10° Tappa: Arette - Sant Lary Soulan/Pla d'Adet

Il percorso della seconda edizione, partita da Nantes e che vide trionfare Cadel Evans

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10° Tappa: Arette - Sant Lary Soulan/Pla d'Adet

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10a TAPPA: ARETTE - SAINT-LARY-SOULAN/PLA D'ADET 204 km

Dopo le prime grandi salite di ventiquattro ore fa, è il momento del classico tappone pirenaico. I 204 km da Arette al Pla d'Adet, già più volte sede di tappa della Grande Boucle, ultima delle quali nel 2005, partiranno in maniera relativamente soft, con una sessantina di chilometri pianeggianti fino a Laruns. Una volta giunti alle pendici del primo colle, però, non ci sarà più modo di rifiatare. Si comincia con il Col d'Aubisque (1709 m), seconda vetta Hors Catégorie della Grande Boucle, con i suoi 16,6 km al 7,2%. Dalla vetta mancheranno comunque ancora 127 km al traguardo, ed è perciò quasi impossibile che un uomo di classifica decida di attaccare sin da questa ascesa nel tentativo di far saltare il banco. La lunga discesa verso Argèles-Gazost sarà interrotta dal facilissimo Col du Soulor (1474 m), appena 2000 metri di scalata, per l'irrisoria pendenza media del 3,6%. Superato questo dente, non a caso classificato come salita di 4a categoria, un tratto in fondovalle fino a Luz-Saint-Sauveur farà da preludio alla terza scalata Hors Catégorie di questa edizione del Tour, la più difficile di questa frazione: il Col du Tourmalet (2115 m), 19 km al 7,4% di pendenza media. La vetta più scalata nella storia del Tour non darà modo di respirare ai corridori, e la sua collocazione, a 63 km dal traguardo, potrebbe stuzzicare i big più coraggiosi, che, considerata la difficoltà della salita e delle due che la seguiranno, potrebbero trovare nel Tourmalet un eccellente trampolino di lancio per far saltare la corsa.
A 33 km dalla conclusione, i corridori transiteranno poi sull'unica vetta di 1a categoria di questa frazione, ai 1489 metri del Col d'Aspin. La salita misura 12,8 km, per una pendenza media del 5%, ma non è detto che qualcuno non decida di provare proprio qui a fare la differenza. Gli ultri 5 km di scalata presentano infatti una pendenza media del 7,8%, che sale all'8% se si considerano i chilometri dai -5 ai -1 alla vetta. Dopo la vetta dell'Aspin, i primi 12 km saranno in discesa, verso Arreau, mentre i successivi 10 saranno pianeggianti. A 10 km e 700 metri dalla linea bianca, però, i corridori si troveranno sotto le ruote la terza vetta Hors Catégorie di questo Tour de France, per giungere ai 1680 metri del Pla d'Adet. I 10,7 km di scalata presentano una pendenza media dell'8%, con un picco, all'inizio del secondo chilometro, del 14%. Anche qualora tutti dovessero attendere il Pla d'Adet, i distacchi potrebbero comunque essere pesanti, alla luce della difficoltà della salita finale, dei colli già scalati, e del probabilissimo gran caldo.
Difficile che qualcuno giunga sul Pla d'Adet con la certezza di vestire la maglia gialla a Parigi, ma è molto probabile che la cerchia dei papabili si restringa sensibilmente. Se qualche squadra dovesse decidere di fare corsa dura sin dalle prime salite, i primi crolli potrebbero registrarsi già prima dell'ultima vetta, e il distacco rischierebbe in quel caso di diventare irrecuperabile. La combattività potrebbe essere stuzzicata anche dal sapere che, dopo le fatiche odierne, i corridori avranno a disposizione un giorno di riposo.

