Prologo: Nantes - Nantes (ITT)

Il percorso della seconda edizione, partita da Nantes e che vide trionfare Cadel Evans

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Prologo: Nantes - Nantes (ITT)

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CRONOPROLOGO: NANTES - NANTES 5 .04 km

PRESENTAZIONE:
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I primi 5004 metri del Tour si snodano tra le vie centrali di Nantes, capoluogo della Loira. Il blocco di partenza è posto ai piedi della Torre di Bretagna, quindi dopo pochi metri una rotonda immette sulla Rue de l'Arche Sèche, si costeggia Place Royale e ci si immette in Rue de la Fosse, che culmina in una nuova rotonda, all'uscita della quale il corridore imboccherà Rue Felix Eboué e, dopo una terza rotonda, il Boulevard Jean Pillot. Rotonda e immissione in Place Alexis Ricordeau, dalla quale nasce il Pont du General Audibert, dove è posto l'intertempo. Attraversata la Loira si svolta nel Boulevard Gaston Doumergue. Si costeggia la Loira per rientrare nella metà settentrionale della città attraverso Pont Aristide Briand, il cui rettilineo prosegue in Avenue Jean Claude Bonduelle e Avenue Carnot. Ancora una rotonda e quindi Rue Henry IV, al termine della quale si gira ad U verso Place Saint Pierre. Ultimi metri in Rue Strasbourg, con virata provvisoria verso Rue des Carmèlites e rientro sulla strada principale per l'arrivo. Percorso molto tecnico, pieno di curve, rotonde e svolte che potrebbero costringere i corridori e numerosi cambi di ritmo e ad un approccio più serrato alle svolte per realizzare le proprie ambizioni.

INTERMEDIO: Pont du General Audibert (km 2,3)[/i]


LA CORSA:

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A Nantes il cielo è nuvolo ma non minaccia pioggia, a Nantes, nell'ultima settimana gli alberghi della città e della provincia si sono riempiti fino al colmo, a Nantes c'è chi vuole vincere e chi deve limitare i danni, chi si gioca una stagione e chi aspetta, ma soprattutto a Nantes,ai piedi della Tour Bretagne, le gambe, il cuore e la testa dovranno svuotarsi dei sogni, delle velleità, delle dichiarazioni e riempirsi di volontà, di forza, di aggressività, di cinismo e di grinta.
Tra i primissimi a partire è il 22enne costaricano della Caisse d' Epargne Andrey Amador, che circa una settimana prima del Grand Depàrt aveva dichiarato alla stampa di puntare molto sulla prova odierna, di averla curata in ogni minimo dettaglio e di esser sicuro di fare risultato. Le sue dichiarazioni avevano lasciato il tempo che trovavano tra le grandi testate ciclistiche, ma il ragazzo sembra determinato, rischia di travolgere l'addetto a scandire i secondi prima della partenza appena questo chiude il pugno, aggredisce l'asfalto, lambisce le aiuole delle rotonde, si chiude a riccio sulle prime curve e all' intertempo su Pont du General Audibert blocca i cronometri sui 2'53", tempo interessantissimo, media dei 48 km/h, primo dei corridori sinora partiti.

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Il pubblico ora crede nell' impresa, incita a gran voce il costaricano che però non mantiene la stessa andatura nei due tratti in rettilineo successivi. All' imbocco della rotonda che immette in Rue Henry IV ha già impiegato 4'39", tempo sì ottimo, sicuramente da top ten se venisse mantenuta la media ma che difficilmente potrebbe realizzare le illusioni createsi al primo intertempo. Ad Amador riesce, invece, l'impresa: si avventa su tutte le nove svolte che lo separano dal traguardo come un falco in picchiata, disegna traiettorie improponibili e che potrebbero istruire i corridori che partiranno dopo di lui, si rialza dopo ogni curva anche a rischio di impattare con le transenne, ci crede, getta un urlo liberatorio al traguardo. Tutto ciò gli vale un tempone: 6'10", tempo da maglia gialla.



Con Amador inaspettatamente installatosi in testa alla classifica, il primo vero test per la prestazione del costaricano arriva con Mikhail Ignatiev, 24enne russo della Katusha.

