17° Tappa: Albertville - Annecy

Il percorso della seconda edizione, partita da Nantes e che vide trionfare Cadel Evans

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17° Tappa: Albertville - Annecy

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17a TAPPA: ALBERTVILLE - ANNECY 144 km

Ultima frazione alpina del Tour de France, nonché ultima chance per gli scalatori di guadagnare terreno prima della cronometro conclusiva, con partenza dalla località che nel 1992 ospitò i giochi olimpici invernali. Dopo 50 km pianeggianti, la corsa approccerà l’interminabile Mont Revard, 25 km di ascesa al 5,1% di pendenza media, con i tratti più impegnativi concentrati nel primo terzo di salita. Difficile ma non impossibile che qualche grande della classifica generale possa muoversi già qui, visto che la vetta è situata esattamente a metà percorso. Pressoché certi saranno invece gli attacchi sull’ultima salita, nonché ultima grande montagna del Tour de France 2009, la Cret de Chatillon. L’ascesa misura 21 km, per una pendenza media del 5,2%, e non è pertanto paragonabile ad alcune delle asperità affrontate sino a questo momento della corsa, ma alla 17a tappa farà certamente selezione, specie alla luce del fatto che tutti gli scalatori giocheranno qui le loro ultime carte. Attenzione ad un kilometro al 9,5% di media dai -3 ai -2 dalla vetta, che potrebbe tagliare le gambe a chi non dovesse essere più particolarmente fresco e dovesse aver resistito con la testa più che con le gambe sino a quel momento. Dalla vetta mancheranno ancora 20 km, tutti in discesa, fatta eccezione per gli ultimi 2000 metri, in cui comunque ben difficilmente assisteremo a grossi cambiamenti rispetto alla situazione delineatasi nella picchiata su Annecy. A chi vestirà la maglia gialla al termine di questa frazione resterà solamente la crono conclusiva come vero ostacolo verso il trionfo parigino.

GPM: Mont Revard (Hors Catégorie, 1537 m, 25 km al 5,1%, km 73); Cret de Chatillon (1a categoria, 1660 m, 21 km al 5,2%, km 124)
TRAGUARDI VOLANTI: Chambery (km 47)


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Re: 17° Tappa: Albertville - Annecy

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17a TAPPA: ALBERVILLE - ANNECY 144 km

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Ci si era lasciati così, a Courchevel, prima del giorno di riposo, con Carlos Sastre che festeggiava la conquista della maglia gialla dopo il 3° posto alle spalle dei fratelli Schleck nel tappone comprendente anche Echelle, Galibier, Télégraphe e Madeleine. Una giornata segnata da quel meraviglioso attacco combinato che ha generato uno sconvolgimento in classifica generale, con Contador che il giorno dopo la conquista della maglia gialla è subito scivolato al 5° posto, a 1'28'' da Sastre.
Il Tour ha già affrontato nella prima settimana il Pic de Nore verso Carcassonne, ha assaggiato i Pirenei nella tappa di Arette e si è sciroppato quattro colli da leggenda per arrivare in cima al Pla d'Adet, si è inerpicato sul Mont Ventoux con una cronoscalata, si è preparato alle Alpi scalando Maddalena e Madonna del Colletto prima di giungere a Cuneo, ha fatto visita allo sterrato di Jafferau al termine di una cavalcata comprendente Agnello, Izoard e Monginevro, ed è tornato in Francia attraverso Echelle, Galibier, Télégraphe, Madeleine e Courchevel. E' stato sin qui un Tour duro, ma in alta montagna ci sono ancora un giorno da trascorrere e due montagne da scalare: il Mont Revard e la Cret de Chatillon, due salite non verticali ma interminabili, che a metà della terza settimana potrebbero mietere più di una vittima.
Il via viene dato alle ore 13.00 da Albertville, per questa frazione breve ma ancora molto, molto impegnativa. Bastano poche centinaia di metri perché si accenda la bagarre, ed è la Astana ad accenderla, con lo scatto di Yaroslav Popovych.

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All'ucraino si accoda prontamente Leonardo Duque della Cofidis, al pari di Aerts (Silence - Lotto), Fothen (Milram), Cardenas e Cheula (Barloworld) e Igor Anton (Euskaltel). Il drappello che si forma è ben assortito, ma evidentemente alcune squadre, o meglio una in particolare, ha in mente qualcosa di più corposo di una semplice fuga, visto che manda allo scoperto anche Maxim Iglinsky.

