E giunge quindi il momento più atteso da tutti i tifosi italiani, il momento dell'uomo che almeno al Grand Départ di Le Mans doveva essere il nostro alfiere per la classifica generale. A dire il vero, Damiano Cunego, dopo aver vestito il simbolo del primato a Saint Gaudens, ha profondamente deluso nel primo vero test in montagna, ma sono comunque in molti a pensare che un piazzamento sul podio, quanto meno, sia ampiamente alla sua portata.
Il Principino non è per la verità adattissimo alla salita odierna, data la sua preferenza per salite più brevi e più ripide, ma i primi kilometri sono di quelli che fanno ben sperare: dopo il primo troncone di salita, il più facile, il distacco da Kloden è di soli 4''.
Considerato che il resto della salita dovrebbe essere più propizio al veronese, nei tifosi italiani cresce la speranza di una scalata della classifica da parte di Damiano, ma tutte le illusioni vengono spazzate via dall'evidenza del cronometro: a 5 km dall'arrivo, nonostante Kloden nel secondo tratto si sia amministrato, il divario è cresciuto a 22''.
La pedalata dell'italiano è poco fluida, continua a cambiare rapporto, come se fosse colpa di questo anzichè della sua scarsa spinta. Ora è troppo duro, ora troppo agile, Cunego non riesce a trovare il colpo di pedale giusto. Il cronometro purtroppo non fa sconti, e al traguardo il distacco da Kloden è di quelli che non lasciano spazio ad interpretazioni: 58'', 9° posto, dietro anche a Valverde.
Dopo Cunego, ecco partire un altro tedesco, una delle possibili sorprese di questo Tour de France: Linus Gerdemann. Il tedesco si trova a dover fare l'uomo di classifica della High Road, e ieri si è comportato estremamente bene, al punto da trovarsi alla partenza in 8a posizione in classifica generale.
Il giovane tedesco parte fortissimo, e dopo 5 km fa registrare un intertempo inferiore di 5'' a quello del connazionale Kloden.
La giovane età rappresenta un vantaggio, in quanto leva pressione, ti dà la tranquillità di sapere che se ti va male questa volta avrai altre possibilità. Ci sono però anche dei casi in cui un po' di esperienza in più farebbe bene. Linus Gerdemann lo impara a sue spese quest'oggi, quando al secondo rilevamento, dopo 14 km, i 5'' di vantaggio su Kloden sono diventati 15'' di ritardo, nonostante, ribadiamo, il secondo tratto sia stato quello in cui il corridore della Astana si sia controllato maggiormente. Al traguardo, infatti, i 15'' di ritardo sono più che raddoppiati, diventando 36''. Gerdemann resta davanti a Kloden di 6'' in classifica generale, ma oggi gestendosi meglio sarebbe stato possibile fare di più.
E per un corridore che sa che in ogni caso ci potrà riprovare, un altro che invece percorre forse per l'ultima volta le strade della Grande Boucle: Leonardo Piepoli. Il Trullo volante dovrà lavorare per Gomez Marchante in questo Tour, soprattutto in virtù della sua scarsissima vena nelle prove contro il tempo, ma in una prova come quella di oggi, forte anche della 7a posizione in classifica generale, la Saunier non gli negherà la chance di giocarsi le sue carte.
Il primo tratto è di sicuro molto poco adatto alle caratteristiche di Piepoli, che infatti paga già 19'' a Kloden nel tratto iniziale.
Il pugliese però nel secondo tratto sembra un altro corridore, pedalata agile, sempre sui pedali, azione estremamente efficace. L'impressione è che stia andando più forte di Kloden, e il cronometro ne dà la conferma: 1'' soltanto di ritardo a 5 km dalla vetta. Leonardo viene informato dall'ammiraglia della possibilità che gli si presenta, e dà tutto nel tratto finale. Anche Kloden però era andato fortissimo negli ultimi kilometri, perciò si profila una battaglia sul filo dei secondi. A 500 metri dall'arrivo Piepoli si lancia in una volata da solo, contro nessuno, o meglio contro il fantasma di Kloden, sicuramente vicino, ma non si sa se poco avanti o poco dietro. La lotta è incertissima, e solo il cronometro può chiarirla: 1° Piepoli, 2° Kloden a 4''. L'italiano sorride soddisfatto, conscio di avere la chance di vincere questa cronoscalata.
Un corridore che potrebbe però avere qualcosa in contrario è quello che parte subito dopo, Alberto Contador Velasco, già un Tour e un Giro all'attivo, per molti il favorito numero uno della Grande Boucle di quest'anno. A dire il vero ieri non è stato brillantissimo, ma la prova di oggi ha tutte le caratteristiche adatte al corridore della Astana.
