17° Tappa: Avignone - Orange (ITT)

Tappe e risultati del Tour 2008, partito da Le Mans e vinto da Alejandro Valverde

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17° Tappa: Avignone - Orange (ITT)

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17^ TAPPA: (cronometro individuale) AVIGNONE - ORANGE, 48 km

Una cronometro individuale classica, piatta come un biliardo. Queste le parole più semplici e immediate per descrivere la 17a frazione del Tour, l'unica vera cronometro individuale del Tour, dopo il prologo, la cronoscalata e la cronosquadre. Il percorso, molto semplice dal punto di vista altimetrico, non prevede infatti difficoltà di sorta, e favorirà decisamente gli specialisti delle prove contro il tempo. Gli scalatori potranno solamente cercare di non perdere troppo terreno, per poi giocarsi le loro ultime carte sul Puy de Dome. C'è comunque la possibilità che uno specialista possa infliggere distacchi pesantissimi a chi è poco propenso a prove di questo tipo, in quanto non ci sono sostanzialmente tratti in cui gli scalatori possano limitare i danni. Chi vestirà la maglia gialla al termine di questa frazione, infatti, dovrà preoccuparsi solo della penultima tappa, prima di poter celebrare il trionfo sul podio di Parigi.
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Re: 17° Tappa: Avignone - Orange (ITT)

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Per lui, oggi, non sono solo 48 km allo 0%, non dovrà solo muovere le gambe in senso orario, spingere la lenticolare a sfrusciare sul liscio asfalto provenzano. Non ha dormito prima della partenza, e non perché pesi 50 kg e si stia giocando un piazzamento in generale contro cronoman affermati, non perché oggi debba difendere 27" in 48 km per mantenere la gialla e non perché oggi rischi di sciupare quanto di esaltante e spettacolare ha fatto vedere sulle Alpi. Lui, oggi, a 27 anni suonati, con due titoli di campione del mondo alle spalle, una Sanremo vinta a suo modo e un mattone sullo scaffale in salotto, si sente come quando da adolescente, andava a passeggiare in bici con i suoi amici, e spesso forzava un po' di più, per dimostrare "che lui era forte". Adesso, "che lui è forte" lo sa chiunque bazzichi un minimo di ciclismo, e che il favorito di oggi, nonostante due settimane di corsa finora incolori, sia proprio lui, lo dicono anche i bookmakers. Fabian Cancellara, in postazione. 3,2,1...VIA!

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Lo svizzero dà sin da subito l'impressione, anche visiva, di non essere partito in pompa magna, e dopo 19 km di percorso, al primo intertempo, registra addirittura 1" di ritardo da Zabriskie. Che però sia tutto sotto controllo, lo si capisce anche dall' espressione del campione del mondo, che non ostenta né fatica né disappunto, neppure quando rilancia, neppure quando ,nei lunghi rettilinei, tocca i 55 orari. Dopo 36 km di corsa, secondo intertempo, Cancellara ha ricacciato ben dietro l'americano, rispetto a cui ha impiegato 51" in meno per ricoprire il percorso. Negli ultimi 12 km l'andatura cala leggermente ma non precipita, e si conferma comunque superiore a quella di Zabriskie: Fabian non riesce a sfondare il muro dei 59' per 16", ma Zabriskie è a 2'27" netti. Prestazione buona, ma non eccellente per il campione del mondo, che forse non potrebbe bastare.


Quattro posizioni dopo Cancellara, è la volta di David Millar. Il britannico non rientra nei favori dei pronostici solo perché ha dovuto lavorare, e non poco, sulle Alpi per i suoi leader, piazzandosi spesso con buon vantaggio rispetto agli altri cronoman puri. Giù dalla rampa David Millar!