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La Astana pare avere intenzioni decisamente bellicose, visto che quando Taaramae si accoda a Iglinsky, dal gruppo si muovono anche Haimar Zubeldia e addirittura Andreas Kloden, 11° in classifica generale a 5'46''. Non appena si muove Zubeldia, si fionda alla sua ruota anche la maglia a pois Juan Mauricio Soler, a sua volta seguito da Gerdemann e Stroetinga della Milram, da Landaluze della Euskaltel e Vanendert della Silence - Lotto. Il ritmo di questo avvio di tappa è furibondo, e bastano pochi secondi per assistere ad un nuovo tentativo di evasione dal plotone, firmato da Egoi Martinez.

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Pauriol, Terpstra e Vansummeren non esitano un secondo ad incollarsi alla ruota del basco, e in breve si riportano sui già numerosissimi attaccanti. Si forma pertanto, in testa alla corsa, un gruppo di 20 unità, che non pare comunque spaventare la Cervélo di Sastre, malgrado la presenza di Andreas Kloden. Il vantaggio della testa della corsa, dopo 10 km, è di 35'', mentre al 20° chilometro è già salito a 1'32''. Di fronte all'aumentare del gap, la maglia gialla decide comunque di evitare rischi, e ordina ai suoi uomini di porsi in testa al plotone per limitare il divario.

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Al 30° chilometro, il margine dei 20 al comando è salito a 1'46'', mentre al 40° è di 2'15''. Un po' a sorpresa, entrano allora in scena, quando mancano meno di 10 km all'imbocco del Mont Revard, anche gli uomini della Fuji - Servetto, che non hanno inserito uomini nella fuga, ma che evidentemente mirano ad un traguardo di tappa.

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Dopo 47 km, al primo e unico traguardo volante di giornata, posto a Chambéry, 1 km prima dell'inizio del Revard, il vantaggio della fuga è così addirittura calato, assestandosi a 2'08''. I 6 punti destinati al primo classificato del traguardo volante vanno, senza sprint, a Cardenas, seguito da Cheula e Popovych. La salita del Mont Revard presenta proprio nella prima parte le pendenze più impegnative, ed è Felix Cardenas a prenderla in testa. I più attivi, sulle prime rampe dell'ascesa, nel gruppo di testa, sono, oltre al sudamericano, Popovych e Iglinsky della Astana, mentre in gruppo Rollin, Lancaster e Haussler, che avevano tirato nel tratto pianeggiante, lasciano spazio a Gustov, che si piazza in testa con a ruota Florencio, Pauwels e Marchante, con Sastre in quinta ruota. Poco dopo, i Cervélo vengono rimpiazzati in testa da Intxausti e Kessiakof, il cui ritmo inizia a produrre in gruppo una selezione che vada al di là del semplice staccare i velocisti puri. Il ritmo in gruppo è regolare ma estremamente elevato, e cresce ulteriormente quando i due uomini della Fuji si fanno da parte, venendo sostituiti da tre compagni di squadra: Tonti, Canada e Jufré. A quasi metà salita, dopo 11 km di scalata, il vantaggio della fuga, ancora compatta, è sceso a 1'50''. E' allora che dal gruppo esce Jurgen Van den Broeck.

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La sparata del belga è veemente, e nessuno, in gruppo, ha il coraggio o la forza di prendere la sua ruota. La Fuji continua con il medesimo passo, aiutata in forze dalla Cervélo del capoclassifica, ma Van den Broeck inizia a guadagnare. Dopo 15 km del Mont Revard, il suo vantaggio è di 33'' sul gruppo, e il ritardo dalla testa della corsa è di 1'esatto. Con ancora 10 km di salita, la Astana capisce che il vantaggio sta calando troppo, e Iglinsky e Popovych vengono messi al comando per alzare l'andatura. Gli effetti sono pressoché immediati: dalla testa della corsa si stacca quasi subito Terpstra, imitato poco dopo da Duque. Ai -7 cede anche Giampaolo Cheula, mentre per veder cedere Aerts e Stroetinga è necessario attendere rispettivamente 3 e 4 km in più. A 3 km dal Gran Premio della Montagna Hors Catégorie del Mont Revard, la situazione vede il gruppetto di testa, ormai ridotto a 15 unità, con 45'' su Van den Broeck, che ne può amministrare altrettanti sul gruppo maglia gialla, in cui il ritmo, in questo momento, viene imposto da Pauwels. Proprio in vista della segnalazione dei -3 alla vetta, una sagoma arancione si sfila sulla sinistra della sede stradale, e parte con una autentica fucilata; le telecamere si avvicinano all'attaccante, e la grafica lo individua subito come Samuel Sanchez.

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Il più lesto ad accodarsi a Sanchez, un po' a sorpresa, è David Moncoutié, il 4° della classifica generale. Subito dietro il francese si piazza Cadel Evans, ma la risposta dell'australiano genera una catena di reazioni da parte degli altri big: Sastre, Andy Schleck, Armstrong, Contador, Menchov e Frank Schleck non perdono un metro, e si pongono subito nella scia dell'australiano. Evans si volta, controlla, e proprio in quel momento David Moncoutié, coraggiosissimo visto come è arrivato ad essere 4° in classifica, rilancia l'andatura.