GPM: Col d'Aubisque (Hors Catégorie, 1709 m, 16,6 km al 7,2%, km 77); Col du Soulor (4a categoria, 1474 m, 2 km al 3,6%, km 86); Col du Tourmalet (Hors Catégorie, 2115 m, 19 km al 7,4%, km 141); Col d'Aspin (1a categoria, 1489 m, 12,8 km al 5%, km 171); Pla d'Adet (Hors Catégorie, 1680 m, 10,7 km al 8%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Oloron-Sainte-Marie (km 18); Laruns (km 59); Sainte-Marie-de-Campan (km 159)


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Re: 10° Tappa: Arette - Sant Lary Soulan/Pla d'Adet

Messaggio da emmea90 »

E' questa l'immagine che domina la prima pagina di "AS" questa mattina:

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Samuel Sanchez, campione olimpico di Pechino, che veste il simbolo del primato del Tour de France. I due momenti culminanti della carriera del capitano della Euskaltel Euskadi. Sanchez non avrà però modo di godersi questa maglia gialla, perché davanti a lui e al Tour de France si stagliano i giganti dei Pirenei, per il primo vero tappone di questa edizione: Aubisque, Tourmalet e Aspin, tre vette mitiche della Grande Boucle, precederanno un arrivo meno leggendario ma non per questo agevole, quello del Pla d'Adet, primo dei quattro traguardi in quota di questa edizione. Ad accogliere i corridori la mattina, ad Arette, al ritrovo di partenza, è un ospite quanto mai indesiderato: la pioggia. Pioggia insistente, che ha iniziato a cadere sin dalla notte precedente sulle strade pirenaiche. E le notizie che arrivano dal tracciato sono tutto meno che incoraggianti: pioggia, pioggia e ancora pioggia, lungo tutti i 204 km da percorrere, per 5000 metri di dislivello complessivi.
Il via viene dato alle ore 11.00 in punto da Arette, con la maglia gialla davanti a tutti. Il gruppo, in considerazione del chilometraggio e della difficoltà della tappa, oltre che delle condizioni meteorologiche, decide che non è il caso di esagerare con il ritmo nelle prime fasi di gara. Dopo 7 km, ai -197 dal traguardo, evade però dal gruppo un Cofidis, Amael Moinard.

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Il più pronto ad accodarsi a Moinard è Daniel Moreno Fernandez, della Caisse d'Epargne, imitato subito dopo da Sandy Casar e Pietro Caucchioli, già usciti di classifica dopo le prime montagne, e ora in caccia di un successo di tappa. Passano appena pochi secondi, e una seconda ondata di attaccanti esce dal gruppo, guidata da Mikhail Ignatiev.

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Alla ruota del russo si portano subito i belgi Van Summeren e Van Avermaet, entrambi alfieri della Silence - Lotto, l'uomo Saxo Bank Van Goolen, il Barloworld Cheula, il Cofidis Pauriol, e il Cervélo Gustov. Sale così a undici il numero degli attaccanti, che si ricompattano entro poche centinaia di metri. Il loro margine sale rapidamente fino a 20'', quando dal plotone tentano l'azione da lontano altri atleti, sorprendentemente guidati da Levi Leipheimer.

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A Levi si accodano prontamente Taaramae, Wegmann e Augustyn. Proprio l'allungo di quest'ultimo genera la pronta reazione di Haimar Zubeldia, che prova a chiudere sul drappello. I 5'24'' che Leipheimer paga in classifica alla maglia gialla non sono però ritenuti sufficienti dalla Euskaltel per poter lasciar andare l'americano, che viene così ripreso immediatamente dall'azione di Vergudo e Alan Perez, compagni di squadra di Sanchez. Nel momento stesso in cui il gruppo chiude su Leipheimer, parte però in contropiede David Moncoutié.

