Federico Buffa Racconta... Beppe Conti

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Federico Buffa Racconta... Beppe Conti

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Il 1986 fu un anno storico per l'Italia. Mentre in radio risuona Gianna Nannini con "Bello è impossibile", nel calcio tramonta definitivamente l'era di Enzo Bearzot che esce da campione del mondo in carica al mondiale di Messico 1986, sconfitto da quel Platini che diverrà presidente UEFA. Si salverà solo il Milan che inizierà proprio in quell'anno la sua epopea con l'acquisizione da parte di Silvio Berlusconi. Non è un anno positivo nemmeno nella cronaca e ce ne si rende conto il 26 Aprile quando a Cernobyl - ucraina - esplode il reattore nucleare numero 4 causando problemi che ancora oggi hanno in gran parte d'Europa.

La nostra storia comincia 4 giorni dopo. Più precisamente al Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico di Pisa quando per la prima volta viene inviato un ping attraverso la rete internet. Da una parte la stazione satellitare di Roaring Creek. Dall'altra, in Italia, un 35enne giornalista di Tuttosport che ha appena scritto il suo primo libro: "La vita segreta di Francesco Moser". Il sito contattato, manco a dirlo, è http://www.wikipedia.org. Perché questa non è una storia qualunque. Questa è la storia che nacque quel giorno a Pisa in quello stanzino. La storia che diede il via al primo ping di una lunga, interminabile, serie.


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E' una calda estate del 1951 quella che vede dare alla luce il nostro protagonista. Beppe nasce in Agosto e l'astronomia è già un segno del destino. Il segno, quello zodiacale, è lo stesso di un altro grande campione che per le sue imprese sarà definito il Beppe Conti del Pedale.

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Vergine uno, vergine l'altro - e forse stiamo parlando ancora di segni, forse no. Il fattaccio che segna la sua vita accade già a 10 mesi quando la madre lo lascia davanti alla TV ad assistere al giro d'Italia vinto da Fausto Coppi. Col ciclismo è amore a prima vista - tanto che la sua prima parola è Saronni. E il vero miracolo è che Saronni nascerà solo 6 anni dopo.

E' quindi la scuola elementare ad avvicinare Beppe alla sua grande passione. Viene sospeso per tre volte per aver copiato una verifica, altre cinque per un tema. Diventa pluripetente - conosce tutte le verifiche a memoria e le vende ai compagni fino a che, alla quarta bocciatura, non prova a fregare un giovane bambino che lo pesta a sangue per la tentata truffa. Il bambino è di Desio e indossa un paio di occhiali da sole.


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Beppe capisce che è ora di mettersi a studiare e finalmente si sblocca. Rimane una sola insufficienza da superare, quella più difficile, quella in storia. Ed è sempre la storia che sarà il tallone d'achille del giovane beppe. Il suo argomento preferito, però, è Guglielmo Marconi - ed è proprio grazie alla sua invenzione migliore, la radio, che Beppe ce la fa.

Superato il liceo si dedica quindi alle materie umanistiche ed è qua che fa il più grande errore della sua vita. Entra in Tuttosport. Si accorgono subito che lì è fuori luogo: è competente, intelligente e soprattutto non tifa Juventus. Farà di tutto per cercare di integrarsi al meglio con la redazione ma non riuscirà mai a farlo completamente: ancora oggi, infatti, non è Juventino. Viene mandato quindi alla sezione ciclismo del giornale che occupa da solo. L'unico suo interlocutore è un giovanissimo venditore di hamburger che passa in redazione ogni pausa pranzo per il servizio Bar. Diventerà il suo braccio destro fino a soppiantarlo.


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Attratto dal richiamo infantile Beppe Conti viene incaricato di seguire il giro d'Italia da inviato. E' il 1984 e si innamora di un passista-scalatore di Giovo. Letteralmente. Uscirà proprio quell'anno il libro di cui abbiamo detto in incipit. Ancora oggi è il libro preferito da chi nelle fredde notti invernali da solo davanti al proprio camino cerca combustibile alternativo al pellet. In quel giro Beppe si supera anche grazie ai suoi primi contratti con l'equipe Rai: riesce a far annullare lo Stelvio e a fare una scia grazie all'elicottero ripresa che favorirà proprio il vincitore finale. Beppe si rende quindi protagonista, quel giorno, dell'invenzione di una delle più grandi innovazioni del ciclismo moderno. La galleria del vento.

L'amore, si sa, non è destinato a durare a lungo. Francesco non ricambia e allora decide di andare dal suo più grande rivale, vincitore dell'anno precedente. La reazione di Saronni alla nuova relazione è veemente: non vincerà più un cazzo. La storia però è breve e finisce subito, un anno dopo, nel giro 1987. E' un giro strano per lo svoglimento un giro dove un ritiro di Saronni e una vittoria irlandese di Roche a Sappada tradendo il proprio capitano lo fanno apostrofare da Beppe Conti come "quell'Irlandese di merda". Ancora oggi l'Irlanda si rifiuta di entrare in Schengen finché Beppe Conti avrà cittadinanza italiana.

