7° Tappa: Andoins - Lac d'Aumar
Inviato: 21/05/2011, 20:54
7^ TAPPA: ANDOINS - LAC D'AUMAR, 210 km
Una tappa micidiale, 4 Gran Premi della Montagna, il più facile di 1a categoria, poi tre Hors Catégorie, quasi 80 km di salita, un dislivello oltre i 5000 metri. Questo il menù della frazione pirenaica più dura di questo Tour, nonchè una delle candidate a tappa regina assieme a quelle di Le Chalmieu e Morzine.
Appena svegli, i corridori prendono atto di una bruttissima realtà: il caldo. Secondo la più classica tradizione delle tappe pirenaiche della Grande Boucle, anche questa Andoins - Lac d'Aumar si corre in una fornace. Un caldo asfissiante accoglie i corridori già al ritrovo di partenza, e preannuncia per i meno scalatori di questi una giornata terribile. Le condizioni meteo faranno la fortuna degli spettatori, poichè certamente ne guadagnerà lo spettacolo.
Un corridore sembra però meno preoccupato degli altri, o per lo meno ha un valido motivo per sorridere: come ieri, Damiano Cunego, sempre maglia gialla di questo Tour de France. Le sue quotazioni sono enormemente salite da quando ha vestito il simbolo del primato, e in Italia sono in molti a sognare un nuovo Tour 1998. Oggi il veronese ha addirittura la possibilità di guadagnare qualcosa sui rivali, se la condizione è ideale, ma per il momento può godersi il primato.

Il via viene dato da Andoins alle ore 11.04, ma bisogna attendere un po' perchè la corsa si animi veramente. I quattro colli pirenaici, i 210 km, i 5000 metri di dislivello, i soli nomi "Aubisque" e "Tourmalet", sono infatti sufficienti a scoraggiare tentativi di fuga nelle primissime fasi di gara. Dopo 18 km, quando ne mancano 192 al traguardo, parte Sylvain Chavanel, della Cofidis.

Il francese guadagna subito una ventina di secondi, data la totale assenza di reazione da parte del gruppo. Si muove allora al suo inseguimento Martin Elmiger, AG2R, Sergio Ghisalberti, Milram, e Ryder Hesjedal, Slipstream. Il destino della fuga viene però segnato dopo altri 2 km, quando tentano di inserirsi Egoi Martinez e, sopratutto, Markus Fothen, rispettivamente Euskaltel e Gerolsteiner.

Il gruppo non si fida infatti a lasciare andare un ottimo scalatore come Martinez, e ancor di più la quasi maglia bianca 2006 Fothen. Gli uomini Lampre si dispongono subito al comando, e vanno a chiudere sui due contrattaccanti, arrivando di conseguenza anche sui primi. Chavanel sembra però determinatissimo ad andare in fuga, e al momento del ricongiungimento riparte immediatamente. Questa volta sono molti di più a rispondere, primi fra tutti Kohl, De La Fuente e ancora Hesjedal, a cui si aggiungono poco dopo Carrara, Gadret e Calzati. 1 km dopo partono anche Fédrigo, Roche, Vogondy e Schroder. Al comando si forma un drappello di 11 corridori, tra cui c'è subito un discreto accordo. Al gruppo pare star bene la fuga, che allo Sprint Intermedio di Laruns (160 km all'arrivo), ai piedi del Col d'Aubisque, prima salita di giornata, fanno già registrare un vantaggio sul plotone di 2'21''. A transitare 1° al traguardo volante, senza che nessuno disputi la volata, è Gadret, seguito da Hesjedal e Calzati. Dopo 50 km di pianura, ecco iniziare le grandi montagne di questo Tour. Il primo scoglio è il Col d'Aubisque, 16,6 km di salita al 7,2% di pendenza media.