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Sanchez si accoda immediatamente, ma questa volta Evans lascia perdere. Sastre e gli altri big, vedendo che l'australiano questa volta non risponde, decidono di lasciar andare Sanchez e Moncoutié, anche se la maglia gialla ordina a Marchante, unico suo compagno di squadra sopravvissuto a questo cambio di ritmo repentino, di mantenere una buona andatura, per non far lievitare il distacco. Sanchez e Moncoutié però danno tutti nei 3 km rimasti del Mont Revard, consci che se vogliono avere una qualche chance di prendere il largo devono scollinare con un discreto margine, e che Marchante, a differenza loro, non può andare a tutta, poiché non può lasciare isolato Sastre a quasi 75 km dal traguardo. In cima alla salita, Cardenas lancia la volata di Soler, ma Popovych, parallelamente, sopravanza l'accoppiata sudamericana, con a ruota Zubeldia, che lancia in testa lo sprint a 150 metri dalla vetta. La salita, nel finale, non è sufficientemente pendente da consentire la rimonta di Soler, che dunque deve concedere il 1° posto al rivale per la maglia a pois, che resta comunque 26 punti dietro di lui. Tutto il gruppetto di testa passa sfilacciato, nell'arco di una decina di secondi, mentre gli altri piazzamenti che valgono punti GPM vanno a Popovych, Cardenas, Fothen, Landaluze, Gerdemann, Kloden, Anton e Iglinsky. Il distacco di Van den Broeck è di 36'', mentre la coppia Sanchez - Moncoutié transita con 56''. A 150 metri dal Gran Premio della Montagna, proprio quando ci si appresta a rilevare il distacco del gruppo, intorno al minuto e 20 secondi, a sorpresa, parte ancora Cadel Evans.

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Nessuno dei big ha la prontezza di reagire, anche perché sostanzialmente la salita finisce prima che abbiano il tempo di farlo. Il guadagno di Evans è irrisorio: 3'', per un distacco di 1'18'' dalla testa della corsa, contro il minuto e 21'' del gruppo, che sugli scatti verso la vetta si è ridotto ad una trentina di unità. L'azione dell'australiano non di esaurisce però in cima alla salita, perché l'ex biker fa valere le sue doti di buon discesista, e disegna delle curve perfette, con traiettorie che paiono tracciate da un compasso. Il distacco del gruppo, che ha un attimo di smarrimento, nel dubbio se rischiare in discesa o tentare di recuperare in seguito, cresce: 10'', 15'', 20'' dopo appena 5 km di discesa. Evans piomba quindi su Sanchez e Moncoutié, che non hanno tirato a tutta ad inizio picchiata proprio per aspettare l'australiano. I tre sono eccellenti discesisti, in particolare, ovviamente, il capitano della Euskaltel, che si incarica di disegnare le curve.

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I Saxo Bank, in gruppo, si mettono all'inseguimento, ma il passo in discesa di Sanchez è completamente diverso, e il divario continua a salire. Dopo 7 km di discesa, il terzetto riacciuffa Aerts, compagno di Evans, mentre a metà della picchiata è la volta di Jurgen Van den Broeck. Sanchez scende a velocità sostenutissima, complice il fatto che anche i suoi compagni d'avventura sono eccellenti discesisti, e proprio a 2 km dal termine della discesa avviene l'aggancio con la testa della corsa, dove i tre uomini di classifica che hanno attaccato sul Revard trovano una montagna di gregari: Anton, Martinez e Landaluze per Sanchez, Vanendert e Van Summeren che si aggiungono a Aerts e Van den Broeck per Evans, Pauriol e Taaramae per Moncoutié, che ha perso per strada il solo Duque. 9 uomini pronti a dare tutto per i propri capitani, a cui vanno aggiunti Cardenas (per Soler) e Fothen (per Gerdemann). Solo gli Astana, quasi certamente, faranno da zavorra, ma la cosa non dovrebbe preoccupare più di tanto gli attaccanti. A meno di 60 km dall'arrivo, il plotone paga 54''. Crederci, con appena una quindicina di km di fondovalle da affrontare in fondovalle, è legittimo.

