De Stefano: E' con il lutto nel cuore che vi parliamo da Grenoble, gentili telespettatori. La corsa che è appena andata agli archivi è di quelle che fanno male al cuore, di quelle che mettono in dubbio i più alti valori che lo sport dovrebbe rappresentare, e che autorizzano a fermarsi e a porsi delle domande su ciò che si è appena vissuto.
Bartoletti: Già, domande come: "Ma quella è la conduttrice, o qualcuno mi ha vomitato sullo schermo?".
De Stefano: Marino, non hai perso l'occasione di dimostrarti un cafone. Ti faccio presente che molti uomini mi trovano attraente.
Bartoletti: Già, e di solito hanno un cane e un bastone bianco.
De Stefano: Fingerò di ignorare la tua grossolana ironia.
Bartoletti: Un po' come nella tappa del Galibier hai cercato di convincerti che Schleck non l'aveva preso di nuovo nel culo, insomma.
De Stefano: Andy ha deliberatamente scelto di preservarsi per il Tour.
Bartoletti: Risparmiarsi è sempre rischioso. Voglio dire, metti che si faccia male prima del Tour...
De Stefano: Marino, se dovesse succedergli qualcosa ti riterrò personalmente responsabile.
Bartoletti: Io personalmente non mi posso neanche avvicinare, visto che gira con quattro guardie del corpo grosse il triplo di me.
De Stefano: E perché mai?
Bartoletti: Quando gliel'avevo chiesto, mi aveva spiegato che era pedinato notte e giorno da quello che lui aveva definito "una specie di transessuale che gira con il gilè a vento anche a Ferragosto".
De Stefano: Ehm... sì... beh, un identikit piuttosto vago.
Bartoletti: Già, finché non ha allegato questa fotograf...
*La De Stefano salta addosso a Bartoletti*
De Stefano: No, no, non c'è bisogno, Marino... sai, la privacy...
Bartoletti: Curioso che ad insistere sulla privacy sia una che ha passato le ultime sette notti a dirottare un telescopio sull'albergo della Radioshack.
De Stefano: Marino, io verrei alla corsa.
Bartoletti: E io vorrei evitare di dover mangiare leggero tutte le volte che conduci tu, ma non per questo vengo a lamentarmene in diretta.
De Stefano: Marino, sto per offendermi.
Bartoletti: Orsù, Alessandra, si fa per scherzare.
De Stefano: Anche in quel caso, accanirsi sull'aspetto di una donna è deplorevole.
Bartoletti: Su quello di una donna sì, ma sul tuo...
De Stefano: Basta così! Anche se è uno scherzo, è lo scherzo più di cattivo gusto che tu abbia mai ordito.
Bartoletti: Ti sbagli, credo che il record appartenga ancora a quella volta che feci una macchia nera con l'Uniposca sulla radiografia di Lance Armstrong.
De Stefano: E cos'è successo dopo?
Bartoletti: Che adesso ha un testicolo che si sente come la particella di sodio dell'acqua Lete.
Bulbarelli: Fermi tutti. Marino, non ti permettere mai più di fare dell'ironia sul dramma di un grande campione.
Bartoletti: E' pazzesco, pur di difendere il Dopstrong rinuncia al richiamo delle trenette al pesto.
Bulbarelli: Marino, basta così. E comunque le trenette le ho finite.
Bartoletti: Hai ragione, scemo io che ho creduto per un momento che tre cofane da mezzo chilo l'una potessero durare più di quattro minuti netti *ammicca*.
Bulbarelli: Marino, il grande comunicatore non ammicca.
Bartoletti: E il grande conduttore non dovrebbe presentarsi con una padella di sugo al nero di seppia sulla camicia bianca.
Bulbarelli: Non mi è mai cap... ah, cazzo... beh, ad ogni modo sarebbe il momento delle interviste di Piergiorgio Severini.
Bartoletti: Dici "sarebbe" perché aspetti di sapere se il filmato è pronto, o perché hai avuto un sussulto di dignità?
Bulbarelli: Severini, subito!
*Video*
Severini: Eccoci con Filippo Pozzato. Filippo, una grande prestazione la tua.
???: Veramente sono Luca Paolini, e sono arrivato 162°.
Severini: Il tuo prossimo obiettivo quindi sarà l'assalto alla Champions League?
Paolini: ...
Severini: Non dici niente per scaramanzia?
Paolini: ...
Severini: Niente, è troppo emozionato. Eccoci però con Cadel Evans. Cadel, iz ver che volev uin, end in effets iu win?
Evans: Sorry, I don't think I understood the question...
Severini: Ecchecc... ehm... sì... dice che Sorensen, che lui amichevolmente chiama Sorry, ha... ha... no, Cadel, dove vai? Dai, un'altra... va beh, ce lo portano via. In compenso abbiamo Alessandro Petacchi. Ale, dodicesimo nella classifica a punti e senza vittorie di tappa: come ti consolerai?
Bartoletti: Questa domanda doveva farla ad Alessandra.
