Hellas Verona – Milan 1-3: ha segnato Chukwueze

Alla fine mancava all’appello solamente lui, Samuel Chukwueze – quello che doveva essere l’esterno titolare e finisce per risolverla nel finale con un gol da calcio d’angolo e con un tiro molto difficile dopo che come sempre Leao aveva sbagliato tutto lo sbagliabile. Il risultato racconta forse di una passeggiata a Verona ma di fatto così non è stato per la reazione del Verona dopo il secondo gol di Pulisic che aveva insaccato su azione di Okafor.

C’è tutto il Milan di quest’anno in questa partita, un Milan che continua a vincere con i cambi perché i cambi sono di livello a differenza dello scorso anno. C’è un Milan che non intimidisce le avversarie nemmeno sopra con due gol di vantaggio, quando normalmente ti limiteresti a pensare a non farti male perché appena abbassiamo i ritmi subiamo gol ed azioni da gol.

I tre punti sono meritati, se vogliamo con un passivo anche stretto per quanto si è visto e questo anche questa volta fa capire quanto potenziale inespresso ha questa formazione. L’altra notizia è che oggi vediamo il Milan finalmente in formazione pseudo titolare con quello che dovrebbe essere il centrocampo e con Kalulu di fianco a Tomori.

Un solo cambio davanti, Okafor per Giroud e come con l’Empoli incredibilmente non avere un palo della luce in mezzo aumenta la qualità della manovra offensiva. Chi lo avrebbe mai detto. Okafor entra di fatto nelle azioni di entrambi i gol e colpisce anche una traversa. È un giocatore veloce e bravo tecnicamente su cui continuare a puntare e che forse meriterebbe più minutaggio di quello concesso.

Chi ha fatto malino è Loftus-cheek che ha perso palloni in continuazione e ne è uscito totalmente slegato col centrocampo e con l’attacco, ritardando spesso le azioni e di fatto lanciando la metà di quelle del Verona – molto meglio Musah che anche oggi ha fatto la sua azione palla al piede non sapendo quando scaricarla.

Per il resto si conferma il Milan di quest’anno che perde molti meno punti con le piccole sistemando il problema dello scorso anno (-1 rispetto all’annata scudetto e +10 sulla scorsa stagione) e si conferma anche una particolare attenzione arbitrale nei nostri confronti sui cartellini gialli. Ora sosta, sperando ce li restituisca integri.

HELLAS VERONA-MILAN 1-3

Marcatori: 44’ Theo, 50’ Pulisic, 65’ Noslin, 79’ Chukwueze.

LE FORMAZIONI:
HELLAS VERONA (4-2-3-1): Montipò; Centonze, Coppola, Dawidowicz (dal 57’ Magnani), Cabal (dal 76’ Vinagre); Duda, Serdar (dal 46’ Dani Silva); Suslov, Folorunsho (dal 57’ ?widerski), Lazovi? (dal 57’ Mitrovic); Noslin. A disp. Chiesa, Perilli, Tchatchoua; Belahyane, Charlys; Bonazzoli, Tav?an. All. Baroni.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kalulu (dal 46’ Gabbia), Tomori (dal 84’ Kjaer), Hernández; Bennacer, Reijnders; Pulisic (dal 66’ Giroud), Loftus-Cheek (dal 66’ Musah), Leão; Okafor (dal 74’ Chukwueze). A disp. Nava, Sportiello; Florenzi, Terracciano, Thiaw; Adli, Jovi?. All. Pioli.

Arbitro: Mariani di Roma.

Ammoniti: 7’ Serdar, 30’ Tomori, 45’ Theo Hernandez, 89’ Reijnders.

Recupero: 2’ 1T, 5’ 2T.

Slavia Praga – Milan 1-3: non è stata un’altra Rennes

Lo sveglione dei secidesimi di finale non si è ripetuto – il Milan è andato a Praga con un gol in meno di vantaggio ma ne è uscito con 4 gol di passivo nei 180 minuti che finalmente portano il Milan nelle prime otto d’europa league, traguardo mancato le ultime due volte grazie all’aver trovato Arsenal e Manchester United. Erano 22 anni che il Milan mancava dalle prime otto dell’Europa League e ce lo meritiamo anche e soprattutto dopo le ultime uscite in questa competizione. Tra noi e Dublino restano quindi solamente due turni e domani scopriremo il tabellone.

Lo Slavia Praga era partito forte, molto. Pressing alto e coordinato a metterci in difficoltà che non poteva tenere per 90 minuti e ci costa un infortunio a Maignan dopo qualche secondo, senza giallo. Non era giallo nemmeno un pestone criminale su Calabria, per fortuna non siamo in Italia ed il VAR interviene. Da lì – come all’andata – forse anche più dell’andata la partita è semplicemente finita. L’uomo in meno non permette allo Slavia di continuare in quella direzione e le energie iniziano a calare. Giochiamo 20 minuti, mettiamo dentro tre gol (bellissimo il secondo) e la qualificazione finisce in ghiaccio con buona pace di chi tifava contro.

Il secondo tempo riparte con Calabria fuori per la botta, Tomori fuori per l’ammonizione, qualche occasione sbagliata (troppe), un ritmo negli ultimi 15 minuti praticamente nullo e un forcing loro per provare a fare il gol della bandiera – peraltro trovato. Si passa, insomma, senza troppi rischi nella giornata odierna. C’è sicuramente qualcosa da rifinire se si vuole andare avanti nella competizione ma il Milan al momento ha fatto quello che doveva fare. Ora testa alla gara di Verona, prima si arriva a quota 70 e prima ci si può concentrare al 100% sulle cinque partite più importanti della stagione.

SLAVIA PRAGA-MILAN 1-3

Marcatori: 33’ Pulisic, 36’ Loftus-Cheek, 45’+6 Leao, 84’ Jurasék.

SLAVIA PRAGA (4-2-3-1): Stanek; Vicek (dal 46’ Tomic), Ogbu, Zima, Zmrzly; Holes, Dorley; Doudera, Provod, Wallem (dal 70’ Zafeiris); Chytil (dal 59’ Jure?ka). A disp.: Mandous, Sirotnik; Kone?ný; Jurasék, Jure?ka, Pech, Šev?ík, Zafeir?s; Schranz, Tijani, van Buren. All. Trpišovský.

MILAN (4-2-3-1): Maignan (dal 20’ Sportiello); Calabria (dal 46’ Kalulu), Gabbia, Tomori (dal 46’ Thiaw), Theo Hernandez; Adli, Musah; Pulisic (dal 62’ Chukwueze), Loftus-Cheek (dal 76’ Reijnders), Leao; Giroud. A disp.: Nava, Kjær, Terracciano; Bennacer, Jovi?, Okafor. All. Pioli.

Arbitro: Glenn Nyberg (SWE).

Ammoniti: 23’ Doudera, 24’ Trpišovský, 44’ Tomori, 87’ Tomic, 89’ Dorley, 89’ Leao.

Espulsi: 20’ Holes.

Recupero: 8′ 1T, 3’ 2T.

Toghe nerazzurre

Apprendiamo nella giornata di ieri dalla procura di Milano che Furlani e Gazidis – e non il Milan, perché il Milan è oggetto e non soggetto dell’indagine, sono indagati per l’ipotesi di reato di ostacolo all’attività della Federazione Italiana Gioco Calcio di vigilanza sui requisiti di legge delle società padrone di squadre di calcio. Lo ha detto la procura di Milano in una indagine dei PM Cavalleri e Polizzi, gli stessi che poco tempo fa chiesero l’archiviazione per le plusvalenze fasulle dell’Inter. La procura torna quindi a Casa Milan dal 2016 dopo l’inchiesta sulle false fatturazioni finita con l’assoluzione di Adriano Galliani nel 2023 – un altro raid show per le telecamere in un momento che scopriamo essere delicato proprio dalle carte della procura stessa.

Il Milan sta (stava?) per vendere il 48% a Pif. Ora non lo dico io, lo dice il Milan stesso in un documento al vaglio della procura. Questa è l’unica notizia di rilievo da quanto esce dalla perquisizione di ieri. Un piano fino a ieri segreto sbattuto ai quattro venti su tutti i giornali – forse nel tentativo disperato di farlo saltare. C’è il forte rischio che la Serie A diventi come la Ligue 1? Ecco che si muove la politica. Non si può permettere ad una società sana coi conti in ordine di operare pubblicamente, di poter provare a fare uno stadio fuori dal comune che ci tiene in ostaggio. Qualcuno pensava fosse facile ma non ha tenuto conto della tenuta democratica della nazione.

Coincidenza temporale proprio ieri erano arrivate le assoluzioni definitive sul caso Renzi-Lotti. Un caso politico che aveva creato dei reati ed un sistema che non esisteva – un’inchiesta che si rivela farlocca dopo sette anni di fango gettato su cittadini innocenti è un problema serio. L’esito di quella indagine può aver influenzato l’opinione degli elettori e, quindi, gli esiti del voto democratico nel nostro Paese, e questo è ben più grave di quanto è accaduto al Milan, ma fa capire come si muovono oggi le procure e perché sia necessaria una riforma della giustizia al più presto.