TO BE CONTINUED...
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Si potrebbe incitare i corridori dicendo loro che la Cret de Chatillon è l'ultimo sforzo, gli ultimi 21 kilometri a salire, l' ultima volta in questo Tour che si supereranno i 1500 m sul livello del mare, ma è proprio per questo, proprio perché i corridori arrivano a fondovalle dopo aver scalato undici colli Hors Categorie e quattro di 1a categoria, che i 21 kilometri diventano 42, che il 5,2% di pendenza media raddoppia a 10,4. E prima 9 kilometri di fondovalle, dove potrebbe decidersi la Grand Boucle. Evans ha attaccato, si è appellato alla fantasia per la prima volta dopo diciassette tappe, e sembra andargli bene. Altri diciotto corridori con lui, di cui solo i tre Astana esentati dalla collaborazione. Tra i battistrada, Vanendert e Vansummeren, i due passistoni Silence, si impegnano in una specie di cronosquadre a tre con Remi Pauriol per tenere alta l'andatura in quello che è forse il tratto più rilevante della tappa odierna, dato anche il suo sviluppo. In testa al gruppo maglia gialla, invece, Ivan Basso, per la Liquigas, Jens Voigt, per Andy Schleck, e Laurens Ten Dam per Menchov. Anche Levi Leipheimer, nonostante la nutrita presenza di suoi compagni di squadra in fuga, deve dare qualche cambio per tenere salve le chances di vittoria di Contador ed Armstrong. La competizione è serrata: davanti i due Silence impongono subito un passo folle, che potrebbero non tenere, forse, sino ai piedi della Cret de Chatillon. Dietro Voigt non appare lucidissimo, le sue trenate, per quanto vigorose, non offrono l'apporto sperato. Dopo 3 km a valle il distacco è cresciuto di altrettanti secondi, Jens allora decide di lasciare pista, almeno per qualche altro kilometro, a forze più fresche. Dopo 7 km di pianura il distacco è sceso di 1", la guerra appare più psicologica che fisica, anche una limatura di così poca entità può risultare decisiva. Dietro però si lasciano andare, convinti di poter mantenere immutato il distacco sino ai piedi della Cret de Chatillon. E davanti ne approfittano. Una tirata più intensa di Fothen, apre la strada ad 1 km a tutta di Vanendert, dal ottavo al nono di fondovalle. Dopo 10 km il distacco rasenta il minuto: 59". Dietro è allora Leipheimer ad insistere, ma l'americano trova scarsa collaborazione ed il gap aumenta. Ai - 5 dall' attacco alla Cret il gap si attesta sul 1' 03", 1'07" all' imbocco della salita. Davanti la salita viene attaccata ad andatura decisamente aggressiva da Jurgen Van den Broeck

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L'andatura del giovane gregario belga non è sostenibile per Remi Pauriol, che si stacca dopo 1400 metri, e i compagni di squadra Vanendert e Vansummeren che perdono le ruote dei battistrada rispettivamente dopo 2 e 2,5 km. Dietro invece forcing folle di Gomez Marchante che disintegra il plotone, riducendolo a 16 unità, tra le quali non fa capolino la divisa Quickstep di Kevin Seeldrayers mentre figura un buon Ivan Basso, nonostante il lavoro a fondovalle. Il forcing dello spagnolo si esaurisce dopo 2700 metri, quando piazza una rasoiata decisa il leader della generale: Carlos Sastre

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Evidentemente Carlitos non è soddisfatto del vantaggio accumulato su Contador nelle tappe dello Jafferau e di Courchevel ed è intenzionato ad incrementarlo, in vista dei 45 km a crono di Digione. Contador è però il primo a portarsi alla sua ruota, seguito prontamente da Andy Schleck. Dopo un altro centinaio di metri ricuciono anche Menchov e Frank Schleck, mentre Basso e Nibali aiutano anche Kreuziger a riportarsi sotto, seguito a ruota da Juanjo Cobo Acebo. In sorprendente difficoltà Lance Armstrong, che non prova neppure a resistere e si lascia staccare accompagnato da Karpets, Kirchen e Pereiro. Tra i battistrada termina intanto il lavoro di Van den Broeck, che riesce però a mantenere l'ultima ruota del drappello, mentre in testa passano Cardenas ed Astarloza, intenzionati a dare tutto già nelle prime fasi di salita. Dietro, intanto, scatta nuovamente Sastre, ma il suo tentativo stacca soltanto Ivan Basso. Dopo 5 kilometri, il lavoro della maglia gialla serve a ridurre il distacco a 51". Mikel Astarloza, in testa alla corsa, fa il lavoro del passista nei successivi quattro kilometri che si attestano su pendenze irrisorie. Poca collaborazione invece tra i big, sotto i quali si riportano Vandevelde e Karpets; le Roi Americain sembra invece accusare anche questo tratto in simil-falsopiano, senza riuscire a ricucire i 18" di gap dalla maglia gialla. Siamo ora nel troncone centrale della Cret de Chatillon, 6 km con pendenze regolarissime, intorno al 6,5%. Davanti Cadel Evans decide che arrivato il momento di portare l'assalto finale al Tour.