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L'uomo della lotta serrata al doping, nonché campione nazionale a crono, parte in tromba, sembra quasi che preferisca alzarsi sui pedali per rilanciare che mantenere la posizione aereodinamica, eppure la scellerata tattica paga: 22" da gestire su Cancellara dopo il primo. Già nel secondo settore, però predilige la posizione areodinamica agli scattini, e probabilmente non per scelta. Sta di fatto che il ritmo cala e su Cancellara guadagna ora 41", ma quando taglia il secondo intermedio sbuffa di fatica. Nel terzo ed ultimo settore però, il rifiuto netto ad ogni sostanza dopante di Millar viene provato e a farsi sentire sono soprattutto i km in testa al plotone nelle tappe passate. Chissà quante volte avrà maledetto gli scatti di Moreau e Kohl sulle Alpi che lo costringevano a tirare, chissà se, anche a loro, avrà dato le colpe del suo calo. Sta di fatto che l'andatura scende di almeno 2 km/h, negli ultimi metri non riesce neppure a sprintare. Ma, nonostante tutto, ce la fa. E' davanti a Cancellara, di 31". Ecco, questo tempo sì che potrebbe valere la vittoria di tappa.

Ventidue minuti esatti dopo David, è Rogers che fionda giù dalla rampa, così come è fiondato giù il suo morale dopo le prestazioni recenti. Alla Grand Depart sapeva e voleva far bene, nonostante la pochezza dei km di crono pura ci credeva, voleva salire sul podio. Ma nella prima settimana, l'unica a salire era la cena del giorno prima. Stesso virus intestinale che ha colpito e costretto al ritiro Ciolek, e così nei giorni seguenti soffriva tanto quanto il giovane sprinter tedesco, costretto anche al ricovero in ospedale per accertamenti, anzi più, perché lui non era adagiato su un morbido divano, ma seduto, in posizione quadrata sul rigidissimo sellino. Sulle Alpi, Piva aveva annunciato la rivalsa di Rogers, ma questi, nonostante i test medici lo avessero dichiarato privo di ogni virus, era sempre rimasto nella penombra, giungendo al traguardo con ritardi calcolabili sempre in minuti dai migliori. Ma ora è la volta di rifarsi, proprio sul terreno a lui più congeniale. Rogers ci riprova, ci riprova nella specialità che per tre volte lo fece alloggiare sul tetto del mondo: la cronometro.

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Il passo di Rogers nei primi 19 km è buono, non eccellente, forse neppure ottimo, ma quantomeno sfiora quest'ultimo grado. L'australiano perde ,infatti, solo 6" da Millar. Sembra quasi non accorgersi del traguardo intertempo quando lo passa, ma quasi a metà crono, verso il 21° km di prova, sgrana leggermente il rapporto, si alza sui pedali, quindi butta giù la catena fino a raggiungere il 55x11, e inizia il suo decollo. L'andatura è costante e tremenda, supera uno, due, tre corridori, e neppure passisti così scarsi. All'intertempo del 36000esimo metro di corsa, il suo tempo è supersonico: 26" rifilati a Millar. Michael tuttavia, nell'ultimo settore non ostenta il benché minimo segno di cedimento, anzi, in alcuni tratti sembra andare anche più forte.Doppia il quarto ciclista di giornata, disputa una volata finale di 400 m, abbassa lo sguardo: in realtà sta sorridendo. Tempo finale 57'56", Millar ha pedalato per 49" di più.

Il tempo di Rogers è basso, forse un po' troppo per lui. L'andatura degli altri in salita era alta, forse un po' troppo per lui. Ora è stufo. Ora è stufo Levi Leipheimer di sostare nelle fasce medie di categoria, vuole e deve shockare tutti, e se non sarà oggi, sarà sul Puy de Dome. E' la volta di Levi Leipheimer.

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L'americano, terzo nel 2007, oramai ampiamente fuori classifica quest'anno, vuole sorprendere tutti, vuole imprimere anche questa partecipazione al Tour nella memoria collettiva. E se non sarà come l'anno scorso, quando riuscì nell'impresa più unica che rara di raggiungere il podio da gregario, sarà almeno metà di ciò che gli riuscì, provando ,magari, a vincere per la seconda volta consecutiva l'ultima crono. Tuttavia i primi 19 km del terzo uomo Astana non sembrano poi così convincenti, e al primo intertempo si presenta con un ritardo di 31" da Millar. Non meglio nei km successivi, ed è così già dietro di 1'31" dopo 36 km, mentre al traguardo di Orange è talmente sfatto che non riesce neppure a disputare la volata. Tuttavia la stanchezza non è rappresentante di una prestazione altrettanto grande: 4° provvisorio, a 2'02" da Rogers.