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Alla ruota del capitano della Cofidis si accodano prontamente gli stessi Wegmann, Augustyn, Taaramae e Zubeldia che avevano seguito lo scatto di Leipheimer, imitati questa volta anche da Yaroslav Popovych. Questa volta il gruppo decide che la fuga può star bene, e decide di non forzare per andare a chiudere su questi contrattaccanti. Al momento dello scatto di questi ultimi, il distacco rispetto al drappello di testa è di 27'', ma la scarsa collaborazione che davanti forniscono Pauriol, Moinard e Cheula è sufficiente a far capire agli altri componenti del gruppetto di testa che sarebbe forse opportuno aspettare i rinforzi. Al chilometro 17 il divario viene colmato, e si forma così al comando un drappello di 18 uomini, con, al momento, un vantaggio di 39'' sul gruppo della maglia gialla. L'aggancio avviene poco prima del traguardo volante di Oloron-Sainte-Marie, dove, senza volata, è Van Avermaet a passare per primo, davanti a Cheula e Ignatiev.
Malgrado alcuni corridori, come Van Goolen, Gustov, Augustyn e Moncoutié, non si dannino l'anima per favorire il buon esito della fuga, il margine inizia a salire in maniera evidente, per via della scarsissima lena del gruppo della maglia gialla, fiaccamente tirato dai soliti Perez e Verdugo. Dopo 30 km il vantaggio dei diciotto è di 1'25'', che 10 km dopo è salito a 2'12''. Al 50° chilometro il margine arriva a sfiorare i 3' (2'54''), barriera ampiamente abbattuta ai piedi dell'Aubisque, al traguardo volante di Laruns, dopo 58 km, quando il distacco ammonta a 3'36''. I punti per il traguardo volante vanno a Van Avermaet, 1°, Wegmann, 2°, e Augustyn, 3°. E' allora che inizia il Col d'Aubisque, il primo totem di questo Tour, nonché seconda vetta Hors Catégorie dopo il Soudet, affrontato nella giornata di ieri. L'ascesa misura 16,6 km, per una pendenza media del 7,2%, e termina a 1709 metri di quota.

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E' Cheula a prendere in mano l'iniziativa sulle prime rampe dell'Aubisque. L'italiano trova una collaborazione particolarmente convinta in Zubeldia, desideroso di difendere la maglia a pois, Moinard e Pauriol, il cui compito è quello di portare Moncoutié e Taaramae il più lontano possibile, Fabian Wegmann, Pietro Caucchioli e Sandy Casar, tre corridori forti in salita in caccia di un successo parziale. Il ritmo non è per la verità forsennato, tanto che l'unico corridore a dare segnali di difficoltà nella prima metà di ascesa, come peraltro ampiamente prevedibile, è Greg Van Avermaet, velocista. Il passo non eccessivo è tuttavia più che sufficiente per guadagnare ulteriore terreno su un gruppo particolarmente svogliato, pilotato stancamente da Perez, Verdugo e Txurruka. Non a caso, soltanto i velocisti e i passisti più pesanti perdono contatto sull'Aubisque, forse più per la volontà di non spendere troppe energie che per l'effettiva difficoltà nel tenere le ruote del plotone. A metà salita il vantaggio dei diciotto è addirittura di 4'49''.
Nella seconda metà di salita, il ritmo davanti si fa più elevato, in particolar modo sotto l'impulso di Zubeldia: Van Avaermaet perde contatto, e alcuni corridori, tra cui Cheula e Pauriol, si lasciano sfilare in fondo al gruppetto, pur senza perdere contatto. Anche in gruppo si registra un lieve aumento del passo, quando Txurruka prende definitivamente le redini del gruppo. Il ritmo del plotone non è comunque paragonabile a quello dei fuggitivi, che in cima disporranno di un vantaggio prossimo ai 6': 5'55''. In vista del GPM Hors Catégorie del Col d'Aubisque, per il quale si assegnano perciò 20 punti, si portano avanti tutti i corridori interessati alla maglia a pois: l'attuale detentore Zubeldia, Augustyn, Ignatiev e Wegmann, al momento lontano in classifica scalatori, ma che con il suo spunto veloce può primeggiare negli sprint per i GPM, e può quindi sperare di recuperare punti. Popovych, a 500 metri dalla cima, si pone al comando del gruppetto, lanciando Haimar Zubeldia a 200 metri dal GPM. La progressione dello spagnolo è notevole, e gli consente di guadagnare metri su tutti gli avversari, meno Wegmann e Augustyn, forse anche perché i più non si dannano l'anima, nella consapevolezza di poter rientrare facilmente in discesa. Lo spunto veloce di Wegmann, cui si faceva cenno in precedenza, si rivela vincente sul Col d'Aubisque, consentendo al tedesco di precedere, nell'ordine, Zubeldia, che rafforza comunque il primato, e Augustyn. 4° posto per Ignatiev, 5° per Popovych, entrambi staccati di 4'', quindi, compatti a 7'', nell'ordine, Taaramae, Moncoutié, Gustov, Van Goolen e Casar. Il gruppetto di testa si ricompatta nella discesa dell'Aubisque, fatta eccezione per Van Avermaet, che paga 42''. Sul Col de Soulor, la cui vetta è posta 9 km dopo quella dell'Aubisque, all'ottantaseiesimo, Popovych lancia di nuovo la volata di Zubeldia, che questa volta anticipa Wegmann e Ignatiev nell'ordine. Gruppo a 6'08''.
Dopo il Soulor inizia la vera discesa, che porta la carovana gialla ad Argèlez-Gazost, dove è posto un rifornimento. Il margine di vantaggio sul plotone è qui di 6'24'' per la testa della corsa, mentre Van Avermaet rende 1'04'' ai primi. Il tratto di fondovalle successivo conduce la carovana a Luz-Saint-Sauveur, a 82 km dal traguardo. Il vantaggio per i diciassette di testa è di 6'40'' sul gruppo, e di 1'27'' su Van Avermaet. E' qui che si inizia però a fare sul serio: si è alle pendici del Col du Tourmalet.

