19a tappa: Grenoble > Serre Chevalier - Col du Granon 237 km
Inviato: 14/08/2011, 12:27
Anteprima 19a tappa: Grenoble > Serre Chevalier - Col du Granon 237 km
Si chiude in grande stile la tre-giorni alpina che segnerà la fase più calda del Tour de France: 237 km, 4 GPM di cui 3 Hors Catégorie e uno di 1a categoria, ben oltre 5000 metri di dislivello, che andranno affrontati con addosso la fatica dei precedenti 19 giorni di gara, e freschi di altre due provanti giornate di montagna.
La frazione dovrebbe scorrere via liscia per circa 95 km, fino al traguardo volante di La Chambre, probabilmente ultima occasione per i velocisti di mettere da parte punti per la maglia verde. Dopo lo sprint intermedio, una tappa fino ad allora quasi totalmente pianeggiante si trasformerà in un inferno di rampe, ascese interminabili e discese a picco, a cominciare dai 22,8 km che porteranno ai 2067 metri del Col de la Croix-de-Fer, primo GPM di giornata. Dopo un primo tratto di assestamento attorno al 5-6%, la salita si farà subito impegnativa, con 7 km al 7,5% che potrebbero già offrire terreno favorevole a chi volesse infiammare immediatamente la corsa, verosimilmente con il forcing di qualche compagno di squadra o mandando in avanscoperta una possibile testa di ponte. Dopo 3 km più agevoli, 9 km abbondanti all'8,6% provvederanno a generare un'ulteriore selezione in gruppo, prima di una breve spianata, successiva al transito dal Col du Granon (a 3 km scarsi dalla Croix-de-Fer), e di altri 2 km e mezzo circa al 6-7%. In vetta si sarà sostanzialmente a metà percorso (119 km alle spalle, 118 ancora da affrontare). I primi 30 circa saranno sostanzialmente in discesa, anche se con un paio di tratti in contropendenza che spezzeranno lo spazio di respiro prima dei 15 km scarsi di pianura fino a Saint-Michel-de-Maurienne.
Sarà allora che il Tour conoscerà l'infilata di salite più celebre di Francia: Col du Télégraphe e Col du Galibier in rapida successione. Il primo vedrà 11,8 km al 7,3% di media, con andamento piuttosto regolare, almeno fino all'ultimo chilometro, che vedrà un'impennata delle pendenze fino al 9-10%. Dopo la vetta, posta a 64 km dal traguardo, i corridori avranno solamente 5 km di spazio per recuperare, primo dei celeberrimi 18,1 km al 6,9% che porteranno ai 2645 metri di quota del Col du Galibier, Souvenir Henri Desgrange del Tour 2011 come cima più alta delle tre settimane. Se nessun grande della classifica dovesse essersi mosso prima, è pressoché certo che la corsa esploderà negli 8 km finali di questa scalata, con la loro pendenza media dell'8,4%, proprio là dove l'aria inizia a farsi rarefatta e la quota inizia a diventare un fattore significativo. In vetta mancheranno 41 km per giungere in vetta al Granon. I primi 30 circa saranno in discesa, anche se di fatto solamente i primi 8 km e mezzo, quelli che porteranno al Col du Lautaret, possono essere considerati tecnici. Il tratto successivo, fino all'attacco dell'ascesa finale, costringerà invece a pedalare a fondo, e potrebbe dilatare o ridurre anche sensibilmente i distacchi creatisi sul Galibier, a seconda della composizione dei gruppetti e della forza residua nelle gambe degli atleti.
Quest'ultimo sarà invece il solo elemento davvero determinante negli ultimi 11,5 km di questa 19a tappa, quelli che porteranno al quarto, ultimo, più alto e più impegnativo arrivo in salita di questo Tour de France, posto ai 2413 metri del Col du Granon. La salita è caratterizzata da pendenze piuttosto regolari, costantemente intorno al 9-10%, fino all'unica, breve parziale spianata degli ultimi 500 metri (media del 6,6%). Un colle tremendo, che già nell'unico precedente sulle strade della Grande Boucle, nel 1986, causò distacchi estremamente pesanti; degna conclusione di una tappa che potrebbe anche sconvolgere i verdetti maturati nei primi 19 giorni di gara.
