Percorso 2011

Il Percorso del Tour de France 2011 con il racconto delle Tappe

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Gigilasegaperenne
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Percorso 2011

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Percorso 2011 - Pre-presentazione

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De Stefano: Un saluto ai nostri telespettatori. Siamo qui fuori dal Palazzo dei Congressi di Parigi per la presentazione del Tour de France 2011.

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Marino: Già, "qui fuori". Ometti che dovremmo essere "lì dentro", ma non ci hanno fatti entrare.
De Stefano: Non credo che ai nostri telespettatori questo interessi.
Marino: Questo magari potremmo farlo decidere a loro, mettendoli nel mentre al corrente del fatto che ti è stato detto che il Congresso Racchie & Roiti 2011 si teneva la settimana scorsa.
De Stefano: Marino, è profondamente scortese da parte tua offendere la mia femminilità.
Marino: La tua che cosa?
De Stefano: Marino! Sei altamente offensivo.
Marino: Non è colpa mia se gli stilisti che ti vestono hanno chiesto di restare anonimi.
De Stefano: Io direi che potremmo cambiare discorso.
Marino: Giusto: che fine ha fatto Auro?
De Stefano: L'ho mollato in una brasserie.
Marino: Poi te la vedrai tu con l'azienda.
De Stefano: Nessuno rimpiangerà la sua conduzione.
Marino: No, ma l'ultima volta che è stato lasciato da solo in un ristorante ha detto di mettere tutto sul conto della Rai, e l'azienda è stata costretta a vendere degli immobili per pagargli la merenda.
De Stefano: Oh merda... beh, io a questo punto direi che potremmo collegarci con la presentazione...
???: Non vedo perché.

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De Stefano: Vostra Magnificenza, come mai qui?
Zomegnan: Sto visionando il territorio.
De Stefano: Per una partenza del Giro da Parigi?
Zomegnan: No, per un'invasione militare della Francia.
De Stefano: Ah... ehm... sì... però pensavo che non volesse essere alla presentazione del Tour.
Zomegnan: E' stato necessario per supportare la mia campagna. Stiamo distribuendo dei volantini per mettere in guardia la gente dai pericoli associati al proliferare di velocisti, passisti e cronomen, e dai possibili gravi effetti dell'eccesso di arrivi per velocisti.
De Stefano: Per esempio?
Zomegnan: Orchite a parte, diciamo che è possibile che qualcuno in occasione di tappe pianeggianti potrebbe cannoneggiare dei centri abitati come atto dimostrativo.
De Stefano: Un "qualcuno" generico?
Marino: O un "qualcuno" che, mettiamo caso, non si leva gli occhiali da sole neanche per andare al cesso?
Zomegnan: Lei chiuda quella cloaca, o giuro solennemente che i suoi legamenti verranno più utilmente impiegati come portachiavi.
Marino: Ehm... ma io mi riferivo a Stevie Wonder.
Zomegnan: Ha fatto bene a precisarlo, altrimenti tra poco avrebbe visto bene come lui.
De Stefano: Esimio, già che è qui non si sente per caso di commentare le indiscrezioni circolate in questi giorni sul tracciato?
Zomegnan: Assolutamente no.
De Stefano: Preferisce aspettare la presentazione?
Zomegnan: No, preferisco aspettare il bonifico.
De Stefano: Ecco, sì... io direi che prima di collegarci potremmo andare a fare un salto da Pietro Plastina, il nostro mago del PC...

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Plastina: Sì... purtroppo qui abbiamo un problema tecnico... lo schermo è diventato improvvisamente tutto nero.
De Stefano: C'è la corrente?
Plastina: Sì.
De Stefano: La spina è attaccata?
Plastina: Sì.
De Stefano: Un virus?
Plastina: No, no, mi sento benissimo...
De Stefano: ...
Plastina: Ah no, ecco, adesso funziona.
De Stefano: Bravo Pietro, come hai fatto?
Plastina: Ho mosso il mouse.
De Stefano: Sto iniziando a capire Auro... Pietro, vai, un messaggio rapidissimo.
Plastina: Sì, ci scrive Beppe da Alzano Lombardo, che dice: "Pietro, mi devi ancora quei 3000 euro per Brescia - Bologna, o ti mando uno a spezzarti le gambe. Puoi scommetterci".
De Stefano: Linea alla presentazione, o qui faccio una carneficina!
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emmea90
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Tour de France 2011

PLANIMETRIA GENERALE
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PROLOGO: AJACCIO 3 km
Ci sono voluti 98 anni, ma nel luglio 2011 il Tour de France sbarcherà finalmente nell'unica regione che ancora mancava alla sua storia ultracentenaria. Sarà infatti Ajaccio, la città che diede i natali a Napoleone Bonaparte, ad ospitare il Grand Départ di questa edizione della Grande Boucle, per una partenza che risentirà, nei giorni successivi, anche della particolare conformazione del territorio corso, assai avaro di zone del tutto pianeggianti. Gli atleti non dovranno comunque ancora fare i conti con queste novità nella giornata d'apertura, nella quale si terrà un tradizionale prologo d'apertura.
Il via alla 98a edizione della più grande corsa ciclistica del pianeta sarà dato in Place du Maréchal Foch, dove gli atleti torneranno 3 km esatti più tardi, allorché uno di loro avrà l'onore di essere il primo corridore nella storia a vestire la maglia gialla su suolo corso. Nel mezzo, si dovrà percorrere per circa metà percorso Cours Napoléon, prima di ritornare verso la piazza di partenza lungo Boulevard Charles Bonaparte, Place Pierre Griffi, Boulevard Sampiero e Boulevard Roi Jerôme. Una frazione che non dovrebbe lasciare tracce significative sulla classifica generale, anche se il risultato dell'anno passato, con Cadel Evans che ha preceduto Andy Schleck per 1'' nella lotta per la piazza d'onore, impone a tutti di profondere il massimo impegno in ogni prova.
GPM: /
INTERMEDI: /
DIPARTIMENTI: Corse du Sud (km 0-arrivo)

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1a TAPPA: AJACCIO > PORTO VECCHIO 172,5 km
Sarà come da tradizione per velocisti la prima tappa in linea del Tour de France, ma, rispetto al passato più o meno recente, le squadre degli sprinter dovranno faticare ben di più per garantire ai propri portacolori la chance di giocarsi il prestigioso traguardo parziale; non soltanto, ma anche il finale potrebbe riservare sorprese, in virtù di un ultimo chilometro tutt'altro che banale.
Lasciata Place de Gaulle in Ajaccio, i corridori si addentreranno nell'entroterra corso, fino a scalare, dopo 17 km scarsi, la prima côte della corsa, quella di Saint-Pierre-de-Cardo, 2100 metri di ascesa al 5,1% di pendenza media. Ben più ostica la seconda asperità, il Col d'Aja Bastiano, ascesa di 2a categoria che sarà valicata 20 km circa più avanti, con i suoi 9,6 km al 5,1%. Una fase di relativa calma - lungo la quale, al chilometro 84,3, i corridori troveranno il primo sprint intermedio della Grande Boucle, che sarà da quest'anno unico e assegnerà 20 punti per la classifica della maglia verde, a Propriano - precederà quindi la scalata alla Côte de Sartène, 5 km e 100 metri di scalata al 5,1% di media, che segnerà l'avvio di una fase caratterizzata più da saliscendi che da reali salite. Fra questi, il più marcato, nonché l'unico contrassegnato da un GPM, sarà quello della Côte de Mont Corbo, 2600 metri di ascesa al 4,4% di pendenza media. La vetta sarà posta a poco meno di 32 km dalla conclusione, e da lì in poi il tracciato si farà piuttosto agevole, perlomeno fino ai 650 metri finali. Questi ultimi saranno però caratterizzati da una pendenza costante intorno al 5%, che non dovrebbe scongiurare la volata di gruppo, ma potrebbe rendere estremamente atipica e per nulla scontata la conclusione della frazione. Spazio dunque a possibili sorprese, che potrebbero anche arrivare da atleti non necessariamente noti al grande pubblico come pure ruote veloci.
GPM: Côte de Saint-Pierre-de-Cardo (4a categoria, 148 m, 2,1 km al 5,1%, km 16,7); Col d’Aja di Bastiano (2a categoria, 513 m, 9,6 km al 5,1%, km 37,8); Côte de Sartène (3a categoria, 312 m, 5,1 km al 5,1%, km 97,2); Côte de Mont Corbo (4a categoria, 131 m, 2,6 km al 4,4%, km 140,8)
TRAGUARDO VOLANTE: Propriano (km 84,3)
DIPARTIMENTI: Corse du Sud (km 0-arrivo)

