20° Tappa: Blois - Parigi

Tappe e risultati del Tour 2008, partito da Le Mans e vinto da Alejandro Valverde

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20° Tappa: Blois - Parigi

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20^ TAPPA: BLOIS - PARIGI, 215 km

Ultima, facile frazione del Tour de France. Nessun GPM, solo un traguardo volante a Orléans dopo 61 km. Il finale sarà quello classico, con il circuito dei Campi Elisi. Tappa per velocisti al 99%, a meno che il gruppo non si distragga lasciando partire qualcuno. Eventualità comunque molto difficile, perciò con ogni probabilità sarà volata.
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Non si può neanche dire "Io però lo sapevo, credevo nel suo riscatto", non si può asserire di aver scommesso su di lui dopo il macello del Lac D'Aumar se non per le sue altissime quotazioni, non si può riportare nessun indizio alla tappa di Le Chalmieu, perché tutti erano pronti a giocarsi la casa che tanto a crono sarebbe risprofondato nei bassifondi delle posizioni clou. E' inutile affermare il contrario, sul Puy Valverde ha sorpreso tutti, ci ha shockati, lasciati di stucco, impressionati. Ora invece Alejandro sfila in maglia gialla, ridendo con i compagni e con l' ammiraglia, mostrando fiero un calice di spumante e, se Bennati non andasse oltre la sesta piazza nella tappa odierna, potrebbe centrare la prestigiosissima accoppiata maglia gialla-maglia verde. Non male per uno che ,seppur per poche ore, in questo Tour si è ritrovato persino dietro Moreau in generale. Ma non solo Valverde sui Campi Elisi. Sui Campi Elisi sfilerà anche Contador, che non è riuscito nella storica accoppiata Giro-Tour per 19", che in questo Tour ha fatto sempre le cose bene ma mai eccellentemente, che ha scoperto come non si possa pretendere che il 4° in generale faccia il gregario completo, anche se sei ad un abbuono dalla maglia gialla. Sfilerà anche Evans, ah povero Cadel. Anche quest'anno il Tour gli è sfuggito per dettagli, per leggerissime disattenzioni, per una manciata di secondi, che anche quest'anno non è riuscito a scavalcare Contador, che anche quest'anno non ha potuto contare su una squadra all'altezza, che anche quest'anno si starà chiedendo perché mai l'estro venga premiato ,troppo, spesso sulla costanza. Sfilerà Piepoli in maglia a pois, sfileranno Andy Schleck e Thomas Dekker che hanno lanciato un messaggio chiarissimo in ottica futura, la disfatta di Menchov, Sastre e Leipheimer, le delusioni di Moreau e Kloden. Sono questi i discorsi a cui i telecronisti di tutto il mondo devono aggrapparsi per tenere quantomeno sveglio il telespettatore nei primi 180 km di corsa, per le strade transalpine che conducono la carovana sino all'ingresso degli Champs Elysees, da percorrere in tutto cinque volte, prima del giro conclusivo. A far sonare per la prima volta la campanella è Paolo Fornaciari, una carriera sin troppo "anonima" agli occhi della grande folla, non però per i veri intenditori che conoscono l'enorme valore di questo gregario, probabilmente ormai prossimo al ritiro. Durante il primo giro sono due Credit Agricole a scandire il passo del plotone, e un ritmo di tale livello rende decisamente complicato lo scatto. Quando però si sta per approcciare il secondo giro, all' uscita dal tunnel, sono in due ad uscire qualche istante prima del resto della carovana: Marcus Burghardt e Rik Verbrugghe.

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L'allungo dei due passistoni pare secco e ben congeniato, ma soprattutto supportato da delle buone gambe. Al traguardo mancano ancora una trentina di km, ed allora il plotone non si danna eccessivamente per richiudere il buco. I due davanti, tuttavia, cercano di risparmiare qualche energia e non raschiare il fondo del barile già da subito e guadagnare un margine che così si rivelerebbe ampio ma poco consistente. Alla curva sotto l' Arc de Triomphe, guadagnano 8", e alla fine del secondo giro, dopo un attimo di perplessità del gruppo dovuto ad un mancato cambio, 17". I km restanti sono 24. L'azione dei due comincia a farsi pericolosa alla terza inversione ad U di giornata, quando il distacco tocca il mezzo minuto. Al termine del terzo giro raggiungerà i 28". All'Arc de Triomphe il margine resta pressoché invariato, ma Sylvain Chavanel affronta la svolta ad una velocità folle e si ritrova subito con un discreto vantaggio.