Dopo Leipheimer è la volta di uno che da questo Tour ha già ricevuto abbastanza, dopo un ottima scalata a Superbagneres, terminata nei 10, Tom Danielson aveva solo da perdere. Ed effettivamente qualcosina l'ha persa. 16° in generale, ma Soler e Sastre non sono poi così lontani ed oggi si può riuscire nell'impresa ed agguantare i due in generale.

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L'inizio non è però dei migliori, e dopo 19 km perde già 1'52" da Millar. Dopo il primo settore ,però, probabilmente uno scatto d'orgoglio o ,ancor più accreditata, una severa ramanzina del Ds spronano Tom, che compie un buon secondo settore e perde da Rogers solo 3'07". Il terzo settore è ancor più convincente e ,nonostante la pochezza dei primi due, riesce a salvare proprio in extremis una prestazione ben poco convincente: 3'59" da Rogers.

A testa bassa, come tutto il resto del Tour d'altronde. Deluso e deludente, ridotto a gregario ma questa volta non perché un suo compagno di squadra fosse in maglia gialla, ma per sua, effettiva, scarsa condizione. Dieci minuti da Contador, quattro dal suo "leader" Thomas Dekker. Oggi però non deve rispondere a nessuno delle sue azioni, faccia come gli pare, forzi o meno in vista del Puy, cerchi la sua rivalsa o si accontenti Denis Menchov.


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L'andatura ,tuttavia, non sembra tanto migliore a quella impostata sulle grandi salite. All'inizio paga addirittura 2'27" a Millar, peggio persino di Danielson. Tuttavia, dal secondo settore, scatta sui pedali, accellera il passo e forza, non poco, l'andatura. Non eccessivamente però, ed infatti al secondo settore il gap aumenta, ma non con così tanta rapidità come successo prima e Menchov perde 3'47", ancora peggio di Danielson ma qualcosa sembra cambiare. Denis rilancia infatti l'andatura, che si mantiene stabile sui 55 orari, almeno nell'ultimo settore in cui perde, sorprendentemente, solo 3" da Rogers. Risultato finale: 3'50" dal vincitore, non entusiasmante ma stavolta sì, meglio di Danielson.

Due minuti dopo Menchov tocca ad un altro della vecchia guardia che, come i simili, è rimasto profondamente deluso dalla sua partecipazione alla 95esima edizione della Grand Boucle. E' ,ovviamente, Carlos Sastre che da essere la punta principale del suo team è sceso fino al ruolo di secondo comprimario, insieme a Frank Schleck, che però ha quantomeno vinto una tappa e lo precede di 5' abbondanti in generale.

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Non è certo a crono che Sastre può rifarsi sui due lussemburghesi, ed infatti le attese non vengono smentite. Passo lento, incostante e svogliato: dopo 19 km paga a Millar già 2'48", ma lui non ha come Menchov, altra birra in corpo. Al passaggio sotto il secondo intertempo il suo ritardo è raddoppiato ed ammonta ora a 4'18". Nell' ultimo settore migliora leggermente l'andazzo della prova e conclude perde solo un altro minuto e quaranta secondi. Ritardo complessivo: 5'48".

Al contrario di Sastre, lui è giovane, affatto deluso delle sue prestazioni ed alla prova di oggi ha,giustamente, molto da chiedere. Linus Gerdemann con una prova altamente positiva potrebbe addirittura, teoricamente, entrare nei 10 della generale provvisoria.