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Il corridore forse più combattivo del Giro d'Italia 2008 si presenta ai nastri di partenza con apparente calma, sistemandosi ripetutamente l'elegante divisa bianco-blu della formazione russa. Tutto l'aplomb di Ignatiev sparisce però parallelamente al segnale del via: l'atleta di San Pietroburgo scarica immediatamente sui pedali l'immensa potenza che possiede, e si lancia nella prima, tecnicissima parte di tracciato, disegnando curve al limite. L'impressione è che il russo stia andando molto bene, ma all'intermedio il cronometro dice che è dietro ad Amador di 2''. O l'impressione era errata, o il costaricano è andato ben al di là di ogni più rosea previsione. Ignatiev continua a spingere anche nella seconda parte del tracciato, anche se sembra aver un po' smarrito la verve delle prime centinaia di metri di gara. Uno sprint di quasi 250 metri non è sufficiente ad evitare all'ex alfiere della Tinkoff un ritardo di 4'' da Amador, che lo pone al 2° posto provvisorio.




Ai blocchi di partenza sale quindi un altro candidato alla prima maglia gialla di questo Tour, George Hincapie, il luogotenente US Postal e Discovery, il grandissimo amico di Lance Armstrong, che quest'anno troverà per la prima volta da tanto tempo indossare una divisa diversa dalla sua. E' soprattutto ,però, colui che arrivò secondo per pochi millesimi nel prologo di Strasburgo del Tour 2006, e fa valere i suoi attributi già al primo intertempo, dove vola sul tempo di 2'58", tempo superiore a quello di Amador, ma gap recuperabile nei lunghi rettilinei del tratto centrale della prova. Hinca vola infatti sui tratti rettilinei, guadagna 2" su Amador all' imbocco degli ultimi mille metri in cui si difende senza prendere rischi inutili. Tempo più che buono per George: 6'11", ad un solo secondo dal costaricano.
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Il terzo fiero attacco che Amador sarà chiamato a sostenere è quello di Thor Hushovd, velocista norvegese con un'eccellente tradizione nelle brevi prove contro il tempo.

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Il vichingo parte deciso, malgrado non sia uno specialista di percorsi tecnici come quello odierno, su cui fatica a sprigionare tutta la sua potenza. Il primo tratto, particolarmente impegnativo sotto questo profilo, vede infatti un Hushovd brillante ma non brillantissimo, che paga 5'' all'intermedio ad Amador. La seconda parte, perlomeno fino all'ultimo kilometro, è invece più adatta al vichingo, che divora le strade di Nantes con una cattiveria che sembra potergli consentire un'inattesa rimonta. In vista dell'arrivo, gli occhi di tutti passano dalla bici che Hushovd dimena a destra e a sinistra in uno sprint furibondo al cronometro: 6'08''... 6'09''... 6'10''... troppo tardi. 6'12'' il tempo di Thor sul traguardo, 2'' più di Amador, e 1'' più lento anche di George Hincapie.




Centonovantaquattro anni fa un despota, un tiranno, un eroe sbarcava a Cannes per riprendersi la sua creazione, il suo Impero per altri ,soli, Cento Giorni. Veniva dalla Corsica, era abbastanza basso e soleva infilarsi la mano tra i bottoni, al cuore. Ora a Nantes un altro tiranno, un altro innovatore, ma americano, più alto rispetto alla media della sua categoria e che le mani, in genere le alza trionfante, torna per cercare di riprendersi ciò che è suo, almeno per ventun giorni.
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Le Roi Americain, Lance Armstrong parte nella bolgia francese, pedala forte ma con riserva, stringe qualche curva più del dovuto per far sobbalzare i tifosi festanti: al primo intertempo paga 4" ad Amador. Sui due rettlinei però decolla, tocca picchi di 60 km/h, rilascia lampi di classe purissima e non ancora arruginita. Forte di un ottimo tempo approccia senza troppa determinazione l'ultimo tratto del prologo, giungerà al traguardo con 6" di ritardo dall' impressionante 22enne Caisse d'Epargne.