Torniamo al Milan. L’incredibile reato è che il Milan sarebbe ancora di Elliott. Anzi, non è nemmeno un reato, è solo una possibile falsa comunicazione alla FIGC. Il Milan è di Elliott, anzi no, Elliott ha del controllo – perché? Perché le due società hanno la stessa sede in Delaware che è una sede fittizia dove hanno sede molte società della top 500 di S&P. E’ la sede del Corporation Trust Center, un centro che fornisce servizi alle imprese. La ipotesi investigativa è che siccome c’è un vendor loan allora Elliott ha del controllo e il Milan potrebbe finire ancora sotto Elliott – in sostanza il fatto che Elliott possegga un convertibile dimostra che Elliott ha il controllo della squadra. Siamo sicuri che la procura voglia spingersi in questa direzione? Non volete prima dare un controllo a prestiti in scadenza anche nella parte meno nobile di Milano?

A proposito di chi parla di regolamenti UEFA si è tirato in ballo il Lille che ha cambiato proprietà il 18 novembre 2020 e i siti molto imparziali – dove per imparziali si parla ovviamente di mettersi a 90 con l’FC Internazionale Milano – parlano già di squalifica dalle coppe nonostante se il Milan fosse di Elliott non avrebbe violato alcuna regola perché NON ci sono altre squadre di Elliott nelle coppe. Su questa cosa aveva già indagato la UEFA che immagino non possa rimangiarsi la parola (e per il 2023/24 non avrebbe alcun effetto in quanto il Lille è in Conference League).

Dall’analisi della struttura societaria fornite dal board rossonero dopo il closing con quella comunicata un paio di settimane dopo all’apposita commissione della Federazione non sono state rinvenute “significative differenze”, si legge nell’atto, ma anche che al loro vertice non compariva il fondo RedBlack o il suo amministratore Gerald Cardinale, bensì “la società Rb Fc Holding Genepar Ll” che ha il “medesimo indirizzo americano” di due società “socie di maggioranza di Redblack in quanto espressione del fondo Elliott”

Ansa

Quindi, in tutto il casino delle carte, le uniche due prove emerse sono lo stesso indirizzo della società (l’indirizzo del Corporation Trust Center in Delaware) e la presenza di un vendor loan. Società che peraltro è una società così misteriosa che per trovarla basta andare sul filing ADV di RedBird a Sec postato da @DlarehA24604 su X

Aggiungiamo un’altra cosa, che Elliott mantenga del controllo lo dice il Milan stesso nel comunicato ufficiale di cessione di quote a Redbird datato 1/6/2022 che recita – testualmente – L’accordo, che valuta il Club €1,2 miliardi, prevede che Elliott mantenga una partecipazione finanziaria di minoranza nel Club, nonché propri rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione, consolidando così una partnership tra RedBird ed Elliott che darà continuità ai progressi compiuti sotto la guida di Elliott negli ultimi quattro anni. Wow, incredibile scoperta che Elliott abbia una minoranza – lo ha scritto il Milan stesso – non era un segreto.

Cosa ci perde il Milan da questa inchiesta? Un danno di immagine enorme per un nulla di fatto che la fa apparire una società losca – eppure non ci sono debiti ripianati con interessi monstre a mo di schema Ponzi, non ci sono plusvalenze fittizie, false fatturazioni o illeciti sportivi. L’obiettivo è esattamente il motivo per cui l’inchiesta è stata aperta – il possibile passaggio di quote societarie, ovvero cercare di sabotare tale passaggio e, perché no, anche lo stadio a San Donato (qualcuno veramente pensava ci lasciassero campo libero?).

In un momento così la tifoseria dovrebbe ricompattarsi contro il vero nemico, invece i bambini speciali, gli orfani del 6 giugno sono lì che fanno team con interisti e guardia di finanza e questo la dice tutta su di loro sia come tifosi, sia come persone. Ricompattarsi vuol dire che sarebbe ora di fare piazza pulita dei non milanisti al quarto piano di casa Milan da cui è uscito il documento riservato. Le strategie del Milan tenute segrete sono nero su bianco su ogni quotidiano nazionale con un potenziale danno enorme.

Ultima nota di colore – segnarsi i nomi dei giornalisti che stanno cercando o inventando sanzioni sportive a tutti i costi e non farli entrare più allo stadio o a Milanello. Su Inter e Juve c’è paura di ruttare ad alzo zero, sul Milan evidentemente l’invenzione di illeciti che non sono stati commessi è di casa. Specie tra gli official suppliers.

Milan – Empoli 1-0: allegrismo

Il Milan batte l’Empoli e vola a 59 punti in una partita che non sarà certamente memorabile ma, con buona pace di quelli del bel gioco, sicuramente importante e superiore a quella con lo Slavia Praga. E’ una partita dove ancora una volta, senza Leao, si vede la bontà del mercato estivo perché questa partita la giocano semplicemente Okafor e Pulisic e non Rebic e Messias. Il Milan aveva vinto senza Leao contro Frosinone e Fiorentina – aveva vinto anche a Cagliari dove era fuori per turnover e vince anche oggi dove era fuori per squalifica. Questa è la grossa differenza tra questa e la scorsa stagione dove quando mancava perdevi punti contro Cremonese, Empoli e Spezia.

Il primo tempo è il classico copione con l’Empoli che mette il bus (andrebbe poi capito perché queste squadre contro l’Inter vanno tutte ad aggredire alto lasciando spazi e con noi no) e noi che proviamo a trovare spazi. Paradossalmente l’assenza di Leao ci aiuta perché salgono ad aiutare a centrocampo sia Okafor che Jovic nel trovare i triangoli, cosa che con Leao e Giroud non succede. Riusciamo quindi a trovare il gol con un bel lancio di Bennacer (la differenza tra avere lui e Adli davanti alla difesa in queste gare si vede) e poi ci limitiamo a non rischiare nulla.

Il Milan del secondo tempo è per il 99% un buon Milan che fa quello che deve fare contro una squadra del genere – addormentare la partita e non rischiare nulla. Ci sono un paio di gol mangiati (perché Rejinders non tira mai di prima?) e un solo errore che porta Destro al colpo di testa in bocca a Maignan dando all’Empoli un pari che non meritava – ma chi si lamenta di un secondo tempo noioso non coglie che è esattamente quello che bisognava fare. Il Milan in queste partite quest’anno è solido – lo scorso anno no ed è per questo che è stato giustamente fatto e azzeccato il mercato estivo. Si sono semmai persi punti con quelle sopra.

Quindi, con buona pace di chi oggi, per partito preso, fa la punta al cazzo – io dico bravi. Partita che era difficile vinta con solidità dietro e pochissimi errori. Io non sono un fan di questo modo di giocare perché al primo errore l’avversario è in porta, ma sono contento che si sia evitato il trappolone di cercare il 2-0 a tutti i costi e la difesa a 40 metri. Con buona pace di chi vuole vincere tutte le partite 4-0 o è un fallimento.

Alla Champions League matematica mancano ragionevolmente 11 punti – importante chiudere il discorso per cercare poi di capire le nostre chances in Europa League a costo di perdere qualche gara in più in campionato. Il discorso secondo posto e supercoppa che dipende anche dall’eventuale semifinale di Coppa Italia della Juventus mi tange onestamente poco. Giovedì sarà una battaglia come e peggio che a Rennes in uno stadio caldissimo, ovviamente se non vinceremo sarà fallimento per i soliti noti. Le ciminiere del 6 giugno.

MILAN-EMPOLI 1-0

Marcatori: 41’ Pulisic.

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Thiaw, Tomori (dal 63’ Kalulu), Theo; Reijnders (dal 62’ musah), Bennacer; Pulisic (dal 63’ Chukwueze), Loftus-Cheek, Okafor (dal 90’ Adli); Jovic (dal 73’ Giroud). A disp.: Sportiello, Mirante, Jimenez, Kjaer, Gabbia, Terracciano. All: Stefano Pioli.

EMPOLI (4-3-2-1): Caprile; Ismajli (dal 42’ Bereszy?ski), Walukiewicz, Luperto, Pezzella (dal 55’ Cacace); Gyasi, Fazzini (dal 55’ Kovalenko), Maleh; Cambiaghi, ?urkowski (dal 76’ Cancellieri); Niang (dal 76’ Destro). A disp.: Berisha, Perisan; Bastoni, Ebuehi, Caputo, Cerri, Shpendi. All.: Nicola.

Arbitro: Sacchi di Macerata.

Ammoniti: 24’ Fazzini, 26’ Reijnders, 53’ Pezzella, 65’ ?urkowski, 80’ Cancellieri.

Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T.

Milan – Slavia Praga 4-2: Ma Pioli non si vergogna?

L’ennesima partita vinta per azioni individuali con una squadra ferma, totalmente incapace di muoversi senza palla in fase di possesso, che gioca a 4-5 tocchi e diventa un colabrodo in fase difensiva. Ho visto squadre perdere 4-0 giocare meglio del Milan oggi che si salva grazie al fatto che lo Slavia Praga oggi ha giocato 60 minuti in 10 contro 11 (perché prima dell’espulsione eravamo 1 a 0.1Xg per loro, in casa nostra) e ci porta ad affrontare una situazione difficilissima in casa loro tra sette giorni.