Contador parte a spron battuto, e conta già 23'' di vantaggio su Piepoli al primo rilevamento cronometrico.
Il corridore italiano era però andato piuttosto piano nel primo tratto, perciò non bisogna farsi impressionare eccessivamente dal pur ottimo intermedio dello spagnolo. Il secondo intermedio infatti è molto meno entusiasmante, e quei 23'' sono diventati spiccioli, solo 4 miseri secondi.
L'impressione è che Contador abbia esagerato, e che stia confermando la sua condizione non eccelsa. Come ogni impressione, però, anche questa è soggetta ad essere smentita dai fatti, e lo spagnolo ne dà la dimostrazione: dopo l'intermedio, Contador si produce in un'azione spettacolare, restando praticamente sempre sui pedali. Piepoli al traguardo trema, si rende conto che lo spagnolo, partendo da un pur piccolo vantaggio, sta andando addirittura più forte di lui, e quando Contador nel finale scatta ancora, per fare una sorta di volata, Leonardo capisce che il suo sogno è già finito. 12'' alla fine il vantaggio di Contador, che a questo punto appare come il più che probabile vincitore di questa cronoscalata.
Il primo a provare a smentirci è il 5° della generale, Josè Angel Gomez Marchante, altro uomo Saunier Duval. Ieri ha offerto un'ottima prova, andando all'attacco sulla ascesa finale, e cedendo solo nel finale al forcing di Frank Schleck, immenso gregario per il fratello. Oggi è chiamato ad una conferma, per dimostrare che è veramente un uomo temibile per il podio o forse di più.
Il primo intermedio a dire il vero non è molto incoraggiante: 24'' di ritardo da Contador, che stanno a significare che sta andando più piano di Piepoli.
Lo spagnolo però si dimostra intelligente conoscitore di se stesso, capace di dosare le forze, e quando all'arrivo mancano 5000 metri il divario tra lui e il più celebre e celebrato connazionale è sceso a 19''. Un distacco probabilmente irrecuperabile, anzi destinato ad aumentare dato il finale superlativo di Contador, ma che scaccia il pericolo di una giornata storta.
Il tratto finale di Marchante è comunque buono, anzi superiore anche a quello di Leonardo Piepoli. L'iberico perde solo 6'', andando a chiudere a 25'' di distacco da Contador, risultato ottimo, specialmente se consideriamo il primo intermedio.
Ed è ora la volta dell'uomo che ieri, sulla salita del Lac d'Aumar, ha probabilmente destato la miglior impressione in assoluto: Frank Schleck. Il lussemburghese, superbo corridore da classiche, si è dimostrato ieri anche scalatore di razza, causando una feroce selezione sull'ultima salita, che ha spianato la strada al fratellino Andy, ora 2° in classifica a 4'' da Evans. Frank oggi però si gioca moltissimo, perchè con una prova all'altezza potrebbe guadagnarsi per lo meno il ruolo di vice-capitano, con diritto di puntare alla classifica.
Il suo primo intermedio è già promettente: 10'' di ritardo da Contador, in un tratto sicuramente più favorevole al ben più passista corridore spagnolo.
Nel tratto centrale, Schleck sembra correre una gara in linea. Resta generalmente seduto sul sellino, ma ogni tanto si produce, alzandosi sui pedali, in trenate impressionanti, come quelle che ieri hanno progressivamente frantumato il gruppetto dei migliori nel finale, in cui la sua velocità aumenta considerevolmente. Difficile dire se il suo modo di salire sia redditizio o meno, ma la risposta arriva al secondo intermedio: i 10'' di ritardo del primo tratto, sono diventati 6'' di vantaggio.
La prova non è affatto decisa però, perchè Contador nel tratto finale è stato straordinario, e non è fantascienza pensare che Frank possa perdere brillantezza. Non è fantascienza però nemmeno pensare il contrario, e anzi il lussemburghese dimostra una volta di più che ora come ora è l'uomo più forte di questo Tour, almeno in salita: nell'ultimo tratto non perde nemmeno 1'' da Contador, mantenendo intatti i 6'' di vantaggio sullo spagnolo. Miglior tempo, e altissime probabilità di aggiudicarsi la tappa, anche se su questo punto sarebbe meglio essere cauti, dato che oggi ci siamo già trovati più volte a dirlo, salvo poi essere clamorosamente smentiti.
Il primo a provare a smentirci di nuovo è Mauricio Soler, dato dai bookmaker come primo favorito di oggi. Il vincitore di oggi è attualmente sul podio, e se vuole avere qualche speranza di rimanerci fino a Parigi, deve fare benissimo oggi e nelle restanti tappe di montagna.