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Approfittano dell' occasione Maaskant, Wegmann e Vogondy che colmano i 100 metri di vantaggio del francese della Cofidis e contribuiscono alla formazione di un gruppetto di quattro corridori, a cui si aggiunge dopo il tunnel anche Vaitkus, all'inseguimento del duo di testa, che vanta 13" di margine sui "poursuivants" e 21" sul plotone, alla cui testa si sono portate anche la Liquigas e la Lampre, km al traguardo 12, penultimo giro. All'inseguimento sopraggiungono ,finalmente, i Milram e il cambio di rotta è tremendo. Sotto l'Arc de Thriomphe la testa della corsa guadagna 4" sui cinque inseguitori e 11" sul plotone della maglia gialla. Dopo 1 km al comando si forma un gruppo di sette ciclisti, seguito a 14" dal gruppo compatto, quindi inizia l'ultimo, palpitante, giro degli Champs Elysees. I sette al comando sembrano spacciati, ma è meglio non pronunciarsi in tal merito. Sotto l'Arc de Triomphe il lavorone delle squadre dei velocisti corrisponde a 9" in meno di svantaggio. Il giovane Martijn Maaskant però non ci sta: è giovane, e nonostante il Tour de France non sia la sua corsa e il suo palcoscenico, almeno per ora, non vuole che la sua presenza alla Grand Boucle si riduca a due scatti anonimi, per quanto uno sia stato sugli Champs Elysees. Il giovane olandese rilancia, nessuno lo segue, ma lo scatto è di quelli buoni. Lo svantaggio del gruppo dagli altri fuggitivi viene colmato dopo 2 km, Maaskant ha qualcosa come 2" di margine. Il tunnel viene preso ad andatura folle dal plotone, ed ogni scatto viene così evitato. Ormai Maaskant è ad un tiro di schioppo, ma ecco che alla curva "Vinokourov", inquadrata dall'elicottero per goder meglio lo sprint finale, un puntino nero e bianco sopravanza il gruppo a velocità superiore. L'inquadratura zooma immediatamente e l'uomo si rivela essere colui da cui tutti ci si aspettavano qualcosa alla vigilia dei Campi Elisi, una, forse, delle più grandi delusioni di quelle che sono state le prime 19 tappe del Tour de France, un 2° e un 4° posto: troppo poco per onorare la presenza di Fabian Cancellara. Lo svizzero parte come un missile, nessuno gli sta dietro, nessuno riesce a stargli dietro.

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Dopo neanche 100 m riprende Maaskant, mancano ancora 2 km. Dietro le squadre tirano in doppia fila, quando scatta Cancellara ogni tattica salta e deve saltare, perché sennò lo svizzero non lo si riprende più. -1,5, l'azione di Cancellara è tremenda. Fabian avanza, avanza, avanza, dietro non avanzano più veloce, ripreso Maaskant, ma ciò non vuol dire affatto che Cancellara sia lì lì per fare la stessa fine. Striscione dell' ultimo km, si anticipano i treni dei velocisti, gli ultimi uomini entrano in azione già da adesso, perché senza volata lunga ci si gioca solo il secondo posto. -600 m, Cancellara si alza sui pedali, per la prima volta durante questa sua lunga, emozionante azione. Lo svizzero si risiede dopo 150 m a tutta. -450, dietro sembrano aver guadagnato qualcosa, gli ultimi uomini dei velocisti battono l'ultima, sofferta, spaccagambe, disperata pedalata e lasciano così esausti la scena ai leader che devono lanciarsi in uno sprint lunghissimo, sicuramente il più lungo e più strano del Tour, quando siamo ai -230 m. Cancellara rilancia nuovamente l'andatura, ma più di così si va solo con il motore. Fabian prosegue, ormai è fatta, è fatta!


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Un' azione storica, ancor più difficile perché affatto sorprendente, e ampiamente prevista ed attesa. Cancellara però dimostra che quando le gambe esplodono, quando si ha la pazienza, l'acume tattico e anche la fantasia di scattare nell' unico secondo morto degli ultimi 10 km, ognuna di queste doti viene premiata. Fabian domina, si impone. Dietro è Bennati che con uno sprint imperiale, che senza quell' alieno li sarebbe valso una storica doppietta consecutiva a Parigi, si assicura lo sprint del gruppo e la maglia verde. A mezza bicicletta abbondante dal toscano chiude Freire, terzo, quindi McEwen e Steegmans. Dopo una ventina di secondi transita Valverde, vincitore, dominante del Puy e del Tour, a braccia alzate, larghissime: il gradino più alto di Parigi è suo.


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CLASSIFICA DI TAPPA

1°Fabian CANCELLARA
2°Daniele BENNATI +1"
3°Oscar FREIRE s.t.
4°Robbie McEWEN s.t.
5°Geert STEEGMANS s.t.
6°Roman FEILLU s.t.
7°Erik ZABEL s.t.
8°Thor HUSHOVD s.t.
9°Danilo NAPOLITANO s.t.
10°Robert HUNTER s.t.