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2a TAPPA: PORTO VECCHIO > CORTE 199 km
Ecco la prima grande sorpresa all'interno della prima settimana di gara, resa possibile dalla conformazione del territorio corso. La ripartenza da Porto Vecchio, lunedì 4 luglio, sarà infatti seguita da pianura soltanto nei primi 50 km scarsi della frazione più lunga della quattro-giorni corsa. Dopo poco meno di 49 km, i corridori inizieranno infatti a salire verso il primo dei ben otto GPM in programma, il Col de Larone, 7 km e 600 metri di scalata al 6,3% di pendenza media. Un'ascesa discretamente impegnativa, ma solo un riscaldamento se comparata al successivo Col de Bavella, 8 km scarsi di ascesa all'8,5% di pendenza media, asperità premiata infatti da un Gran Premio della Montagna di 1a categoria. Dalla vetta mancheranno poco più di 130 km al traguardo: non certo il trampolino ideale per l'attacco dei grandi della classifica, ma difficoltà che si presta ad essere teatro del lavoro di qualche squadra dal leader particolarmente ispirato.
Meno impegnative, ma comunque utili a favorire eventuali gruppi di fuggitivi, le successive ascese: la Côte de Quenza, 3700 metri di salita al 3,6%, la Côte de Serra-di-Scopamène, 3,8 km al 5,1% di pendenza media, il Col de Vaccia, 7 km e 100 metri al 5,1%, e il Col de Verde, 11,9 km al 3,6% di media, con lo sprint intermedio di Zicavo collocato nel tratto pianeggiante compreso fra queste ultime due ascese, al chilometro 121,8.
Il tasso di difficoltà dei colli tornerà a salire significativamente con la penultima asperità d giornata, il Col de Sorba, ascesa di 9 km e 800 metri con pendenza media del 6,2%, ad andamento piuttosto regolare. Dal GPM mancheranno 30 km scarsi al traguardo, e pertanto questo colle e la successiva discesa - molto tecnica e piuttosto ripida nella prima parte - potrebbero rappresentare il punto giusto per inscenare un attacco, magari anche per qualche nome di spicco particolarmente in palla. Molto meno impegnativo, ma potenzialmente selettivo in virtù delle molte ascese già nelle gambe, l'ultimo scoglio prima dell'arrivo, il Col de Belle Granaje, 6,5 km al 4,4%, con termine a 8 km esatti dalla linea bianca, tutti in discesa. Per Corte si tratterà ovviamente della prima volta quale sede d'arrivo del Tour, e il tracciato della frazione lascia immaginare che non si tratterà di un esordio anonimo.
GPM: Col de Larone (2a categoria, 597 m, 7,6 km al 6,3%, km 55,9); Col de Bavella (1a categoria, 1240 m, 7,9 km all’8,5%, km 68,4); Côte de Quenza (4a categoria, 810 m, 3,7 km al 3,6%, km 83,9); Côte de Serra-di-Scopamène (4a categoria, 921 m, 3,8 km al 5,1%, km 91,8); Col de Vaccia (3a categoria, 1193 m, 7,1 km al 3,6%, km 106,7); Col de Verde (3a categoria, 1289 m, 11,9 km al 3,6%, km 140,9); Col de Sorba (2a categoria, 1311 m, 9,8 km al 6,2%, km 169,8); Col de Belle Granaje (3a categoria, 733 m, 6,5 km al 4,4%, km 191,0)
TRAGUARDO VOLANTE: Zicavo (km 121,8)
DIPARTIMENTI: Corse du Sud (km 0-36); Haute-Corse (km 36-59); Corse du Sud (km 59-141); Haute-Corse (km 141-arrivo)

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3a TAPPA: CORTE > BASTIA 182,5 km
Ancora nessun trasferimento prima della partenza della terza tappa in linea del Tour de France, l'ultima da disputarsi sul suolo corso. La giornata dovrebbe essere favorevole ai velocisti, anche se, più o meno come avvenuto in occasione della prima frazione, le loro squadre dovranno stare attente a non concedere troppo spazio ai tentativi di fuga nella prima parte, estremamente favorevole agli attaccanti. Lasciata Corte con una partenza quasi in salita - la Côte de Pecorellu, 2,2 km al 4,3% di pendenza media, primo GPM di giornata, è posta infatti dopo appena 6 km -, gli atleti incontreranno lungo il percorso altri cinque Gran Premi della Montagna, ancorché tutt'altro che proibitivi. La Côte de Pietralba, 3,9 km al 5,6% e il Col de Vezzu, 6 km e 800 metri di scalata al 4,2% di media, animeranno l'ultima parte del primo terzo di gara, prima di una seconda fase di tappa caratterizzata da innumerevoli saliscendi, preceduti dal transito al traguardo volante di Saint-Florent. Fra questi, saranno contrassegnati da un traguardo per la maglia a pois la Côte de Mariana, 2,3 km al 4,5% di pendenza media, la Côte de Minerbio, 3200 metri al 4,7%, e il Col de la Serra, 10,2 km al 3,3% di pendenza media ripartiti in due tronconi.
Dopo la vetta, termineranno le asperità altimetriche, ma non le insidie di questa frazione. Un ulteriore fattore di disturbo per gli sprinter potrebbe infatti essere rappresentato dal vento, cui i corridori saranno esposti lungo i due lunghi tratti in riva al mare: dai -110 ai -50 circa, e ancora dai 37 km al traguardo fino al termine. Una giornata quindi che non dovrebbe sulla carta incidere sulla graduatoria generale finale della Grande Boucle, ma che imporrà a tutti gli aspiranti protagonisti delle tre settimane il mantenimento della massima attenzione.
GPM: Côte de Pecorellu (4a categoria, 523 m, 2,2 km al 4,3%, km 6,1); Côte de Pietralba (4a categoria, 459 m, 3,9 km al 5,6%, km 31,5); Col de Vezzu (3a categoria, 359 m, 6,8 km al 4,2%, km 54,0); Côte de Mariana (4a categoria, 172 m, 2,3 km al 4,5%, km 103,7); Côte de Minerbio (4a categoria, 185 m, 3,2 km al 4,7%, km 112,4); Col de la Serra (3a categoria, 353 m, 10,2 km al 3,3%, km 134,0)
TRAGUARDO VOLANTE: Saint-Florent (km 75,1)
DIPARTIMENTI: Haute-Corse (km 0-arrivo)

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GIORNO DI RIPOSO

4a TAPPA: MARSEILLE > AGDE 218 km
La carovana tornerà sul continente mercoledì 6 luglio, in occasione del primo giorno di riposo, necessario per evitare lo stress di un lungo trasferimento. La prima tappa su terre più note alla tradizione del Tour de France dovrebbe essere favorevole ai velocisti, anche se neppure in questa occasione coloro che aspirano ad un piazzamento di prestigio in classifica generale potranno concedersi il lusso di abbassare la guardia. A rappresentare un'incognita non saranno le difficoltà altimetriche - essendo la breve e più che pedalabile Côte du Rove, con i suoi 5200 metri di ascesa al 3,1% di pendenza media, l'unico Gran Premio della Montagna in programma - a rappresentare una minaccia, bensì, così come per la frazione precedente, il vento. Gran parte dei 218 km previsti si disputeranno infatti sulle coste del Mar Mediterraneo, in particolare nei tratti compresi fra La Grande-Motte e Palavas-les-Flots (dai 75 ai 55 km circa dal termine) e tra Sète e Marseillan-Plage (dai -20 ai -10), ormai alle porte di Agde. Ecco dunque che anche in una frazione altimetricamente agevolissima come questa, i grandi della corsa dovranno stare più che attenti a non lasciarsi sorprendere da possibili ventagli di formazioni intraprendenti, pronte a scombussolare gli equilibri della gara prima ancora di approcciare le prime grandi montagne.
Per i velocisti potrebbe inoltre essere interessante cercare di raccogliere i 20 punti messi in palio, dopo 90 km e 700 metri, dal traguardo volante di Arles, il primo di questo Tour che gli sprinter potranno conquistare senza dover tener duro su asperità significative.
GPM: Côte du Rove (4a categoria, 168 m, 5,2 km al 3,1%, km 19,2)
TRAGUARDO VOLANTE: Arles (km 90,7)
DIPARTIMENTI: Bouches-du-Rhône (km 0-93); Gard (km 93-142); Hérault (km 142-arrivo)

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5a TAPPA: AGDE > RIEUX-MINERVOIS 169 km
Neppure il tempo di riabituarsi alla vera pianura, dopo le strade accidentate della Corsica, che già la seconda tappa sul continente, in programma venerdì 8 luglio, costringerà i corridori a tornare a fare i conti con ascese significative, interessante antipasto di quelle pirenaiche, destinate invece a caratterizzare il fine settimana. Sarà Rieux-Minervois ad ospitare la seconda frazione intermedia della Grande Boucle, ulteriore occasione per gli outsider di provare ad anticipare i tempi, accumulando margine in vista di terreni che dovrebbero vedere i grandi favoriti alla ribalta.
Una prima parte di gara tranquilla, necessaria per allontanarsi dal Mediterraneo e dirigersi verso le strade nervose dell'Hérault, del Tarn e dell'Aude, farà da prologo all'ascesa di riscaldamento, il discretamente lungo (7,9 km) ma assai pedalabile (4,2% di pendenza media) Col de l'Escargot, GPM di 3a categoria, con vetta dopo 65 km. A seguire il Col de Brassac, 4800 metri di scalata al 5,1%, preceduto di pochi chilometri dallo sprint intermedio giornaliero, quello di Saint-Pons-de-Thomières. Un nuovo tratto di relativa quiete caratterizzerà la tappa fino a 50 km circa dal termine, quando, nei pressi di Mazamet, la strada inizierà ad inerpicarsi verso i 1211 metri del Pic de Nore, di ritorno nel tracciato della Grande Boucle a due anni dall'ultima apparizione. I 16,7 km di ascesa al 5,6% presentano le pendenze più arcigne nella parte centrale, comprendente un tratto di 7 km al 7,5% fra i -13 e i -6 dalla vetta.
Dalla cima mancheranno meno chilometri rispetto a due anni fa: 35, per la precisione, di cui i primi 16 in pedalabile discesa fino a Cabrespine, e i restanti in pianura - sia pure molto scorrevole e con alcuni tratti a scendere -, sino a giungere a Rieux-Minervois, dove il Tour de France farà tappa per la prima volta. Difficile pensare ad uno scontro frontale fra i grandi della corsa, specie alla vigilia di una due-giorni pirenaica assai aspra, certamente destinata a riscrivere completamente la classifica generale. Ipotizzabile è però che qualcuno possa provare in qualche modo a sfruttare il Pic de Nore per una qualche azione almeno di disturbo, anche semplicemente volta a testare la gamba degli avversari alla vigilia di banchi di prova più esigenti.
GPM: Col de l’Escargot (3a categoria, 527 m, 7,9 km al 4,2%, km 65,2); Col de Brassac (3a categoria, 570 m, 4,8 km al 5,1%, km 82,1); Pic de Nore (1a categoria, 1211 m, 16,7 km al 5,6%, km 134,0)
TRAGUARDI VOLANTI: Saint-Pons-de-Thomières (km 76,7)
DIPARTIMENTI: Hérault (km 0-91); Tarn (km 91-132); Aude (km 132-arrivo)

