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Tour 2012, La Sègue parla all'"Equipe"

Inviato: 29/10/2011, 14:49
da Gigilasegaperenne
Il ricordo di Samuel Sanchez vestito di giallo sul podio parigino è ancora fresco nella memoria degli appassionati di ciclismo, ma la testa degli organizzatori della Grande Boucle è già proiettata all'edizione 2012. Ed è proprio uno di loro, Mathieu La Sègue, che siamo andati ad intervistare a Issy Les Moulineaux, sede di Amaury Sport Organisation. Temi della discussione i Tour della sua gestione, prima insieme a Jacques Messapique e poi ad Alexis Hemme Méas, le prossime edizioni, e il momento attualmente vissuto dal ciclismo.

La Sègue, iniziamo da dove ci eravamo lasciati. Soddisfatto del Tour 2011?
"Sicuramente sì, è stato la corsa che speravamo fosse. Una gara viva per tre settimane, con tanti ribaltamenti in classifica, come era normale che fosse con un tracciato che offriva tante opportunità di muoversi, e non soltanto sulle grandi montagne.
Alcuni ritengono che il vincitore non sia un nome all'altezza della storia del Tour de France.
"Non sono affatto d'accordo. Quello di Sanchez è prima di tutto un nome ben più altisonante di tanti altri che hanno vinto il Tour, con tutto il rispetto. E' un campione olimpico con tanti piazzamenti di prestigio alle spalle. Soprattutto, poi, ha dimostrato il suo valore vincendo la corsa da grande corridore, gestendosi con intelligenza ma sapendo dare delle prove di forza nei momenti giusti. E poi ripeto, è stata corsa vera, corsa dura, per tre settimane, e il vincitore di una gara così non può che essere all'altezza."
Quanto c'è di merito di Sanchez e quanto di demerito degli altri nella vittoria dello spagnolo?
"E' chiaro che se i favoriti della vigilia erano altri un motivo c'era, e che se quindi questi favoriti sono stati sconfitti, vuol dire che qualcosa hanno sbagliato. Però credo che il fatto stesso di essersi gestito alla perfezione rappresenti un merito. Senza contare che alla fine Sanchez ha comunque vinto per distacco la tappa più dura, che non era necessariamente la più adatta alle sue caratteristiche. Perciò direi che non ha rubato nulla."
Lei insiste sul fatto che il percorso di quest'anno costringeva i corridori di classifica a dare il massimo nell'arco delle tre settimane. Dobbiamo pensare che questa sarà la linea guida anche del Tour 2012?
"La vivacità della prima settimana dell'ultimo Tour è stata resa possibile anche dalla partenza dalla Corsica, che con la sua particolare conformazione ci ha dato modo di offrire una tappa altamente spettacolare al terzo giorno di gara, cosa che sfortunatamente non è possibile in tutte le zone di Francia. L'anno prossimo poi partiremo da Berlino, perciò non aspettatevi frazioni così impegnative nelle battute iniziali. Inoltre non sarà così facile approcciare rapidamente le prime montagne, come abbiamo fatto quest'anno con i Pirenei, scalati alla fine della prima settimana. Però va contro il nostro concetto di corsa di tre settimane l'idea di concedere ai big 10 giorni in cui preoccuparsi solo di stare in piedi, perciò state sicuri che anche i primi giorni di gara alla fine incideranno sulla classifica."
Può darci qualche indiscrezione sul tracciato?
"Assolutamente no."
Nemmeno se avete intenzione di adeguarvi alle richieste dell'UCI? Perché pare che l'Unione Ciclistica Internazionale non abbia gradito molto il fatto che nell'ultima edizione abbiate infranto il limite di 3500 km complessivi.
"Non penso che quei 5 km in più di media a tappa siano così gravi. Se all'UCI la cosa non piace è libera di farlo notare, ma per quanto ci riguarda noi proseguiamo per la nostra strada. L'UCI ha bisogno del Tour non meno di quanto il Tour ne abbia dell'UCI."
Ma il limite di 3500 km è stato imposto anche per tutelare i corridori.
"Se si vuole tracciare una corsa estrema, lo si può fare anche restando entro i 3000 km, non 3500. Il Giro 2011 era perfettamente a norma dal punto di vista delle distanze, ma era talmente massacrante che si sono dovuti inventare una pagliacciata per evitare di salire sul Monte Crostis. Io ho disputato da corridore il Tour del '94, un Tour con sei tappe di montagna più una cronoscalata, cinque arrivi in salita, e appena la strada saliva ero a menare per il mio capitano. Sa quanti chilometri misurava quel Tour? 3984. La tappa più lunga era di 271 km, quella di Hautacam di 264. Facemmo cinque frazioni consecutive sulle Alpi, di cui tre con arrivo in salita, dopo che ne avevamo affrontati altri due sui Pirenei. E non stiamo parlando di ciclismo eroico, ma di diciassette anni fa."
Però quella era l'epoca in cui il doping imperversava impunemente.
"Perché secondo lei l'uso di doping ha qualcosa a che fare con la difficoltà dei percorsi? Perché se così fosse, nell'atletica leggera dovrebbero doparsi solo i mezzofondisti e i maratoneti, eppure mi pare che Ben Johnson fosse il primatista mondiale dei 100 metri. E potrei citarle migliaia di esempi."
Quindi lei ritiene che dei percorsi più facili non siano un deterrente contro il doping?
"Niente affatto. I corridori non si dopano per finire le corse, ma per finirle prima degli avversari. Nel 1910 il Tour scalò Peyresourde, Aspin, Tourmalet, Aubisque e Osquich in una tappa di 326 km, su strade disastrose, con biciclette che non erano esattamente quelle attuali che pesano come piume, e certamente non con la preparazione specifica che hanno gli atleti di oggi. E dubito che Lapize, Albini e compagni fossero imbottiti di Epo, Cera e quant'altro. Perciò il problema non è che senza il doping non si riesce a finire il Tour, è che magari si fa l'Alpe d'Huez in 41 minuti invece che in 40, per fare un esempio a caso.
Anzi, non escludo che dei percorsi più agevoli, aprendo prospettive altrimenti insperati a tanti, possano indurre alcuni atleti a prendere un aiutino in più intravedendo il grande risultato."