GPM: Col de la Croix-de-Fer (Hors Catégorie, 2067 m, 22,8 km al 7%, km 118,9); Col du Télégraphe (1a categoria, 1566 m, 11,8 km al 7,3%, km 172,8); Col du Galibier (Souvenier Henri Desgrange, Hors Catégorie, 2645 m, 18,1 km al 6,9%, km 195,7); Col du Granon (Hors Catégorie, 2413 m, 11,5 km al 9,2%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: La Chambre (km 94,5)
DIPARTIMENTI: Isère (km 0-42); Savoie (km 42-196); Hautes-Alpes (km 196-arrivo)
Marino: Quantunque siffatta situazione sia generalmente riservata a quella che i ben parlanti chiamano altra metà del cielo, è senz'altro lecito asserire che la frazione odierna suscita in me un'emozione che si traduce non soltanto in un metaforico moto interiore, ma che va a generare effetti significativi e palesi anche nel mondo esterno, attraverso un mutamento delle proporzioni di quel particolare che fa sì che io non appartenga al predetto cinquanta percento della volta celeste.
Sgarbozza: Gheggé Barino?
Marino: La tappa di oggi me lo fa venire durissimo.
Sgarbozza: Barino, avevi deddo le sdesse gosse brima della dabba di Lacclussà.
Marino: Sì, ma stavolta è la tappa in sé che me lo fa drizzare, non l'idea di Cassani che ne fa la ricognizione. Anche perché sono sicuro che non avrà provato neanche un metro.
Regia: Confermo.
Marino: Quindi niente ricognizione oggi?
Regia: Sì invece.
Marino: Ma per fare la tappa in macchina non è meglio pagare un pilota?
Regia: Ma Cassani mica guida.
Marino: Hai ragione, sarebbe già chiedergli troppo. Quindi mi tocca dargli la linea?
Regia: Direi di sì.
Marino: Non potremmo chiedere ad Auro di commissionare ad Alfano un Lodo Cassani?
Regia: Per cosa?
Marino: Per vietargli di dire stronzate.
Regia: Marino, dagli la linea o chiedo conto dei rimborsi spese che hai chiesto alla voce "Esigenze fisiologiche".
Marino: Facevo riferimento alla carta igienica.
Regia: Carta igienica da 2000 euro a notte?
Marino: Cassani!
*Video*
Cassani: Diciannovesima tappa, da G-ghenobl a Segg Cevalié - Col du G-ganò.
Marino: La Sègue, le voglio bene.
Cassani: La pghima metà di gaga è facile...
Marino: ... ciononostante non si è degnato di provare neanche quella.
Cassani: ... la seconda sagà micidiale: the g-gan pghemi della montagna Hog Categoghì, il Col de la C-guà de Feg, il Col du Galibié e il Col du G-ganò, più il Teleg-gaf, di pghima categoghia. Pgobabilmente i big si muoveganno già pghima della salita finale, dato che dal Galibié al tgaguagdo mancheganno solamente una quagantina di chilometghi. Oggi ci saganno g-gandi distacchi, la classifica genegale potghebbe esseghe sconvolta.
*In studio*
Marino: L'unica cosa sconvolgente è la bruttezza di questo servizio, seguita a ruota dalla sua inutilità. Ad ogni modo, Gigi Sgarbozza, quali favoriti vuoi azzoppare quest'oggi?
Sgarbozza: Oggi il vavorido non buò ghe zezzere uno solo...
Marino: Dabiano Gunego?
Sgarbozza: ... gome abbi vatto di indovinare?
Marino: Fiuto giornalistico.
Sgarbozza: Diedro Dabiano gredo selaggioghino Gottadò, i due Geg, Ebban e Sange, gon Basso, Andò, Bosghera, Nibbali, Sgarboni, Uigghi, Groinzinghe, Vinoguro, Zoffe, Beggomi, Gabrini, Gollovadi, Geddile, Scirea, Oriali, Dardelli, Goddi, Graziani, Rossi.
Marino: Chiusa la sagra della stronzata, veniamo alla sagra del minchione: la notizia del giorno è che per il secondo anno di fila il DS Tamburini è stato cacciato a Tour in corso, questa volta dal Team Radioshack. Gigi, un tuo parere?