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6a TAPPA: PAMIERS > HAUTACAM 261 km
In netto anticipo rispetto alla passata edizione, ecco, già al secondo sabato di gara, la prima frazione di alta montagna del Tour de France 2011, con annesso primo arrivo in salita. La sesta tappa sarà la più lunga della Grande Boucle, con i suoi 261 km, ma non sarà la distanza a rappresentare il principale motivo di interesse della giornata. Lasciata Pamiers, i corridori attraverseranno l'Ariège, la Haute-Garonne e gli Hautes-Pyrénées, dirigendosi verso Lourdes, dove, a 80 km dal traguardo, si disputeranno il primo ed unico traguardo volante di giornata. Fino a 45 km scarsi dal termine, il percorso si manterrà complessivamente pianeggiante, malgrado qualche "dislivello occulto", con la sola eccezione della Côte de Cieutat, 5 km e 200 metri di ascesa al 5% di pendenza media, con vetta dopo 154 km e mezzo dalla partenza.
Lo scenario cambierà tuttavia radicalmente allorché i corridori approcceranno l'inedito e assai arcigno Col de Spandelles, 10,2 km di salita all'8,4% che presenteranno le pendenze più impegnative nei primi 2500 metri, senza concedere tratti di respiro di durata significativa fino agli ultimi 700 metri di scalata. Dalla vetta mancheranno appena 32 km e 500 metri, sicché proprio questo colle, al debutto nell'ultracentenaria storia del Tour sui Pirenei, potrebbe rappresentare il teatro ideale per la prima battaglia fra i grandi della classifica. Dopo la vetta, inoltre, soltanto 3 km circa - quelli compresi tra la fine degli oltre 15 km di discesa e l'approccio della salita finale - saranno pianeggianti, fattore che potrebbe rappresentare un ulteriore incentivo per eventuali coraggiosi.
Quand'anche nessuno avesse forza di gambe e d'animo per muoversi sul penultimo GPM, lo scontro frontale tra i favoriti per il successo finale sarà pressoché inevitabile lungo gli ultimi 14 km della tappa, quelli che porteranno ai 1520 metri di quota di Hautacam. L'ascesa presenta una pendenza media del 7,7%, senza tratti per respirare e riprendersi da possibili momenti di affanno. Non è un caso che in tutti i precedenti arrivi in vetta alla salita che domina Argelès-Gazost i distacchi siano sempre stati significativi, e abbiano sempre visto protagonisti atleti destinati a recitare un ruolo centrale in ottica classifica generale.
GPM: Côte de Cieutat (3a categoria, 583 m, 5,2 km al 5%, km 154,5); Col de Spandelles (1a categoria, 1380 m, 10,2 km all’8,4%, km 228,6); Hautacam (Hors Catégorie, 1520 m, 14 km al 7,7%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Lourdes (km 181,3)
DIPARTIMENTI: Ariège (km 0-72); Haute-Garonne (km 72-122); Hautes-Pyrénées (km 122-arrivo)

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7a TAPPA: PAU > SAINT-JEAN-PIED-DE-PORT 196 km
Pur priva di arrivo in quota, sarà la settima frazione il vero tappone pirenaico del Tour de France 2011. Certo, nulla a che vedere con la massacrante cavalcata di Arette-Pierre-Saint-Martin dell'edizione 2010, dal momento che saranno le Alpi ad occupare la posizione di maggior rilievo nel tracciato di quest'anno, ma i 196 km che porteranno la carovana da Pau a Saint-Jean-Pied-de-Port presenteranno comunque un dislivello intorno ai 4500 metri, un GPM di 3a categoria, uno di 2a, uno di 1a e due Hors Catégorie, uno dei quali rappresenterà la salita inedita più significativa e affascinante del tracciato della Grande Boucle. Dopo una trentina di chilometri pianeggianti, gli atleti inizieranno ad assaggiare le prime pendenze lungo la strada che porterà al Col de Marie-Blanque, 11,3 km al 5,2% di pendenza media, affrontato in questa occasione dal versante più semplice, con cima poco meno di 44 km dopo la partenza. Il successivo tratto in fondovalle condurrà allo sprint intermedio quotidiano, ad Arette, dopo 68,4 km. Da lì inizierà il falsopiano a salire che condurrà all'attacco del Col de Soudet, prima ascesa Hors Catégorie di giornata, con i suoi 15 km di salita al 7,3% di media, con un tratto di 8 km al 9,4% tra i -13 e i -5 dalla vetta. In vetta mancheranno ancora poco più di 106 km.
Terminata la lunga discesa, la breve Côte de Larrau, 3 km al 7,8% di pendenza media, farà da antipasto al ben più selettivo Col de Bagargui, 9 km e 100 metri di scalata all'8,8% di pendenza media, con punte del 15%. Il GPM sarà posto a 64 km dal traguardo, facendo pertanto del Bagargui il possibile trampolino di lancio per le voglie di riscatto di chi dovesse aver deluso sull'Hautacam, e avesse recuperato forze per la seconda giornata in montagna. Terminata la discesa, contrassegnata anche da un tratto in contropendenza, un tratto di fondovalle di 25 km circa condurrà i corridori ai piedi dell'ultimo, più impegnativo e più suggestivo dei colli in programma per questa 7a tappa: il Pic de Beillurti, per la prima volta incluso nel tracciato del Tour. La scarsa lunghezza dell'ascesa - appena 7 km - sarà ampiamente compensata dalle pendenze: 11,6% la media, 21% la massima. Dati che lo rendono di fatto una sorta di muro delle Fiandre, ma con le proibitive pendenze spalmate su una distanza quintupla rispetto alle erte belghe. In cima mancheranno solamente 15 km, di cui 2 di falsopiano, 10 di discesa, e appena 3 sostanzialmente piatti, in realtà contrassegnati da una breve rampa e da una breve discesa immediatamente successiva. Una tappa che dunque potrebbe riscrivere la classifica generale maturata 24 ore prima, esaltando soprattutto le doti degli scalatori più puri e fisicamente adatti a pendenze tanto estreme.
GPM: Col de Marie-Blanque (2a categoria, 1035 m, 11,3 km al 5,2%, km 43,8); Col de Soudet (Hors Catégorie, 1540 m, 15 km al 7,3%, km 89,5); Côte de Larrau (3a categoria, 624 m, 3 km al 7,8%, km 120,1); Col de Bagargui (1a categoria, 1327 m, 9,1 km all’8,8%, km 132,0); Pic de Beillurti (Hors Catégorie, 1072 m, 7 km all’11,6%, km 180,9)
TRAGUARDO VOLANTE: Arette (km 68,4)
DIPARTIMENTI: Pyrénées-Atlantiques (km 0-arrivo)

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8a TAPPA: ORTHEZ > L'ISLE-JOURDAIN 199 km
Passata la due giorni pirenaica, i corridori troveranno, lunedì 11 luglio, una tappa adatta a rifiatare dopo le fatiche in quota, con i velocisti chiamati a riprendersi il palcoscenico dopo tre frazioni al di fuori della loro portata. Dopo il via da Place du Foirail a Orthez, gli atleti si troveranno infatti davanti un tracciato caratterizzato sì da qualche saliscendi, soprattutto nel terzo quarto di tappa, ma con una sola asperità tale da meritare un Gran Premio della Montagna, la Côte d’Arzacq-Arraziguet, 2100 metri di salita al 5,4% di pendenza media, posta dopo appena 42 km. Neppure l'apparizione del vento quale variabile impazzita sembra particolarmente probabile, così come nessun dente breve ma insidioso animerà i chilometri finali. Un'occasione dunque da non sciupare per le ruote veloci del gruppo, alla vigilia di un'altra giornata in cui ben difficilmente potranno dire la loro. Gli sprinter dovranno inoltre cercare di garantirsi punti per la maglia verde, che rischierebbe altrimenti di finire preda di qualche uomo di classifica particolarmente costante; a tal scopo potrebbe essere utile provare a conquistare anche il traguardo volante di Beaumarchés, a 97 km dal traguardo. Non è tuttavia da escludere che una fuga possa avere via libera, in virtù della stanchezza che probabilmente affliggerà molti dei gregari degli uomini veloci dopo i sei colli colli pirenaici affrontati nei due giorni precedenti.
GPM: Côte d’Arzacq-Arraziguet (4a categoria, 223 m, 2,1 km al 5,4%, km 42,1)
TRAGUARDO VOLANTE: Beaumarchés (km 102,0)
DIPARTIMENTI: Pyrénées-Atlantiques (km 0-59); Gers (km 59-arrivo)