CLASSIFICA GENERALE
1° Alejandro VALVERDE
2° Alberto CONTADOR +19’’
3° Cadel EVANS +42’’
4° Andreas KLODEN +1’52’’
5° Andy SCHLECK +2’20’’
6° Thomas DEKKER +5’11’’
7° Leonardo PIEPOLI +6’02’’
8° Josè Angel GOMEZ MARCHANTE +6’48’’
9° Frank SCHLECK +8’27’’
10° Linus GERDEMANN +8’28’’
11° Carlos SASTRE +9’10’’
12° Samuel SANCHEZ +10’39’’
13° Mauricio SOLER +10’40’’
14° Damiano CUNEGO +11’48’’
15° Denis MENCHOV +12’32’’
16° Tom DANIELSON +12’41’’

CLASSIFICA SCALATORI
1°Leonardo PIEPOLI 255 pt.
2° Alejandro VALVERDE 167 pt.
3° Alberto CONTADOR 137 pt.
4° Bernhard KOHL 134 pt.
5° Cadel EVANS 122 pt
6° Andy SCHLECK 110 pt.
7° Christophe MOREAU 100 pt.
8° Josè Angel GOMEZ MARCHANTE 97 pt.
9° Frank SCHLECK 73 pt.
10° Mauricio SOLER 62 pt.

CLASSIFICA A PUNTI
1° Daniele BENNATI 127 pt.
2° Alejandro VALVERDE 115 pt.
3° Leonardo PIEPOLI 95 pt.
4° Thor HUSHOVD 91 pt.
5° Oscar FREIRE 83 pt.
6° Cadel EVANS 81 pt.
7° Samuel SANCHEZ 80 pt.
8° Alberto CONTADOR 78 pt.
9°Robbie McEWEN 73 pt.
10° Andy SCHLECK 66 pt.


Damiano CUNEGO 65 pt.
Erik ZABEL 62 pt.
Danilo NAPOLITANO 60 pt
Frank SCHLECK 52 pt.
Robert HUNTER 45 pt.
Josè Angel GOMEZ MARCHANTE 42 pt.
Thomas DEKKER 39 pt.
Alexandre USOV 38 pt.
Mauricio SOLER 33 pt.

CLASSIFICA GIOVANI
1° Andy SCHLECK
2° Thomas DEKKER +2’49’’
3° Linus GERDEMANN +6’08''
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TOUR DI SERA

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Auro: Buonasera, gentili amici................. telespett... Balani, dove cazzo inquadri?
Balani: Merda, è di là! Quello è Yifu Wang, quel pirla che è svenuto ad Atlanta all'ultimo tiro della finale della pistola ad aria compressa.
Cameraman: Cazzo, ma è uguale!
Bartoletti: De gustibus non disputandum est.
Cassani: Qui ci vuole la tghipla...
Auro: Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Basta! Dunque, dicevo............... benvenuti gentili amici............. telespettatori. Siete in collegamento con Parigi, la capitale francese, che conta poco più di 2 milioni di abitanti nella città vera e propria, mentre in periferia...
Balani: Abbiamo solo 55 minuti, Auro...
Auro: Sì, dunque dicevamo. Quest'oggi siamo qui per un'analisi approfondita di quanto abbiamo visto nel corso delle tre settimane del Touuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuur deeeeeeeeeeeeeee Fraaaaaaaaaaaaaaaaance. Con noi due ospiti speciali, ossia gli organizzatori della Graaaaaaaaaaaaaaaaaaande Bouuuuuuuuuuuuuuuuucle, Mathieu La Sègue e Jacques Messapique.
La Sègue: Buonsserà
Massapique: Sciaò a tutì
Auro: Ahahah, divertente la parlata che fate.
Balani: Pirla, hanno l'accento francese.
Auro: Ah già... beh, con noi, assieme a due ospiti eccezionali, tre che contano come il due di picche con la briscola a denari: Davide Cassani...
Davide: Non l'ho capita...

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Cameraman: Ma che sta cagando? E poi chi cazzo ha messo quella didascalia? E' ironica, vero?
Davide: Non ho capito neanche questa...
Auro: ... Alessandra De Stefano...
De Stefano: Tutti a buonas... Buonasera con tut... no, com'era?

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Auro: ... E la risposta italiana a David Copperfield... Maghino Bartoletti! Ihih, l'avete capita?
Marino: L'hai già detta.