La delusione è tanta e Beppe ritorna sui giornali fino al 1994 anno in cui si fa notare al grande pubblico per anticipare il percorso del giro d'Italia con una settimana d'anticipo. Castellano se ne accorge ed in fretta e furia lo cambia completamente regalandoci uno dei peggiori giri della storia fino a quello che nel 2004 gli costerà le dimissioni. E non per il percorso, bensì per il vincitore.
Per Beppe è un duro colpo alla carriera. Rischia di sparire, di essere dimenticato dalla storia fino ad una sera del 19 Marzo 2000 quando Jimmy Wales, CEO della Bomis International, lancia una rivoluzione destinata a cambiare il mondo di internet. E' appena nata la più grande enciclopedia libera: Wikipedia


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Grazie alle raccomandazioni di Auro Bulbarelli Beppe Conti rientra in Rai dove si ritaglia lo spazio della parentesi storica tra le bestemmie dei telespettatori che vorrebbero vedere la corsa e invece si ritrovano a sentire come Moser recupeò 5 minuti ad un carneade nella settimana coppi e Bartali del 78. Beppe accetta l'incarico con scarsa voglia di lavorare e lo accetta pensando che "tanto al giro le tappe cambiano più o meno ogni anno". Purtroppo per Beppe, solo in quel momento che scopre l'esistenza delle classiche monumento. Da lì in poi Beppe Conti si alterna nel ruolo di storico ed opinionista regalandoci perle di grande competenza. Con la scusa che tanto non ha più o meno niente da fare scrive un libro ogni anno - nel 2003 ne scrive 3 e arriva secondo ai campionati aziendali di loffa in ascensore sconfitto proprio da un suo collega.

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Conti quindi si scopre nell'era di Bartoli e Bettini costretto ad aggiornare ogni anno albi su albi. Va anche ai mondiali di Verona dove definisce Rebellin "traditore di merda" per aver corso con la maglia dell'argentina. Rebellin incazzato nero lo sfida: continuerà a correre e ad impegnarsi fintantoché Beppe Conti non riuscirà a fare una narrazione decente che coinvolga il pubblico. Ad oggi Rebellin è ancora in attività. Gli italiani vincono tutto: mondiali, sanremo, liegi e addirittura Damiano Cunego vince tre giri di Lombardia in delle edizioni che saranno ricordate come sport paralimpico. Per Beppe è un incubo, è costretto ad aggiornare continuamente i suoi servizi precotti delle vittorie italiane. Fino a che nella seconda metà degli anni 2000 dopo il mondiale di Ballan non cambia radicalmente la cosa: gli italiani, infatti, ad un certo punto nelle classiche non vincono più un cazzo.

Beppe può di nuovo cullarsi sugli allori preparando gli stessi filmati e mandandoli prima di ogni corsa. E' qua che si concentra sul giro cercando di coinvolgere i corridori nelle alleanze di un nazionalismo così becero che gli viene offerta la tessera onoraria della lega nord. Lui la rifiuta, tra lo sdegno del conduttore dell'epoca.
Si distingue al giro per aver predetto Sella e Riccò come le basi su cui dovrebbe puntare in futuro il ciclismo italiano: poco dopo, entrambi, vengono trovati positivi a tre sostanze diverse. L'anno prima al tour è ancora peggio: dà la maglia gialla a Rogers che cade poco dopo - quindi a Rasmussen che viene allontanato dalla corsa. Dice a questo punto che il vincitore attuale è destinato a perderla a cronometro da Leipheimer o Evans e lo descrive quindi come un tour particolare ed un vincitore occasionale che difficilmente si ripeterà in futuro. Il vincitore è un ragazzo di un sobborgo di Madrid, Pinto. Ne sentiremo parlare in futuo.


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Beppe continua a dar sfoggio della sua grande ed immensa competenza al Giro 2010 dando Ivan Basso ormai per finito. Ivan non vincerà, stravincerà, con uno Zoncolan che è già nella leggenda. Nel 2011 alla Vuelta definirà "un exploit" il secondo posto finale di un giovane keniano in maglia Sky. Anche di lui ne sentiremo parlare a breve. Tutto rimane silente fino al mondiale 2014 quando si preoccupa inutilmente di una condotta straordinariamente aggressiva della nazionale polacca non avendo uomini per vincere la corsa. Il risultato, ovviamente, non ve lo stiamo nemmeno a dire

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Colpito nell'orgoglio il Beppe nazionale apre quindi "indiscreto", una trasmissione dove prova a dare notizie sui trasferimenti dei corridori e sulle corse. Come non ricordare la partenza del Tour 2014 a Venezia, l'arrivo del Giro 2016 a Roma fino ad annunciare il grande colpo della BMC: Chris Froome. Il suo lavoro impressionante gli consente una promozione ed un contratto a vita con Tuttosport. Si dice che in una puntata abbia accostato Sagan alla Juventus.
Il giro del 2016 è quindi il suo grande trionfo: liberatosi di Sgarbozza, Conti e Garzelli il buon Beppe domina la scena. Non sappiamo per quanto ancora i telespettatori dovranno sopportarlo ma si sa che, ancora oggi, è un punto di riferimento fermo per la RAI. Così come l'evasione del canone.

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Beppe Conti ha ricominciato a commentare con frequenza il ciclismo in RAI nel 2005. Da quegli anni Damiano Cunego iniziò a prendere distacchi pesanti in salita. C'è chi dice che fosse per uno scarso allenamento, chi semplicemente perché è una pippa. Tra le ipotesi, però, si dice anche che Damiano Cunego voglia evitare di dover andare al processo alla tappa rimanendo in corsa fino in fondo

Una volta Marino Bartoletti vandalizzò wikipedia cambiando i nomi dei vincitori. E' così che Beppe Conti quel giorno annunciò della vittoria di Valentino Rossi a Les Deux Alpes nel 1998 in un giorno in cui Alberto Tomba andò in crisi di fame

Beppe Conti ama i parrucchieri tanto che lontano dalle corse ciclistiche è sovente recarsi a fare una lampada. La RAI in queste occasioni ne approfitta per destinarlo alle conduzioni di quiz e giochi di ruolo. Lo stesso Beppe, in tali occasioni, decide di farsi chiamare con il suo vero nome. Carlo.
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