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Il giovincello tedesco parte bene, il passo sembra discreto e il ritardo da Millar al primo intertempo è accettabile: 59". Nel secondo settore perde, forse, un po' di lucidità rispetto ai primi 19 km e taglia quindi il secondo intertempo con un comunque accettabile ritardo di 2'21" da Rogers. Negli ultimi 12 km di percorso tiene lo stesso ritmo costante che ne aveva caratterizzato la prova e il tempo finale è tutt'altro che deludente: sopra l'ora ma di poco, 3'37" di ritardo dal compagno di squadra Rogers. Ora l'entrata nei primi 10 della generale è tutt'altro che un' utopia.

12° in generale, Samuel Sanchez deve difendere i 20" di vantaggio su Gerdemann e attaccare Cunego e Soler per trovare un piazzamento nella top ten provvisoria. Entrambe le imprese, sembrano tutt'altro che semplici.

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Ed il passo del basco nei primi km, non le semplifica affatto. Troppo spesso sui pedali anche nei rettilinei, eccessivamente lento in pianura, riesce soltanto ad uscire bene dalle curve. Dopo 19 km perde 1'36" da Millar, che diventa 2' 44" da Rogers dopo il secondo settore. Nell'ultimo molla i freni inibitori e cerca di migliorare il tempo, provando quantomeno a fissare un' andatura difficilmente eguagliabile da Cunego e Soler, per quanto certo che Gerdemann lo passerà. Alla fine il tempo è accettabile, e da Gerdemann perde poco meno di una trentina di secondi, una decina in generale, non certo irrecuperabile sul Puy, per lui che ha già vinto una tappa.

La cosa difficile per lui oggi, è difendersi dall'assalto di Gerdemann e Samuel Sanchez, per non vanificare le buone prestazioni offerte sulle Alpi in questo Tour, superare Soler in generale sembra quasi una pratica da sbrigare, e anche in fretta. Deve partire determinato e consapevole del suo talento oggi Damiano, già in maglia gialla in questo Tour, già appagato ma mai quanto lo sarebbe dopo un bel piazzamento nei 10.

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Il tempo del Principino di Cerro Veronese ,tuttavia, al primo intertempo non è dei più entusiasmanti e il ritardo da Rogers sale a 2'13". Nel secondo settore prova a limitare i danni, ma il gap raddoppia a 4'33". Ormai la prestazione è compromessa, volere o volare, bisogna spremersi perché anche a piantarsi ai -300 non si può fare poi tanto peggio. Damiano si alza sui pedali, rilancia e prova a imitare qualche posizione appresa nella galleria del vento. Alla fine, almeno nell'ultimo settore perde solo una quarantina di secondi e il suo ritardo finale si trasforma in 5'24". Tanto lui non ambisce poi così tanto al mondiale a cronometro...

TO BE CONTINUED...
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Re: 17° Tappa: Avignone - Orange (ITT)

Messaggio da emmea90 »

Il prossimo a partire è un atleta che di certo non può sperare di piazzarsi in una crono come quella di oggi, ma che comunque il suo dovere al Tour lo ha già fatto. Stiamo parlando di Mauricio Soler, 10° in classifica generale, ma già vincitore del tappone pirenaico del Lac d'Aumar.

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Non ci si aspetta troppo dal colombiano quest'oggi, e sono anzi in molti a pronosticare per lui un'uscita dalle prime 10 posizioni della classifica generale. Il primo intermedio è però meno tremendo di quanto molti si aspettassero, e dopo 19 km il distacco da Rogers è contenuto sotto i 2 minuti, a 1'49''. Al 36° km, risulta però chiaro che il capitano della Barloworld ha decisamente esagerato nella prima parte del tracciato, e il suo ritardo è salito ad un esorbitante 4'36''. I minuti oggi si sprecano, Rogers, purtroppo per lui fuori classifica sin dai Pirenei, e quindi sacrificatosi per Gerdemann, ha davvero offerto una prestazione eccezionale, e quando Soler taglia il traguardo, il cronometro dice addirittura +6'05''. Un'enormità.

Tutt'altro discorso rispetto a quello fatto per Soler vale invece per Thomas Dekker, 9° in classifica alla partenza. L'olandese oggi ha la chance di issarsi ancora più su in classifica, ed è determinato a non lasciarsi scappare la possibilità di ottenere un primo piazzamento di rilievo in un grande giro.