I primi 30 minuti sono uguali ai primi 30 con la Lazio – noi prendiamo palla e non sappiamo assolutamente cosa fare. Esattamente come la Lazio ci sono Gabbia e Kjaer che se la passano a centrocampo, Florenzi sale, Theo sale, Adli prova a venire incontro e Loftus-Cheek e Rejinders sono marcati tra le due linee. Dopo zero movimenti ed il pallone totalmente fermo si finisce con la palla persa dopo l’ennesimo passaggio inutile e il contropiede avversario. Succede sistematicamente così – non capisco se lo vedo solo io o cosa ma vorrei dire al coach che il lavoro che fanno Gabbia e Kjaer all’Inter lo fanno Barella e Calhanoglu coi centrali che rimangono dietro per non farsi infilare in contropiede. A noi i centrocampisti fanno schifo.

I nostri gol sono frutto del caso o sono azioni individuali. Ho visto stasera più tagli dei giocatori dello Slavia Praga che dei nostri. E’ letteralmente imbarazzante vedere come siamo messi in campo in entrambe le fasi – come nessun giocatore sappia quali siano i propri compiti (in fondo, parole dell’allenatore, lui dà 2-3 concetti e poi lascia fare). Se poi si concedono 2-3 giorni liberi coi giocatori che volano a Parigi o a mangiare al Mc Donalds suppongo che l’effetto sia questo.

Oggi ci sono stati giocatori imbarazzanti – Theo era completamente alto, fuori posizione, portava gli uomini addosso a Leao, non faceva mezzo movimento e si è perso l’uomo sul secondo gol dello Slavia. Kjaer continuava a ricevere palloni non sapendoli portare avanti ed esponendosi al pressing sistematico. Non si può non sapere cosa fare in partita quando l’avversario ti aspetta – sempre e sistematicamente. Non si può avere il lancio di 40 metri come unica soluzione e il centrocampo assolutamente fuori dalle azioni, io non ne posso più.

Ora ci aspetta tra una settimana un’altra corrida in uno stadio caldissimo tipo Rennes. Io conto le partite che ci separano da qua a fine stagione perché qua ci vuole un altro allenatore soprattutto in termini di gestione del gruppo – e se chi passa le giornate libere con la testa lontano dal campo se ne vuole andare che se ne vada fuori dai coglioni insieme al nostro allenatore. E porti i soldi.

MILAN-SLAVIA PRAGA 4-2

Marcatori: 34’ Giroud, 36’ Doud?ra, 44’ Reijnders, 45’+1 Loftus-Cheek, 65’ Schranz, 85’ Pulisic.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 46’ Calabria), Kjær, Gabbia (dal 46’ Tomori), Theo Hernández; Adli, Reijnders (dal 80’ Bennacer); Pulisic, Loftus-Cheek (dal 66’ Jovic), Leão; Giroud (dal 80’ Okafor). A disp.: Mirante, Sportiello, Kalulu, Terracciano, Thiaw, Musah; Chukwueze. All.: Pioli.

SLAVIA PRAGA (4-2-3-1): Stan?k; Vl?ek, Holeš, Zima, Diouf; Masopust (dal 87’Tomi?), Dorley; Doud?ra, Provod (dal 83’ Jure?ka), Zmrzlý [dal 83’ Bo?il (dal 87’ Wallem)]; Chytil (dal 61’ Schranz). A disp.: Mandous, Sirotnik, Kone?ný, Ogbu; Jurasék, Tijani, van Buren. All.: Trpišovský.

Arbitro: Halil Umut Meler (TUR).

Ammoniti: 2’ Florenzi, 72’ Calabria.

Espulsi: 26’ Diouf.

Recupero: 2′ 1T, 3’ 2T.

Lazio – Milan 0-1: uno spettacolo indegno

Il Milan torna a vincere fuori casa mettendo una ipoteca importante sulla lotta Champions visto lo scontro diretto tra Atalanta e Bologna in programma questo weekend e lo fa al termine di una partita dove ha legittimato il risultato nonostante un gioco al limite dell’orribile. La Lazio sceglie di lasciarci il possesso palla, ben sapendo che noi soffriamo le partite in cui teniamo palla più degli avversari semplicemente perché quando abbiamo la palla in mano non sappiamo cosa farne.

Per 20 minuti del primo tempo il Milan ha tenuto un possesso sterile in cui continuava a giochicchiare tra i centrali e la Lazio si trovava spesso a pressare tra le linee trovandosi spesso 5 vs 4 o 4 vs 3 – terribile il primo tempo di Adli e Bennacer praticamente inesistenti in fase difensiva – qualcosa ha fatto Adli in fase offensiva, nullo l’altro algerino. Ad un certo punto si è provato a mettere una pezza facendo appunto salire Bennacer ma non è cambiato molto.

Il secondo tempo lo decide la furbata di Pulisic su Pellegrini che con il compagno a terra controlla la palla invece di buttarla fuori, facendosi pressare dall’americano. Pellegrini, già ammonito, è costretto a fermare l’avversario e si fa cacciare. Pellegrini che doveva essere fuori qualche minuto prima per un fallo su Pulisic identico a quello di Thiaw su Kean. Da lì la partita diventa nervosissima, c’è una gomitata di Hysaj su Giroud non punita, c’è un Milan che prende campo con i cambi, soprattutto sostituendo proprio i due peggiori in campo ed un gol annullato per mezzo centimetro dopo un replay tardivo.

Alla fine il gol, che meritiamo, lo troviamo con Okafor (5 gol in campionato, ma l’official supplier Inter lo ha già messo in vendita) che risulta decisivo come ad Udine – da lì è corrida. La Lazio rimane in 9 e poi in 8, Theo, Gabbia, Pulisic e Leao sono costretti al giallo per fallo tattico, Loftus-Cheek per poco non serve l’1-1 di Immobile. Alla fine questa vittoria assomiglia alle altre partite – una squadra fortissima ma male allenata che vince per spunti individuali. E’ una partita in meno che ci separa dall’esonero di Pioli e il cinque con Ibra mi sembra abbastanza indicativo.

Il Milan si riallinea quindi alle sue stagioni migliori – 56 punti come la 2020/21 e 57 come la 2021/22 nonostante la narrazione su questo campionato sui social sia quello di una stagione da banter era. Ribadisco che così non è e non può essere valutata diversamente solo per un ottimo campionato dell’Inter che ha molti più punti di quanti ne ha chi di solito vince lo scudetto. Ora testa all’Europa League visto che siamo tornati ad avere un margine di sicurezza importante sull’obiettivo minimo.

LAZIO-MILAN 0-1

Marcatori: 88’ Okafor.

LE FORMAZIONI:
LAZIO (4-3-3): Provedel; Maruši?, Gila, Romagnoli, Pellegrini; Guendouzi, Vecino (dal 78’ Cataldi), L. Alberto (dal 60’ Hysaj); F. Anderson, Castellanos (dal 60’ Immobile), Zaccagni. A disp.: Mandas, Renzetti; Casale, Lazzari, Ruggeri; A. Anderson, Kamada, Isaksen, Pedro. All.: Sarri.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 64’ Calabria), Kjær (dal 81’ Thiaw), Gabbia (dal 81’ Tomori), Theo Hernández; Adli (dal 71’ Okafor), Bennacer (dal 64’ Reijnders); Pulisic, Loftus-Cheek, Leão; Giroud. A disp.: Mirante, Sportiello, Jiménez, Kalulu, Terracciano; Musah; Chukwueze. All.: Pioli.

Arbitro: Di Bello di Brindisi.

Ammoniti: 23’ Sarri, 50’e 57’ Pellegrini, 58’ Romagnoli, 61’ Florenzi, 70’ Adli, 77’ Immobile, 80’ Gabbia, 84’ Theo, 90’ Hysaj, 90’+5 Leao, 90’+6 Pulisic.

Espulsi: 57’ Pellegrini, 90’+4 Marusic, 90’+6 Guendouzi.

Recupero: 1’ 1T, 6’ 2T.

Milan – Atalanta 1-1: Orsato VARgognati!

ll Milan domina in lungo e in largo e pareggia questa partita solamente grazie all’ennesima invenzione di Orsato – quello di “ma mi chiami al VAR per questa roba qua” che dà un rigore per un tocco di scarpino su spalla con la complicità del VAR Irrati. Una vergogna che arriva nell’anniversario del gol di Muntari che qualche anno fa fu onorato dal mani di Udogie. C’è veramente poco da dire sulla gara di oggi se non che è l’ennesima prova che il VAR (spento a Monza per il fallo su Theo) viene ormai usato in maniera scientifica per alterare i risultati delle gare. Orsato non arbitrò l’Inter per anni per un banale fallo di Rafinha su Pjanic – molto meno di quanto visto stasera.

Per il resto la partita l’abbiamo fatta noi e l’Atalanta è venuta sostanzialmente per picchiare e difendersi provando a ripartire. Noi siamo sempre inconcludenti e ci mettiamo troppo per ripartire – le tante azioni fatte sono avvenute perlopiù ad una difesa schierata. Pochi i cross in area nonostante il possesso palla – troppi giocatori che non osano il passaggio difficile e tornano indietro perdendo un tempo di gioco. Ha verticalizzato solo Adli, sorprendentemente tra i migliori stasera.