Balani: Marino, hai il microfono aperto.
Bartoletti: Ah, mi era sfuggito *ammicca*.
Petacchi: Mah, guardiamo avanti, in prospettiva Tour de France, per riscattare una stagione che fin qui non è stata esaltante.
Severini: In chiave olimpica?
Petacchi: Vedremo cosa deciderà il CT.
Severini: Quindi Petacchi si rimette alle scelte di Prandelli. A voi la linea.
*In studio*
Bulbarelli: Bene, grazie al sempre puntuale Piergiorgio Severini.
Bartoletti: Dove per "puntuale" si intende che spara stronzate con la regolarità di un orologio svizzero?
Bulbarelli: Marino, la tua mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi è sempre sconcertante.
Bartoletti: L'assunzione di Severini invece di dubbi non ne solleva affatto.
Bulbarelli: Proprio così. Mi stavi per caso prendendo per il culo?
Bartoletti: Chi, io? Giammai *ammicca*
Bulbarelli: Io andrei a questo punto da Beppe Conti.
Bartoletti: Ci andrei anch'io, magari facendomi accompagnare da un paio di dobermann tenuti a stecchetto nelle ultime due settimane, e addestrati a scagliarsi su chiunque pronunci la parola "Moser".
Bulbarelli: Insinui che Beppe sia ripetitivo?
Bartoletti: Io non insinuo niente, dico solo che una volta ho fatto un gioco con un mio amico, dicendogli di darmi un euro per ogni volta che Conti menzionava uno tra Saronni, Moser, Gimondi e Merckx, e quell'uomo è andato in banca rotta.
Bulbarelli: Non ti credo, e comunque, a quanto ne so, poteva trattarsi di un barbone.
Bartoletti: Parlane con gli azionisti Parmalat.
Bulbarelli: Beppe Conti, subito!
Conti: Grazie Auro. Quest'oggi il Delfinato ha fatto tappa Grenoble, meta classica del Tour de France.
???: "Figli di una cagna schifosa, ma dico, con tutti i posti che ci sono... falli arrivare ad Allevard, falli arrivare a Vizille, falli arrivare pure in culo a quella sorca di tua madre, ma proprio a Grenoble, che quando non sanno dove cazzo arrivare in mezzo alle Alpi li fanno finire lì..."
Bulbarelli: Ma che cos'è questa roba?
Bartoletti: Sapevo che mettere una cimice nella stanza di Conti mi avrebbe dato delle soddisfazioni.
Bulbarelli: Marino, vergogna! Da quando in qua spii i colleghi?
Bartoletti: Da un po', in effetti. Ricordo ancora come fosse ieri quella conversazione che sentii accidentalmente anni fa: "Ma sei pazzo, il ciccione?"; "Sì, sì, lo so che non capisce un cazzo, ma da Pontida rompono i coglioni per avere uno dei loro a Raisport...".
Bulbarelli: Marino! Hai messo altre cimici?
Bartoletti: Una nel tuo sandwich nutella e spezzatino di stamattina.
Bulbarelli: E cos'hai sentito?
Bartoletti: Niente, ma immagino la faccia che avrai fatto quando hai addentato l'insetto...
Bulbarelli: Ah, intendi...
Bartoletti: Ok, andiamo avanti o vomito.
Bulbarelli: Visto che Beppe Conti se n'è andato per protesta, io direi di cedere la linea a Davide Cassani.
Bartoletti: Di professionista in professionista *ammicca*
Bulbarelli: Ora che c'è, non va bene neanche Cassani?
Bartoletti: Dico solo che il modo in cui sta facendo la ricognizione della tappa della Bonette del prossimo Tour non mi sembra molto serio.
Bulbarelli: A cosa ti riferisci?
Bartoletti: Prego la regia di mandare l'immagine.
Bulbarelli: Ehm... beh, io cederei allora la linea a Silvio Martinello.
Martinello: Sì, grazie Auro, oggi ci siamo soffermati sulle ragioni che hanno determinato il successo finale di Cadel Evans ai danni di Samuel Sanchez. Abbiamo calcolato la velocità media ponderata al chilometro per ognuno dei concorrenti, per poi dividere il tutto per la quarta potenza del polinomio di Taylor della serie delle accelerazioni prodotte da Cunego nei tratti in discesa. Abbiamo quindi ottenuto la derivata direzionale lungo il vettore dei capelli di Balotelli, e abbiamo integrato il tutto lungo il girovita di Bulbarelli.
Bulbarelli: Ebbene?
Martinello: Non siamo ancora riusciti a misurare il tuo girovita, Auro. Il nostro addetto si è perso all'altezza della dogana con la Bulgaria.
Bulbarelli: Basta così! Qui sembra che si faccia a gara a chi spala più merda addosso al sottoscritto, che invece è l'unico che manda avanti la baracca. Tra l'altro, in tutto questo non si è neppure avuto il tempo di commentare il sorpasso di Evans ai danni di Sanchez e la grande rimonta da podio di Wiggins.