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Il capitano della Rabobank parte a tutta, e dopo 19 km di corsa accusa un distacco di soli 16'' da Michael Rogers. Dovesse continuare con questo passo, potrebbe addirittura pensare di sopravanzare David Millar in 2a posizione. Anche lui, però, ha avuto un po' troppa fiducia in se stesso, e a 12 km dalla conclusione il cronometro segnala un distacco di 1'23''. Non male, ma ci si poteva anche aspettare qualcosa di meglio da lui. Fortunatamente, nel finale Thomas ritrova la pedalata giusta, limita i danni, e conclude con 1'43'' di distacco dal probabile vincitore. Prova da sufficienza piena per l'olandese, e forse qualcosa di più.

Chi in questa cronometro ripone invece grossissime ambizioni è invece Andreas Kloden. Il tedesco, un po' altalenante in questo Tour de France, è 8° in classifica, ma a meno di 5 minuti da Contador. Impossibile pensare di scavalcarlo, anche perchè il Puy de Dome sarà ancora, probabilmente, a vantaggio del madrileno, ma di sicuro pensare di recuperare qualche posizione non è impossibile.

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Kloden, da atleta di grande esperienza quale è, sa che in una cronometro di quasi 50 km una partenza troppo veloce può risultare fatale, e decide di cominciare abbastanza cauto, come aveva fatto del resto anche Michael Rogers. Dopo 19 km, Kloden paga 18'' a Millar, e 12'' a Rogers, che poi è il vero riferimento. Il tedesco cambia però passo nella seconda parte di gara, dal 19° al 36° km, in cui viaggia grosso modo sui tempi dell'australiano. A 12 km dalla conclusione, Kloden gli rende solo 14''. Difficile pensare di recuperarli in così poco, ma la pedalata dell'alfiere della Astana, forse per la prima volta dal Grand Dèpart di Le Mans, convince appieno. Il passo resta sempre sul livello del leader, e quando Kloden taglia il traguardo, il cronometro gli attribuisce un distacco di 15''. Ottima prova del tedesco, che ora può veramente pensare di scalare la classifica.

E per un corridore che oggi sembra aver rilanciato le sue ambizioni, eccone uno che invece rischia di abbandonarle definitivamente. Prima o poi la CSC avrebbe dovuto scegliere un capitano, si sapeva, e purtroppo per Frank Schleck, la scelta è ricaduta su suo fratello Andy. A dire il vero, era parsa già abbastanza evidente sin dai Pirenei, quando Frank si era sacrificato per Andy sul Lac d'Aumar. La cronoscalata di Superbagnères pareva aver rilanciato la candidatura a capitano di Frank, ma sulle Alpi Andy è stato semplicemente più forte. Oggi Frank si gioca le sue ultime carte, le sue ultime speranze di restare in corsa per un grande piazzamento.

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Il lussemburghese sa di dover solo pensare a difendersi oggi, e decide di provare a gestirsi con cautela. "La prudenza non è mai troppa" non è un proverbio idiota, ma in certi casi bisognerebbe evitare di seguirlo. Dopo 19 km, Schleck, partito un po' troppo tranquillo, paga qualcosa come 3'01''. Il ritmo del più anziano dei fratelli rasenta il melodrammatico nella prima parte, ma fa segnare un leggerissimo miglioramento con il passare dei km. Al 36° km il distacco è di 5'12'', per un definitivo 6'38'' all'arrivo. Un distacco abnorme, che uccide completamente ogni velleità di classifica del lussemburghese.

Un altro che oggi dovrà pensare a limitare i danni è il 6° della classifica generale, Josè Angel Gomez Marchante. Lo spagnolo, capitano della Saunier, che però spesso è andato più piano del suo gregario Piepoli, è stato designato tale proprio per via del suo miglior passo nelle prove contro il tempo rispetto al pugliese. Oggi deve confermarlo, perchè una sua prova negativa sarebbe un fallimento per l'intera Saunier Duval.