Una decina di minuti dopo quello che fu il suo grande avversare e ,forse, anche il suo grande ispiratore, è la volta del Terribile, di Ivan Basso. Il varesino non chiede più di tanto a questo prologo, dal quale sa di non poter guadagnare nulla sui diretti concorrenti. Già nei primi due kilometri e trecento metri il suo passo non convince, nonostante la posizione paia buona: +15" rispetto ad Amador. Sui rettilinei rilancia più volte l'andatura, sembra voler testare la gamba per le due grandi crono che lo attenderanno. In curva, però, non c'è niente da fare: è il Basso di sempre. Approccia le svolte centralmente, non rischia neppure di tagliare la strada in uscita, preferisce salvare la sua incolumità: 6'28" al traguardo, + 18" rispetto ad Amador.
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Si era dichiarato competitivissimo sul percorso odierno, è una delle numerose speranze Garmin per il successo di tappa, forse la più corposa. Dave Zabriskie, già vincitore del prologo di Le Mans della passata edizione, parte come favorito n°1 della vigilia. Il baffo di Salt Lake assale letteralmente i primi due kilometri di corsa migliorando il tempo di Amador di 2". Sul ponte e sul Boulevard la lenticolare gira vorticosamente, sembra quasi solcare il manto stradale, Amador trema. All' imbocco di Rue Henry IV il miglior tempo sembra già cosa sua, ma lo statunitense gestisce troppo, approccia con eccessiva prudenza le curve del finale e sciupa tutto il vantaggio accumulato. Ferma i cronometri sul tempo di sei primi ed undici secondi, ad 1" da Amador.




Si torna adesso a parlare di classifica generale, più che di successo di tappa. Di scena un eterno piazzato, sulla cui regolarità però non ci sono ormai più dubbi: Levi Leipheimer. Percorso molto poco adatto alle sue caratteristiche quello odierno, in virtù delle molte curve, e della sua scarsissima abilità di guida della bicicletta.

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Levi scatta con decisione, ma le prime centinaia di metri sono pessime. Leipheimer sembra un pesce fuor d'acqua, imposta male le curve e le chiude peggio. E' così che si spiegano i ben 13'' di distacco a metà percorso, al rilevamento intermedio. Levi si trova però ora di fronte ad un tratto leggermente meno tecnico, e perciò più adatto a lui. L'americano spinge sui pedali come un ossesso, qualche volta si alza addirittura in rettilineo, sa che nella prima parte ha guidato male e rischia di perdere secondi preziosi sin dal prologo. Il secondo tratto di Leipheimer è infatti molto migliore del primo, e lo statunitense se la cava alla fine con 14'' di distacco da Amador, perdendone appena uno nella seconda parte, e soprattutto concedendo solo 8'' ad Armstrong, al momento primo degli uomini di classifica.




Dopo qualche partenza di secondo piano, è ancora il momento di pensare alla lotta per la maglia gialla, e si resta in casa Astana per seguire la prova di Andreas Kloden. Per il tedesco vale un discorso simile a quello fatto per Leipheimer: straordinario nelle lunghe prove contro il tempo, non a suo agio nei prologhi, meno ancora se tecnici e ricchi di curve come quello odierno.

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La partenza di Kloden è, se possibile, ancor più traumatica di quella di Leipheimer: il 34enne tedesco rischia di cadere alla prima curva per un'incertezza in entrata, e, forse impaurito proprio da questo errore, paga qualcosa come 16'' all'intermedio. Uno sproposito, considerata la tappa, malgrado non comprometta ovviamente le sue possibilità di podio parigino, quando non di maglia gialla. Kloden prova a reagire nella seconda parte, forse avvisato dell'apocalittico distacco accusato in metà prova. Il teutonico sembra un altro nella seconda parte di gara, approccia anche le curve in maniera diversa, e approfitta dei rettilinei per accendere lo straordinario motore da crono che possiede. Sul traguardo, il responso del cronometro è decisamente tranquillizzante: 13'' di distacco da Amador, meglio di Leipheimer, a 7'' da Armstrong.


Una ,forse, delle più ghiotte occasioni della sua carriera, una Grand Boucle da leader unico in chiave generale, dalla Russia con i russi "con amore", ma soprattutto con tanta, tanta grinta: Vladimir Karpets, leader del Team Katusha, vuole e deve stupire già dal prologo. Il russo dalla bionda chioma fluente parte con riserva, nelle prime curve si mantiene a qualche centimetro dal limite della sede stradale, non esagera, preferendo, probabilmente, tenersi per il finale. Sul Pont du General Audibert deve recuperare già 19" ad Amador.

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Il leader Katusha tuttavia non si perde d'animo, anzi impone sui due lunghi rettilinei a seguire un ritmo notevole, che lambisce quasi quello registrato da Armstrong. Karpets è più prudente nel kilometro finale, ma il tempo è tutt'altro che malvagio per un corridore dalla discreta abilità contro il tic-tac ma abbastanza debole nei prologhi come lui. 13" da Andrey Amador.

TO BE CONTINUED...
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Altro uomo di classifica impegnato ora: è il turno di Roman Kreuziger. Il 23enne ceco parte senza grosse pressioni, conscio di avere molto più tempo davanti a sé della stragrande maggioranza dei suoi avversari, e di essere probabilmente quello con il maggior margine di crescita. Proprio la scarsa pressione che grava su di lui potrebbe essere un punto a suo favore.