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Re: 10° Tappa: Arette - Sant Lary Soulan/Pla d'Adet

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Diciannove kilometri interminabili, millequattrocentoquattro metri di dislivello, dal mare al cielo, arrampicandosi su pendenze che toccano il 10%, sul Tourmalet l'asfalto sembra più duro, sembra che trattenga le ruote, che le tenga appiccicate a sé, sembra impennarsi e rilassarsi improvvisamente per il solo gusto sadico di farlo. Non sarà il Tourmalet del caldo asfissiante, sarà il Tourmalet della pioggia torrenziale, come in occasione delle scalate all' Angliru del '99 e del 2002. Nei primi kilometri di salita sono Caucchioli e Taaramae ad imporre un buon passo tra i battistrada, in ultima ruota un Ignatiev già visibilmente affaticato. Il plotone è invece sempre trainato da Txurruka, in seconda ruota Inigo Landaluze, quindi Anton e Astarloza con la maglia gialla Sanchez che chiude il trenino basco, Van Avermaet sembra, invece, non averne più già dalle prime rampe della salita. Al terzo kilometro di ascesa sale però in cattedra la Cervélo, con uno degli uomini più attivi in questa prima metà della Grand Boucle: Xavier Florencio Cabre.

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L'ex Boygues, riscopertosi quest' anno valido scalatore, imprime da subito un bel ritmo che, ovviamente, non lascia scampo a tutti i passisti superstiti all' Aubisque. Già nei primi mille metri di azione del catalano si denota una netta spaccatura nel plotone e restano accodati ai migliori solo una settantina di corridori. Il forcing del corridore Cervélo prosegue su ritmi non stratosferici, ma notevolmente selettivi, tanto da far penzolare lingue eccellenti, quali, ad esempio, quelle di Hincapie e Chavanel, in difficoltà già dal quinto kilometro di salita. A tale passaggio, vantaggio dei fuggitivi sul plotone di 6' 27", 3' 54" su un imballato Van Avermaet. Dopo altri 2000 metri in testa al gruppo, al settimo kilometro di ascesa, Florencio ha ridotto il seguito a circa 55 unità, quantità destinata a ridursi ulteriormente, ritardo dai battistrada di 5' 47", Van Avermaet a 2'01". A metà salita fanno compagnia alla maglia gialla altri 39 corridori, in testa perde definitivamente contatto Ignatiev, ma cominciano ad accusare anche Cheula e Vansummeren. I distacchi registrano 5' 33" di ritardo del plotone e 4'10" di Van Avermaet. Colpo di scena all' undicesimo kilometro di salita: si stacca dalla testa della corsa Ivan Basso.