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Rispetto a Frank Schleck, Marchante ha il vantaggio di cominciare con un'andatura decente, per quanto non eccelsa. Dopo 19 km, il suo distacco è contenuto in 1'54''. In palio, oltre ad un buon piazzamento in classifica, c'è anche la fiducia della squadra, che ha scelto Marchante come capitano, ma che rischia di pentirsene. In vista del Puy de Dome, lo spagnolo deve garantirsi i gradi di capitano anche per allora, e dà tutto nel tratto centrale, quello dove spesso si costruisce una buona prestazione. Il suo distacco, a 12 km dall'arrivo, è salito, ma resta ad un dignitoso 3'48''. Purtroppo per lui, Marchante ha però sottovalutato il peso dell'ultimo settore, il più breve, ma anche il più infido, perchè rischia di far perdere un'enormità a chi ha esagerato precedentemente. E' proprio questo il caso, con lo spagnolo che perde qualcosa come 1'57'' in 12 km, piazzandosi a 5'45'' da Rogers.

Ed ecco l'altro aspirante candidato della Saunier Duval, Leonardo Piepoli. Il Trullo di Alberobello era partito senza nessuna ambizione di classifica, puntando a vincere una tappa. Ora di tappe ne ha vinte 2, consecutivamente, ed è 5° in generale. Un'occasione da non lasciarsi scappare, insomma, per quanto la crono di oggi di certo non aiuti il pugliese nella sua caccia alle zone alte della graduatoria.

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Il Trullovolante è probabilmente il meno specialista tra tutti gli uomini di classifica, e già il primo intermedio è molto chiaro a riguardo: 2'53'' di ritardo. Meglio di Frank Schleck, ma il problema è che Piepoli non sembra essere partito a risparmio come il lussemburghese. La speranza di tutti gli appassionati italiani è di sbagliarsi, ma purtroppo per loro è esattamente così: al secondo intermedio, il ritardo di Piepoli è salito a 5'22''. Il tratto finale non presenta, purtroppo, alcuna inversione di tendenza, e il ritardo continua a salire, a salire e a salire, fino a toccare sull'arrivo la punta, 7'. Un distacco esorbitante, che compromette parzialmente le speranze di classifica di Piepoli, pur senza andare ad intaccare anche solo minimamente il Tour meraviglioso dello scalatore di Alberobello.

E ora si fa sul serio. Nessuno dei quattro anche ancora mancano all'appello è interessato a fare una buona classifica. Loro vogliono vincere il Tour, tutti e quattro. Lo vuole Valverde, lo vuole Evans, lo vuole Schleck, lo vuole Contador. Tutti determinati, tutti con lo stesso obiettivo fisso in testa: la maglia gialla di Parigi.
Il primo dei contendenti a partire è Alejandro Valverde, un'incognita nelle prove contro il tempo, in cui alterna ottime prestazioni ad altre imbarazzanti. L'impressione è però che il murciano sia in una forma spaventosa, ora come ora il più forte in salita.

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La partenza del capitano della Caisse d'Epargne, però, è sorprendentemente lenta, e lo spagnolo paga qualcosa come 2'24'' da Rogers dopo soli 19 km. Il rischio di trovarsi di fronte al Valverde formato Tour 2007 a cronometro prende sempre più corpo. I suoi numerosi tifosi in patria, il suo direttore sportivo, tutta la squadra, sente che le chances di vincere il Tour se ne stanno andando. Per fortuna, però, lo sente anche lui, e da campione qual è, cerca di reagire. Al 36° km, l'Embatido paga infatti 3'34'', un distacco assolutamente accettabile rispetto ad un Rogers superlativo, considerati i distacchi che sono volati oggi. Nel finale, Valverde, forse rinvigorito anche dalle notizie ben più confortanti sulla sua prova, accelera, prova a limitare il più possibile i danni, e nel complesso non si può lamentare. Alla fine paga 4'16'' a Rogers, un distacco tutt'altro che pazzesco.