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L' australiano non scatta, ma si alza sui pedali ed avanza a passo forsennato. In un primo momento gli tiene la ruota soltanto Mauricio Soler, duecento metri dopo Samuel Sanchez comprende che l'australiano non è intenzionato a rallentare e recupera con uno scatto. Un po' più ritardatarie le risposte di Andreas Kloden e Linus Gerdemann, mentre sul momento resta sorpreso Moncoutié, che non riesce a colmare i 50 metri di gap. Il motivo della sfuriata di Cadel è presto spiegato, qualche centinaio di metri dietro di lui, quasi contemporaneamente, Frank Schleck prende a mulinare vorticosamente.

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Il passo del maggiore dei fratelli lussemburghesi è micidiale, Karpets è costretto a cedere ai -10400, Nibali e Vandevelde si aggrappano in ultima ruota. Ai -9 Evans, Soler, Sanchez, Gerdemann e Kloden hanno 21" di vantaggio su Moncoutié, Taaramae e Fothen, 27 sul gruppetto Zubeldia, 48 sul gruppo maglia gialla, 52" su Karpets, già 1' 07" sul gruppetto di Lance Armstrong, che comprende, oltre all' americano, anche Oscar Pereiro Sio e Kim Kirchen. Il giovane Taaramae comprende che il suo capitano rischia di arenare proprio sull' ultima erta del Tour, ne cerca allora l'approvazione e piazza una accellerata di notevole entità, cui Fothen non riesce a resistere. L' estone e il suo capitano francese proseguono di buon ritmo, limando decisamente il gap dalla testa della corsa. Ai -7 salta dal gruppo maglia gialla Vandevelde, senza però demordere e mantenendo ad occhio il plotoncino guidato da Frank Schleck, ai -5800 si stacca Nibali, 300 metri dopo Kreuziger. Frank Schleck termina esausto il suo lavoro, spianando la strada ad una stoccata del fratellino minore.

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La maglia bianca parte decisa: non vuole solo fare selezione, vuole andarsene. Contador non è però intenzionato a concedere più nemmeno un metro a chiccessia, infiamma le gambe e lo segue, sui pedali. Sorpreso, ma solo sul momento, Carlos Sastre che mantiene però i tre, quattro metri di gap per richiuderli appena Andy si risiede sui pedali. Tiene discretamente anche un Cobo sulle righe, che non riesce però a richiudere, mantenendo il gap sui 2". Paga decisamente il cambio di ritmo Denis Menchov, che probabilmente sfiora il fuorigiri in un tratto in fondo non così pendente. Andy desiste però immediatamente appena le pendenze tornano dolci ed i tre si guardano a lungo, dato che nessuno vuole portare gli altri due in carrozza allo scollinamento. Facile, perciò, il rientro di Cobo e Menchov che rianimano l'azione,mentre Nibali e Kreuziger, in ripresa, recuperano loro metro dopo metro. Vantaggio dei battistrada, forti del rientro di Moncoutié e Taaramae dai -5300, su Sastre: 41". E' proprio la maglia gialla ad acquisire le redini del drappello, che traina per altri 2000 metri, sino al terzultimo kilometro di salita, 9% di pendenza media, quando parte la staffilata di Alberto Contador.

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Come già avvenuto sull' Izoard nella tappa dello Jafferau, Andy Schleck risponde al madrileno rilanciandone l'azione, scaturendo un' ulteriore scatto da parte del corridore Astana. Mille metri affrontati a velocità folli, letteralmente spianati dai due talentuosissimi scalatori. Sastre adegua il suo passo a quello dei due, senza però sforzarsi di riprenderli immediatamente, con lui Cobo Acebo e Menchov. Davanti Evans rilancia per l'ennesima volta e resta solo con Soler, un po' più appannate le azioni di Samuel Sanchez e David Moncoutié, in evidente difficoltà Linus Gerdemann ed Andreas Kloden, che cercano di stringere i denti per gli ultimi 2000 metri di Cret de Chatillon, si lascia definitivamente sfilare Rein Taaramae. Nel penultimo kilometro di salita, ai -1400, sorprendente scatto di Van den Broeck dal gruppetto Zubeldia: il belga sembra essersi ripreso dopo le trenate di inizio ascesa ed ora pedala forte, anche perché il gruppetto Contador è a soli 14". Gruppetto che ritorna quello della maglia gialla in vista dello scollinamento, oltre ai rientri di Juanjo Cobo e Menchov. L' ultimo 1a categoria del Tour de France è conquistato da Mauricio Soler che si invola, forse matematicamente, verso la conquista della maglia a pois. Insieme a lui Cadel Evans, a 4" Samuel Sanchez e David Moncoutié, a 19" Rein Taaramae. A 25" un ottimo Jurgen Van den Broeck, 8" dopo il drappello maglia gialla che riprende e stacca il gruppetto di Zubeldia negli ultimi 500 metri, affrontati a tutta da uno scatenato Juanjo Cobo Acebo. Perde 58" dalla maglia gialla Christian Vandevelde, a 1' 08" i tre Liquigas: Vincenzo Nibali, Roman Kreuziger ed Ivan Basso. 1' 24" perde Karpets, scollina invece insieme ad Armstrong un Frank Schleck stremato, distacco: 1'39". Kim Kirchen leggermente staccato a 1' 53", Oscar Pereiro Sio a 2'23", 19" dietro di lui scollina anche Leipheimer. Rogers accusa 2' 54" di ritardo mentre abissale quello di un Seeldrayers in vera crisi: 9' 31". Cadel Evans sa di giocarsi il Tour, sa di avere la chance forse più ghiotta di tutte le altre presentatesi ai suoi avversari e sfiora i bordi della sede stradale nella discesa non dalle curve non troppo proibitive della Cret.