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9a TAPPA: TOULOUSE > MILLAU - LE CADE 224 km
L'assenza di lunghe fasi di stallo nell'economia della classifica generale rappresenta una delle caratteristiche fondamentali del Tour de France 2011. A testimoniarlo, ecco, subito dopo la frazione pianeggiante post-pirenaica, questa 9a tappa dal profilo estremamente insidioso, che porterà i corridori sulle torride strade del Massiccio Centrale, dove l'afa e l'asfalto liquefatto contribuiranno ad inasprire una giornata che già le salite imporrebbero di evidenziare sul calendario. Le difficoltà saranno inoltre concentrate nell'ultima parte di gara, ad eccezione della facile Côte de Saint-Lieux-Lafenasse, 2,8 km di salita al 4,7% di pendenza media, collocata 81 km dopo la partenza dalla Allée Jean Jaurés a Toulouse, e dell'ancor più pedalabile Côte des Cayres, 3,4 km al 3,6%, posta poco dopo metà percorso.
Gli ultimi 70 km scarsi di gara saranno caratterizzati da ben 4 GPM. La Côte de Tiergues, che i corridori troveranno subito dopo il traguardo volante di Saint-Affrique, con i suoi 6,5 km al 4,4% di media, farà quasi da riscaldamento, mentre già il Col de Vernhette - 14,1 km al 5% di pendenza media - dovrebbe produrre una prima significativa scrematura nel plotone. Dalla vetta mancheranno ancora 38 km: troppi, probabilmente, per assistere ad azioni da parte dei migliori, anche se ad agevolare eventuali coraggiosi potrebbe pensare la pressoché totale assenza di pianura dal GPM al traguardo. La lunghissima discesa sarà infatti inframezzata dalla Côte d’Azinières, 3100 metri di ascesa al 4,6% di pendenza media, e, giunti a Millau, i corridori attraverseranno la città da Ovest a Est, per poi uscirne e inerpicarsi verso il traguardo di Le Cade, posto al termine di una salita di 7 km e 800 metri al 6,1% di pendenza media. Una salita certamente non comparabile ai grandi colli alpini e pirenaici, ma altrettanto certamente troppo lunga e selettiva, con punte del 12% ad un paio di chilometri dal termine, per non stuzzicare la fantasia di qualche uomo di classifica adatto a finali di questo genere. La prospettiva della facile frazione del giorno successivo e il chilometraggio impegnativo potrebbero costituire ulteriori incentivi per un attacco da parte di un nome altisonante.
GPM: Côte de Saint-Lieux-Lafenasse (4a categoria, 344 m, 2,8 km al 4,7%, km 81,2); Côte des Cayres (4a categoria, 757 m, 3,4 km al 3,6%, km 115,8); Côte de Tiergues (3a categoria, 610 m, 6,5 km al 4,4%, km 162,6); Col de Vernhette (2a categoria, 1029 m, 14,1 km al 5%, km 185,8); Côte d’Azinières (4a categoria, 756 m, 3,1 km al 4,6%, km 202,8); Le Cade (2a categoria, 835 m, 7,8 km al 6,1%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Saint-Affrique (km 156,5)
DIPARTIMENTI: Haute-Garonne (km 0-35); Tarn (km 35-113); Aveyron (km 113-arrivo)

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10a TAPPA: MILLAU > NíŽMES 172,5 km
Stretta tra due frazioni estremamente significative, ecco un'altra occasione per i velocisti. Una chance che gli sprinter dovranno tassativamente cogliere, dal momento che, dopo questa frazione, in programma per mercoledì 13 luglio, dovranno attendere lunedì 18 per riprendersi la scena. La missione di tenere cucita la corsa non dovrebbe rivelarsi particolarmente ardua per le squadre interessate a farlo, malgrado due GPM nella prima fase che potrebbero consentire alle fughe di prendere un certo margine. Fra queste, la prima, la Côte d’Issis, 2,3 km al 5,1% di pendenza media, risulterà certamente meno impegnativa della seconda, la Côte de Saint-Pierre-du-Courgeas, con i suoi 8 km e 400 metri al 4,5%. Successivamente, la sola Côte de Sauclières, 4700 metri di scalata al 5,4%, e due strappetti nei chilometri immediatamente successivi, neppure contrassegnati da Gran Premi della Montagna, interromperanno un canovaccio fatto sostanzialmente di sola pianura.
Non è da escludere che le formazioni dei velocisti possano cercare di chiudere sui fuggitivi con largo anticipo, nel tentativo di garantire ai propri sprinter la chance di giocarsi anche il traguardo volante di Saint-Hyppolyte-de-Fort, posto a 52 km dal traguardo. Nessuna insidia particolare caratterizzerà i chilometri finali, anche se a rendere estremamente suggestivo l'epilogo penserà l'incantevole scenario dell'Arena di Nîmes, di fronte alla quale sarà collocato lo striscione d'arrivo.
GPM: Côte d’Issis (4a categoria, 493 m, 2,3 km al 5,1%, km 7,8); Côte de Saint-Pierre-du-Courgeas (3a categoria, 784 m, 8,4 km al 4,5%, km 26,9); Côte de Sauclières (3a categoria, 789 m, 4,7 km al 5,4%, km 60,5)
TRAGUARDO VOLANTE: Saint-Hippolyte-de-Fort (km 120,7)
DIPARTIMENTI: Aveyron (km 0-47); Gard (km 47-arrivo)

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11a TAPPA: NíŽMES > MONT VENTOUX 159 km
Come già avvenuto dopo l'uscita dai Pirenei, ad una tappa di relativa tranquillità segue subito un ritorno su terreni ben poco consoni ai velocisti. Protagonisti di questa 11a tappa saranno infatti gli uomini di classifica, chiamati ad affrontare il secondo arrivo in salita della Grande Boucle, forse il più impegnativo a livello di sola ascesa finale.
Non è da escludere che una fuga possa anche arrivare a giocarsi il successo parziale, dal momento che le squadre dei velocisti non potranno sperare di portare gli sprinter a giocarsi il traguardo di tappa (anche se non è da escludere che qualcuno possa andare in caccia dello sprint intermedio di Nyons, posto a 59 km dal traguardo), e al contempo quelle dei big difficilmente imporranno un ritmo forsennato, considerando che l'ascesa finale non sarà preceduta da alcun GPM su cui provare a produrre una prima selezione. Certo, non è da escludere che qualche uomo di classifica miri anche a conquistare un traguardo prestigioso come quello del Gigante della Provenza, e in tal senso potrebbero giovare agli inseguitori i lievi saliscendi immediatamente precedenti l'inizio della salita conclusiva. Proprio quest'ultima rappresenterà il fulcro dell'intera frazione, con i suoi 21 km di ascesa al 7,5% di pendenza media. Superati i primi chilometri decisamente pedalabili, saranno i 9 km al 9,4% dal km 7 al km 16 di salita a vedere verosimilmente l'inizio delle ostilità fra i grandi del Tour, che spareranno poi le ultime cartucce nei chilometri forse più spettacolari del Tour, sulla pietraia che condurrà ai 1912 metri del Mont Ventoux. Un tratto caratterizzato da pendenze lievemente più agevoli fino all'ultimo chilometro, che tornerà invece a presentare una pendenza dell'11%.
Sarà questo senz'altro uno degli appuntamenti più attesi della Grande Boucle, non a caso collocato il 14 luglio, nel giorno della festa nazionale francese. Un motivo in più per attendersi uno spettacolo di pubblico a bordo strada, oltre a quello, più che probabile, che si sperano i corridori offrano nella sfida per la maglia gialla.
GPM: Mont Ventoux (Hors Catégorie, 1912 m, 21 km al 7,5%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Nyons (km 99,7)
DIPARTIMENTI: Gard (km 0-47); Vaucluse (km 47-87); Drôme (km 87-111); Vaucluse (km 111-arrivo)

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GIORNO DI RIPOSO

12a TAPPA: (cronometro individuale) CHARLEVILLE-Mí‰ZIíˆRES > CHARLEVILLE-Mí‰ZIíˆRES 40,5 km
Posticipata di quasi una settimana rispetto alla passata edizione, il 16 luglio il Tour de France si troverà ad affrontare la prima lunga cronometro individuale, lungo un percorso piuttosto abbastanza mosso, ma che non dovrebbe impedire agli specialisti di far valere le proprie qualità, rifacendosi almeno in parte di quanto perso sulle montagne sin qui affrontate, ed eventualmente mettendo da parte una dote in ottica alpina.
Dopo la partenza, situata in Avenue d'Arches, gli atleti intraprenderanno una prima lieve ascesa verso Saint-Laurent, su pendenze agevoli che potrebbero finire per agevolare i re delle prove contro il tempo. Molto meno dolce la discesa verso Aiglemont, cui seguirà un tratto molto scorrevole che terminerà con l'intermedio di Nouzonville, 13 km scarsi dopo il via. Un'altra salitella dalle pendenze molto morbide, seguita ancora da una discesa più ripida, farà da prologo ai 7 km da lungo rapporto tra i -22 e i -15, durante i quali, a 19 km e mezzo dal termine, gli atleti transiteranno dal secondo intermedio, a Bogny-sur-Meuse. L'ascesa più significativa di giornata sarà quella verso i 353 metri della Côte de Monthermé, 3,7 km al 5,4%, con vetta a 11,5 km dal traguardo, in cima alla quale sarà posto il terzo ed ultimo intermedio, e saranno assegnati punti GPM agli atleti più rapidi nel percorrerla. Dopo il culmine dell'ascesa, i corridori si troveranno di fronte 3 km pianeggianti, prima di intraprendere la pedalabilissima discesa che li porterà ancora a Charleville-Mézières, dove la tappa terminerà in Quai Jean Charcot.
GPM: Côte de Monthermé (4a categoria, 353 m, 3,7 km al 5,4%, km 29,0)
INTERMEDI: Nouzonville (km 12,9); Bogny-sur-Meuse (km 21,0); Côte de Monthermé (km 29,0)
DIPARTIMENTI: Ardennes (km 0-arrivo)