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In un primo momento sembra incassare bene la botta, mantenendo la distanza dalle ultime ruote del gruppo sui 30-40 metri. Il francese sembra poter addirittura rientrare già in salita, ma subito dopo i metri diventano 80, poi 200, fino a che anche l'ultima ruota svanisce dietro i tornanti pirenaici. Ai -7 dallo scollinamento si stacca dai battistrada Vansummeren, mentre Florencio riprende e salta a doppia velocità Van Avermaet, che attende ormai solo di essere assorbito dal gruppetto, Ignatiev è a 1'18" dai primi mentre anticipa il gruppo della maglia gialla e della maglia bianca di 3' 34". Florencio dà tutto sino ai -4300 dalla vetta, quando si sposta e si pianta, ondeggiando vistosamente e lasciando sfilare il gruppo, consapevole di aver compiuto egregiamente il proprio dovere: il fuorigiri finale ha fatto registrare un' ulteriore scrematura nel gruppo maglia gialla, composto ora da sole 31 unità, che però non possono ancora rifiatare. Lancia, infatti, una micidiale trenata da seduto un altro Cervèlo, Serge Pauwels

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La frustrata del belga colpisce ed affonda tanti corridori ormai al lumicino, o che già avevano raschiato il fondo del barile quando era Florencio a fare l'andatura. Il gruppo perde altre sette unità, tra cui compare addirittura il secondo leader Columbia-High Road: Michael Rogers

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L'australiano evita il crollo e riesce a salire del suo passo, senza perdere eccessivo terreno. Davanti Pauwels si volta, vede che Marchante e Sastre sono ancora freschi alla sua ruota, ma soprattutto si accorge che nelle retrovie del gruppo c'è chi patisce notevolmente e potrebbe cedere con un ulteriore cambio di ritmo. Ai -3, il belga, rilancia ancora, questa volta sui pedali, con l' impeto di chi sta dando tutto sul momento ed un' altra firma eccellente scivola via, insieme ad altri tre corridori: Juanjo Cobo Acebo.

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Il leader della Fuji appare in evidente difficoltà, picchetta pesantemente, fatica addirittura a tenere le ruote degli altri corridori staccati, paga forse dazio per gli eccessivi sforzi dei giorni precedenti. Davanti però, affatto impietosito, Pauwels piazza una nuova fucilata, mani basse e un' azione che pare quasi uno scatto, cambio di ritmo eccessivo. Appena parte ne paga le conseguenze un altro leader, ancor più quotato di Cobo: Christian Vandevelde.

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Il leader Garmin sembra soffrire più il cambio di ritmo che l'effettiva andatura di Pauwels, non perde quindi eccessivo terreno dalla maglia gialla, anche perché accompagnato dal fidato gregario Daniel Martin. Ai -900 dal traguardo l'attenzione passa in testa, dove è Popovych ad imporre un ritmo decisamente elevato, con a ruota la maglia a pois Haimar Zubeldia. Il forcing dell' ucraino fa sì che ai -300, a giocarsi uno dei traguardi in quota più prestigiosi del Tour siano lui, Zubeldia, Taaramae e Moreno. Sono le motivazioni del basco dell' Astana ad avere la meglio su Taaramae, Moreno ed il compagno di squadra Popovych, che ovviamente non disputa lo sprint. A 4" Gustov, Moinard, Casar e Caucchiol; a 18" Wegmann, Van Goolen e Pauriol; Augustyn a 28". In netta difficoltà invece David Moncoutié, staccatosi ai -1400, che in così poco ha perso qualcosa come 43". Riesce a tenere bene Cheula (1'13" dai primi), più affaticato Ignatiev (+1'49"). Pauwels piazza la sua ultima trenata ai -800, ed ancora una volta realizza una vittima illustre: è addirittura la maglia bianca Vincenzo Nibali a perdere le ruote dei big.

