletta.
Marino: Ah, allora mi correggo, non è sadico, è pirla.
Bulbarelli: Alessandra!

*Video*

De Stefano: Eccoci con Filippo Pozzato. Filippo, che cazzo ci fai qui, visto che la tua squadra non è invitata?
Pozzato: Speravo ci fosse la sorella di Basso.
De Stefano: Ah, ecco. Andiamo allora da Damiano Cunego. Damiano, quale tappa vedi adatta alle tue caratteristiche?
Cunego: Penso che quella del Mont du Chat mi si addica particolarmente.
De Stefano: Sei sicuro di non aver guardato l'altimetria al contrario?
Cunego: Da anni ho deciso di non raccogliere questa facile ironia.
De Stefano: Il vero dramma è che da anni sembri aver deciso di non raccogliere più risultati. No, no, sto solo scherz... ahia... no... ouch... no... ehm... sì, eccoci qui con... uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh... Andynoooooooooooooooooooooo... Andynucciooooooooooo...
Schleck: Oh shit, take her out...
De Stefano: Andyno, fanno di tutto per separarci! Ma non temere, riusciremo a prevalere sulle avversità... Iu caming beeeeeeeeec tu miiiiiiii, is aghenst ol oooooooods, en dez uot aiv gat ta feeeeeeeeeeis... no, no, la prego... ahia... no... crash... ahi... no, no... ehm... bene... siamo qui con Vincenzo Nibali. Vincenzo, tu potresti essere il primo siciliano a vincere il Tour de France. Perché non sfrutti la tua sicilianità per arrivare a cogliere questo risultato?
Nibali: Beh, io uso la tenacia, la caparbietà che la mia terra...
De Stefano: No, non hai capito. Intendevo dire che potresti fare agli organizzatori un'offerta che non possono rifiutare... no, Vincenzo, non fare così, si faceva per dir... ahia... no... Ivan, Ivan! Stranamente Ivan Basso non si è voluto fermare a parlare con noi... in compenso ecco però Alessandro Petacchi. Alessandro, stanotte lo facciamo sotto la Tour Eiffel?
Petacchi: Non so di cosa tu stia parlando.
De Stefano: Non fare finta di non capire, o dico a tutti che quando ci siamo conosciuti mi hai detto "Piacere, Alejet. Ale lo vedi, il jet te lo faccio vedere in camera". No, dai... ahi, no, no... Michele, Michele! Michele Scarponi, eccoci qui. Michele, Cunego pochi giorni fa ha dichiarato che punta a fare classifica al Tour. Ora capisci come si sente Alonso quando ad inizio anno deve sorbirsi Massa che dice di non sentirsi un secondo pilota?
Scarponi: Beh, dipende, c'è anche il Giro, vedremo di dividerci i compiti nel modo ottimale.
De Stefano: Cioè Scarponi al Tour e Cunego in poltrona?
Scarponi: Damiano può cogliere risultati importanti anche in Francia.
De Stefano: Penso anch'io che alla Route du Sud possa dire la sua. No, dai... ahia... ma no, non è vero... no... ouch...

*In studio*

Bulbarelli: Purtroppo abbiamo avuto un problema con il collegamento.
Marino: Sì, l'inviata.
Bulbarelli: Marino, basta denigrare i membri della nostra squadra.
Marino: E tu smettila di ridacchiare quando Alessandra fa battute sui siciliani.
Bulbarelli: Non so a cosa tu ti riferisca.
Marino: Forse al fatto che hai avuto un'erezione che neanche davanti ad un piatto di trippa.
Bulbarelli: Marino, ti ricordo che non siamo qui per parlare della mia alimentazione, ma del Tour 2012 e del suo bellissimo perc...
*SPINGARDINO*

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Zomegnan: Lurida mongolfiera ripiena, completi quella frase e le faccio tanti di quei fori con questo spingardino che si auto-mangerà scambiandosi per una forma di Leerdammer.
Bulbarelli: Le chiedo umilmente scusa.
Zomegnan: Così va meglio.
Marino: La vedo piuttosto nervoso.
Zomegnan: Dire che sono nervoso è riduttivo come dire che Sgarbozza non è astemio. Quei figli di meretrici di Lasègue e Hemme Méas mi avevano promesso 35 HC, e si sono fermati a 10.
Bulbarelli: Un indegno raggiro.
Marino: Io direi che gliel'hanno proprio messo nel culo *ammicca*
Zomegnan: Ne riparleremo quando Lasègue vedrà che scherzo gli ho combinato.
Bulbarelli: Altri rapimenti?
Zomegnan: No, ho fatto chiudere salite.ch e cyclingcols.
Marino: Doveva essere molto arrabbiato.
Zomegnan: Perché?
Marino: Adesso come farà a masturbarsi davanti al profilo dello Zoncolan?
Zomegnan: Come si permette, Magnum PI del forlivese?
Bulbarelli: Questa volta devo dare ragione a Zomegnan, non è questo il mod...
Zomegnan: E' ovvio che prima l'avevo salvato, imbecille.
Bulbarelli: Ehm... già...
Zomegnan: Ora scusate ma devo salutarvi, che non sono sicuro che devo sistemare un bug di Vegni.
Bulbarelli: Come, prego?
Zomegnan: Mauro Vegni, ho paura che abbia preso un virus. Sono un paio di giorni che risponde a singhiozzo ai miei comandi e ogni tanto si blocca quando parla.
Bulbarelli: Ho paura di non capire...
Zomegnan: Vedo che il folto esercito dei suoi lipidi ha ormai annientato le scarne forze dei neuroni, impadronendosi anche del suo cervello. Non mi dica che non ha capito che Vegni è un automa comandato dal sottoscritto.
Marino: Avrebbe dovuto vedere quella volta che ci ha messo mezzora a capire che non c'era un tizio che aveva rovesciato della cioccolata nel water, ma che quella cosa marr...
Bulbarelli: Ringraziamo Sua Santità Angelo Zomegnan per il prezioso contributo. Silvio Martinello, quale spunto di riflessione ci proponi oggi?
Marino: Io direi "I 100 modi per scroccare soldi pubblici senza saper fare un cazzo".
Bulbarelli: Martinello!