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13a TAPPA: MAUBERGE > MUR DE HUY (BEL) 239 km
Sarà il Belgio ad ospitare il primo ed unico traguardo straniero di questa edizione della Grande Boucle, e lo farà in un contesto estremamente suggestivo e di grande interesse tecnico. La 13a tappa vedrà infatti quale giudice supremo il Mur de Huy, la salita simbolo della Freccia Vallone, ascesa che dovrebbe essere di per sé sufficiente a garantire attesa e spettacolo in vista della giornata di domenica 17 luglio. Sarebbe tuttavia un errore ridurre l'intera frazione alla sola erta conclusiva, dal momento che saranno ben nove i GPM in programma, otto dei quali concentrati negli ultimi 105 km di gara.
Lasciata Mauberge, la corsa entrerà in Belgio dopo 20 km circa, rimanendo su strade altimetricamente tranquille per circa 135 km, con la sola eccezione della Côte de Dinant, 2400 metri di salita al 5,4% di pendenza media. Lo scenario muterà radicalmente dopo aver superato il comune di Vieuxville, pochi chilometri dopo il traguardo Volante di Bomal, posto a 109 km dal termine. Sarà allora che la micidiale serie di 8 salite in 105 km avrà inizio, anche se la prima di queste, la Côte de Ville, sarà utile quasi esclusivamente come antipasto, con i suoi 4,9 km al 3,7%. Ben diverso però il discorso relativo alla seconda terza ascesa in programma, la breve (1,7 km) ma terribile (9,5% di pendenza media) Côte de la Redoute, uno dei totem della Liegi-Bastogne-Liegi. Dalla vetta mancheranno ancora 86 km. Dopo 11 di questi, i corridori transiteranno quindi sulla Côte de Rouvreux, 2 km e 400 metri al 5,7% di media, seguita dalla Côte de Fraiture, 2,8 km al 4,6% con vetta a 66 km dal termine. Superata questa difficoltà, i corridori potranno respirare nei 30 km circa successivi, fino a quando, al km 204, approcceranno la Côte du Bois du Chêneux, 2100 metri di ascesa al 5,2% di pendenza media, con vetta ai -33.
Un'altra fase di relativa tranquillità caratterizzerà i successivi 20 km abbondanti di gara, fino a 12 km dal traguardo. Sarà allora che la corsa entrerà definitivamente nel vivo, con i 2,4 km al 5,1% della Côte de Saint-Léonard, la cui sommità sarà a 10 km scarsi dalla linea d'arrivo. Neppure il tempo di abituarsi alla discesa, che subito la strada tornerà ad impennarsi sotto le ruote dei corridori, in direzione dei 238 metri della Côte de Thier de Huy, 1400 metri di scalata al 9% di pendenza media. Dalla vetta mancheranno 6 km e 800 metri, i primi due dei quali in discesa. Un breve tratto pianeggiante condurrà quindi ai 1300 metri conclusivi, quelli che vedranno la corsa inerpicarsi lungo le mitiche rampe del Mur de Huy, le cui pendenze (9,8% la media) autorizzano a pensare che anche qualche grosso calibro possa cercare di approfittare delle difficoltà della giornata. Una frazione che dunque non può nel complesso essere comparata ad un tappone alpino, ma che si presta a possibili imboscate, magari con il supporto di una squadra all'altezza, e che potrebbe offrire terreno fertile per chi si presenterà al via armato di buone gambe e grande coraggio.
GPM: Côte de Dinant (4a categoria, 233 m, 2,4 km al 5,4%, km 80,3); Côte de Ville (4a categoria, 331 m, 4,9 km al 3,7%, km 138,7); Côte de la Redoute (3a categoria, 292 m, 1,7 km al 9,5%, km 153,1); Côte de Rouvreux (4a categoria, 264 m, 2,4 km al 5,7%, km 164,2); Côte de Fraiture (4a categoria, 237 m, 2,8 km al 4,6%, km 173,2); Côte du Bois du Chêneux (4a categoria, 183 m, 2,1 km al 5,2%, km 206,1); Côte de Saint-Léonard (4a categoria, 204 m, 2,4 km al 5,1%, km 229,3); Côte de Thier de Huy (3a categoria, 238 m, 1,4 km al 9%, km 232,2); Mur de Huy (3a categoria, 204 m, 1,3 km al 9,8%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Bomal (km 130,3)
DIPARTIMENTI: Nord (km 0-20); Wallonie (km 20-arrivo)

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14a TAPPA: LA ROCHE-EN-ARDENNE (BEL) > METZ 185,5 km
Dopo una due giorni altamente significativa per la classifica generale, pur in assenza di montagne particolarmente selettive, il palcoscenico tornerà verosimilmente appannaggio dei velocisti in questa 14a frazione, che segnerà l'ingresso ufficiale nella terza settimana del Tour de France 2011.
La presenza di un GPM dopo 3 km e mezzo di gara - la Côte de Thimont, 2700 metri di ascesa al 5,6% di pendenza media - potrebbe agevolare un tentativo di fuga molto precoce, che potrebbe poi essere favorito dall'altimetria discretamente nervosa del primo terzo di tappa, comprendente il secondo Gran Premio della Montagna di giornata, la Côte de Martelange, 2,7 km di salita al 4%, posta dopo 53 km. Superato il traguardo volante di Saint-Léger, a 103 km dalla conclusione, i corridori scavalcheranno l'ultima asperità degna di GPM poco prima del km 99 di gara, quando i 2 km e 600 metri al 4,9% della Côte de Tellancourt assegneranno gli ultimi punti per la classifica scalatori di questa frazione, in corrispondenza con il rientro in Francia della corsa.
Da quel momento in poi, le squadre dei velocisti non dovrebbero avere difficoltà ad imporre andature elevatissime e a ricucire sui battistrada, in virtù della pressoché totale assenza di salite. L'unica variazione sul tema sarà costituita dai lievissimi saliscendi tra i -25 e i -11 all'arrivo, che appaiono comunque decisamente poca cosa per poter pensare ad un'azione decisiva da parte di qualche coraggioso. Altamente probabile, pertanto, uno sprint a ranghi compatti in Boulevard de Trèves a Metz, che riconsegnerà la scena ai velocisti dopo tre tappe decisamente fuori dalla loro portata.
GPM: Côte de Thimont (4a categoria, 382 m, 2,7 km al 5,6%, km 3,5); Côte de Martelange (4a categoria, 485 m, 2,7 km al 4%, km 53,1); Côte de Tellancourt (4a categoria, 375 m, 2,6 km al 4,9%, km 98,7)
TRAGUARDO VOLANTE: Saint-Léger (km 82,5)
DIPARTIMENTI: Wallonie (km 0-99); Meurthe-et-Moselle (km 99-114); Meuse (km 114-148); Meurthe-et-Moselle (km 148-164); Moselle (km 164-arrivo)

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15a TAPPA: TOUL > BESANí‡ON 196,5 km
Sarà un'altra giornata consacrata alla pianura quella del 19 luglio, anche se i 2000 metri conclusivi obbligheranno i corridori a considerare questa 15a frazione ben diversamente rispetto alla precedente.
Dopo un trasferimento di una sessantina di chilometri fino a Toul, i corridori si muoveranno attraverso i dipartimenti della Meurthe-et-Moselle, dei Vosges, della Haute-Marne e della Haute-Saône lungo un tracciato talora mosso, ma complessivamente pianeggiante, che dovrebbe consentire a chi avesse interesse nel tenere la corsa cucita un discreto controllo della gara. Lo scenario cambierà lievemente nei 20 km conclusivi, quelli che si svilupperanno nel dipartimento del Doubs, anche se i saliscendi non rappresenteranno certamente ostacoli insormontabili per i velocisti.
Se fino a questo momento il canovaccio parrebbe esattamente quello destinato a portare ad un classico sprint a ranghi compatti, a cambiare radicalmente l'economia della frazione penserà l'unico GPM di giornata, posto proprio in corrispondenza dell'arrivo. Giunti a Besançon, che ospiterà per la diciassettesima volta un arrivo di tappa della Grande Boucle, a sette anni di distanza dalla cronometro individuale con partenza e arrivo in città disputata nel 2004, i corridori dovranno infatti affrontare i 2000 metri di scalata verso la sommità della Côte de Bregille, che presenteranno una pendenza media del 5,5%. Certo, le rampe saranno tutt'altro che proibitive, ma almeno i 450 metri iniziali della salita, con pendenze del 7-8%, e i 200 metri al 9% circa tra i -700 e i -500 all'arrivo dovrebbero tagliare fuori i velocisti più puri, e offrire terreno fertile ai Freire, Gilbert e Vinokourov della situazione. Chi avrà interesse ad escludere dalla battaglia gli sprinter puri dovrà cercare di inasprire l'andatura prima della volata finale, dal momento che la strada spianerà negli ultimi 200 metri circa. Attenzione comunque anche al lieve falsopiano dei metri finali, che potrebbe appesantire le gambe di chi avesse lanciato prematuramente la sua progressione.
GPM: Besançon - Côte de Bregille (4a categoria, 362 m, 2 km al 5,5%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Jussey (km 115,0)
DIPARTIMENTI: Meurthe-et-Moselle (km 0-19); Vosges (km 19-59); Haute-Marne (km 59-66); Vosges (km 66-97); Haute-Marne (km 97-104); Haute-Saône (km 104-176); Doubs (km 176-arrivo)

