Damiano Cunego Award

Il meglio e il peggio del Tour de France 2012

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Damiano Cunego Award

Sondaggio concluso il 13/10/2012, 15:50

Frank Schleck
5
33%
Michele Scarponi
2
13%
Robert Gesink
4
27%
Tyler Farrar
1
7%
Alejandro Valverde
3
20%
 
Voti totali: 15

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emmea90
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Damiano Cunego Award

Messaggio da emmea90 »

Damiano Cunego Award
Dopo una raffica di awards per spalare merda su qualche DS, Aso ha ritenuto opportuno istituirne uno serio, dedicato al DS che, tutto considerato, può essere definito il migliore di questa edizione del Tour de France. Inutile spiegare perché il premio sia dedicato all'uomo che vanta conoscenze calcistiche inferiori solamente a quelle che egli stesso possiede in fatto di enologia.

Nomination

Frank Schleck
Dopo questo Tour, tutti coloro che lo ritengono il fratello scarso di Andy, riceveranno una querela per il pesante insulto: fratello. Schleck ha fatto così pena che persino l'uomo che ha fatto di attendismo e secondi posti il suo credo lo ha disconosciuto facendo rimpiangere a Parker il fatto di non aver portato Haimar Zubeldia, eterno campione spagnolo che può contare in Italia su un suo fan club a Quartu Sant'Elena. Certo, mandarlo alla morte all'attacco da lontano sul Grand Ballon evidentemente non aiuta - ma non è colpa sua se corre sotto Parker.

Michele Scarponi
"Facciamo che il giro 2011 io non l'ho proprio corso?" sono state le parole di Vincenzo Nibali, secondo classificato dopo la sentenza del TAS. Non potendo nominare il corridore (sì, lo so, è una parola un po' forte) a cui il premio è intitolato, ci limitiamo quindi al suo compagno di squadra e al suo stupendo Tour in cui nelle tappe di Montagna non ha saputo una volta stare fermo in gruppo a salvare energie perdendo il titolo di "Aquila di Filottrano" per quello, meno prestigioso di "Pulcino Pio".

Robert Gesink
Sono anni che lo si attende in un GT e sono anni che, puntualmente, delude le aspettative come un parlamento sul punto di approvare una legge anticorruzione. La terza nomination è quindi per l'uomo di punta di De Col (ci dispiace per il ragazzo - non De Col, Gesink, che cazzo avete capito?) che nella tappa di Luz Ardiden, la più adatta alle sue caratteristiche, ha tagliato il traguardo a 5 minuti e 40 secondi da Cadel Evans. A lui l'attenuante di correre per la maglia bianca del compagno di squadra Krujiswijk che però - senza offesa - è un po' come se nel calcio Antoine Le Pavòn lasciasse il Real Madrid per tentare di portare in serie A il Pisa.

Tyler Farrar
In un tour de France non ci sono solo gli scalatori (scusa, Angelo) ma anche gli uomini dallo spunto veloce - spunto che Farrar deve aver lasciato in America. Non si spiega altrimenti la decisione dello statunitense di provare ad arrivare in volata non davanti a Goss, Cavendish e Greipel bensì, in ricordo dei vecchi tempi, a Petacchi e Freire dato che ormai l'ex-campione del mondo per lui era veloce come Sgarbozza ad arrivare al quinto Martini. E stiamo parlando di una velocità che, dopo essere stata rilevata, ha messo in difficoltà le teorie quantistiche del Cern.

Alejandro Valverde
Rientrare da una squalifica per doping non è mai facile, specie se le flebo non possono passare il confine franco-spagnolo. Il Murciano si è quindi trovato di fronte ad un Tour difficile da interpretare, soprattutto quando la strada saliva. Restiamo comunque del parere che non era certo lui uno dei principali favoriti per il podio di Parigi ma sempre con la certezza che al tutto c'è un limite: prendersi 30 minuti da Froome, infatti, ha riscritto ad ampi versi il significato della parola "pirla"
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