In fuga l'accordo inizia a venir meno, e sono solo in quattro a darsi i cambi davanti: Carrara, Kohl, Gadret e De La Fuente. Gli altri, forse per fare i furbi e risparmiarsi, forse perchè veramente faticano sulle rampe di una delle più dure salite pirenaiche, si limitano a restare a ruota. Senza nessuno scatto, il drappello al comando si seleziona lungo l'ascesa verso l'Aubisque: il primo a mollare è Vogondy, a cui poco dopo si aggiungono anche Calzati e Roche. I tre formano un gruppetto a sè stante, nella speranza di poter recuperare sugli uomini al comando, che si rivelerà però vana. Davanti, a 3 km dalla vetta, un'accelerazione di Schroder distanzia momentaneamente Chavanel, che rientra però senza eccessivi patemi poche centinaia di metri più tardi. A 1 km dalla vetta parte De La Fuente, in caccia della maglia a pois, che, non essendo dotato di un grande spunto veloce, prova a staccare gli altri in anticipo. Alla sua ruota si incollano Gadret e Kohl, mentre gli altri restano un po' più distanziati. De La Fuente paga lo sforzo dello scatto, e quando a 300 metri dalla vetta parte Gadret, lo spagnolo non ha la forza di seguirlo. A 100 metri dalla vetta, però, rilancia l'andatura Kohl. Gadret, già al massimo sforzo, non riesce a replicare all'austriaco, che transita così per primo sotto lo striscione del GPM Hors Catégorie. 2° Gadret a 2'', 3° De La Fuente a 8'', 4° Hesjedal a 15'', 5° Carrara, 6° Schroder, 7° Chavanel, 8° Fédrigo, tutti con lo stesso tempo di Hesjedal. A 1'22'' transita Vogondy, con a ruota Roche e Calzati nell'ordine.
Nel gruppo, invece, è tutto tranquillo per quanto riguarda gli attacchi, molto meno per l'andatura.

I Lampre imprimono un'andatura abbastanza sostenuta nella prima metà di salita, che aumenta ulteriormente quando a passare in testa sono gli uomini della CSC. La formazione danese, forte di 3 capitani, Carlos Sastre, Frank Schleck e il fratello Andy, schiera al comando prima Kroon e poi McGee, che selezionano il gruppo tra i -7 km e i -3 dalla vetta. A quel punto passano in testa Lobato e Canada, della Saunier Duval, nonostante la presenza di De La Fuente della fuga, che viene dunque ritenuta senza possibilità di successo. Il gruppo si assottiglia sempre di più, e al passaggio sul Gran Premio della Montagna il divario tra la testa della corsa e il plotone è di soli 2'35''. Nessun uomo di classifica in difficoltà, ma il ritmo, tale da ridurre il gruppo maglia gialla a sole 40 unità circa, potrebbe far male nel finale di tappa.
Una tappa micidiale, 4 Gran Premi della Montagna, il più facile di 1a categoria, poi tre Hors Catégorie, quasi 80 km di salita, un dislivello oltre i 5000 metri. Questo il menù della frazione pirenaica più dura di questo Tour, nonchè una delle candidate a tappa regina assieme a quelle di Le Chalmieu e Morzine.
Appena svegli, i corridori prendono atto di una bruttissima realtà: il caldo. Secondo la più classica tradizione delle tappe pirenaiche della Grande Boucle, anche questa Andoins - Lac d'Aumar si corre in una fornace. Un caldo asfissiante accoglie i corridori già al ritrovo di partenza, e preannuncia per i meno scalatori di questi una giornata terribile. Le condizioni meteo faranno la fortuna degli spettatori, poichè certamente ne guadagnerà lo spettacolo.
Un corridore sembra però meno preoccupato degli altri, o per lo meno ha un valido motivo per sorridere: come ieri, Damiano Cunego, sempre maglia gialla di questo Tour de France. Le sue quotazioni sono enormemente salite da quando ha vestito il simbolo del primato, e in Italia sono in molti a sognare un nuovo Tour 1998. Oggi il veronese ha addirittura la possibilità di guadagnare qualcosa sui rivali, se la condizione è ideale, ma per il momento può godersi il primato.

Il via viene dato da Andoins alle ore 11.04, ma bisogna attendere un po' perchè la corsa si animi veramente. I quattro colli pirenaici, i 210 km, i 5000 metri di dislivello, i soli nomi "Aubisque" e "Tourmalet", sono infatti sufficienti a scoraggiare tentativi di fuga nelle primissime fasi di gara. Dopo 18 km, quando ne mancano 192 al traguardo, parte Sylvain Chavanel, della Cofidis.

Il francese guadagna subito una ventina di secondi, data la totale assenza di reazione da parte del gruppo. Si muove allora al suo inseguimento Martin Elmiger, AG2R, Sergio Ghisalberti, Milram, e Ryder Hesjedal, Slipstream. Il destino della fuga viene però segnato dopo altri 2 km, quando tentano di inserirsi Egoi Martinez e, sopratutto, Markus Fothen, rispettivamente Euskaltel e Gerolsteiner.

