Maglia rosa al Giro d'Italia 2004, maglia bianca al Tour de France 2006, maglia di leader della generale del Giro del Trentino, maglia di leader della generale alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali, maglia a punti alla Vuelta dei Paesi Baschi 2008. Ne ha vestite di maglie Damiano Cunego, oltre a quella della squadra d'appartenenza, più o meno prestigiose, per tanti o pochi giorni, nella tappa finale o semplicemente in tappe intermedie. Ma gli mancava LA maglia, quella che ti cambia la carriera, quella che puoi vincere con un' impresa sulle Alpi o semplicemente con una fuga bidone, che puoi indossare sul podio di Parigi o in una banale tappa di trasferimento, ma che, a prescindere dall'occasione e dal contesto, ti farà sentire ,sempre e comunque, il più forte al mondo. E Cunego, almeno oggi, ha tutto il diritto di sentirsi il più forte al mondo, perché veste di giallo. Dopo Quinziato, anche lui, è il Tour degli italiani che vestono il colore dell'invidia.Degli altri.
Sarà difficile sfilargliela di dosso, quantomeno oggi, almeno che Hincapie non inventi un' altra sparata come quella di ieri, ma oggi non avrà nè l'esclusiva nè l'anteprima, e la sorpresa potrebbe non riuscire. L'andatura ad inizio tappa è quantomai blanda, complice anche un tempo incerto, che di certo ha solo una gran umidità. Al km 8 di corsa provano a staccarsi Ludovic Turpin e Dmitry Fofonov, ma tra i due non c'è intesa, e dopo qualche metro di insistenza, lasciano questo treno, in modo da avere le energie per saltare sul prossimo. Il primo GPM e però posto già al km 18 e Lastras si piazza in testa a tener alta l'andatura per evitare qualche sgradita sorpresa dal rivale Bertagnolli. Il gruppo, sorpreso, si allunga a dismisura, esageratamente per un' erta di così modesta entità, e così Thor Hushovd ne approfitta per intimare a Botcharov di gettarsi all'attacco, per evitare che i suoi siano costretti a collaborare nell'inseguimento ed avere, finalmente, tutto il treno a sua disposizione.
Botcharov parte, si avvede dell' occasione un altro straniero di squadre francesi, il 26enne Bouygues Stef Clement, sorprendente bronzo nella prova a cronometro di Stoccarda. I due, appena Lastras si rialza dopo aver tagliato il traguardo GPM per primo, si fiondano in discesa, senza guardarsi dietro ed attendere qualche eventuale compagno di fuga. Il plotone non tarda a ricompattarsi subito dopo lo scollinamento, ma i due ormai han guadagnato quel tanto di margine che basta per procedere senza il gruppo creda in un rapido ricongiungimento. Il russo e l'olandese collaborano e al traguardo volante di Lannemezan (-102 al traguardo), in occasione del quale primeggia Botcharov a termine di un brevissimo sprint, guadagnano già 1'48" sul terzo classificato: Alessandro Ballan. 26 km dopo, sulla vetta del secondo GPM di giornata, ancora Botcharov sul compagno di fuga, hanno raddoppiato il vantaggio che ora si aggira sui 3'. Dietro sono i Lampre a dirigere una svogliata rincorsa, che però presto dovrà trovare qualche motivazione dal momento che il ritardo in generale di entrambi i fuggitivi è sotto l'attuale gap. Tagliato il traguardo del GPM, che vede 3° Gorazd Stangelj senza disputare però alcuna volata, i Lampre ottengono però l'insperato aiuto di due uomini Silence e un uomo Liquigas che si mettono in testa a "menare" come si deve. Ai -60 infatti il gap si aggira sui 2'30", mentre 10 km dopo è già sceso sotto quota 2'. In 20 km il gap viene quasi definitvamente estino e i due guadagnano poco più di 30". Fuga che si sgonfia all' ultimo GPM di giornata ,-25, quando scattano Juan Antonio Flecha e Martijn Maaskant nella speranza di cogliere il plotone in fallo.
L' olandese è il primo a passare per il GPM, seguito da Flecha, a 2" Botcharov che, nella speranza di raggiungere in due in testa, ha staccato Clement il quale transita 1" dopo l'ex compagno di fuga e con un margine di soli 3". Clement viene ripreso qualche centinaio di metri dopo il traguardo, mentre Botcharov si arrende 1 km dopo. I due davanti invece continuano a pestare pesantemente e ai -20 guadagnano 19" sul plotone. L'impresa è ardua, ma non sarà semplicissimo neppure per il plotone richiudere su due passistoni del genere. Ai -15 il margine è ancora di 11", ma le speranze prendono ad affievolirsi. Il gruppo tuttavia sembra trastullarsi eccessivamente su degli allori non ancora conquistati e così ai -10 il margine dei due al comando è addirittura salito a 13". Testa a testa appassionante, che movimenta una tappa che doveva essere di semplice trasferimento. In gruppo però si sfiancano tutti i gregari dei velocisti, e per quanto forti, in testa sono solo in 2. Ai -8 il gap è sceso a +9", mentre ai -5 l'impresa pare ormai impossibile: + 4". I due continuano a sbranare l'asfalto, testa bassa e pancia sulla canna, ma ad 1 kilometro e 400 m dalla fine avviene il ricongiungimento. Continuano a tirare quindi i Lampre, e Cunego marca stretto Hincapie. Renshaw e De Jongh provano ad avvantaggiare di qualche metro i rispettivi leader, mentre Bennati e McEwen si impegnano in una strenua lotta spalla a spalla per conquistare l' agoniata ruota di Danilo Napolitano, lanciato da Alessandro Ballan. A vincere il duello è l'esperienza di McEwen e così Bennati si ritrova praticamente al vento ai -400. Volata lunghissima per l'arezzino che prova così ad anticipare la concorrenza, ma non riesce a fare di necessità virtù. Chi invece parte nel punto ideale sono Hushovd, con a ruota Hunter, e Napolitano, che trascina McEwen. I due partono ai -150, ma ,mentre per il norvegese non è giornata, Danilo riesce a proseguire di gran passo. E' una battaglia all'ultimo centimetro con un rabbioso Hunter, che alla fine viene vinta da... ROBBIE McEWEN!!
Il Coyote australiano sbuca dalla ruota di Napolitano ai -50, e con un' accelerazione impressionante ottiene il primo ,meritato, successo in un Tour fino ad ora agrodolce. Secondo Napolitano, terzo Hunter, quarto un sorprendente che negli ultimi 100 m rimonta addirittura due posizioni, ad Hushovd e a Freire. Cunego ancora maglia gialla.