Sgarbozza: Su gosa?
Marino: Benissimo. La cosa è sicuramente sorprendente, visto che si tratta di una persona simpatica e stimata da tutti.
Sgarbozza: Dutti ghi?
Marino: Tutti i suoi neuroni.
Sgarbozza: Dutti e guaddro?
Marino: Bravo Gigi, questa mi è piaciuta. Pietro Plastina, cosa dice la rete della tappa e del licenziamento di Tamburini?
Plastina: Sì, la stampa internazionale si è scatenata. Il Guardian titola: "Team Radioshack fires Italian idiot". Tuttosport invece grida: "Licenziato Tamburini: è trionfo Juve". L'Unione Sarda in prima pagina: "Sia chiaro: noi questo non lo conosciamo".
Marino: Pietro, non me ne sbatte una minchia dei titoli. Sei pagato per leggere i messaggi dei nostri spettatori.
Plastina: Sì, ci scrive Federica da Verona, che dice: "Tra me e Filippo è tutto finito. Io e Marino siamo solo amici".
Marino: Chissà cosa avrà voluto dire. *ammicca*
Plastina: Anche se probabilmente Federica ci scrive dal PC di un amico, visto che la mail viene da marino.bartoloffa@gmail.com.
Marino: Pietro, ma farti i cazzi tuoi mai? Tu dovresti leggerci i messaggi, non gli indirizzi. Chissà come si sentirà in questo momento questo signor Bartoloffa.
Plastina: C'è anche una sua foto, devo dire che ti assomigl...
Marino: Vai avanti con i messaggi!
Plastina: Sì, l'ultimo messaggio è di Davide da Serre Chevalier, che scrive: "Dateci subito la linea o qui Augo mangia anche la postazione".
Marino: Sarei fortemente tentato di lasciare che questo Davide sia sbranato vivo, ma ho già versato l'acconto a Jarod Parker e non voglio rimetterci niente. Linea perciò all'uomo che invece fa rimettere un po' di tutto a chi lo vede mangiare: Auro Bulbarelli, in compagnia dello sventurato Davide Cassani.
Si chiude in grande stile la tre-giorni alpina che segnerà la fase più calda del Tour de France: 237 km, 4 GPM di cui 3 Hors Catégorie e uno di 1a categoria, ben oltre 5000 metri di dislivello, che andranno affrontati con addosso la fatica dei precedenti 19 giorni di gara, e freschi di altre due provanti giornate di montagna.
La frazione dovrebbe scorrere via liscia per circa 95 km, fino al traguardo volante di La Chambre, probabilmente ultima occasione per i velocisti di mettere da parte punti per la maglia verde. Dopo lo sprint intermedio, una tappa fino ad allora quasi totalmente pianeggiante si trasformerà in un inferno di rampe, ascese interminabili e discese a picco, a cominciare dai 22,8 km che porteranno ai 2067 metri del Col de la Croix-de-Fer, primo GPM di giornata. Dopo un primo tratto di assestamento attorno al 5-6%, la salita si farà subito impegnativa, con 7 km al 7,5% che potrebbero già offrire terreno favorevole a chi volesse infiammare immediatamente la corsa, verosimilmente con il forcing di qualche compagno di squadra o mandando in avanscoperta una possibile testa di ponte. Dopo 3 km più agevoli, 9 km abbondanti all'8,6% provvederanno a generare un'ulteriore selezione in gruppo, prima di una breve spianata, successiva al transito dal Col du Granon (a 3 km scarsi dalla Croix-de-Fer), e di altri 2 km e mezzo circa al 6-7%. In vetta si sarà sostanzialmente a metà percorso (119 km alle spalle, 118 ancora da affrontare). I primi 30 circa saranno sostanzialmente in discesa, anche se con un paio di tratti in contropendenza che spezzeranno lo spazio di respiro prima dei 15 km scarsi di pianura fino a Saint-Michel-de-Maurienne.