Il primo rilevamento cronometrico dice che il colombiano sta andando 2'' più piano di Frank Schleck, ma abbiamo ormai visto che non è qui che si decide la tappa.
Molto più indicativo è il secondo intermedio, che, a meno di clamorosi sconvolgimenti, dice abbastanza chiaramente che un bis di Soler è da escludersi: 14'' di ritardo da Schleck, e una pedalata non male, ma ben lontana dall'esplosività del lussemburghese.
Dai -5 all'arrivo, Soler tiene discretamente ma nulla più, pagando altri 11'' a Frank Schleck, per andare a chiudere con 25'' di ritardo. Dopo oggi le probabilità di podio del colombiano sono sicuramente scemate, in quanto è chiaro che la condizione è buona e che la vittoria di ieri non è stata casuale, ma è altrettanto chiaro che c'è chi va più forte di lui in salita, anche tra chi gli è molto superiore a cronometro.
Ed è quindi la volta del più giovane dei favoriti di questo Tour, che ieri ha sfiorato la maglia gialla, e oggi è decisissimo ad andare alla caccia della stessa: Andy Schleck. Il baby-Schleck è apparso forse meno brillante del fratello ieri, ma di sicuro è molto più forte di lui nelle prove contro il tempo, elemento importante sia in chiave odierna, sia, soprattutto, in chiave classifica finale.
La partenza del fratello minore di Frank è in fotocopia a quella del compagno di squadra: stesso identico tempo al primo intermedio.
La seconda parte di Andy è difficile da comparare con quella di Frank, che saliva in modo più irregolare, a scossoni. Andy martella un rapporto abbastanza agile, sempre seduto, con una pedalata che è una delizia per gli occhi, ma non necessariamente più efficace di quella del fratello. Il cronometro infatti non va necessariamente d'accordo con l'estetica, e nonostante Andy sotto quel punto di vista dia delle piste al fratello quest'oggi, Frank è davanti secondo l'arido giudice: 9'' di ritardo a 5 km dalla vetta.
E' chiaro che è quasi impossibile riprendere il fratellone, ma è altrettanto chiaro che Andy sta bene, e che avendo 4'' da Evans in classifica, la maglia gialla è a portata di mano. Al traguardo il divario tra i due Schleck è di 13'', tempo che colloca Andy al 3° posto.
Per sapere se Schleck dal bianco potrà passare al giallo, bisognerà vedere la prova del leader, Cadel Evans. L'australiano ieri ha tenuto benissimo sulla salita del Lac d'Aumar, salendo sempre del suo passo, senza mai perdere contatto dai rivali, ma oggi sarà dura difendere i 4'' di vantaggio su Andy Schleck.
La partenza dell'australiano è estremamente spedita, e rispetto a Schleck la maglia gialla fa registrare 2'' di vantaggio al primo rilevamento cronometrico.
Cadel sembra molto brillante nella prima parte, ma la sua azione sembra una candela, che va via via spegnendosi, mai con cali vistosissimi, ma progressivamente meno incisiva. Quando al traguardo mancano 5 km, Cadel è visibilmente in difficoltà, e la sentenza del cronometro è evidente e inappellabile: 27'' il ritardo da Frank Schleck.
L'australiano, di questo passo, rischia seriamente di perdere moltissimo dai rivali, perchè sembra essere sempre meno brillante la sua pedalata. Cadel però ha dalla sua un grande vantaggio: un cuore enorme. Dove non arrivano le gambe, nel ciclismo, spesso arriva la testa, e la prova di oggi di Evans ne è la prova lampante. L'australiano si contorce sulla bicicletta, il suo volto è deformato, in una smorfia indescrivibile, la sua pedalata dura e legnosa. Dentro quell'azione scomposta c'è però tutta la voglia di un eterno piazzato di uscire non dalla mediocrità, ma per lo meno dal rango dei tanti. Cadel dà tutto, anche qualcosa in più, e alla fine il suo ritardo è accettabilissimo: 29'' da Frank Schleck. La maglia gialla cambia padrone, ma per Evans nulla è perduto. Il suo distacco in classifica è di 12'' da Andy Schleck, recuperabili contro il tempo, o perchè no anche in montagna.
La giornata di oggi lascia però due pesanti eredità a questo Tour: la consacrazione di Andy Schleck, ora serio pretendente alla gialla di Parigi, e la certezza che nessuno potrà festeggiare fino a quando non avrà superato la linea bianca dei Campi Elisi.