E’ un pareggio che tutto sommato non va buttato via – rimaniamo per la corsa Champions a +5 sul Bologna e +7 sull’Atalanta che alla prossima giornata giocheranno contro, 12 i punti sulla Roma in attesa della loro partita. Il campionato ad oggi vale solamente per la qualificazione in Champions League e poco più con l’EL che diventa l’ultimo, importante obiettivo stagionale da provare a centrare (un po’ la situazione dello scorso anno con l’EL al posto della CL)

Due parole su De Keteleare – pregate il vostro dio che venga riscattato visto che (anche) oggi ha mostrato come giocare a San Siro sia una cosa diversa dal farlo a Genova o a Reggio Emilia. Peggiore in campo, tolto dopo 45 minuti, annullato totalmente da Gabbia. Capisco chi sperava che segnasse per far partire la vagonata di merda – almeno qua il karma ha fatto il proprio dovere.

Andando tecnicamente sulla partita dominando il possesso (70%) abbiamo ottenuto 1.34 xG e l’unico gol è una prodezza di Leao. Le nostre azioni offensive andrebbero fatte rivedere tutte evidenziando la lentezza nelle scelte, nella circolazione di palla e le scelte sbagliate – c’è stato ad un certo punto un angolo battuto corto dove siamo tornati a centrocampo sprecando l’occasione (e trovati sbilanciati con Thiaw che era giù a saltare) e due contropiedi atalanta nati da palloni fatti girare intorno all’area senza mai provare un cross. Nonostante questo ci sono state altre occasioni nette, tra cui il tiro di Calabria, l’errore di Loftus-Cheek e Pulisic che sfiora il gol. Pensate se attaccassimo meglio.

Ora riposiamo – per modo di dire – visto che la nostra pausa settimanale si riduce a quattro giorni prima della partita di venerdì con la Lazio, poi ci saranno sei inusuali giorni di break tra campionato ed Europa League. Resto del parere che a 70 si vada in Champions quindi mancano 17 punti – 5 vittorie e 2 pareggi nelle rimanenti 12.

MILAN-ATALANTA 1-1

Marcatori: 3’ Leao, 42’ Koopmeiners (r)

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 57’ Calabria), Gabbia, Thiaw, Theo Hernández; Bennacer (dal 79’ Musah), Adli; Pulisic (dal 88’ Okafor), Loftus-Cheek, Leão; Giroud. A disp.: Mirante, Sportiello, Jiménez, Kalulu, Kjær, Terracciano, Reijnders; Chukwueze. All.: Pioli.

ATALANTA (3-4-1-2): Carnesecchi; Scalvini (dal 89’ Toloi), Djimsiti, Kolašinac; Holm (dal 46’ Zappacosta), de Roon, Éderson, Ruggeri (dal 79’ Hien); Koopmeiners; Miran?uk (dal 63’ Scamacca), De Ketelaere (dal 46’ Lookman).A disp.: Musso, Rossi; Bakker, Hateboer, Palomino; Adopo, Pašali?, Touré. All.: Gasperini.

Arbitro: Orsato di Schio.

Ammoniti: 40’ Pioli, 44’ de Roon, 45’+3 Leao, 45’+4 Holm, 56’ Lookman, 90’+4 Emerson.

Recupero: 3′ 1T, 5’ 2T.

Rennes – Milan 3-2: agli ottavi

Non so chi si aspettasse qualcosa di diverso – lo avevo anticipato domenica. In Europa nessuna trasferta è facile e quando una squadra si sbilancia così tanto per rimontare la partita che viene fuori è questa. Il Rennes ha fatto il Rennes, ovvero la squadra che prima dell’andata era reduce da 7 vittorie di fila e ha fatto la partita che mi aspettavo di vedere all’andata – il Milan ha messo i titolari ma non ha saputo mantenere la palla o impostare una fase difensiva come si deve anche viste le scelte di centrocampo che hanno lasciato i centrali in balia di 6-7 giocatori.

Nonostante questo era una partita che potevamo chiudere in fretta visto che Leao si è mangiato non uno, non due ma ben tre contropiedi prima di segnare un 2-2 abbastanza casuale grazie ad un rimpallo col difensore. Il modo di giocare per contrastare il Rennes funziona se davanti i tuoi contropiedisti sanno finalizzare i contropiedi – ma noi ne mettiamo uno ogni quattro/cinque e questo è semplicemente inaccettabile.

Si è sentita sicuramente la mancanza di Calabria (Florenzi un paio di errori clamorosi, per fortuna non pagati) ma se mi dite che la squadra di stasera è quella che ha saputo tenere a zero il Napoli in Champions per 179 minuti non ci crederei. Non so cosa si sia fatto quest’anno a Milanello, so che il modo di giocare di Pioli non funziona e lo si sta vedendo giorno dopo giorno e partita dopo partita.

Ho paura di quello che vedremo da qua alla fine perché per vincere questa coppa serve un ritorno alla squadra di Napoli che difficilmente avverrà. Non si capisce perché nessun giornalista metta in evidenza che questo non è il modo di giocare a calcio per una squadra che vuole stare in alto ma lo si difenda come se fosse “calcio moderno“. Domani scopriremo di che morte morire agli ottavi e le mie fiches sono sul Liverpool perché alla UEFA serve una partita di cartello. Speriamo stasera invece che passi la Roma – in caso di 5 squadre in Champions il prossimo anno il resto del campionato diventa pressoché inutile.

RENNES-MILAN 3-2

Marcatori: 11’, 54’ (r) e 68’ (r) Bourigeaud, 22’ Jovic, 58’ Leao.

RENNES (4-3-3): Mandanda; G. Douè (dal 57’ Seidu), Omari, Theate, Truffert; Bourigeaud, Santamaria (dal 57’ Matusiwa), D. Douè (dal 71’ Blas); Gouiri (dal 83’ Yldirim), Terrier (dal 71’ Salah), Kalimuendo. A disp.: Gallon, Lembet; Belocian, Wooh, Cissé; Lambourde. All.: Stéphan.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 84’ Terracciano), Kjær, Gabbia, Theo Hernández; Musah (dal 80’ Thiaw), Bennacer (dal 62’ Loftus-Cheek); Pulisic (dal 62’ Chukwueze), Reijnders, Leão (dal 62’ Okafor); Jovi?. A disp.: Mirante, Sportiello; Bartesaghi, Nsiala; Adli, Victor, Giroud. All.: Pioli.

Arbitro: Pinheiro (POR)

Ammoniti: 54’ Kjaer, 69’ Gouiri, 79’ Maignan.

Recupero: 1′ 1T, 6’ 2T.

Monza – Milan 4-2: Thiaw è scarso, Pioli anche

Abbiamo deciso che in campionato tanto siamo tra le prime quattro e quindi proviamo a regalare le partite, come già successo lo scorso anno con Bologna o Spezia. Formazione rimaneggiata per un Monza che non ha fatto praticamente niente fino all’interruzione del gioco – interruzione che è peraltro un rigore solare negato su Theo Hernandez, rigore che in occasione di Monza-Inter al VAR è stato assegnato. Il rigorino sullo 0-0 che ha orientato la partita non sarà menzionato da nessuno, perché le battaglie personali contro Pioli e Furlani hanno la meglio e come sempre ci va di mezzo il Milan. Abbiamo preso un rosso perché Jovic abbassa le braccia di Izzo che lo spinge e addirittura è intervenuto il VAR. Non ne parlerà nessuno perché fa comodo così.

Non si spiega perché l’allenatore dopo aver vinto 3-0 la prima partita d’Europa League ha cambiato mezza squadra – squadra con alcuni elementi impresentabili. Adli non può circolare in serie A e pure Thiaw se prima giocava Gabbia un motivo c’era. Thiaw ha già compromesso gravemente il campionato nella gara con la Juventus, ora si è superato in pochi minuti visto che su entrambi i gol del Monza c’è il suo zampino con una serie di giocate sbagliate tra colpi di testa all’indietro, mancati interventi e sgambetti.

Palladino non ha fatto nient’altro che aspettarci dietro e ripartire che è quello che fanno le squadre che vogliono batterci. Aspettano che gli concediamo 40 metri perché alla fine nel nostro schema di gioco i centrali di difesa devono impostare e finiscono per stare a centrocampo mentre i centrocampisti – totalmente slegati – si lanciano avanti. Il risultato è un numero di gol subiti che non ha senso per una squadra che deve stare tra le prime quattro e di cui nessuno risponde.

Se qualcuno crede che Pioli possa essere riconfermato si faccia vedere da uno bravo. Gli errori sono gli stessi, sempre e comunque, da 4 anni. Esasperazione dell’uomo contro uomo (e Thiaw non è capace), centrocampo spaccato, baricentro a 40 metri e turnover a caso – tra l’altro non capisco il cambio di Chukwueze migliore in campo nel primo tempo. Ormai conto le partite che mancano da qua alla fine, ma spero che oltre a Pioli inizi a saltare qualche testa – Adli e Thiaw, esaltati per la solita esterofilia, non possono giocare nel Milan.

Chiusura – qua la gente è terrorizzata da una possibile cessione di Leao e Maignan, poi ci sono i fatti. Leao non segna in campionato da settembre e ha gli stessi gol di Tomori. Maignan ormai non ne para più una e sembra la sagoma della barriera (anche oggi due gol evitabili). Forse è il caso di capire che non ci sono incedibili e che ci sono invece opportunità prima che giocatori che si sentono arrivati si svalutino troppo. Un saluto finale alle vedove del 6 giugno (?) in grande spolvero per una partita inutile che non sposta di un millimetro la situazione attuale della stagione visto che ormai sembriamo comunque incanalati per un posto nelle prime quattro (forse, addirittura, prime 5). Non vedevo gente così antimilanista ed in malafede dal festival di Gallipoli.