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Soler potrebbe, magari, anche tentare di tenerne la ruota: avrebbe in fondo il successo di tappa garantito.Evans pare però davvero folle, in alcune svolte sembra addirittura radere l'erba coi pedali, perciò il colombiano desiste. Ma 7" dietro, Samuel Sanchez è ancora più suonato. Assume una posizione aereodinamica particolarissima, sembra quasi tagliare le curve pur non troppo proibitive della discesa. Moncoutié riesce a tenerlo agilmente, Gerdemann e Kloden si mantengono, per precauzione, a circa 5 metri dai due scatenati. Dopo 2 km di discesa Soler viene ripreso e staccato, comprendendo che ormai il successo di tappa è andato il colombiano preferisce non rischiare come Gerdemann e Kloden e lasciarsi sfilare, forte ormai della conquista della maglia a pois. Al quarto kilometro di discesa in testa vi sono, di nuovo, Samuel Sanchez, Cadel Evans e David Moncoutié. Ad 1" Gerdemann e Kloden, a 7 Soler, il gruppo maglia gialla, complice anche un accordo non idilliaco, è già a 37", 4 in più rispetto allo scollinamento. Samuel Sanchez, le cui traiettorie risultano ancora più ardite, certo della ricompensa che lo attenderà al traguardo, vola in picchiata, Evans ci crede. A circa metà discesa, kilometro 10, la maglia gialla paga 43" ai battistrada. Evans è determinatissimo, super addirittura Samuel Sanchez in una curva nel finale, a fine discesa saranno 52 i secondi di vantaggio sulla maillot jaune. Negli ultimi 2 kilometri in pianura Cadel si cimenta in una specie di cronometro individuale, mani pendenti dal manubrio, per difendere con le unghie e con i denti il margine guadagnato. Va però ancora meglio di lui Linus Gerdemann che ai -1700 riesce a ricoprire i 2" di distacco che dividevano lui e Kloden dalla testa della corsa. Cadel Evans esaurisce il proprio lavoro ai -900, quando Gerdemann richiama le ultime energie e, consapevole di non potersi giocare le proprie carte in altro modo, prova ad anticipare la volata di Samuel Sanchez. David Moncoutié e Cadel Evans, in debito verso Samuel Sanchez, si impegnano però a non far scappare il tedesco che resta sempre a vista per Sanchez. Ai -300 il leader Euskadi si lancia in volata, prova, poco convintamente, a seguirlo Andreas Kloden con a ruota Moncoutié ed un ormai appagato Cadel Evans. Linus Gerdemann cerca di tenere, ai -150 è ancora davanti, forse ce la può fare, ma no. Ai -110 Samuel Sanchez gli prende la ruota, quindi si invola verso il suo primo successo di tappa in questa Grand Boucle.

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Dopo la scottante delusione di San Sebastian, ma anche dopo qualche giorno en jaune, Samuel può finalmente esultare sulla linea bianca. Secondo un ottimo Linus Gerdemann, terzo Moncoutié che passa Kloden sul traguardo, quinto, ma soddisfattissimo, Evans. A 22" può sorridere anche la quasi certa maglia a pois Mauricio Soler, dopo altri 24" Jurgen Van den Broeck vince la volata per il 7° posto su Rein Taaramae, dopo averlo ripreso a metà discesa. Menchov e Contador lanciano invece l'azione del drappello maglia gialla nei kilometri in piano, tentando in tutti i modi di limare il gap da Evans. Riescono a tenersi sotto il minuto, alla fine il gap sarà di 50" netti, ottimo Cobo che ha tenuto le ruote dei migliori. Decisamente soddisfacente anche la prestazione di Christian Vandevelde, ad 1'03" dal vincitore, così come quelle dei tre Liquigas tutti insieme ad 1'11". Buono Karpets ad 1'37", decisamente deludente Lance Armstrong che con il minuto e cinquantadue secondi accusato nella tappa odierna saluta le velleità di vittoria e, forse, anche quelle di podio. Evans è ora ad 1'26" dalla maglia gialla Sastre, soli 2" da Alberto Contador.