-3. Ancora tre atleti al via, e il primo di questi è Cadel Evans. L'australiano è il più cronoman degli uomini di classifica, e oggi punta deciso a riconquistare la maglia gialla. Vestire il simbolo del primato oggi, vorrebbe dire doversi solo difendere nell'arrivo in salita di dopodomani, sul Puy de Dome.

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L'australiano parte forte, molto forte. Speriamo non troppo. Al primo rilevamento cronometrico, Cadel paga a Michael Rogers solo 22''. Con una prova del genere potrebbe ambire ad un piazzamento nei 5, ma non è della classifica parziale che si preoccupa Cadel. Lui vuole la generale, vuole la gialla parigina. Questa smania di vittoria, però, lo ha portato ad esagerare nel primo tratto, e al 36° km il distacco di Evans è cresciuto addirittura a 2'10''. L'ex biker australiano continua a perdere, pagando ancora quello sforzo spropositato nel primo tratto. Se c'è una cosa che però non difetta a Cadel è il cuore, quello che gli permette di limitare a 50'' il distacco nel terzo e ultimo settore, per un distacco finale di 3'00''. Una prova discreta ma nulla più per Cadel, che potrebbe non bastare per conquistare la testa della generale.

Ecco chi invece oggi, tra i favoriti, deve pensare a non perdere troppo: Andy Schleck. Il più giovane dei fratelli è leggermente più specialista di Frank, ma non è certo un drago nelle prove contro il tempo, e di sicuro perderà rispetto a Evans. Questo lo sa anche lui, e non è un bel modo di cominciare. Andy è però molto più maturo di quanto dica la sua carta d'identità, e siamo certi che non ne risentirà troppo.

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La partenza del lussemburghese, a dire il vero, non è delle più incoraggianti, dato che paga già 1'43'' dopo 19 km. Non un'enormità, ma data la tendenza piuttosto diffusa di perdere molto nel tratto finale, il rischio di pagare moltissimo c'è. Andy riesce però a gestirsi piuttosto bene, a non perdere la calma nemmeno per un istante, e a 12 km dal traguardo il suo ritardo è di 3'34'', esattamente lo stesso di Valverde. Il suo finale è però molto meno veloce di quello del murciano, che gli rifila 26'' in 12 km. 4'42'' è il distacco di Andy all'arrivo, forse troppo per poter pensare di rimontare nella tappa del Puy.

Ed eccoci all'ultimo atleta a prendere il via, quello vestito di giallo, il vincitore del 2007, che punta a ripetersi. Questa volta non c'è stato nessuno scandalo doping, la maglia che porta se l'è guadagnata sulla strada. Per ora se l'è meritata, è stato il più costante nelle tre settimane di gare. Ma Alberto Contador sa che c'è una schiera di gente che aspira a portargliela via, e farà di tutto per tenerla anche quest'oggi.

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Il madrileno ha il vantaggio di conoscere in anticipo il tempo degli avversari, ma non sembra curarsene troppo. Contador fa la sua gara, si gestisce saggiamente, sapendo che non può pensare di rivaleggiare con Rogers, e che Evans è comunque più forte di lui a crono. Al primo intermedio il suo distacco è di 1'24'', e al secondo di 2'53''. Una gestione piuttosto attenta quella dello spagnolo, che però è comunque virtualmente dietro Evans in classifica generale. Il distacco massimo che può permettersi di accusare è 3'26'', quello che gli consentirebbe di restare davanti a Cadel di 1''. Alberto ce la mette tutta, forza, dà tutto, vuole tenersi la maglia gialla a tutti i costi. Anche perderla di qualche secondo, alla vigilia di un arrivo come il Puy de Dome, non sarebbe un dramma, ma lui non ne vuole sapere. Il fatto stesso di essere dietro lo costringerebbe a staccare Evans sull'ultima grande salita del Tour, a meno di non voler fare affidamento sugli abbuoni. Contador ci prova fino in fondo, il finale di Evans non è stato eccelso, e ce la può fare. Il tempo di Rogers è passato ormai da tempo, scorrono anche quelli degli altri. Kloden... Millar... Cancellara... Dekker... Leipheimer... Evans... Lang. Ecco, David Zabriskie, 3'27'' di ritardo da Rogers. Contador deve stare davanti a lui. Lo spagnolo sprinta, dà tutto, tira fuori la lingua, è uno sforzo immane il suo. Ma non basta. Il tempo di Zabriskie passa, così come passa quello di Ivan Gutierrez Palacios, arrivato a 3'33'' da Rogers. Alla fine Contador paga 3'34''. Per 7'' Evans torna in giallo. Il Tour però è ancora apertissimo.
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CLASSIFICA DI TAPPA
1° Michael ROGERS
2° Andreas KLODEN +15’’
3° David MILLAR +49’’
4° Fabian CANCELLARA +1’20’’
5° Thomas DEKKER +1’43’’
6° Levi LEIPHEIMER +2’02’’
7° Cadel EVANS +3’00’’
8° Sebastian LANG +3’10’’
9° David ZABRISKIE +3’27’’
10° Josè Ivan GUTIERREZ PALACIOS +3’33’’