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Pauwels allo scollinamento pare già fuorigiri, ma riesce a restare attaccato ai migliori per poter affrontare nel gruppo maglia gialla la discesa. Radiocorsa afferma che nel gruppo, oltre a Samuel Sanchez, vi siano solo altri quindici corridori: i fratelli Schleck per la Saxo Bank; Cadel Evans e Frank Van Den Broeck per la Silence; Alberto Contador, Lance Armstrong, Andreas Kloden e Levi Leipheimer per la Astana; Denis Menchov e Robert Gesink per la Rabobank; Oscar Pereiro Sio e Alejandro Valverde per la Caisse d'Epargne; Roman Kreuziger per la Liquigas; Vladimir Karpets per il Team Katusha; Juan Mauricio Soler per la Barloworld e Kim Kirchen per il Team Columbia High Road, con 3' 18" di ritardo dai battistrada. Vincenzo Nibali paga a questi 23", Christian Vandevelde 38", Juanjo Cobo Acebo è già a 53", Rogers a 1'00 ed anche Ivan Basso supera i 60 secondi di gap, ma ha tenuto tutto sommato abbastanza bene ed il suo ritardo ammonta ad 1'35". Nulla da segnalare lungo la discesa del Tourmalet oltre agli scontati ricongiungimenti, se non il leggero gap accusato di Soler a fondovalle. La situazione ai piedi dell' Aspin è quindi la seguente: gruppo di testa formato da Zubeldia, Popovych, Taaramae, Moreno, Gustov, Moinard, Casar, Caucchioli, Wegmann, Augustyn, Van Goolen e Pauriol. Moncoutié non rientra, viene anzi ripreso da Ignatiev e Cheula, formando un terzetto che paga 1' 48" alla testa della corsa. Gruppo maglia gialla, in cui rientrano, tra gli altri, Nibali e Vandevelde a 3' 11". Cobo e Rogers, ricongiuntisi a metà discesa, a 47", Basso a 1' 37".

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Re: 10° Tappa: Arette - Sant Lary Soulan/Pla d'Adet

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In fondo alla discesa è posto il traguardo volante di Sainte-Marie-de-Campan, dove Popovych precede Moreno e Casar. Mancano ancora 46 km al traguardo quando i corridori iniziano a fare i conti con il Col d'Aspin, quarto GPM di giornata se si considera anche l'elementare Col du Soulor. In realtà sono solo gli ultimi 5 km quelli davvero selettivi, cosa che fa sì che la Cervélo decida di allentare per un attimo il forcing, lasciando che sia la Euskaltel, e segnatamente Egoi Martinez, a scandire il ritmo. Il passo di Egoi Martinez non è indiavolato, ma quanto basta per rendere difficile il recupero da dietro di Cobo, Rogers e Basso. Davanti, sono specialmente i due Astana e i tre Cofidis, ormai consci di aver perso Moncoutié in maniera definitiva, i più attivi nello scandire il passo. In località La Seoube, dopo poco meno di 3 km di scalata, il drappello di testa, la cui composizione è rimasta invariata, ha ancora 3'07'' sul gruppo della maglia gialla, mentre il terzetto Cheula - Ignatiev - Moncoutié, ormai arresosi, paga 1'59''. Cobo e Rogers sono a 42'', per Basso il ritardo è di 1'30''. Quattro chilometri più tardi, a La Payolle, la situazione è rimasta quasi invariata, con la testa della corsa che può gestire 3'00'' sul gruppo, sempre tirato da Egoi Martinez, e 2'24'' sul terzetto Moncoutié, ormai prossimo ad essere ripreso dal gruppo della maglia gialla. Il ritardo di Cobo e Rogers è sceso a 38'', quello di Basso a 1'22''. Un chilometro più tardi, la salita inizia a farsi davvero dura, e il ritmo di Martinez, pur rimanendo non folle, miete qualche vittima, anche se solamente tra i gregari dei big: si staccano tra gli altri Zaugg, compagno di squadra di Kreuziger, e rimasto sino a questo momento al fianco di Nibali e del ceco, e Cardenas, spalla di Soler.
Quando mancano 2 km alla vetta del Col d'Aspin, il gruppo di testa viene sfaldato da un'accelerazione di Popovych, che prova a fare selezione in vista del Gran Premio della Montagna, partendo un po' prima di quanto non avesse fatto sul Tourmalet, forse per la minore difficoltà della salita.

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In quel momento, il vantaggio del drappello di testa è di 2'20'' sul gruppo della maglia gialla, che ha riassorbito il terzetto di Moncoutié, e che a sua volta può contare su 38'' su Cobo e Rogers e 1'20'' su Basso. La trenata di Popovych spacca il drappello al comando come forse nemmeno l'ucraino sperava: gli bastano poche centinaia di metri per levarsi di ruota tutti i compagni d'avventura, esclusi Haimar Zubeldia e Rein Taaramae, sempre più stupefacente scalatore estone. Ma è in gruppo che hanno luogo i rivolgimenti più importanti: la Cervélo torna a infiammare la corsa, questa volta con la trenata di José Angel Gomez Marchante, che parte a 2200 metri dalla cima dell'Aspin.