MONZA-MILAN 4-2

Marcatori: 45’ Pessina (r), 45’+6 Mota, 64’ Giroud, 88’ Pulisic, 90’+1 Bondo, 90’+6 Colombo.

MONZA (4-2-3-1): Di Gregorio (dal 43’ Sorrentino); Birindelli, Izzo, Marí, Carboni A.; Gagliardini, Pessina; Carboni V. (dal 66’ Bondo), Colpani (dal 81’ Pereira), Mota (dal 81’ Maldini); ?uri? (dal 66’ Colombo). A disp.: Gori; Bettella, Caldirola, D’Ambrosio, Donati, Kyriakopoulos; Akpa-Akpro, Machin, Zerbin. All.: Palladino.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 84’ Musah), Thiaw, Gabbia, Theo Hernández; Bennacer (dal 54’ Giroud), Adli (dal 46’ Reijnders); Chukwueze (dal 46’ Pulisic), Loftus-Cheek, Okafor (dal 46’ Leao); Jovi?. A disp.: Mirante, Sportiello; Bartesaghi, Jiménez, Kjær, Simi?, Terracciano. All.: Pioli.

Arbitro: Colombo di Como.

Ammoniti: 33’ ?uri?, 45’+8 Pessina, 76’ Mota, 83’ Gabbia.

Espulsioni: 52’ Jovic.

Recupero: 8′ 1T, 5’ 2T.

Milan – Rennes 3-0: compitino con successo

Il Milan fa quello che doveva fare contro un avversario che sapevamo essere nettamente inferiore – vince 3-0 anche se meno facile di quello che sembra contro una squadra che era stata dipinta molto più forte di quello che sembrava. Il Rennes alla fine non ha fatto altro che difendersi ordinatamente e quasi mai si è scoperta – non è bastato e stavolta siamo riusciti a scardinare l’autobus con Loftus-Cheek come già successo con Empoli, Frosinone e Bologna. Il primo tempo chiuso 1-0 è stato molto attendista, con qualche occasione sciupata (un brutto Pulisic) e un centrocampo praticamente spettatore.

Nel secondo partiamo forte – prima con gol su angolo, poi con scambio Theo-Leao che finalmente sblocca il portoghese. 3-0 a 30′ dalla fine e proviamo ad entrare in modalità gestione. Dico proviamo perché coi cambi Maignan si deve sporcare i guanti visto che non siamo capaci di gestire le partite – un paio di contropiedi sciupati nel finale non arrotondano a 4 il punteggio ma non dovrebbe essere un problema per la gara di ritorno, a meno di suicidi clamorosi.

Affrontiamo questa Europa League in una maniera strana, nel senso che di solito le eliminate dalla Champions sono squadre che in stagione stanno facendo male, noi siamo qua perché avevamo in Champions il girone della morte, in campionato siamo secondi col record di punti e una qualificazione CL ipotecata con largo anticipo, una cosa che era accaduta solo l’anno dello scudetto dal 2013 in poi. Il Milan che affronta questa EL non è il Milan di tre anni fa che il sedicesimo con la Stella Rossa lo passava per i gol in trasferta e difendeva lo 0-0 a San Siro.

Questa coppa ad oggi è l’ultimo obiettivo stagionale ed è un obiettivo importante – i sorteggi devono essere ovviamente benevoli ma è una squadra che può arrivare in fondo e dire la sua. Il rimpianto di una squadra che oggi poteva essere tranquillamente agli ottavi di Champions a giocarsi i quarti in un girone normale (la seconda del nostro girone ha preso a pallate la prima del girone dell’Inter) deve trasformarsi nell’opportunità di provare a portare a casa la coppa.

MILAN-RENNES 3-0

Marcatori: 32’ e  48’ Loftus-Cheek, 53’ Leao.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dal 75’ Terracciano), Kjær (dal 62’ Thiaw), Gabbia, Theo Hernández; Musah, Reijnders; Pulisic (dal 81’ Adli), Loftus-Cheek (dal 75’ Bennacer), Leão (dal 62’ Okafor); Giroud. A disp.: Mirante, Sportiello; Bartesaghi, Nsiala, Victor; Jovi?. All.: Pioli.

RENNES (4-4-2): Mandanda; G. Doué (dal 67’ Seidu), Omari, Theate, Truffert (dal 75’ Nagida); Bourigeaud, Santamaria, Matusiwa (da 76’ Blas), D. Doué (dal 76’ Salah); Kalimuendo (dal 67’ Gouiri), Terrier. A disp.: Gallon, Lembet; Belocian, Wooh, Cissé, Lambourde, Yildirim. All.: Stéphan.

Arbitro: Nikola Dabanovi? (MNE).

Ammoniti: 87’ Nagida.

Recupero: 1′ 1T, 4’ 2T.

Milan – Napoli 1-0: vince “la noia”

Titolo di oggi dedicato alla canzone vincitrice di Sanremo nonostante 4 milioni di cellulari e 5 milioni di sim comprate in Campania per l’occasione. La noia è quanto si è visto oggi a San Siro tra due squadre che chiaramente non performano a livello di gioco come dovrebbero e vorrebbero – la vince il Milan che paradossalmente andando a 52 punti dopo 24 giornate è ancora in linea coi suoi migliori numeri di sempre nel campionato a 20 squadre e la vince da Milan, ovvero con un gol che è una giocata individuale di due campioni che solo noi abbiamo in serie A.

Per il resto non c’è niente da salvare – prima arriviamo alla quota Champions League e prima pensiamo alla prossima stagione e al prossimo allenatore. Anche stasera per larghi tratti in campo non sapevamo cosa fare, abbiamo sofferto il Napoli (che per poco non pareggiava nel finale) – una squadra come il Milan non può permettersi di recuperare palla a centrocampo e tornare sistematicamente indietro al portiere perché non sanno cosa fare.

Esibizione del centrocampo stasera ha rasentato il penoso, Bennacer è infartato dopo 50 minuti, Adli non ha fatto mezzo filtro, Loftus-Cheek ha sistematicamente sbagliato ogni appoggio. La squalifica di Rejinders è stata pesante ma non si può continuare a vedere quello che stiamo vedendo in campo ogni domenica. Due paroline anche su Doveri che sale in cattedra negando un rigore su Pulisic, interrompendo tre contropiedi non applicando il vantaggio e non dando un fallo di Anguissa nel finale per lanciare l’ultimo assalto. I cambi con Simic e Jimenez sono stati preoccupanti – in particolare il secondo dopo la pessima prestazione dell’Atalanta continua a mostrare evidenti lacune difensive perdendosi sempre e comunque sistematicamente l’uomo.

Dal punto di vista risultatistico rimane però che il Milan in termini di punti sta facendo un ottimo campionato – il migliore di sempre da quando la A è a 20 squadre, il terzo migliore considerato anche le 18 squadre. Facendo due conti mancano sei vittorie a quota 70 che è l’obiettivo minimo stagionale – quel quarto posto fallito lo scorso anno e per cui si è fatta rivoluzione estiva.

Chiusura finale per una situazione che non si può più ignorare: c’è un gruppo di presunti milanisti che dal 6 giugno tifa contro, avvelena i pozzi ed esalta gol degli ex. Vanno isolati, emarginati e abbandonati a se stessi – non ci si può permettere di accogliere nella tifoseria chi spera che si perda per spirito di rivalsa verso un dirigente pessimo. Vincere partite come stasera ci fa quindi godere un po’ di più – ci fa godere anche e soprattutto perché questi la prendono in quel posto come i vermi che sono. Andate a tifare Inter e sparit.e

MILAN-NAPOLI 1-0

Marcatori: 25’ Theo

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 37’ Florenzi), Kjær (dal 66’ Simic), Gabbia, Theo Hernández; Bennacer (dal 65’ Musah), Adli; Pulisic (dal 80’ Jimenez), Loftus-Cheek, Leão; Giroud (dal 80’ Jovic). A disp.: Mirante, Sportiello, Terracciano; Musah, Victor, Okafor. All.: Pioli.

NAPOLI (3-5-1-1): Gollini; Østigård (dal 46’ Politano), Rrahmani, Juan Jesus (dal 90’ Ngonge); Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Zieli?ski (dal 76’ Lindstrom), Mazzocchi (dal 76’ Olivera); Kvaratskhelia; Simeone (dal 55’ Raspadori). A disp.: Contini; Natan; Cajuste, Dendoncker, Traorè. All.: Mazzarri.

Arbitro: Doveri di Roma 1.

Ammoniti: 85’ Juan Jesus, 90’+6 Theo.

Recupero: 3′ 1T, 5’ 2T.

Stesso Milan, tifosi diversi

Alla 23esima giornata del campionato 2021/22, terminato con la vittoria dello scudetto, il Milan ha 49 punti con 45 gol fatti, 27 subiti ed è terzo in classifica dopo l’eliminazione dalla Champions League in un girone di ferro contro Liverpool, Atletico Madrid e Porto. Eliminazione netta e meritata vincendo solamente una partita su 6. Alla 23esima giornata del campionato 2023/24, il Milan ha 49 punti con 46 gol fatti, 27 subiti ed è terzo in classifica dopo l’eliminazione dalla Champions League (con retrocessione in Europa League) in un girone di ferro contro PSG, Dortmund e Newcastle. Eliminazione meno netta e forse anche immeritata visti i due pareggi iniziali dove meritavamo molto di più.