Perciò dobbiamo aspettarci altre "deroghe" ai limiti UCI?
"Se, dove e quando lo riterremo opportuno. Non siamo dei sadici, non costringeremo i corridori a nulla di sovrumano, però riteniamo che un Tour de France sia prima di tutto una corsa di resistenza, e che sia necessario inserire anche delle frazioni di elevato chilometraggio per far emergere le doti di fondo ed accentuare le differenze tra i valori in campo. Anche perché su tracciati più lunghi diventa anche più difficile per delle corazzate controllare la corsa."
Curioso che a pensarla così sia lei che ha corso per anni alla corte di Indurain.
"E' vero, ma Miguel ha sempre dimostrato il suo valore anche in tapponi in cui la squadra poteva fino ad un certo punto. Tutti i suoi Tour proponevano almeno un tappone "monstre", e lui si è sempre comportato benissimo, talvolta anche attaccando in prima persona."
La cosa non ha nulla a che vedere con il fatto che l'anno prossimo la corazzata nata dalla fusione di Radioshack e Leopard Trek sarà con ogni probabilità a disposizione del controverso Jarod Parker?
"Non mi ha mai neanche sfiorato il pensiero di svantaggiare deliberatamente una squadra, meno che mai per un suo singolo componente."
Non teme che Jarod Parker possa ricorrere di nuovo ai suoi metodi persuasivi per assicurarsi il supporto di altri DS?
"Non saprei, comunque quest'anno non mi pare che la cosa abbia fruttato più di tanto, se non al DS che lo aveva aiutato. E poi lei come fa a sapere dei metodi persuasivi di Jarod Parker?"
Voci di corridoio, perché?
"Perché quei baffi mi sembra di averli già visti. E non ammicchi, che tanto sul giornale non si legge..."

L'Equipe

Re: Tour 2012, La Sègue parla all'"Equipe"

Inviato: 29/10/2011, 22:52
da BubbaDJ
Mathieu La Sègue ha scritto: La cosa non ha nulla a che vedere con il fatto che l'anno prossimo la corazzata nata dalla fusione di Radioshack e Leopard Trek sarà con ogni probabilità a disposizione del controverso Jarod Parker?
"Non mi ha mai neanche sfiorato il pensiero di svantaggiare deliberatamente una squadra, meno che mai per un suo singolo componente."
Non teme che Jarod Parker possa ricorrere di nuovo ai suoi metodi persuasivi per assicurarsi il supporto di altri DS?
"Non saprei, comunque quest'anno non mi pare che la cosa abbia fruttato più di tanto, se non al DS che lo aveva aiutato. E poi lei come fa a sapere dei metodi persuasivi di Jarod Parker?"
Voci di corridoio, perché?
"Perché quei baffi mi sembra di averli già visti. E non ammicchi, che tanto sul giornale non si legge..."

L'Equipe
:ahahah:

La mia sarà una Radioshack-Trek più umana e figa friendly

Re: Tour 2012, La Sègue parla all'"Equipe"

Inviato: 03/11/2011, 14:43
da Andrepg
Speriam bene per la squadra