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16a TAPPA: BESANí‡ON > BOURG-EN-BRESSE 156,5 km
In anticipo rispetto alla tradizione del Tour de France, ecco, a metà della settimana conclusiva, l'ultima occasione per i velocisti. Dopo la partenza in Avenue Elisée Cusenier, senza trasferimenti dopo l'arrivo del giorno precedente, i corridori percorreranno la finta pianura dei dipartimenti del Doubs e del Jura, in realtà costellata di brevi strappi e altrettanti brevi discese, che potrebbero consentire alla probabile fuga di acquisire un margine significativo. Questi saliscendi faranno da prologo alla Côte de Plasne, unica vera ascesa di giornata, contrassegnata da un Gran Premio della Montagna di 3a categoria, in virtù dei suoi 5500 metri di scalata al 5,1% di pendenza media. Dalla vetta mancheranno però oltre 90 km, decisamente troppi perché qualcuno possa pensare di farne un trampolino di lancio per un imboscata.
Il GPM non sarà seguito dalla classica discesa, bensì da un tratto pianeggiante di una ventina scarsa di chilometri. Soltanto al termine di questo gli atleti troveranno 7 km di picchiata verso Perrigny, località a poca distanza da Lons-le-Saunier, dove i corridori transiteranno al chilometro 89,2 di gara per il traguardo volante giornaliero. La discesa immetterà di fatto in un tratto pianeggiante che caratterizzerà la tappa sino alla sua conclusione, a Bourg-en-Bresse, in Boulevard Paul Bert. Difficile pensare che le squadre degli sprinter si lascino sfuggire un'occasione tanto ghiotta di regalare ai loro leader un'ultima chance di successo, rinunciando a prolungare il loro Tour de France, già decurtato nella fase finale dalla forte posticipazione delle salite alpine.
GPM: Côte de Plasne (3a categoria, 574 m, 5,5 km al 5,1%, km 63,1)
TRAGUARDO VOLANTE: Lons-le-Saunier (km 89,2)
DIPARTIMENTI: Doubs (km 0-31); Jura (km 31-105); Saône-et-Loire (km 105-110); Jura (km 110-121); Saône-et-Loire (km 121-128); Jura (km 128-135); Ain (km 135-arrivo)

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17a TAPPA: OYONNAX > LA CLUSAZ - CRíŠT DU MERLE 209 km
Non contemplerà forse nomi leggendari della storia del ciclismo, non includerà Galibier, Alpe d'Huez o Madeleine, non affronterà le pendenze estreme di un Puy de Dome, ma la 17a tappa del Tour de France 2011, 209 km da Oyonnax alla Crêt du Merle sopra La Clusaz non ha globalmente nulla da invidiare alle più selettive cavalcate alpine.
Basteranno pochissimi chilometri ai corridori per iniziare a scaldare i motori in vista delle grandi montagne, con il GPM di 3a categoria della Côte d’Echallon, 6,4 km al 6,5% di pendenza media, collocata dopo appena 8200 metri dalla partenza. Dopo una pedalabile discesa di una dozzina di chilometri, gli atleti si troveranno di fronte un tratto di 50 km privo di GPM ma ben lungi dall'essere pianeggiante, con almeno quattro sezioni in ascesa non premiate con punti per la classifica della maglia a pois, che includerà anche il lo sprint intermedio di Saint-Julien-en-Genevois. L'alternanza tra brevi e complessivamente dolci ascese e analoghe discese terminerà però bruscamente a circa un terzo di gara, quando la carovana intraprenderà la prima grande salita di giornata, verso i 1286 metri del GPM di 1a categoria del Mont Salève, 10 km e mezzo al 7,7%. Dalla cima mancheranno quasi 130 km al traguardo, ma non c'è dubbio che un colle di tale difficoltà non mancherà di restare nelle gambe dei corridori, e anzi non è da escludere che atleti desiderosi di sconvolgere la generale possano proprio qui iniziare a giocare le loro carte, magari avvalendosi del supporto di qualche compagno spedito in fuga nelle battute iniziali.
Certo, la successiva discesa di una dozzina di chilometri e i 25 km circa di pianura che seguiranno la cima potrebbero scoraggiare anche i più intraprendenti, ma a stuzzicare la fantasia dei coraggiosi provvederà comunque l'erta successiva, il Col de la Ramaz, con i suoi 14 km al 7% di media. Questa volta dalla vetta mancheranno poco più di 70 km, e - cosa ancora più importante - pochissimi di questi saranno pianeggianti. Alla picchiata su Taninges seguirà infatti quasi immediatamente la Côte de Chí¢tillon-sur-Cluses, 2100 metri di scalata al 5,1% di pendenza media con cima ai 53 dal traguardo, e soprattutto ad appena 8 dall'inizio della successiva e ben più impegnativa salita. Salita che risponde al nome di Col de Romme, 9 km e 300 metri di ascesa all'8,8% di pendenza media e punte del 13%, con cima posta ad appena 35 km dalla conclusione.
Dopo la vetta, un brevissimo tratto di discesa introdurrà i corridori alla penultima scalata di giornata, il Col de la Colombière, 7,5 km all'8,5%, con GPM collocato a 22 km abbondanti dalla linea bianca. Un quantitativo abbastanza esiguo da rendere pressoché certi degli attacchi da parte dei grossi calibri, che potrebbero poi avere modo di dilatare quanto acquisito, dopo la discesa su Le Grand-Bornand, lungo i 9200 metri finali, quelli che porteranno alla Crêt du Merle, per una pendenza media del 6,6%. Un dato probabilmente non particolarmente inquietante, ma che risulta dalla combinazione di una prima metà di scalata decisamente pedalabile e di una seconda che, dopo oltre 200 km su e giù per i colli alpini, potrebbe rivelarsi micidiale. I 4,8 km finali presentano infatti una pendenza media dell'8,9%, con addirittura un picco del 17% appena dopo il triangolo rosso dell'ultimo chilometro.
Una tappa che ben difficilmente lascerà alla classifica una fisionomia inalterata, con i suoi 3 GPM di 1a categoria nei 45 km finali, senza un metro di pianura. Se qualcuno saprà trovare il coraggio di osare, accettando il rischio di pagare sulle montagne dei giorni successivi, proprio in questo giovedì 21 luglio il Tour potrebbe trovare il suo eroe.
GPM: Côte d’Echallon (3a categoria, 972 m, 6,4 km al 6,5%, km 8,2); Mont Salève (1a categoria, 1286 m, 10,5 km al 7,7%, km 83,2); Col de la Ramaz (1a categoria, 1621 m, 14 km al 7%, km 136,5); Côte de Chí¢tillon-sur-Cluses (4a categoria, 737 m, 2,1 km al 5,1%, km 156,2); Col de Romme (1a categoria, 1297 m, 9,3 km all’8,8%, km 173,9); Col de la Colombière (1a categoria, 1613 m, 7,5 km all’8,5%, km 186,7); Crêt du Merle (1a categoria, 1482 m, 9,2 km al 6,6%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: Saint-Julien-en-Genevois (km 69,8)
DIPARTIMENTI: Ain (km 0-35); Haute-Savoie (km 35-arrivo)

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18a TAPPA: THí”NES > SAINT-LAURENT-DU-PONT 161,5 km
Stretta tra due frazioni alpine da oltre 5000 metri di dislivello, più di 200 km e arrivo in quota, questo secondo appuntamento del trittico di montagna destinato a decidere in buona parte il destino del Tour de France 2011 potrebbe apparire interlocutorio, una giornata da concedere ai comprimari in attesa dell'ultimo scontro frontale fra i grandi. Il profilo altimetrico meno inquietante non deve però trarre in inganno, poiché anche questa 18a frazione nasconde più di un'insidia; abbastanza da offrirsi quale teatro di battaglia per la maglia gialla.
Se i primi 100 km scarsi saranno infatti all'insegna di una probabile quiete, con il solo traguardo volante di Chambéry, possibile preda per i velocisti, ad offrire uno spunto d'interesse, gli ultimi 65 km ne comprenderanno circa 25 di salita, con pendenze sufficienti a minacciare di incidere sulla classifica generale. La prima ascesa in programma, con vetta a 54 km dal traguardo, sarà il Col de Marcieu, con i suoi 12,5 km al 6,5% di pendenza media. Un'ascesa caratterizzata da una marcata struttura a gradoni: 1900 metri al 7,4% per cominciare, seguiti da 400 metri di scarico, e quindi da 3,4 km al 10,9%; 1300 metri di respiro, 2 km e mezzo di salita pedalabile (4,6%), 500 metri di discesa, un chilometro oltre il 10% e altri 1500 metri al 6,9% per scollinare. Dopo la discesa, un tratto di fondovalle di una decina di chilometri introdurrà all'ultima e più impegnativa erta di giornata, quella verso i 1434 metri del Col du Coq, 12,8 km di ascesa all'8,5%. Un colle ben distante dagli sbalzi di pendenza del precedente, ma caratterizzato dalla regolarità sfiancante delle sue rampe, che negli ultimi 8 km si mantengono costantemente fra l'8 e il 10%. In cima mancheranno ancora 22 km per arrivare a Saint-Laurent-du-Pont. Chilometri prevalentemente in discesa, ma che, alla luce dei numerosi tratti pedalabili o in contropendenza, finiranno certamente per favorire gli atleti usciti meglio dal Col du Coq, consentendo loro di dilatare il margine o di ricucirlo, anche in proporzioni significative.
GPM: Col de Marcieu (1a categoria, 1065 m, 12,5 km al 6,5%, km 107,1); Col du Coq (Hors Catégorie, 1434 m, 12,8 km all’8,5%, km 139,2)
TRAGUARDO VOLANTE: Chambéry (km 69,2)
DIPARTIMENTI: Haute-Savoie (km 0-42); Savoie (km 42-84); Isère (km 84-arrivo)