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La sparata di Marchante, con a ruota Carlos Sastre, è di quelle che fanno male, malissimo. Contador è in terza ruota, Sanchez in quarta, Evans in quinta, quindi i fratelli Schleck appaiati dietro l'australiano. Sembra di rivedere il Marchante del Tour dello scorso anno, quello capace di giungere 3° dietro Valverde e Contador nella tappa regina di Le Chalmieu. Lo spagnolo mette in fila il gruppo della maglia gialla, una fila che però dà numerosi segnali di spaccatura: Nibali e Vandevelde soffrono anche quest'altro cambio di passo, mentre Moreau si pianta letteralmente in mezzo alla strada.

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Per l'ex campione nazionale francese è più di un momento di difficoltà, ma una vera e propria cotta. Le ruote della sua bicicletta sembrano incollarsi all'asfalto pirenaico dell'Aspin, sembrano scivolare sulla superficie della sede stradale, ormai al limite dell'allagato sotto le piogge torrenziali che si stanno abbattendo sul Tour. Marchante è impietoso, continua nella sua raffica di trenate, si siede un istante e poi rilancia, si risiede e rilancia di nuovo. Solo 6-7 corridori danno l'impressione di seguirlo con facilità, per gli altri è evidente la fatica. Nibali e Vandevelde perdono ancora terreno, Kloden fatica a reggere i cambi di ritmo, e si sfila lentamente verso la coda dei rimasugli del gruppo, ormai spaccato.

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Anche Jurgen Van Den Broeck perde metri, anche Vladimir Karpets soffre.

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Nemmeno Pereiro sembra particolarmente brillante, e lo spagnolo precede di qualche metro Seeldrayers. Il gruppo della maglia gialla si riduce a quattordici unità: Marchante e Sastre della Cervélo, Contador e Armstrong della Astana, Soler della Barloworld, Evans della Silence - Lotto, Menchov della Rabobank, Kreuziger della Liquigas, Frank e Andy Schleck della Saxo Bank, Valverde della Caisse d'Epargne, Gerdemann della Milram, Kirchen della Columbia, Sanchez della Euskaltel.
Davanti, nel frattempo, anche la testa della corsa si è considerevolmente ridotta di numero. Popovych, a 600 metri dalla vetta, lancia la volata di Zubeldia, che a sua volta lancia uno sprint lunghissimo, quando mancano 300 metri alla vetta dell'Aspin, avvolto in una coltre di nuvole basse.

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Questa volta è Taaramae a prevalere su Zubeldia, con Popovych ancora 3°. A 6'' transitano Moinard, Caucchioli e Casar, a 9'' Gustov e Moreno, a 14'' Wegmann, Pauriol, mentre Augustyn e Van Goolen danno inattesi segni di cedimento, e rendono 28'' alla testa della corsa. I quattordici componenti del gruppetto della maglia gialla transitano a 1'13'', con Kloden, Pereiro, Nibali e Vandevelde a 1'19'', Van Den Broeck e Gesink a 1'26'', Seeldrayers, in netta difficoltà in vista del GPM, a 1'34'', Cobo e Rogers a 2'38'', Basso a 3'14''. Moreau, in crisi nera, ha perso 1' al chilometro nell'ultima parte dell'Aspin, e fa compagnia a Basso a 3'14'' dalla testa della corsa, mentre Moncoutié ha alzato bandiera bianca e rende a Taaramae, Zubeldia e Popovych 4'43''.
Se qualcuno sperava di potersi riposare in discesa però, resta deluso non appena realizza che Marchante non ha completato il suo compito, e si lancia invece in picchiata verso la vallata che condurrà ai piedi della salita conclusiva. Lo spagnolo non è certamente un novello Paolo Savodelli, ma è sufficiente il suo ritmo per evitare clamorosi recuperi da dietro, e per mettere in difficoltà Juan Mauricio Soler Hernandez. La fortuna del colombiano sono però proprio i rientri da dietro, che mano a mano gli consentono di accodarsi a qualcuno, e di salvarsi così in qualche modo, malgrado l'umidità dell'asfalto accentui le sue difficoltà. Quando mancano ormai appena 3 km al termine della discesa dell'Aspin, a 24 km dal traguardo, ecco un ennesimo colpo di scena: Robert Gesink finisce a terra.
Per il giovane scalatore della Rabobank è una caduta rovinosa: il dritto in un tornante lo porta a battere il ginocchio contro il guard-rail nel tentativo di salvarsi in extremis. Un colpo dolorosissimo per il miglior gregario di Denis Menchov, e indirettamente, forse, anche per lo stesso russo. Gesink resta a terra due minuti abbondanti prima di riuscire a ripartire, anche se ancora con evidenti dolori al ginocchio.