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Roman, con l'incoscienza dei 20 anni, parte a spron battuto, lanciandosi nei meandri di Nantes senza il minimo timore, malgrado il suo obiettivo sia la classifica e la cosa imponga, o meglio dovrebbe farlo, un minimo di prudenza. L'intermedio di Roman fa paura: stesso tempo di Amador. Cosa che ad inizio tappa sarebbe stata nefasta per Kreuziger, ma che alla luce dell'incredibile prestazione del costaricano, che ormai sogna in giallo, è ben più che positiva. Proprio Amador viene infatti ripetutamente cercato dalle telecamere, che vanno a sondare le reazioni del costaricano, che ormai vede a portata di mano l'impossibile, ma che è ora minacciato dall'enfant prodige del ciclismo mondiale. Il corridore della Caisse d'Epargne non sembra però essere particolarmente ansioso: o è già soddisfatto di quanto fatto, o si è accorto che la pedalata di Kreuziger non è quella di inizio prova. Il ceco conclude infatti meno bene di quanto non avesse iniziato, chiudendo in ogni caso a 5'' da Amador. Il che significa mettersi dietro tutti gli altri uomini di classifica sin qui partiti, e fare 1'' meglio di Lance Armstrong.



Ancora big della generale in scena, ora con Frank Schleck.

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Il più grande dei fratelli più famosi del ciclismo mondiale non è certamente uno specialista della crono, e al contempo non è un drago in quanto ad abilità di guida della bici. Non sorprende pertanto il pessimo tempo che fa registrare al rilevamento: 16'' peggio di Amador. Si tratta di un riferimento neppure drammatico, se si considerano quelli di specialisti del tic-tac come Leipheimer e Kloden. Il problema è che, mentre i due Astana nel finale hanno recuperato terreno, il distacco di Frank continua a crescere sin sulla linea d'arrivo. Alla fine saranno 25'' i suoi secondi di distacco, 20'' più del migliore degli uomini di classifica (Kreuziger).


E' ora il momento più importante di giornata per quel che concerne il successo parziale, l'ora di quello che è forse l'unico corridore che può pensare di spezzare il sogno di Amador, ormai ad un nonnulla dal concretizzarsi. E' il momento di Fabian Cancellara.

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Lo svizzero parte deciso, e disegna con precisione le curve della prima parte di gara. L'impressione non è però quella del Cancellara dei giorni migliori, che divora la strada sin dalle prime pedalate. Il dubbio che Amador stia veramente per farcela è fortissimo, e l'intermedio lo supporta: +1'' per Cancellara rispetto al tempo di Amador. Non è finita, ma lo svizzero è dietro a metà percorso. Le telecamere vanno ancora a cercare Amador, che questa volta non riesce a nascondere un sorriso vedendo quanto si sta realizzando. Tutti attorniano Amador, consci che, dovesse vincere, avrebbe determinato uno dei più grandi colpi di scena della storia recente del Tour. L'entusiasmo creatosi attorno al costaricano distoglie però l'attenzione dalla pedalata di Cancellara, che approfitta dei tratti più scorrevoli che caratterizzano la seconda metà di gara per sprigionare tutti i suoi cavalli. Il sogno di Amador si infrange sul tempo di 6'07'' indicato dal cronometro. Cancellara passa a condurre per 3''. Amador sarà comunque soddisfatto, ma l'ordine previsto, almeno in parte, è stato ristabilito.



E' la volta quindi del secondo russo per la generale, fresco vincitore del Giro d' Italia, la cui vittoria ha innalzato molto le quotazioni a suo riguardo. Denis Menchov parte con la voglia di stupire, con la concreta speranza di un podio e il sogno di una storicissima accoppiata. Al contrario della crono di Roma ,approccia però le curve con una certa spavalderia, sfiorando in un paio di occasioni le transenne: parziale interessante di +4" su Fabian Cancellara. Il leader Rabobank sfreccia anche sui rettilinei, rischiando addirittura di superare i tempi di Zabriskie e Amador. Si infila con discreta abilità anche nelle curve finali, ma ,alla penultima svolta, entra lunghissimo, rischiando quasi l'impatto con le transenne, evitato grazie ad una pronta frenata. Denis è costretto a mettere il piede a terra, riparte con foga ma l'avanzare del cronometro è inesorabile e Menchov perde più di una decina di secondi a causa della svista: +16" da Cancellara.
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Si presenta a questo Tour con un unico obiettivo, con la tappa di San Sebastian analizzata nei minimi dettagli, con la consapevolezza di dover vincere davanti al proprio pubblico ma di poter arrivare a tale appuntamento addirittura "en jaune". Samuel Sanchez è uno degli osservati speciali di oggi, forte in una magistrale abilità in curva e di una discreta forza contro il tempo.