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19a TAPPA: GRENOBLE > SERRE CHEVALIER - COL DU GRANON 237 km
Si chiude in grande stile la tre-giorni alpina che segnerà la fase più calda del Tour de France: 237 km, 4 GPM di cui 3 Hors Catégorie e uno di 1a categoria, ben oltre 5000 metri di dislivello, che andranno affrontati con addosso la fatica dei precedenti 19 giorni di gara, e freschi di altre due provanti giornate di montagna.
La frazione dovrebbe scorrere via liscia per circa 95 km, fino al traguardo volante di La Chambre, probabilmente ultima occasione per i velocisti di mettere da parte punti per la maglia verde. Dopo lo sprint intermedio, una tappa fino ad allora quasi totalmente pianeggiante si trasformerà in un inferno di rampe, ascese interminabili e discese a picco, a cominciare dai 22,8 km che porteranno ai 2067 metri del Col de la Croix-de-Fer, primo GPM di giornata. Dopo un primo tratto di assestamento attorno al 5-6%, la salita si farà subito impegnativa, con 7 km al 7,5% che potrebbero già offrire terreno favorevole a chi volesse infiammare immediatamente la corsa, verosimilmente con il forcing di qualche compagno di squadra o mandando in avanscoperta una possibile testa di ponte. Dopo 3 km più agevoli, 9 km abbondanti all'8,6% provvederanno a generare un'ulteriore selezione in gruppo, prima di una breve spianata, successiva al transito dal Col du Granon (a 3 km scarsi dalla Croix-de-Fer), e di altri 2 km e mezzo circa al 6-7%. In vetta si sarà sostanzialmente a metà percorso (119 km alle spalle, 118 ancora da affrontare). I primi 30 circa saranno sostanzialmente in discesa, anche se con un paio di tratti in contropendenza che spezzeranno lo spazio di respiro prima dei 15 km scarsi di pianura fino a Saint-Michel-de-Maurienne.
Sarà allora che il Tour conoscerà l'infilata di salite più celebre di Francia: Col du Télégraphe e Col du Galibier in rapida successione. Il primo vedrà 11,8 km al 7,3% di media, con andamento piuttosto regolare, almeno fino all'ultimo chilometro, che vedrà un'impennata delle pendenze fino al 9-10%. Dopo la vetta, posta a 64 km dal traguardo, i corridori avranno solamente 5 km di spazio per recuperare, primo dei celeberrimi 18,1 km al 6,9% che porteranno ai 2645 metri di quota del Col du Galibier, Souvenir Henri Desgrange del Tour 2011 come cima più alta delle tre settimane. Se nessun grande della classifica dovesse essersi mosso prima, è pressoché certo che la corsa esploderà negli 8 km finali di questa scalata, con la loro pendenza media dell'8,4%, proprio là dove l'aria inizia a farsi rarefatta e la quota inizia a diventare un fattore significativo. In vetta mancheranno 41 km per giungere in vetta al Granon. I primi 30 circa saranno in discesa, anche se di fatto solamente i primi 8 km e mezzo, quelli che porteranno al Col du Lautaret, possono essere considerati tecnici. Il tratto successivo, fino all'attacco dell'ascesa finale, costringerà invece a pedalare a fondo, e potrebbe dilatare o ridurre anche sensibilmente i distacchi creatisi sul Galibier, a seconda della composizione dei gruppetti e della forza residua nelle gambe degli atleti.
Quest'ultimo sarà invece il solo elemento davvero determinante negli ultimi 11,5 km di questa 19a tappa, quelli che porteranno al quarto, ultimo, più alto e più impegnativo arrivo in salita di questo Tour de France, posto ai 2413 metri del Col du Granon. La salita è caratterizzata da pendenze piuttosto regolari, costantemente intorno al 9-10%, fino all'unica, breve parziale spianata degli ultimi 500 metri (media del 6,6%). Un colle tremendo, che già nell'unico precedente sulle strade della Grande Boucle, nel 1986, causò distacchi estremamente pesanti; degna conclusione di una tappa che potrebbe anche sconvolgere i verdetti maturati nei primi 19 giorni di gara.
GPM: Col de la Croix-de-Fer (Hors Catégorie, 2067 m, 22,8 km al 7%, km 118,9); Col du Télégraphe (1a categoria, 1566 m, 11,8 km al 7,3%, km 172,8); Col du Galibier (Souvenier Henri Desgrange, Hors Catégorie, 2645 m, 18,1 km al 6,9%, km 195,7); Col du Granon (Hors Catégorie, 2413 m, 11,5 km al 9,2%, arrivo)
TRAGUARDO VOLANTE: La Chambre (km 94,5)
DIPARTIMENTI: Isère (km 0-42); Savoie (km 42-196); Hautes-Alpes (km 196-arrivo)

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20a TAPPA: (cronometro individuale) VERSAILLES > PARIS - CHAMPS-í‰LYSí‰ES 26,5 km
Non si chiuderà con la tradizionale passerella sui Campi Elisi il Tour de France 2011, bensì con una tappa ancora potenzialmente in grado di modificare la classifica generale in maniera piuttosto significativa. Mossa proprio dalla volontà di evitare un finale di Grande Boucle scontato, ASO ha scelto per questa edizione un finale a cronometro, con 26 km e mezzo contro il tempo che saranno la corte di ultima istanza del Tour de France.
La partenza sarà la più tradizionale e affascinante tra quelle possibili per un finale a cronometro, con la pedana posta proprio dinanzi alla reggia di Versailles, in Avenue de Paris. I corridori si dirigeranno quindi verso Viroflay, Chaville, Sèvres e Meudon, prima di iniziare a costeggiare la Senna, di sfilare accanto alla Tour Eiffel, di attraversare l'Esplanade des Invalides, di percorrere Boulevard Saint-Germain e di passare sulla Rive Droite attraverso il Pont Neuf. A quel punto, percorsa Rue de Rivoli e transitati all'ombra dell'Obélisque de Louxor in Place de la Concorde, i corridori concluderanno gli oltre 3600 km di fatica, come da tradizione, in Avenue des Champs-Elysées, questa volta senza il classico circuito che contraddistingue gli arrivi in linea. Nel complesso, si tratta di una cronometro priva di difficoltà altimetriche, che dovrebbe quindi offrire agli specialisti delle prove contro il tempo la possibilità di compensare almeno in parte quanto potrebbero aver pagato nelle tre giornate precedenti. Non ci sarà chiaramente spazio per recuperi di svariati minuti, ma, in caso di lotta per la maglia gialla ancora aperta nel finale di Tour, come è avvenuto nelle ultime edizioni, un finale thriller appare più che possibile.
GPM: /
INTERMEDI: Sèvres (km 7,8); Paris – Tour Eiffel (km 16,6)
DIPARTIMENTI: Yvelines (km 0-5); Hauts-de-Seine (km 5-12); Paris (km 12-arrivo)

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Km totali: 3606,4
Tappe di alta montagna: 6
Tappe di media montagna/collina: 4
Tappe pianeggianti: 8
Cronometro individuali: 3 (2+prologo)
Km a cronometro: 69,9
GPM HC: 8
GPM 1a categoria: 11
GPM 2a categoria: 6
GPM 3a categoria: 18
GPM 4a categoria: 26
GPM totali: 69

Credits:
Progetto: Alexis Hemme Méas, Mathieu La Sègue
Planimetrie e Altimetrie: Alexis Hemme Méas
Presentazione delle Tappe: Mathieu La Sègue
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Gigilasegaperenne
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Re: Percorso 2011

Messaggio da Gigilasegaperenne »

Percorso 2011 - Il processo

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Bulbarelli: Buonasera.............. da............................. Parigi, gentili amici...................... telespettatori. Vi parliamo a poche ore dalla presentazione del tracciato della Grande Boucle 2011, sulla quale i nostri opinionisti si apprestano a pronunciarsi. Qui accanto a me Marino Bartoletti.

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Marino: Veramente io non sono proprio accanto a te, Auro. Accanto a te c'è una teglia di melanzane alla parmigiana grossa come un dipartimento.
Bulbarelli: Marino, sono stufo di questa tua ironia sulla mia alimentazione.
Marino: Se è per quello credo che anche le molle del tuo materasso siano stufe di dover sopportare una pressione che neanche se gli avessero costruito sopra l'Empire State Building, ma non per questo ne fanno un dramma.
Bulbarelli: Marino, ora basta. E comunque io dormo su un materasso ad acqua.
Marino: Date le dimensioni, io parlerei più di laghi artificiali.
Bulbarelli: Ora stai esagerando.
Marino: E' la stessa frase che tutti i ristoratori ti ripetono al 22° antipasto?
Bulbarelli: Ok, ora basta, veniamo al percorso. Marino, un parere?
Marino: Avrei il massimo piacere nel poter spendere il mio mirabile eloquio nel commento del significativo frangente di sport che abbiamo poc'anzi vissuto, ma mi vedo costretto ad ammettere che le mie pupille, di loro non certo offuscate come quelle della Silva cantata da D'Annunzio in "Marzo 1821", immortale romanzo di formazione, capostipite del genere del romanzo storico della Russia del '600, non hanno potuto posarsi su quello che nei mesi a venire sarà il teatro della più agognata tenzone ciclistica.
Bulbarelli: Eh?
Marino: Non ho visto la presentazione.
Bulbarelli: E che cazzo hai fatto allora?
Marino: Sono andato a far visita ad una gentile signora.
Bulbarelli: Una mignotta?
Marino: Proprio così.
Bulbarelli: E almeno ne è valsa la pena?
Marino: Decisamente. Jarod Parker non tradisce mai.
Bulbarelli: Eh?
Marino: Niente, niente.
Bulbarelli: Davide Cassani, vuoi offrirci un commento più serio?
Cassani: Sì, devo dighe che mi sembga un tgacciato equilibgato, sicugamente spettacolaghe. La tghe giog-ni alpina sicugamente sagà spettacolaghe, con la tappa del G-ganon su tutte. Potenzialmente tghilling il finale a c-gonometgo, anche se lì molto dipendegà da quanto la cogsa sagà ancoga apegta pghima dell'ultima fgazione.
Bulbarelli: Parole sante, Davide.
Marino: A capirle...
Bulbarelli: Marino, il difetto di pronuncia di Davide può dirsi trascurabile.
Marino: Senz'altro, che sarà mai per un telecronista rendere incomprensibili tutte le parole che comprendono una o più erre?
Bulbarelli: I discorsi di Davide si capiscono benissimo.
Marino: Sì, fino a "Isola 2000" sono chiarissimi.
Bulbarelli: Marino, smettila di denigrare i tuoi colleghi. Piuttosto, chiederei una parentesi storica a Beppe Conti.