Eppure le reazioni dei tifosi sono totalmente diverse. Quest’anno, improvvisamente, l’AD è tornato il principale responsabile di tutto (ma responsabile di cosa, di preciso?). Quest’anno, nonostante il miglior rendimento di sempre a febbraio 2024, una Champions League probabilmente già conquistata con anticipo (toccando ferro) i tifosi hanno sentenziato che la stagione è fallimentare. Le stagioni, apparentemente, si giudicano in base a “quando sei fuori da tutto”. Cioè abbiamo appreso che la stagione di Brocchi dove eri a pari ai supplementari di coppa Italia all’ultima partita è una delle migliori.

In fondo c’è anche chi salva una stagione dove siamo arrivati quinti. La salva per via di una Champions dove sei uscito non col Real Madrid, ma sei stato preso a pallate in un derby e hai passato un girone grazie all’aver beccato due squadrette. La salva perché “a maggio avevi ancora qualcosa”, come se vincere la Champions fosse facile – per coerenza comunque siamo ancora dentro in Europa League, trofeo difficile ma più facile da conquistare rispetto alla Champions eppure, apparentemente, quello non conta.

E’ inutile guardare avanti se non si affrontano il problema: siamo circondati da finti tifosi che dal 6 giugno hanno deciso di tifare contro, di avvelenare i pozzi e di godere alle sconfitte. Da tifosi che dopo il gol di Pulisic col Genoa sono finiti due settimane a soffrire nei tombini, che godono per i furti in coppa italia dell’Atalanta e spompinano il calcio rugbystico nerazzurro. E che chiedono la testa dell’amministratore delegato ogni due secondi, senza mai dire il motivo.

La linea che sta portando avanti il Milan è la stessa linea di Elliott, è la stessa identica dal 2020. Eppure fino a giugno andava bene, ora non va più bene, è l’AD che se ne deve andare. Le colpe dell’AD? Non aver esonerato Pioli – cioè l’allenatore che il direttore tecnico cacciato (secondo loro ingiustamente) ha rinnovato con un contratto top. Non averlo cacciato dopo una stagione che loro reputavano positiva per difendere la cacciata del loro idolo, ma diventa negativa quando si trattava di cacciare l’allenatore che doveva giocare con Messias titolare.

La cosa bella è che questi signori non possono ovviamente negare che il mercato sia stato ottimo (quanti g/a siamo dal mercato? 35?) quindi un AD dovrebbe pagare per una sola scelta tecnica sbagliata – peraltro nemmeno possibile – ricominciando daccapo. Almeno smettetela di fare i finti tonti e siate onesti, dite che l’attuale dirigenza ha fatto bene, ma se ne deve andare fuori dai coglioni perché ha cacciato maldini. Fareste meno la figura delle ridicole macchiette che siete.

Il Milan non sta facendo una brutta stagione – non lo dico io, che vorrei Pioli fuori domani – lo dicono i dati. I dati dicono che queste sono le 23 giornate migliori di sempre del Milan da quando si gioca la A a 20 squadre. Se poi ci sono altre squadre che stanno facendo molto meglio di noi, questo risultato non può ridimensionare il risultato del Milan che è in linea con quando ha vinto lo scudetto. Semmai c’è da considerare con onestà intellettuale che all’attuale proprietà questo risultato non va bene mentre la vecchia dirigenza parlava di parametri rispettati.

Furlani se ne andrà con ogni probabilità a fine stagione e visto cosa ha combinato andrà ringraziato sempre e comunque per aver tolto dai quadri societari una figura così incompetente e divisiva allo stesso tempo. Chi arriverà dopo, dirigenza e proprietà, potrà ripartire senza tale figura e senza la valanga di merda ricevuta per un atto dovuto e sacrosanto. Il Milan non può buttare via 200 milioni a fondo perduto ogni anno come ai tempi di Berlusconi – quel modello è morto, sepolto e non può tornare. Se ne faccia una ragione chi lo sogna.

Ai tifosi chiedo di isolare le vedove che hanno messo un ex calciatore sopra il Milan, di essere lo scarpone che vigilerà alla loro risalita sul carro il prossimo anno e di fare fronte comune contro chi cerca sempre e comunque di ridimensionare qualsiasi cosa la squadra faccia. Stiamo combattendo una guerra contro un fronte compatto che usa la propaganda mediatica come arma di offesa e difesa – specie per ipervalutare i propri giocatori in attesa del pollo che ci caschi. La guerra interna non ce la possiamo permettere.

Proprio per questo lo dico senza vergogna: il Milan a livello di punti non sta facendo una brutta stagione.

Frosinone – Milan 2-3: Piolandia colpisce ancora

Farsi prendere a pallate per 60-70 minuti dal Frosinone, andare ancora sotto per l’ennesimo disastro di Maignan che prende gol sul suo palo (provare Sportiello?) e riuscire nuovamente a sfangarla perché dalla panchina puoi fare entrare Bennacer, Okafor, Florenzi, Jovic e Musah. E’ la storia del Milan di quest’anno con un rendimento che si allinea a quello dell’anno dello scudetto (49 punti dopo 23 giornate) ma con una narrazione mediatica interna ed esterna molto diversa ed una presenza in campo al limite dell’indecente.

Come quanto accaduto ad Udine, infatti, il Frosinone arriva a pressarti alto non facendoti respirare riuscendo molto efficacemente ad arrivare al tiro quasi subito (grazie Adli, peggiore in campo). Sfruttiamo un recupero alto di Rejinders e andiamo avanti 1-0 per qualche minuto prima di pareggiare con un rigore al limite del ridicolo. Da lì facciamo poco, qualche sgroppata di Leao avanti che però non sa crossare come si deve e spreca le solite occasioni.

Nel secondo tempo ci facciamo sorprendere e andiamo sotto con Maignan vergognoso e Frosinone che batte velocemente una punizione trovando superiorità facile. Errori figli della formazione vergognosa che ancora una volta certifica come Adli e Rejinders non possono giocare insieme. Il centrocampo è stato praticamente nullo, il Frosinone vinceva quasi il doppio dei nostri contrasti e i giocatori continuavano ad esporsi al pressing con la costruzione dal basso non avendo le caratteristiche per tenere la palla.

Probabilmente viste le potenzialità della rosa che Pioli ha a disposizione e i risultati ottenuti siamo noi i coglioni a voler chiedere qualcosa di più della solita vergognosa partita stagionale, della solita mancanza di solidità che ti costringe sempre a rincorrere per 90 minuti e ti costa due gol a partita. Perlomeno, oggi, abbiamo saputo controllare la palla nei minuti di recupero, cosa che è mancata la scorsa volta (a proposito, vergognosa la rimessa invertita nel finale dal guardalinee).

Senza il disastro col Bologna staremmo parlando del miglior rendimento di sempre del Milan in un campionato a 20 squadre. Ovviamente questo non ci soddisfa per niente ma fa capire semmai le enorme potenzialità di questo organico nonostante l’allenatore in panchina. Sarà forse per questo che le parole di Ibra ieri e di Pioli oggi fanno intuire che la resa dei conti arriverà a fine stagione – Conte i contatti con il Napoli li smentì prontamente – per il Milan, ancora, non ha smentito proprio nulla…

FROSINONE – MILAN 2-3

Frosinone (4-2-3-1): Turati; Gelli, Romagnoli, Okoli, Brescianini (40′ st Reinier); Mazzitelli (40′ st Ibrahimovic), Barrenechea; Seck (32′ st Valeri), Soulé, Harroui (32′ st Lirola); Kaio Jorge (32′ st Cheddira). A disp.: Cerofolini, Frattali, Monterisi, Bourabia, Garritano, Kvernadze. All.: Di Francesco

Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria (40′ st Florenzi), Kjaer, Gabbia, Theo Hernandez; Adli, Reijnders (17′ st Bennacer); Pulisic (35′ st Jovic), Loftus-Cheek (17′ st Okafor), Leao; Giroud (40′ st Musah). A disp.: Nava, Sportiello, Bartesaghi, Jimenez, Simic, Terracciano. All.: Pioli

Arbitro: Pairetto

Marcatori: 17′ Giroud (M), 24′ rig. Soulé (F), 20′ st Mazzitelli (F), 27′ st Gabbia (M), 36′ st Jovic (M)

Ammoniti: Loftus-Cheek (M), Reijnders (M), Harroui (F), Florenzi (M)

Conte, Arabi, Stadio: cosa sta succedendo nel Milan?

Come promesso su Twitter provo a mettere un po’ di ordine dopo l’articolo di Dagospia che ha confermato molto di quello che mi è stato detto negli ultimi mesi dalle mie fonti riguardo la situazione attuale del Milan. Vorrei cercare, quindi, di fare un po’ di ordine per tutti – partendo da Maggio 2022, l’anno dello scudetto e l’arrivo di Cardinale. Il Milan è di RedBird solo formalmente – ma questo penso che ve ne siate accorti tutti – a comandare, oggi, nel Milan è ancora Elliott. RedBird entra semplicemente perché Elliott ha bisogno di togliere il Milan dal bilancio dei propri asset e ha bisogno di un gruppo con cui costruire lo stadio e che gli porta dentro il know-how per una espansione sul mercato americano che ad Elliott mancava. Ma ad oggi, più che una cessione, è una partnership. Redbird ha le quote, Elliott il controllo (50% dei consiglieri + CEO). Il guadagno di Elliott è aver monetizzato subito, quello di Redbird sarà il valore che avrà la società quando si chiuderà lo stadio e sarà ceduta.