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Il basco parte abbastanza forte, non dà il massimo nei rettilinei ma in compenso affronta con molta aggressività le curve, il suo intertempo è superiore di 4" a quello del leader Amador. Nella fase centrale della prova la sua pedalata è abbastanza rotonda, ma ,soprattutto nei cambi di ritmo, dà qualche picchettata che insospettisce. E' invece superlativa la prestazione nell' ultimo kilometro che percorre a velocità solo leggermente inferiore rispetto a quella di Amador. Cancellara gli rifilerà 12".





E' quindi il turno di uno dei più quotati outsider di questa Grand Boucle: Carlos Sastre
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Lo spagnolo non è certamente un mago della crono, ma la sua prima parte di gara è tutt'altro che disprezzabile: 9'' di distacco da Cancellara, meglio di molti atleti più specialisti di lui. La seconda parte è però meno adatta a mascherare la scarsa attitudine a cronometro, e nel tratto in cui molti hanno limitato i danni, lui perde ancora 10'' dallo svizzero. 19'' alla fine il distacco dell'ex corridore della CSC, in evidenza nella passata edizione sul Puy de Dome. Tutto sommato prova discreta per lui, che avrà modo di dire la sua quando inizieranno le grandi montagne.



Kreuziger, il suo grande rivale per la maglia bianca ha fatto registrare il miglior tempo tra gli uomini di classifica, Contador, il suo grande rivale per il gradino più alto del podio di Parigi ha fermato i cronometri su un ottimo 6' 20", lui parte per penultimo tra i big della generale, anticipando solo Evans. Andy Schleck non è più il ragazzino che deve solo dimostrare progressi: Andy Schleck ,questo Tour, lo può vincere.

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Non è però né uno specialista delle curve né dei prologhi ed al primo intertempo il gap è già sui +9". Il più piccolo dei fratelli Schleck cerca di dare il massimo specialmente nella parte centrale del percorso, i cui due rettilinei potrebbero costargli non pochi secondi. Nelle curve finali cerca di dare quanto più può, giunge al traguardo con un +21" sull' ex compagno Cancellara. L'obiettivo di oggi era limitare i danni, lo sarà anche per le altre due crono piatte di questo Tour: Andy, per ora, ci è riuscito.



Il penultimo dei tre grandi aspiranti alla vittoria della Grand Boucle, colui che non potrà contare sull'esplosività dei propri scatti o sulla irresistibilità delle proprie trenate ma colui che dispone di una dote di cui detiene l'esclusiva: la costanza. Non gli bastò nella scorsa edizione, potrebbe bastargli in questa dove bisognerà essere competitivi per forza di cose nell'arco di tutte e tre le settimane. Cadel Evans parte, sarebbe bello magari stabilire un tempo che incuta timore agli avversari, che lo ponga subito un gradino sopra tutti. Ed il tempo arriva: Evans ha impiegato solo 4" in più di Amador per giungere all' intertempo sul Pont du General Audibert.

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Sul Boulevard e sul ponte del secondo intertempo non dimostra alcun accenno di stanchezza e non rallenta mai la frequenza di pedalata e prima dell' ultimo km sembra essere in vantaggio anche su Kreuziger. Il ceco ci ha messo però più impegno nelle curve, che Evans affronta con discreta tranquillità: ottima ,tuttavia, la prova dell' australiano che si piazza in 9a posizione a 9" da Cancellara.


Mancano ormai solamente due atleti, i grandi duellanti della passata edizione del Tour de France: Alberto Contador e Alejandro Valverde. Seguendo l'ordine inverso della classifica del 2008, sarà il madrileno, beffato sul Puy all'ultima montagna della Grande Boucle lo scorso anno, a partire per primo.

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Contador non è certamente corridore con problemi a rilanciare il ritmo tra una curva e l'altra, e il primo intermedio premia l'esplosività del 2° classificato del 2008: appena 4'' il distacco da Cancellara. La seconda parte, in cui lo svizzero ha fatto la differenza, continua a vedere un Contador tutt'altro che fermo, malgrado la potenza a cronometro non sia certamente quella di Fabian. Sulla linea d'arrivo, saranno 13 i secondi di distacco di Alberto. 5'' peggio del primo uomo di classifica, Kreuziger, e 4'' dietro Armstrong, ma 10'' meglio del corridore che nei pronostici della vigilia dovrebbe essere il suo più grande rivale, Andy Schleck.