Sarà allora che il Tour conoscerà l'infilata di salite più celebre di Francia: Col du Télégraphe e Col du Galibier in rapida successione. Il primo vedrà 11,8 km al 7,3% di media, con andamento piuttosto regolare, almeno fino all'ultimo chilometro, che vedrà un'impennata delle pendenze fino al 9-10%. Dopo la vetta, posta a 64 km dal traguardo, i corridori avranno solamente 5 km di spazio per recuperare, primo dei celeberrimi 18,1 km al 6,9% che porteranno ai 2645 metri di quota del Col du Galibier, Souvenir Henri Desgrange del Tour 2011 come cima più alta delle tre settimane. Se nessun grande della classifica dovesse essersi mosso prima, è pressoché certo che la corsa esploderà negli 8 km finali di questa scalata, con la loro pendenza media dell'8,4%, proprio là dove l'aria inizia a farsi rarefatta e la quota inizia a diventare un fattore significativo. In vetta mancheranno 41 km per giungere in vetta al Granon. I primi 30 circa saranno in discesa, anche se di fatto solamente i primi 8 km e mezzo, quelli che porteranno al Col du Lautaret, possono essere considerati tecnici. Il tratto successivo, fino all'attacco dell'ascesa finale, costringerà invece a pedalare a fondo, e potrebbe dilatare o ridurre anche sensibilmente i distacchi creatisi sul Galibier, a seconda della composizione dei gruppetti e della forza residua nelle gambe degli atleti.
Quest'ultimo sarà invece il solo elemento davvero determinante negli ultimi 11,5 km di questa 19a tappa, quelli che porteranno al quarto, ultimo, più alto e più impegnativo arrivo in salita di questo Tour de France, posto ai 2413 metri del Col du Granon. La salita è caratterizzata da pendenze piuttosto regolari, costantemente intorno al 9-10%, fino all'unica, breve parziale spianata degli ultimi 500 metri (media del 6,6%). Un colle tremendo, che già nell'unico precedente sulle strade della Grande Boucle, nel 1986, causò distacchi estremamente pesanti; degna conclusione di una tappa che potrebbe anche sconvolgere i verdetti maturati nei primi 19 giorni di gara.
GPM: Col de la Croix-de-Fer (Hors Catégorie, 2067 m, 22,8 km al 7%, km 118,9); Col du Télégraphe (1a categoria, 1566 m, 11,8 km al 7,3%, km 172,8); Col du Galibier (Souvenier Henri Desgrange, Hors Catégorie, 2645 m, 18,1 km al 6,9%, km 195,7); Col du Granon (Hors Catégorie, 2413 m, 11,5 km al 9,2%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: La Chambre (km 94,5)
DIPARTIMENTI: Isère (km 0-42); Savoie (km 42-196); Hautes-Alpes (km 196-arrivo)
Marino: Quantunque siffatta situazione sia generalmente riservata a quella che i ben parlanti chiamano altra metà del cielo, è senz'altro lecito asserire che la frazione odierna suscita in me un'emozione che si traduce non soltanto in un metaforico moto interiore, ma che va a generare effetti significativi e palesi anche nel mondo esterno, attraverso un mutamento delle proporzioni di quel particolare che fa sì che io non appartenga al predetto cinquanta percento della volta celeste.
Sgarbozza: Gheggé Barino?
Marino: La tappa di oggi me lo fa venire durissimo.
Sgarbozza: Barino, avevi deddo le sdesse gosse brima della dabba di Lacclussà.
Marino: Sì, ma stavolta è la tappa in sé che me lo fa drizzare, non l'idea di Cassani che ne fa la ricognizione. Anche perché sono sicuro che non avrà provato neanche un metro.
Regia: Confermo.
Marino: Quindi niente ricognizione oggi?
Regia: Sì invece.
Marino: Ma per fare la tappa in macchina non è meglio pagare un pilota?
Regia: Ma Cassani mica guida.
Marino: Hai ragione, sarebbe già chiedergli troppo. Quindi mi tocca dargli la linea?
Regia: Direi di sì.
Marino: Non potremmo chiedere ad Auro di commissionare ad Alfano un Lodo Cassani?
Regia: Per cosa?
Marino: Per vietargli di dire stronzate.
Regia: Marino, dagli la linea o chiedo conto dei rimborsi spese che hai chiesto alla voce "Esigenze fisiologiche".