CLASSIFICA DI TAPPA:
1° Samuel SANCHEZ GONZALEZ- Euskaltel Euskadi
2° Linus GERDEMANN- Team Milram s.t
3° David MONCOUTIE'- Cofidis, Le Credit En Ligne s.t.
4° Andreas KLODEN- Astana s.t.
5° Cadel EVANS- Silence Lotto s.t.
6° Juan Mauricio SOLER- Team Barloworld +22’’
7° Jurgen VAN DEN BROECK- Silence Lotto +46’’
8° Rein TAARAMAE- Cofidis, Le Credit En Ligne +46’’
9° Alberto CONTADOR- Astana +50’’
10° Andy SCHLECK- Team Saxo Bank +50’’

Carlos SASTRE CANDIL +50’’
Denis MENCHOV +50’’
Juan José COBO +50’’
Christian VANDEVELDE +1’03’’
Ivan BASSO +1’11’’
Roman KREUZIGER +1’11’’
Vincenzo NIBALI +1’11’’
Vladimir KARPETS +1’37’’
Frank SCHLECK +1’52’’
Lance ARMSTRONG +1’52’’
Oscar PEREIRO SIO +2’21’’
Kim KIRCHEN +2’21’’
Levi LEIPHEIMER +2’52’’
Michael ROGERS +3’26’’
Kevin SEELDRAYERS +10’07’’
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Re: 17° Tappa: Albertville - Annecy

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CLASSIFICA GENERALE:
1° Carlos SASTRE CANDIL
2° Andy SCHLECK +17’’
3° David MONCOUTIE +31’’
4° Cadel EVANS +1’26’’
5° Alberto CONTADOR +1’28’’
6° Lance ARMSTRONG +2’04’’
7° Denis MENCHOV +2’41’’
8° Samuel SANCHEZ GONZALEZ +4‘23‘‘
9° Andreas KLODEN +4‘56‘‘
10° Roman KREUZIGER +5‘23‘‘
11° Frank SCHLECK +6‘38‘‘
12° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +7‘20‘‘
13° Christian VANDEVELDE +9‘13‘‘
14° Vincenzo NIBALI +9‘59‘‘
15° Kim KIRCHEN +10‘34‘‘
16° Linus GERDEMANN +10‘35‘‘
17° Juan José COBO +11‘24‘‘
18° Oscar PEREIRO SIO +12‘35‘‘
19° Vladimir KARPETS +14‘08‘‘
20° Levi LEIPHEIMER +15‘36‘‘
21° Ivan BASSO +18‘18‘‘
22° Michael ROGERS +18‘53‘‘
23° Jurgen VAN DEN BROECK +21‘09‘‘
24° Rein TAARAMAE +21‘12‘‘
25° Kevin SEELDRAYERS +32‘05‘‘

CLASSIFICA A PUNTI:
1° Andy SCHLECK 101
2° Oscar FREIRE GOMEZ 83
3° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 81
4° Alberto CONTADOR 80
5° Thor HUSHOVD 74
6° Mark CAVENDISH 72
7° Daniele BENNATI 69
8° Carlos SASTRE CANDIL 69
9° Samuel SANCHEZ GONZALEZ 56
10° Tyler FARRAR 53