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Auro: Ah, davvero? Beh, insomma, veniamo a noi. Dunque, dato che qualche cagata Cassani e quell'altra la devono pur dire, via il dente via il dolore. Davide, quando hai capito che Valverde avrebbe vinto il Tour?
Cassani: Perchè, ha vinto lui?
Auro: Ecco... Alessandra, qual è stata invece la tua intervista più significativa?
De Stefano: Quella con Gilberto Simoni.
Auro: Ma se non ha neanche... va beh, lasciamo stare. Bene, veniamo quindi ai nostri ospiti. Inizierei da La Sègue, se Messapique non ha nulla da obiettare.
Messapique: Lurido figlio d'una troià, che cosa casso... *microfono spento*
Auro: Lascio quindi la parola al nostro Maghino Bartoletti, che con una magia intervisterà La Sègue. Ihihi...
Marino: Ancora? Ritengo che quelle che un lituano chiamerebbe "kamuolys" stiano assumendo proporzioni rilevanti.
Auro: Cioè?
Marino: Ne ho le palle piene. Dunque veniamo a noi La Sègue. Mi auguro che il crepuscolo della sua porzione odierna di vita possa sorriderle.
La Sègue: Eh?
Marino: Buona sera.

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Marino: La Sègue, sa che ha degli occhi strani?
La Sègue: Bartoletì, lo sa che La Sègue è un sopranomé?
Marino: Ah, sì, dunque. Questo Tour è stato per molti il Tour del rilancio. Ora avete altre idee?
La Sègue: Oui, ma veramente non riguardando solo il Tour de France. Staremmo adiriturà pensando a un Jiro d'Europà.
Marino: Una nota frase di Giovanni Leopardi, il celebre drammaturgo del Rinascimento, recita "Il saggio muta consiglio, ma lo stolto resta della sua opinione". Ecco, ma lei, è pirla?
La Sègue: Ma come si permeté?
Marino: Beh, quando le è venuta questa idea?
La Sègue: Una matinà, avevo apena finitò di tirar ju il mio Orlandò Furiosò...
Marino: Che cosa?
La Sègue: Sarebe il mio cassò...
Marino: La Sègue!
La Sègue: Beh, sì, con cosa lo vuole tirare ju altrimonti?
Marino: Basta!
La Sègue: Sì, discevo, che ho pensato che nel sciclismo di ojì sc'è bisognò di inovasioné, e alora questa potrebé esere un'idea interesonte per dare un po' d'aria frescà a questo sport.
Marino: Molto nobile da parte sua. A proposito di sentimenti nobili, ma non ha mai pensato di sbarazzarsi di Messapique, e di prendere da solo il controllo del Tour? Avrebbe potuto manomettergli i freni della macchina, o, perchè no, anche piazzargli una bomba ad orologeria sotto il materasso. Così sarebbe finito certamente all'ospedale, e, perchè no, magari anche all'obitorio.
Balani: Marino, basta così! Auro, vai...
Auro: Chomp... chomp... questo panino alle lasagne e wurstel è delizioso, leggero e nutriente...
Balani: Auro!
Auro: Ah... sì, dunque, direi a questo punto di passare a Messapique...

TO BE CONTINUED...
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Messapique- Bonjour a tous le monde!

Bartoletti- Messapique, come può avere ben inteso dalle parole del suo collega egli cova non poco risentimento ed invidia nei suoi confronti, ed ha ammesso di essere anche disposto a manometterle i freni dell'auto o minare il suo materasso pur di sbarazzarsi di lei. Ma io Marino Bartoletti, baluardo di correttezza e onestà, ho cercato di dissuaderlo.

Messapique- Non m'est sembratò...

Bartoletti- Malfidato. Comunque, Messapique, la celeberrima poetessa romantica Ivana Spagna scrisse nella stupenda poesia "Zingara": "Finché la barca va lasciala andare". Ecco anche lei si è lasciato andare?

Messapique- In quelle sensò, excuse moi...

Bartoletti- Perché mi sento avviluppare dalle spietate fauci ciniche, figlie della sua voracità...

Messapique- Eh?

Bartoletti- Sento puzza di merda...

Auro- Ehm Marino, non vedo il nesso tra il presunto meteorismo di Messapique e il Tour de France appena concluso, così come non vedo il nesso tra il caciocavallo e la carbonara che mi ha offerto Nazareno! Vieni qua!

Bartoletti- Passerò allora a domande più inerenti. Uno dei più rispettati nomi del giornalismo ciclistico, Bruno Pizzul, affermò che "La corsa la fanno i corridori", sente un po' quindi merito dei suoi azzeccati inviti il gran successo di questa edizione della Grand Boucle?

Messapique- Bé la corsà ,appuntò, la fannò les corideurs. Pour cà non é grazié a moi se i coridorì ont dato spettacolò mais par leurs gambé. Je me suis limitatò ad invitàre les meilleurs...

Bartoletti- Forse non mi son spiegato bene, intendevo: secondo lei il suo collega in questo Tour non ha fatto una sega?

Messapique- No, non. Des segues il ne ha fatte molte...

Auro- Direi che per oggi e per questo Tour può bastare così. Ringraziamo vivamente La Sègue e Messapique, e quindi la RAI vi saluta. Alla prossima edizione del Toooooooooooooooooour deeeee..............................................France.
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