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Conti: Sì, Auro, direi di concentrarci sul finale a cronometro, che richiama alla mente giornate che hanno segnato la storia del Tour de France. Come dimenticare Gimondi in giallo nel 1965, o il drammatico duello Lemond - Fignon?
Marino: Magari chiudendo per sbaglio la pagina di wikipedia?
Bulbarelli: Marino, basta con questa mania di monopolizzare l'attenzione.
Marino: E' il popolo che lo chiede.
Bulbarelli: Stai impazzendo?
Marino: No, lo dice anche il proverbio: "Se non è Marino, che piacere è?"
Bulbarelli: Ma che cazzo di proverbio è? Ad ogni modo, Alessandra De Stefano ha intervistato per noi alcuni protagonisti del prossimo Tour. Alessandra, linea a te!

*Video*

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De Stefano: Siamo qui con Alberto Contador. Alberto, is it true che la tua minchia es mas corta che quella di Andy?
Contador: What?
De Stefano: Sì, dice che in effetti la verga di Andy fa veramente impressione, stare alla sua ruota è un piacere perché fende l'aria come nessuno. Alberto, wuot du iu tink abaut de taim traial in de last steig? Don't iu tink che abbiano disegnato il percorso per te?
Contador: ...
De Stefano: Perché schiocchi le dita? Piacere, lei sarebb... ahi... no... no, la mazza chiodata... ahi... crash... boom... sì, rieccoci qui con Frank Schleck. Frank, iu ar not bono laic ior brader, però magari a capol of sciots anche con te...
Schleck: Oh, you're the fucking bitch who follows Andy everywhere? Go away!
De Stefano: Sì, dice che ci sta volentier... ahia... no, no... cos'è quell'arma? No, no, me ne vado da sola... ecco qua, Alessandro Petacchi. Alejet, sei soddisfatto dei traguardi per velocisti?
Petacchi: Mah, diciamo che non mi sarebbe dispiaciuto averne qualcuno in più, però tutto sommato rispetto al Giro direi che ci sono molti passi avanti.
De Stefano: Sì, dice che il percorso è stato chiaramente disegnato su misura per Contador, e che non capisce cosa gli organizzatori trovino in lui, visto che... oh merda... no, no, i cani no... oh cazzo, via!

*In studio*

Bulbarelli: Grazie ad Alessandra De Stefano...
Marino: ... per averci dimostrato che non importa quanto si cade in basso: si può sempre scendere ancora un po'.
Bulbarelli: Marino, ora basta. Gigi Sgarbozza, un tuo parere su questo Tour?

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Sgarbozza: Un Durre de Franz ghe favorisce siguramente i bassisti-sgaladori alla Gandevig. Ber la glassifigaggenerale vedo vavoridi End Gec e Alberto Gondadò, ma non esgluderei Vran Geg, Vanne denne Brecche, Groinzinghe, Vinoguro, Ivvan Basso, Gadel Evanz, Uigghi, Leibaime, Ghesin, Samuel Sange, Igor Andò e Arrogio.
Marino: Hai dimenticato Paolino Paperino.
Sgarbozza: Giusto, anghe Baolino Baberino. Ovviamende una sola grande sberanza ber l'Idaglia: Damiano Gunego.
Marino: Concordo, con lui il Premio Badoer è garantito.
Bulbarelli: Marino, non ironizzare su Cunego, che ha vissuto momenti difficili, ma è potenzialmente un mago delle salite.
Marino: Nel senso che riesce in un attimo a sparire dal gruppo di testa e riapparire in quello dei velocisti?
Bulbarelli: Marino! Basta così, io verrei al nostro ospite più insigne: Angelo Zomegnan, magnifico re di Ovaro, eminente duca di Sutrio, augusto principe di Comeglians, illustre conte di Ravascletto...
Marino: ... grandissimo figlio di una mignott...

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Zomegnan: Completi quella frase e le faccio la ceretta ai baffi.
Bulbarelli: Maestà, un parere su questo Tour?
Zomegnan: Sterco della peggior specie.
Bulbarelli: Può essere più preciso?
Zomegnan: Sì, proprio quello dei cavalli, ma quando...
Bulbarelli: No, intendo dire: può essere più preciso sui motivi?
Zomegnan: In nome dei 600.000 euro versati sul mio conto corrente, sì. Prima di tutto mancano i 4-5 colli Hors Catégorie nelle prime 2-3 tappe per iniziare a dare una prima fisionomia alla classifica. Poi manca lo Zoncolan, e ci sono ben due cronometro, di cui una per di più oltre i 25 km. Nel complesso, direi che sarebbe stato meglio per tutti se La Sègue e Hemme Méas avessero accettato la mia offerta per cedermi la direzione del Tour lo scorso anno.
Bulbarelli: Quale offerta?
Zomegnan: Avevamo rapito la moglie e la suocera di entrambi, che avremmo restituito in caso di cessione dell'organizzazione al sottoscritto.
Bulbarelli: E quando le avete rapite, loro cosa hanno detto?
Zomegnan: "Grazie".
Bulbarelli: Si vede che la magnanimità è una caratteristica propria di tutti i direttori di GT... io direi che a questo punto potremmo andare da Silvio Martinello, che ci illuminerà sulla cronometro finale. Dalla regia mi dicono che sei già in grado di dirci chi vincerà.

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Martinello: Sì, Auro, abbiamo preso in considerazione il tracciato, inserendolo su un sistema di assi cartesiani ortogonali e ruotando il grafico conseguente di un angolo pari a quello di aberrazione della luce stellare. Dopo di che abbiamo applicato una omotetia e una susseguente rotazione utilizzando il teorema di Galileo Ferraris. Abbiamo quindi desunto la potenza efficace necessaria allo sviluppo di una velocità sufficiente a disperdere per effetto Joule una quantità sufficiente di biossido di zolfo e carbonato di magnesio. Abbiamo quindi integrato il risultato, e scomposto con Ruffini il polinomio risultante.
Bulbarelli: E quindi?
Martinello: Per vincere sarà necessario andare più forte degli altri.
Bulbarelli: Ho la tentazione di tagliarmi le vene...
Marino: Ti tiene in vita la prospettiva di cenare tra poche ore?
Bulbarelli: Se è per quello appena chiudiamo qui mi sparo uno spuntino a base di cassata e cotiche, ad ogni modo non c'entra niente. Pietro Plastina, vediamo se internet ci offre qualcosa di interessante.

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Plastina: Sì, siamo letteralmente sommersi di messaggi, Auro.
Bulbarelli: Benissimo, vai Pietro.
Plastina: Li leggo tutti e due?
Bulbarelli: Meno male che eri sommerso... vai comunque...
Plastina: Allora, ci scrive Fabian da Berna, che dice: "Potete per favore chiedere al mio DS di sciogliere un po' le catene? Anche perché finché mi tiene in cantina non riesco ad allenarmi..."
Bulbarelli: Ormai mi rifiuto di commentare. Leggi il secondo.
Plastina: Sì, ci scrive Giuseppe da Betlemme, che dice: "Sono stato via per un pezzo, al mio ritorno ho trovato mia moglie incinta. Lei dice che è sceso dal cielo un angelo che le ha detto che diventerà madre del figlio di Dio, e che si è trovata ingravidata senza avere nessun rapporto sessuale. Devo crederle?"
Bulbarelli: Ma che cazzo è? Ci hanno presi per MTV?
Marino: Ma poi che minchia di domande sono? Nessuno potrebbe mai essere tanto idiota da credere ad una storia del genere... *ammicca*
Bulbarelli: Marino, basta così! Io dir... Silvio? Che c'è?

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Martinello: Orca...
Bulbarelli: Cosa succede?
Martinello: Le nostre scorte per il Tour...
Bulbarelli: I panetti di lardo al mirtillo?
Martinello: No, intendo le scorte per le dirette più lunghe...
Bulbarelli: Le tartine al torroncino?
Martinello: No, Auro, la polvere...
Bulbarelli: Ehm...
Martinello: Auro, la cocaina.
Bulbarelli: Silvio, cazzo, avevo capito! Volevo solo evitare di dirlo in diretta...
Martinello: Eh, ormai non c'è più pericolo...
Bulbarelli: In che senso?
Martinello: Ce l'hanno fottuta.
Bulbarelli: Oh merda! Chi è stato?
Martinello: Guarda là...

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Bulbarelli: Ciccione infame!
Marino: Com'era quella del bue e dell'asino?
Bulbarelli: Zitto tu! Porca troia, adesso mi tocca sorbirmi Cassani tutti i giorni da lucido...
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