Bartoletti: Auro, io avrei anche commentato, ma a quante pare "Godo, spagnolo drogato di merda" è un tipo di commento che non si adatta al programma.
Bulbarelli: Marino, non è possibile che tu riduca sempre al più bieco campanilismo qualsiasi gara, compreso questo bellissimo Delfinato.
*SPINGARDINO*
Zomegnan: Non ho sentito bene, pachiderma, può ripetere la sua definizione di questo Delfinato?
Bulbarelli: Mi pare fosse "corsetta del cazzo".
Zomegnan: Così va meglio.
Bartoletti: Posso chiederle cosa ci fa qui a Grenoble, dirett... ehm... ex direttore?
Zomegnan: Sottospecie di baffo con attaccato un sacco di sterco, faccia poco lo spiritoso. Ad ogni modo, stavo concludendo uno scambio di reciproca convenienza con le autorità locali.
Bulbarelli: Ossia?
Zomegnan: Loro mi cedono il Rodano-Alpi, io restituisco loro i figli.
Bulbarelli: Mi sembra uno scambio equo.
Zomegnan: A me no, perciò ho chiesto di concedermi anche un protettorato sul Sud della Francia, diciamo approssimativamente fino a quelle colline vicine alla Spagna... come si chiamano...
Bulbarelli: Pirenei?
Zomegnan: Pirenei, ecco. Potrebbero tornarmi utili per qualche frazione nervosa ad inizio Giro.
Bartoletti: Direttore, stia attento a parlare di politiche coloniali italiane, o potrebbe far dare il là ad eventi senza precedenti.
Zomegnan: Un incidente diplomatico?
Bartoletti: No, un'erezione di Bulbarelli.
Bulbarelli: Marino! Vostra Santità, vi prego di scusare la cafonaggine del mio collega.
Bartoletti: Piano con le parole, Auro.
Bulbarelli: Neghi di essere stato un cafone?
Bartoletti: Mi riferivo a "collega".
Zomegnan: Smettetela, voi due, che non riesco a sentire Pigna al telefono. Allora, mi spieghi che cazzo ti è venuto in mente? Zitto, lasciami parlare. Si era detto Rujano, Pellizotti e altri tre in fuga sul Télégraphe per creare un diversivo, gli altri quattro nel gruppetto ad aspettare il momento buono per aprire il fuoco. No, no, non ci sono scuse. Non me frega un cazzo. Basta così, ora, se vuoi farti perdonare, mi aspetto come minimo un forcing di squadra sull'Iseran nella tappa di Pragelato. Dovete mandarne almeno quaranta fuori tempo massimo. No, intendo quaranta corridori, non trentanove più Cunego.
Bulbarelli: C'è qualche problema?
Zomegnan: Ce ne sarà se non chiudi la cloaca. Ora scusatemi ma ho da fare.
Bulbarelli: Ostaggi da torturare?
Zomegnan: No, devo tenere una conferenza dal titolo: "I mali della società: violenza, discriminazione e passismo".
Bulbarelli: E' stato come sempre un onore. Salutiamo Angelo Zomegnan, e passiamo a Pietro Plastina. Pietro, cosa dice il web?
Plastina: Ma... io... cioè, se me lo dicevi prima provavo a sentire, ma...
Bulbarelli: Intendo dire cosa scrive la rete.
Plastina: ...
Bulbarelli: Cosa c'è scritto nelle mail dei telespettatori?
Plastina: Sì, dunque... ci scrive Bradley da Grenoble: "Qualcuno sa dirmi perché il mio direttore sportivo continua a cantare "Meno male che Silvio c'è"?"
Bartoletti: Per lo stesso motivo per cui il nostro conduttore canta il Va Pensiero *ammicca*
Bulbarelli: Subito un'altra mail!
Plastina: Sì, ci scrive Davide da Isola 2000, che dice: "Ricognizione finita, ma ho fatto una fatica pazzesca. Negli ultimi 30 km mi si è bloccato il cambio".
Bulbarelli: Povero Davide, avrà dovuto fare la salita finale con il 53.
Bartoletti: Secondo me il problema era dover fare i tornanti in quinta *ammicca*
Bulbarelli: Pietro, subito un altro messaggio!
Plastina: Eh, ad averlo...
Bulbarelli: Pietro, si dovrebbe dire "Per ora è tutto".
Plastina: Sta di fatto che non ci sono messaggi.
Bulbarelli: Ehm... sì, grazie. A questo punto direi che possiamo salut... Silvio, cosa succede?
Martinello: Ma che cazzo...
Bulbarelli: Che c'è?
Martinello: Hai presente quelli che dicono che gli alberi sono come persone, che devi parlarci, eccetera?
Bulbarelli: Sì, ma per me sono scemenze.
Martinello: Anche per me, ma a quanto pare hanno le stesse tendenze...
Bulbarelli: Cioè?
Martinello: Guarda quei due...
Bulbarelli: Basta così! Linea alla regia!