Arriviamo quindi all’AD – a giugno 2022 si conclude uno dei mesi più ridicoli della nostra storia con la firma di Maldini che arriva all’ultimo giorno facendo sfumare obiettivi di mercato in serie. Maldini riesce ad ottenere pieni poteri (quindi senza diritti di veto) per acquisti sotto i 30 milioni di Euro – Gazidis non ci sta e lascia poi a dicembre (anche se la motivazione ufficiale sono i motivi di salute). Nell’interregno tra Gazidis e Furlani viene rinnovato Pioli – Furlani intanto si riprende quei poteri dal primo CDA (documenti disponibili pubblicamente e leakati da calcioefinanza) e già da febbraio si decide di silurare Maldini a fine anno anche se, più che il mercato, ha pagato attegiamenti poco da ‘team’ che non sono piaciuti ad Elliott.

La linea di quest’estate è stata la stessa, identica, linea tenuta negli scorsi mercati con la differenza che quest’estate si è deciso di cedere un giocatore e le scorse no. Ma il budget sono sempre quei 30/40 + cessioni. La linea è sempre quella di Elliott. Perché non si è cambiato allenatore? Da un lato c’era un contratto molto oneroso (quello di Pioli), dall’altro si voleva cambiare per prendere un top (ovvero Antonio Conte) e non una mezza figura – abbiamo visto l’esperienza del Napoli a cercare un allenatore e si sono dovuti accontentare di Rudi Garcia. I risultati dicono che tuttavia mentre il tifoso giudica malamente quando sei fuori (come se in Champions i gironi fossero paragonabili) ci dicono che vincendo col Frosinone siamo in linea con l’anno dello scudetto. Se poi qualcuno si aspettava 98 punti da una rosa quinta l’anno precedente – problemi suoi.

Arriviamo a Conte. Conte è l’allenatore che il Milan vuole per la stagione 2024/25 dal 5 giugno 2023 ed il secondo motivo per cui Pioli è stato confermato al di là delle smentite di facciata. C’è solo una cosa in tutta la vicenda che non mi torna: lo scorso anno Furlani andava matto per Conte mentre quest’anno vi ha posto un veto e vuole Thiago Motta. Per avere Antonio Conte sulla panchina del Milan, quindi, occorre ad oggi che Giorgio Furlani non sia più l’amministratore delegato del Milan – cosa che potrebbe succedere ma in modi diversi.

La prima è una soluzione puramente interna – ed è la soluzione per cui Redbird, ovvero Elliott, rimane con pieni poteri a Zlatan Ibrahimovic che riferendo direttamente al nuovo AD prenderebbe in mano la parte tecnica. La seconda è ovviamente quella della cessione della società che ad oggi si può fare o non fare. Con le mie fonti non sono informato su niente lato Investcorp, per cui su quello mi rimetto a ciò che dice Dagospia, ovvero una quota di minoranza. Quello che invece mi era già stato anticipato da novembre è l’ingresso di PIF, anzi, di una società della galassia PIF con sede a Dubai per eludere le regole UEFA.

Ci sono ad oggi due finestre possibili per la cessione di quote – la prima sarà questo marzo, la seconda alla prima pietra dello stadio, quindi tra un anno verosimilmente. I piani degli arabi sono quelli del ritorno di Maldini ma in un ruolo non operativo (loro vorrebbero Presidente, ma io difficilmente ce lo vedo accettare un ruolo di facciata) perché i ruoli operativi verrebbero invece affidati a Leonardo e Boban che dovrebbero essere gli uomini di punta. Si butterebbero anche loro sul deal di Conte come allenatore in quel caso? Ad oggi nessuno lo sa perché è veramente una ipotesi così remota a livello di incastri da non poter essere presa in considerazione.

E’ presto anche per parlare di mercato – i 300 milioni sono cifre totalmente sparate a caso che non tengono conto del contesto SA a cui il Milan è vincolato e il nuovo FFP che vieta le sponsorizzazioni gonfiate con la UEFA stessa che definisce il fair value di ognuna di esse. E’ presto perché solo a fine marzo capiremo chi farà il mercato del Milan il prossimo anno e che tipo di mercato sarà. Le richieste di Conte – al momento – sono quelle di andare a prendere Di Lorenzo e Anguissa dal Napoli, molto difficile invece fare entrare Oshimen per Leao come si pianificava in quanto il primo è già d’accordo col Chelsea.

Questa è quindi la situazione ad OGGI. La parte più difficile di questo piano che nasce ormai da quando Elliott ha preso il Milan è fare vedere ai tifosi del Milan non come siamo oggi ma cosa avremo vinto noi e cosa avranno vinto gli altri tra 10 anni. Il progetto Milan procede senza farsi influenzare da instant team costruiti su un pozzo nero di debiti per vincere a breve ma cercando di avere vittorie consistenti per anni sul lungo periodo.

L’unica mia paura su un cambio di proprietà – al momento – è questa. Ovvero quella che arrivi una proprietà seria che supporti un aumento strutturale del fatturato e non una che butta dei soldi una volta, crea un buco a bilancio e poi sparisce. La via intrapresa da Elliott ad oggi è l’unica via corretta per tornare competitivi nel modo corretto. Ed è una via che passa anche per il trading dei giocatori, con buona pace dei dinosauri che vivono nel 2000 e non vogliono che vengano ceduti Sheva e Kakà. Lo stadio è e deve rimanere il centro fondamentale del progetto Milan – uno stadio che se fatto correttamente ci permetterà di trasformare la serie A nel nostro giardino di casa. E aprire un importante ciclo di scudetti consecutivi.

In conclusione vi chiedo, quindi, di aspettare fine marzo. Solo dopo aver capito se ci sarà o meno il passaggio di quote o un cambio in organigramma capiremo chi sarà l’allenatore della prossima stagione e quali ambizioni avremo.

Milan – Bologna 2-2: Piolate

Persi subito i due punti vinti ad Udine in maniera abbastanza meritata. E’ una partita che non ci dice nulla di nuovo – ovvero che questa è una squadra molto, molto forte a differenza di quella dello scorso anno che purtroppo si è trovata mezza tifoseria contro per vedovismo puro e un allenatore che non era rimpiazzabile. Se dovessimo battere il Frosinone, per dire, avremmo gli stessi punti dell’anno dello scudetto eppure la prostituzione intellettuale sta facendo passare quest’anno come fosse peggio o pari dello scorso.

La partita era una partita difficile perché il Bologna gioca molto bene sia quando ha la palla che quando non ha la palla – ed è una partita dove abbiamo creato tantissimo, sbagliato due rigori e che nonostante tutto stavamo vincendo se non fosse che a qualche minuto dalla fine invece di continuare a tenere palla si è cominciato a fare cambi difensivi e concedere l’iniziativa all’avversario. Pulisic per Terracciano è una roba che grida vendetta.

I gol del Bologna, esattamente come quelli subiti contro l’Udinese (peraltro in tutti e 4 Maignan ha avuto la mobilità ed i riflessi della sagoma delle barriere) mostrano come questa squadra, per stessa ammissione di Pioli, non sappia lavorare quando la palla ce l’hanno gli altri. Se guardate l’azione media nostra molto spesso il nostro avversario riusciva a fermarci prima di entrare nella loro area di rigore, viceversa noi veniamo puntati e saltati troppo facilmente anche grazie probabilmente ad un mancato rientro del nostro centrocampo che spesso causa inferiorità numerica nella nostra area.

Detto questo il campionato del Milan non è da buttare specie qualora dovesse avviarsi verso un terzo posto in tranquillità. Io ho pochi dubbi che la società abbia lavorato bene e che ci volessero due anni per ripartire dalle macerie lasciate da Maldini (con buona pace degli atti schifosi di vedovismo che si leggono su X). E’ una stagione che non è completamente da buttare nonostante difficilmente si alzerà un trofeo – ho pochi dubbi che col nuovo tecnico e qualche rinforzo estivo il prossimo anno questa sarà la squadra da battere.

MILAN-BOLOGNA 2-2

Marcatori: 29’ Zirkzee, 45’  83’ Loftus-Cheek, 90’+2 Orsolini (r).

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 59’ Florenzi), Kjær, Gabbia, Hernández; Adli (al 59’ Musah), Reijnders; Pulisic (dal 87’ Terracciano), Loftus-Cheek, Leão (dal 87’ Okafor); Giroud (dal 60’ Jovic). A disp.: Mirante, Sportiello, Jiménez, Pellegrino, Simi?, Terracciano, Zeroli, Okafor, Traorè. All.: Pioli.

BOLOGNA (4-3-3): Skorupski; De Silvestri (dal 82’ Lucumì), Beukema, Calafiori, Kristiansen; Ferguson, Freuler, Aebischer (dal 66’ Moro); Fabbian (dal 81’ Orsolini), Zirkzee, Urba?ski (dal 67’ Saelemaekers). A disp.: Bagnolini, Ravaglia; Corazza, Ili?, Lykogiann?s; Karlsson. All.: Motta.

Arbitro: Massa di Imperia.