Marino: Facevo riferimento alla carta igienica.
Regia: Carta igienica da 2000 euro a notte?
Marino: Cassani!
*Video*
Cassani: Diciannovesima tappa, da G-ghenobl a Segg Cevalié - Col du G-ganò.
Marino: La Sègue, le voglio bene.
Cassani: La pghima metà di gaga è facile...
Marino: ... ciononostante non si è degnato di provare neanche quella.
Cassani: ... la seconda sagà micidiale: the g-gan pghemi della montagna Hog Categoghì, il Col de la C-guà de Feg, il Col du Galibié e il Col du G-ganò, più il Teleg-gaf, di pghima categoghia. Pgobabilmente i big si muoveganno già pghima della salita finale, dato che dal Galibié al tgaguagdo mancheganno solamente una quagantina di chilometghi. Oggi ci saganno g-gandi distacchi, la classifica genegale potghebbe esseghe sconvolta.
*In studio*
Marino: L'unica cosa sconvolgente è la bruttezza di questo servizio, seguita a ruota dalla sua inutilità. Ad ogni modo, Gigi Sgarbozza, quali favoriti vuoi azzoppare quest'oggi?
Sgarbozza: Oggi il vavorido non buò ghe zezzere uno solo...
Marino: Dabiano Gunego?
Sgarbozza: ... gome abbi vatto di indovinare?
Marino: Fiuto giornalistico.
Sgarbozza: Diedro Dabiano gredo selaggioghino Gottadò, i due Geg, Ebban e Sange, gon Basso, Andò, Bosghera, Nibbali, Sgarboni, Uigghi, Groinzinghe, Vinoguro, Zoffe, Beggomi, Gabrini, Gollovadi, Geddile, Scirea, Oriali, Dardelli, Goddi, Graziani, Rossi.
Marino: Chiusa la sagra della stronzata, veniamo alla sagra del minchione: la notizia del giorno è che per il secondo anno di fila il DS Tamburini è stato cacciato a Tour in corso, questa volta dal Team Radioshack. Gigi, un tuo parere?
Sgarbozza: Su gosa?
Marino: Benissimo. La cosa è sicuramente sorprendente, visto che si tratta di una persona simpatica e stimata da tutti.
Sgarbozza: Dutti ghi?
Marino: Tutti i suoi neuroni.
Sgarbozza: Dutti e guaddro?
Marino: Bravo Gigi, questa mi è piaciuta. Pietro Plastina, cosa dice la rete della tappa e del licenziamento di Tamburini?
Plastina: Sì, la stampa internazionale si è scatenata. Il Guardian titola: "Team Radioshack fires Italian idiot". Tuttosport invece grida: "Licenziato Tamburini: è trionfo Juve". L'Unione Sarda in prima pagina: "Sia chiaro: noi questo non lo conosciamo".
Marino: Pietro, non me ne sbatte una minchia dei titoli. Sei pagato per leggere i messaggi dei nostri spettatori.
Plastina: Sì, ci scrive Federica da Verona, che dice: "Tra me e Filippo è tutto finito. Io e Marino siamo solo amici".
Marino: Chissà cosa avrà voluto dire. *ammicca*
Plastina: Anche se probabilmente Federica ci scrive dal PC di un amico, visto che la mail viene da marino.bartoloffa@gmail.com.
Marino: Pietro, ma farti i cazzi tuoi mai? Tu dovresti leggerci i messaggi, non gli indirizzi. Chissà come si sentirà in questo momento questo signor Bartoloffa.
Plastina: C'è anche una sua foto, devo dire che ti assomigl...
Marino: Vai avanti con i messaggi!
Plastina: Sì, l'ultimo messaggio è di Davide da Serre Chevalier, che scrive: "Dateci subito la linea o qui Augo mangia anche la postazione".
Marino: Sarei fortemente tentato di lasciare che questo Davide sia sbranato vivo, ma ho già versato l'acconto a Jarod Parker e non voglio rimetterci niente. Linea perciò all'uomo che invece fa rimettere un po' di tutto a chi lo vede mangiare: Auro Bulbarelli, in compagnia dello sventurato Davide Cassani.