Il gruppo non si fida infatti a lasciare andare un ottimo scalatore come Martinez, e ancor di più la quasi maglia bianca 2006 Fothen. Gli uomini Lampre si dispongono subito al comando, e vanno a chiudere sui due contrattaccanti, arrivando di conseguenza anche sui primi. Chavanel sembra però determinatissimo ad andare in fuga, e al momento del ricongiungimento riparte immediatamente. Questa volta sono molti di più a rispondere, primi fra tutti Kohl, De La Fuente e ancora Hesjedal, a cui si aggiungono poco dopo Carrara, Gadret e Calzati. 1 km dopo partono anche Fédrigo, Roche, Vogondy e Schroder. Al comando si forma un drappello di 11 corridori, tra cui c'è subito un discreto accordo. Al gruppo pare star bene la fuga, che allo Sprint Intermedio di Laruns (160 km all'arrivo), ai piedi del Col d'Aubisque, prima salita di giornata, fanno già registrare un vantaggio sul plotone di 2'21''. A transitare 1° al traguardo volante, senza che nessuno disputi la volata, è Gadret, seguito da Hesjedal e Calzati. Dopo 50 km di pianura, ecco iniziare le grandi montagne di questo Tour. Il primo scoglio è il Col d'Aubisque, 16,6 km di salita al 7,2% di pendenza media.

In fuga l'accordo inizia a venir meno, e sono solo in quattro a darsi i cambi davanti: Carrara, Kohl, Gadret e De La Fuente. Gli altri, forse per fare i furbi e risparmiarsi, forse perchè veramente faticano sulle rampe di una delle più dure salite pirenaiche, si limitano a restare a ruota. Senza nessuno scatto, il drappello al comando si seleziona lungo l'ascesa verso l'Aubisque: il primo a mollare è Vogondy, a cui poco dopo si aggiungono anche Calzati e Roche. I tre formano un gruppetto a sè stante, nella speranza di poter recuperare sugli uomini al comando, che si rivelerà però vana. Davanti, a 3 km dalla vetta, un'accelerazione di Schroder distanzia momentaneamente Chavanel, che rientra però senza eccessivi patemi poche centinaia di metri più tardi. A 1 km dalla vetta parte De La Fuente, in caccia della maglia a pois, che, non essendo dotato di un grande spunto veloce, prova a staccare gli altri in anticipo. Alla sua ruota si incollano Gadret e Kohl, mentre gli altri restano un po' più distanziati. De La Fuente paga lo sforzo dello scatto, e quando a 300 metri dalla vetta parte Gadret, lo spagnolo non ha la forza di seguirlo. A 100 metri dalla vetta, però, rilancia l'andatura Kohl. Gadret, già al massimo sforzo, non riesce a replicare all'austriaco, che transita così per primo sotto lo striscione del GPM Hors Catégorie. 2° Gadret a 2'', 3° De La Fuente a 8'', 4° Hesjedal a 15'', 5° Carrara, 6° Schroder, 7° Chavanel, 8° Fédrigo, tutti con lo stesso tempo di Hesjedal. A 1'22'' transita Vogondy, con a ruota Roche e Calzati nell'ordine.
Nel gruppo, invece, è tutto tranquillo per quanto riguarda gli attacchi, molto meno per l'andatura.

I Lampre imprimono un'andatura abbastanza sostenuta nella prima metà di salita, che aumenta ulteriormente quando a passare in testa sono gli uomini della CSC. La formazione danese, forte di 3 capitani, Carlos Sastre, Frank Schleck e il fratello Andy, schiera al comando prima Kroon e poi McGee, che selezionano il gruppo tra i -7 km e i -3 dalla vetta. A quel punto passano in testa Lobato e Canada, della Saunier Duval, nonostante la presenza di De La Fuente della fuga, che viene dunque ritenuta senza possibilità di successo. Il gruppo si assottiglia sempre di più, e al passaggio sul Gran Premio della Montagna il divario tra la testa della corsa e il plotone è di soli 2'35''. Nessun uomo di classifica in difficoltà, ma il ritmo, tale da ridurre il gruppo maglia gialla a sole 40 unità circa, potrebbe far male nel finale di tappa.