Frank SCHLECK 48
Cadel EVANS 47
Fabian CANCELLARA 47
Sylvain CHAVANEL 45
Heinrick HAUSSLER 38
Andreas KLODEN 37
Lance ARMSTRONG 37
Mikhail IGNATIEV 37
Felix CARDENAS 32
Koldo FERNANDEZ DE LARREA 32
David ZABRISKIE 30
Denis MENCHOV 28
Gert STEEGMANS 28
Gerald CIOLEK 28
Roman KREUZIGER 26
Edvald BOASSON HAGEN 26
Greg VAN AVERMAET 25
Jens VOIGT 25
Andrey AMADOR BIPKAZACOVA 24
Linus GERDEMANN 23
Samuel DUMOULIN 22
Filippo POZZATO 22
Leonardo DUQUE 22
Benat INTXAUSTI 20
Dominique ROLLIN 20
Murilo FISCHER 19
David MONCOUTIE 18
George HINCAPIE 16
Kurt Asle ARVESEN 16
Giampaolo CHEULA 15
Peter VELITS 15
Fabian WEGMANN 14
Juan Antonio FLECHA 12
Tom BOONEN 11
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Sergey LAGUTIN 10
Carlos BARREDO 10
Yaroslav POPOVYCH 8
Egoi MARTINEZ DE ESTEBAN 8
Vladimir KARPETS 8
Frederik WILLEMS 8
Alessandro BALLAN 8
Christian VANDEVELDE 6
Ryder HESJEDAL 6
Koos MORENHOUT 6
Christian KNEES 6
Maxime MONFORT 6
Marcel SIEBERG 6
Stuart O’GRADY 6
Mikel ASTARLOZA 6
Wim STROETINGA 6
Julien EL FARES 6
Johannes FROHLINGER 6
Haimar ZUBELDIA 5
Mickael BOURGAIN 5
Alberto CONTADOR 5
Jurgen VAN DEN BROECK 4
Levi LEIPHEIMER 4
Kevin SEELDRAYERS 4
Juan José COBO 4
Kim KIRCHEN 4
Samuel DUMOULIN 4
Gustav ERIK LARSSON 4
Kasten KROON 4
Daniel MORENO FERNANDEZ 4
Cyril DESSEL 4
Daniele RIGHI 4
Matthew LLOYD 4
Rein TAARAMAE 3
Martijn MAASKANT 3
Inigo LANDALUZE 3
Vincenzo NIBALI 3
Steven COZZA 3
Dean MARTIN 2
Igor ANTON 2
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 2
Christian VANDEVELDE 2
Chris FROOME 2
Sandy CASAR 2
Fabio SABATINI 2
Yoann LE BOULANGER 2
John LEE AUGUSTYN 2
Igor ANTON 1

CLASSIFICA SCALATORI:
1° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 247
2° Haimar ZUBELDIA 191
3° Andy SCHLECK 163
4° Carlos SASTRE CANDIL 136
5° Alberto CONTADOR 120
6° David DE LA FUENTE 103
7° Cadel EVANS 100
8° Rein TAARAMAE 69
9° Frank SCHLECK 60
10° Johannes FROHLINGER 56

Koos MORENHOUT 53
Denis MENCHOV 50
Felix CARDENAS 48
Yaroslav Popovych 38
Roman KREUZIGER 38
Lance ARMSTRONG 37
Fabian WEGMANN 33
John Lee AUGUSTYN 33
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 28
Levi LEIPHEIMER 28
Egoi MARTINEZ DE ESTEBAN 28
Serge PAUWELS 23
David MONCOUTIE 22
Mikel ASTARLOZA 22
Inigo LANDALUZE 21
Kansantsin SIUTSOU 19
Markus FOTHEN 18
Kevin SEELDRAYERS 17
Volodymir GUSTOV 16
Amael MOINARD 14
Juan Manuel GARATE 14
Daniel MORENO FERNANDEZ 13
Leonardo DUQUE 12
Sylvain CHAVANEL 12
Kim KIRCHEN 12
Mikhail IGNATIEV 11
Linus GERDEMANN 10
Christian VANDEVELDE 10
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
José Angel GOMEZ MARCHANTE 9
Sandy CASAR 9
Pietro CAUCCHIOLI 9
Jurgen VAN DEN BROECK 8
Chris FROOME 8
Andreas KLODEN 7
Alessandro BALLAN 7
Matthew LLOYD 7
Laurens TEN DAM 6
Jurgen VAN GOOLEN 6
Vincenzo NIBALI 6
Igor ANTON 5
Julien EL FARES 5
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 5
Juan José COBO 4
Leonardo DUQUE 4
Carlos BARREDO 4
Juan Antonio FLECHA 3
Cyril DESSEL 3
Pierrick FEDRIGO 3
Thomas VOECKLER 3
Alan PEREZ 3
Ryder HESJEDAL 2
Joost POSTHUMA 2
Jens VOIGT 2
Iker CAMANO 2
Thor HUSHOVD 2
Maxim IGLINSKY 1
Kevin SEELDRAYERS 1
Maxime MONFORT 1
Dominique ROLLIN 1
Nicolas JALABERT 1
Steve COZZA 1
Giampaolo CHEULA 1
Paolo LONGO BORGHINI 1
Kurt Asle ARVESEN 1
Sergey LAGUTIN 1
Christophe LE MEVEL 1

CLASSIFICA GIOVANI (UNDER 25):
1° Andy SCHLECK
2° Roman KREUZIGER +5’06‘‘
3° Vincenzo NIBALI +9’42‘‘
4° Rein TAARAMAE +20’55‘‘
5° Kevin SEELDRAYERS +31’48‘‘
Direttore di corsa.
Bloccato

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