Ammoniti: 2’ Calafiori, 22’ Leao, 36’ Calabria, 39’ Ferguson, 44’ Adli, 45’+2 Loftus-Cheek, 60’ Urbanski, 90’ Terracciano.

Espulsi: 41’ Thiago Motta,  44’ Colinet.

Recupero: 3′ 1T, 5’ 2T.

Lo strano caso di Inter – Atalanta e il concetto di prima data utile

Hanno fatto scalpore tra gli addetti ai lavori non venduti alla causa della Marotta League, quindi due o tre eroi alla stregua di Falcone e Borsellino, le dichiarazioni di Gasperini riguardo il recupero di Inter – Atalanta. Mi ha dato fastidio dove ci hanno piazzato il recupero con l’Inter, tre giorni dopo il Milan a San Siro – ha detto l’allenatore della Dea -. Saremo gli ultimi a recuperare, si poteva inserire nelle settimane precedenti che di spazio ce ne era…

Effettivamente, se possiamo concedere che questa settimana visto che le quattro squadre devono tornare dall’arabia lunedì sera, non si giochi niente (anche se nel 2007 la sempre lungimirante lega serie A ci fece giocare giovedì sera la coppa Italia contro il Catania dopo aver giocato l’ìntercontinentale a Tokyo la domenica prima) – non c’è alcun motivo per cui tali partite non siano state messe in programma la prossima settimana, tra il 29 gennaio e il 2 febbraio.

Lo statuto-regolamento di lega, consultabile qua, recita testualmente. “Per le gare annullate, il Presidente o l’Amministratore Delegato in caso di impedimento del primo o su delega anche generale del primo, provvede a fissare la data di ripetizione della gara, da effettuarsi entro 15 giorni“. Insomma, non c’è alcun margine di trattativa, Inter – Atalanta si sarebbe dovuta giocare tra sette giorni insieme agli altri tre recuperi, togliendo gli asterischi in classifica immediatamente favorendo quindi la regolarità del torneo.

Qualcuno obietterà che l’Inter si sarebbe trovata a giocare contro l’Atalanta tra Fiorentina e Juventus. Spiace, ma le regole devono valere per tutti. Nel 2018 il Milan si trovò, nonostante le richieste, a dover appunto recuperare il derby il 4 aprile, esattamente dopo aver affrontato la Juventus a Torino. Fu un derby che finì 0-0 anche se non fu decisivo per la lotta Champions causa suicidio nel finale del Milan. In quel caso il Milan incassò, rispettò il regolamento e perdette dei punti visto che nella data originale era in un momento di forma nettamente migliore.

Se però il Milan è stato obbligato da regolamento a giocare tre giorni dopo Juventus – Milan non si capisce perché tale regolamento debba fare figli e figliastri e quando tocca all’Inter giocare tre giorni prima della Juventus non essere applicato. Il vero paradosso è che Atalanta – Inter non si gioca nemmeno alla seconda data utile, la settimana successiva, visto che finirebbe tra le partite contro Juventus e Roma. Non si gioca nemmeno il 13 o 14 febbraio, la terza data utile, poiché evidentemente troppo vicina alla Champions.

Insomma, il recupero è stato piazzato dagli addetti ai lavori nella prima data utile, dove per utile si intende utile all’Inter – tra le temibilissime partite contro Lecce e Genoa. Un piccolo scandalo regolamentare che come sempre passa sotto silenzio salvo forzare nuovamente la mano per quanto riguarda il regolamento la prossima volta che tale regolamento farà comodo all’Inter.

Altri precedenti? Atalanta – Torino nel 20222 fu anticipata dopo l’uscita dell’Atalanta dall’EL per farla giocare alla prima data utile, il tutto dopo piagnistei nerazzurri riguardo l’applicazione di tale regolamento che in quella occasione fu applicato alla lettera. L’anno precedente Juventus – Napoli invece non si giocò il 17 marzo per mutuo accordo tra le squadre e fu una piccola vergogna – accordo che chiaramente, come si evince dalle parole di Gasperini, non c’è stato in questo caso.

E allora mi sentirei di chiudere con le parole dell’ex dirigente dell’Inter, Paolillo, quando fu spostato il recupero di Fiorentina – Milan per non farla giocare tre giorni prima del derby, mantenendo, comunque, un impegno per il Milan (l’Udinese in coppa Italia) in tale data:

«Una partita di campionato non è un jolly che uno si gioca quando vuole. Ripeto, c’è un’aria tesa a riaprire i giochi, come dimostrano la mancata espulsione di Bonucci a Bari (nel match che l’Inter ha pareggiato 2-2 in Puglia, ndr) e la penalizzazione di Lucio ieri dopo la prima ingiusta ammonizione. Io mi trovo a guidare un’azienda dove ci sono dei giocatori professionisti, devo far vedere loro che li tutelo -afferma l’a.d. È giusto dire queste cose quando si vince sennò sembrano piagnistei. Stare zitti sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dell’azienda per la quale lavoro. Io non credo ci sia una congiura premeditata -precisa- ma tutti gli elementi che portano a una riapertura del campionato vengono favoriti. Sarà per psicologia, per l’aria, per la volontà di rendere il campionato più attraente, ma questo sta avvenendo nei fatti. Quello che è successo in Lega è stata una mancanza di rispetto»

Ernesto Paolillo, 25 gennaio 2010

Chissà, il signor Paolillo, cosa direbbe oggi. Quello che è evidente, però, è che il regolamento non è uguale per tutti e alcune squadre anche oggi sono più uguali delle altre. Ad esempio al Milan per il momento non viene concesso di giocare al lunedì sera dopo l’EL e chissà se gli sarà concesso passando il turno. Le regole, in fondo, per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano.

Udinese – Milan 2-3: contro i furti e il razzismo

Il Milan vince meritatamente ad Udine una partita che doveva essere sospesa dopo 35 minuti per i cori razzisti a Maignan in un momento in cui il Milan la partita la stava dominando essendo in vantaggio 1-0 e con un rigore netto negato su Pulisic, di quelli che danno solamente quando la maglia è nerazzurra. Poi è successo quello che è successo e i fatti sono in mondovisione – Maresca che ferma la partita, il Milan che vuole uscire e non giocare ma è costretto a rientrare perché poi la perdi a tavolino passando dalla parte del torto – ma è un Milan che chiaramente non c’è più con la testa e subisce subito il pareggio. I razzisti sono stati premiati.

L’Udinese guadagna la partita che voleva fare – tutti dietro a ripartire e a picchiare (con i gialli arrivati troppo tardi e i falli troppo spesso non fischiati). Noi dietro in difesa siamo ridicoli, basta attaccarci per arrivare in area – il secondo gol è una roba da andare in ritiro una settimana ad allenare la difesa e mi chiedo cosa cazzo facciano, errori su errori da giocatori diversi, ha fatto bene solo Gabbia che oggi di gol ne ha salvati due ma non verrà fatto notare perché non conforme alla narrazione portata avanti sul giocatore.

Quello che si è visto in campo mi è piaciuto onestamente poco – con Giroud e Leao abbiamo giocato in nove e per fortuna abbiamo messo dentro Jovic e Okafor che poi si sono rivelati decisivi. La nostra classifica continua a tenersi in piedi per soluzioni totalmente individuali e una profondità di rosa che in Italia nessuno – nemmeno l’Inter – può vantare. Il Milan fa rabbia per quanto di più potrebbe fare rispetto a quello che fa. La partita di oggi onestamente è la copia di Atalanta e Salernitana solo che è andata bene – non si possono continuare a prendere troppi gol.

E’ una vittoria che comunque vale per ora – poco – non tanto per il nostro rendimento che è a +7 su quello dello scorso anno e sempre a -3 da quello dello scudetto ma perché Juventus e Inter stanno facendo un campionato a parte di livello ben superiore a quello nostro di due anni fa. C’è da dire che si spera – almeno – che si sia messa una pietra tombale su chi dice che non ci siamo rinforzati visto che anche oggi tutti e tre i gol arrivano dal mercato.

P.s. prendete il turbante, forse servirà.

UDINESE-MILAN 2-3 

Marcatori: 31′ Loftus Cheek, 41′ Samardzic, 61′ Thauvin, 83′ Jovic, 92′ Okafor 

UDINESE (3-5-1-1): Okoye, Joao Ferreira, Perez, Kristensen, Ebosele (dal 59′ Ehizibue), Lovric, Walace, Samardzic (dal 58′ Payero), Kamara( dall’83’ Zarraga),  Pereyra (dal 45′ Thauvin), Lucca (dal 75′ Success). 

A disp: Padelli, Silvestri, Giannetti, Kabasele, Masina, Tikvi?, Zemura; Camara, Brenner. 

All: Cioffi

MILAN (4-2-3-1): Maignan, Calabria (dal 75′ Florenzi), Kjaer, Gabbia, Hernandez, Adli, Reijnders (dal 67′ Okafor), Pulisic (dal 75′ Jovic), Loftus-Cheek, Leao (dal 90′ Musah), Giroud. 

A disp: Sportiello, Simic, Traorè, Zeroli, Jimenez, Mirante, Romero, Terracciano.

All: Pioli

Arbitro: Maresca di Napoli

Ammoniti: 45′ Kamara, 51′ Ebosele, 55′ Thauvin, 65′ Wallace, 70′ Lucca, 77′ Joao Ferreira, 87′ Hernandez.

Recupero: 6′ 1 T, 6′ 2T