L'ultimo a partire sarà dunque il vincitore dell'edizione 2008 del Tour de France, Alejandro Valverde. Vincitore che non potrà confermarsi tale, non potendo disputare le tappe con sconfinamento in Italia, ma che la Caisse ha deciso di schierare ugualmente al via di Nantes. Un po' per gli sponsor, un po' per la possibilità di vincere tappe e conquistare la maglia gialla, un po' per la voglia di dimostrare agli organizzatori quanto l'assenza dell'Embatido possa essere pesante per il Tour nell'ultima settimana.

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Valverde parte con la cattiveria di chi ritiene di essere vittima di un'ingiustizia, e attacca le curve della prima parte di gara con estrema determinazione. La voglia di fare rischia però di giocare dei brutti scherzi al murciano, che in due occasioni rischia di finire per le terre. L'intermedio è però eccellente: +2'' rispetto a Cancellara. Non potrà vincere la tappa, specie in considerazione del gran finale del campione nazionale svizzero a cronometro, ma è comunque in condizione di fare meglio degli altri big. Obiettivo che Valverde fallisce di poco: 11'' alla fine il ritardo da Cancellara. 3'' dietro Kreuziger, ma comunque in top 10, al 10° posto. Un ottimo avvio di Grande Boucle per chi ha rischiato di essere il grande assente a Nantes, e di certo sarà il grande assente a Parigi.




Classifica di tappa e generale:
1° Fabian CANCELLARA
2° Andrey AMADOR BIPKAZACOVA +3’’
3° David ZABRISKIE +4’’
4° George HINCAPIE +4’’
5° Thor HUSHOVD +5’’
6° Mikhail IGNATIEV +7’’
7° Roman KREUZIGER +8"
8° Lance ARMSTRONG +9"
9° Cadel EVANS +9"
10° Alejandro VALVERDE +11’’

Kim KIRCHEN +11’’
Samuel SANCHEZ GONZALEZ +12’’
Vincenzo NIBALI +13’’
Alberto CONTADOR +13’’
Oscar PEREIRO SIO +14’’
Sylvain CHAVANEL +14’’
Stijn DEVOLDER +14’’
Michael ROGERS +14’’
Linus GERDEMANN +15’’
Andreas KLODEN +16’’
Denis MENCHOV +16’’
Vladimir KARPETS +16’’
Levi LEIPHEIMER +17’’
Christian VANDEVELDE +17’’
José Angel GOMEZ MARCHANTE +18’’
Carlos SASTRE +19’’
Juan José COBO +19’’
Ivan BASSO +21’’
Andy SCHLECK +23’’
Tadej VALJAVEC +24‘‘
Matteo CARRARA +25‘‘
Robert GESINK +25‘‘
Kevin SEELDRAYERS +25‘‘
David MONCOUTIE +27‘‘
Frank SCHLECK +28’’
Egoi MARTINEZ DE ESTEBAN +32‘‘
Igor ANTON HERNANDEZ +35’’
Christophe MOREAU +36’’
Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +43’’

Classifica generale Under 25
1° Andrey AMADOR 6' 10"
2°Mikahil IGNATIEV +4"
3°Roman KREUZIGER +5"
4°Vincenzo NIBALI +10"
5°Andy SCHLECK +20"
6°Robert GESINK +22"
7°Kevin SEELDRAYERS +22"


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Credits: Ignatiev, Hushovd, Leipheimer, Kloden, Kreuziger, F. Schleck, Cancellara, Sastre, Contador e Valverde by Matt
Amador, Zabriskie, Hincapie, Armstrong, Evans, Sanchez, Menchov, Karpets, A. Schleck, Basso by Jaco
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Re: Prologo: Nantes - Nantes (ITT)

Messaggio da emmea90 »

Classifica a punti:
1° Fabian CANCELLARA 25 pt.
2° Andrey AMADOR BIPKAZACOVA 20
3° David ZABRISKIE 15
4° George HINCAPIE 10
5° Thor HUSHOVD 8
6° Mikhail IGNATIEV 6
7° Roman KREUZIGER 4
8° Lance ARMSTRONG 3
9° Cadel EVANS 2
10° Alejandro VALVERDE 1

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