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Martinello: Sì Auro, abbiamo notato una certa eccitazione tra i presenti relativamente alla tappa di Isola 2000. Abbiamo cercato di capire allora come mai l'interesse si è concentrato su questa tappa. Abbiamo considerato l'altimetria, preparandone una versione simmetrizzata rispetto all'asse z sul piano tridimensionale, per poi calcolare l'area volumetrica del cono formato dalla cima della Bonette con le sopracciglia di Beppe Bergomi. Abbiamo ricalcolato il dato in litri al minuto, e abbiamo quindi applicato il postulato di De Gea, trovando un risultato a dir poco sconcertante.
Bulbarelli: Cioè?
Martinello: E' una tappa di montagna.
Bulbarelli: Grazie Silvio, interessantissimo come sempre.
Marino: A me interesserebbe soprattutto il postulato di De Gea.
Martinello: Se ben ricordo, mi pare affermi che "qualsiasi sia il cross, io esco a cazzo".
Bulbarelli: Grazie a Martinello. Pietro Plastina, cosa dice la rete?

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Plastina: Chi?
Bulbarelli: Hai ricevuto qualche e-mail?
Plastina: Sì.
Bulbarelli: Bene...
Plastina: ...
Bulbarelli: ...
Plastina: Ah, le devo leggere?
Bulbarelli: Non so, fai un po' tu...
Plastina: Ah, allora se non ti secca magari le leggo tra un attimo, che ho una pellicin... ah, eri sarcastico? Bene, allora... ci scrive Massimo da Isernia, che dice: "Davide Cassani potrebbe parlare di quella tappa del 1993 di cui diceva prima?"
Marino: L'idea era buona, devo ammettere, peccato che si sia dimenticato di non scrivere con l'account davide.cassani@raisport.it.
Bulbarelli: C'è altro, Pietro?
Plastina: Sì, abbiamo ancora una lunga di liste di mail.
Bulbarelli: Quante, visto che il tempo stringe?
Plastina: Una. Perché quella faccia, Auro?
Marino: Non ti preoccupare, un bel timballo di cozze e gli passa.
Plastina: Sì, dunque... ci scrive Mara C. da Roma, che dice: "Smettetela di parlare di me come se la smollassi facilmente al primo che passa".
Bulbarelli: Giusto, Marino, non è questo il modo di parlare di un'onorevole, nonché ex ministro della Repubblica.
Marino: Hai ragione Auro, sappiamo tutti che per meno di 500 non si slaccia neanche la camicet...
Bulbarelli: Marino! Basta così, io mando la sigl... Silvio, è successo qualcosa?

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Martinello: Orca troia...
Bulbarelli: Che c'è?
Martinello: Se Marino era acido oggi per colpa di Jarod Parker, mi sa che la prossima volta sarà peggio...
Bulbarelli: Perché?
Martinello: Prima ho sentito che Marino aveva chiesto di non mandarle la solita 18enne, ma una un po' più grande...
Bulbarelli: E allora?
Martinello: Ho visto chi è scesa dalla macchina della scuderia Jarod Parker...
Bulbarelli: Embé?
Martinello: Guarda là...

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Marino: Questo è troppo, adesso il pisano mi sente...
Bulbarelli: Basta così, questo è troppo, sigla!
Sgarbozza: Beh, io guasi guasi un benzierino...
Bulbarelli: Ho detto sigla!
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Re: Percorso 2012

Messaggio da emmea90 »

Se qualcuno volesse curarsi accuratamente il percorso i gpx sono disponibili a questo indirizzo: http://www.tracks4bikers.com/tours/1263

Per le pendenze si consiglia sempre di affidarsi a quanto indicato e a salite.ch e non a track4bikers sulle salite di montagna (1-2-HC)
Direttore di corsa.
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