Alberto CONTADOR +3’34’’
Linus GERDEMANN +3’37’’
Denis MENCHOV +3’40’’
Tom DANIELSON +3’59’’
Samuel SANCHEZ +4’02’’
Alejandro VALVERDE +4’16’’
Andy SCHLECK +4’42’’
Damiano CUNEGO +5’24’’
Josè Angel GOMEZ MARCHANTE +5’45’’
Carlos SASTRE +5’48’’
Mauricio SOLER +6’05’’
Frank SCHLECK +6’38’’
Leonardo PIEPOLI +7’00’’

CLASSIFICA GENERALE
1° Cadel EVANS
2° Alberto CONTADOR +7’’
3° Andy SCHLECK +1’25’’
4° Andreas KLODEN +1’40’’
5° Alejandro VALVERDE +1’47’’
6° Thomas DEKKER +4’29’’
7° Leonardo PIEPOLI +5’41’’
8° Josè Angel GOMEZ MARCHANTE +5’57’’
9° Frank SCHLECK +7’32’’
10° Linus GERDEMANN +8’49’’
11° Samuel SANCHEZ +8’54’’
12° Mauricio SOLER +9’29’’
13° Damiano CUNEGO +9’30’’
14° Denis MENCHOV +10’14’’
15° Tom DANIELSON +10’42’’
16° Carlos SASTRE +12’07’’
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CLASSIFICA SCALATORI
1°Leonardo PIEPOLI 239 pt.
2° Alejandro VALVERDE 127 pt.
3° Bernhard KOHL 121 pt.
4° Cadel EVANS 118 pt
5° Alberto CONTADOR 117 pt.
6° Andy SCHLECK 108 pt.
7° Josè Angel GOMEZ MARCHANTE 89 pt.
8°Christophe MOREAU 80 pt.
9° Frank SCHLECK 73 pt.
10° Mauricio SOLER 62 pt.

CLASSIFICA A PUNTI
1° Daniele BENNATI 105 pt.
2° Alejandro VALVERDE 90 pt.
3° Leonardo PIEPOLI 89 pt.
4° Thor HUSHOVD 87 pt.
5° Samuel SANCHEZ 80 pt.
6° Cadel EVANS 79 pt.
7° Alberto CONTADOR 68 pt.
7° Oscar FREIRE 68 pt.
9° Damiano CUNEGO 65 pt.
9° Andy SCHLECK 65 pt.

Robbie McEWEN 63 pt.
Erik ZABEL 58 pt.
Danilo NAPOLITANO 58 pt
Frank SCHLECK 52 pt.
Robert HUNTER 44 pt.
Josè Angel GOMEZ MARCHANTE 38 pt.
Alexandre USOV 38 pt.
Thomas DEKKER 36 pt.
Mauricio SOLER 33 pt.

CLASSIFICA GIOVANI
1° Andy SCHLECK
2° Thomas DEKKER +3’14’’
3° Linus GERDEMANN +7’24''
Direttore di corsa.
Bloccato

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