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In fondo alla discesa, intanto, il gruppetto di testa è tornato più numeroso, con Popovych, Zubeldia, Taaramae, Caucchioli, Moinard, Casar e Moreno. A 16'' Wegmann e Pauriol, sorprendentemente incapaci di recuperare, a 35'' Van Goolen e Augustyn. All'appello manca Volodymir Gustov, ma il motivo della sua scomparsa dai teleschermi viene svelata non appena il gruppetto della maglia gialla sbuca dall'ultimo tornante della picchiata su Arreau: Gustov è dietro la curva, ad attendere il capitano Sastre. Il drappello della maglia gialla ha riacquistato Kloden, Nibali, Pereiro, Vandevelde e Van Den Broeck, ed è ora composto da diciannove unità, che diventano venti quando Gustov viene ripreso, e si mette subito al comando, spendendo tutte le energie rimastegli dalla fuga, probabilmente neppure pochissime dato il numero di componenti, almeno inizialmente, dell'azione nata nei primi chilometri. In fondo alla discesa, i big rendono alla testa della corsa 59'', mentre, tra i corridori staccati, Seeldrayers è a 1'33'', Cobo e Rogers a 2'25'', Basso e Moreau a 3'09'', Moncoutié a 5'06''.
Gustov si produce praticamente in una cronometro di 10 km, per arrivare a Vignec, ai piedi del Pla d'Adet, a 10 km e 700 metri dall'arrivo, dove il gruppetto di testa ha 44'' sul drappello dei migliori, che ha intanto riassorbito Wegmann, Pauriol, Van Goolen e Augustyn. Seeldrayers paga 1'38'', Cobo e Rogers 2'02'', Basso e Moreau 2'54'', Moncoutié 5'49''.
Mancano meno di 11 km al traguardo, ma sono i più duri in assoluto. Dopo 193 km, oltre 4000 metri di dislivello superati sotto una pioggia battente, è tempo di affrontare l'ascesa del Pla d'Adet, la cui sagoma inquietante già incombe su questo Tour.

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TO BE CONTINUED...
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Re: 10° Tappa: Arette - Sant Lary Soulan/Pla d'Adet

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LA CORSA, PARTE QUATTRO:

Non ha il nome né il fascino di Aubisque e Tourmalet, quando ne raggiungono le pendici, ai corridori non tremano le gambe, lo affrontano consapevoli della sua durezza, ma sicuri di potercela fare. Si infilano nella tana dell' orso convinti di aver imbroccato la via di casa. Undici kilometri sì, ma all' 8% di pendenza media, picchi del 13, dove, magari dopo quasi duecento kilometri di fuga, quasi quaranta di salita, più di quattromila metri di dislivello, ad alcuni corridori e non solo ai meno scalatori potrebbe venire la tentazione di mettere il piede a terra. E' quello che succede a Sandy Casar dopo 1130 metri di scalata: il leader della Francaise des Jeux è esausto, già sulle erte precedenti aveva evidenziato alcuni segnali di fatica, ora un crollo, qualche problema fisico, piede a terra.

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Quando, con 28" di ritardo, transita per quel tornante anche il gruppo maglia gialla, Casar è ancora lì, li guarda e dal suo sguardo non traspare la minima emozione, ogni sentimento è soffocato dalla fatica. Carlos Sastre lo nota, nota anche che le espressioni dei corridori in gruppo con lui sono simili e non esita un istante: mani alte, lascia che gli occhiali scivolino sul naso e via, en danseuse.

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Solo Gerdemann accenna ad una minima reazione ma per lui, come per tutti, come per la maglia gialla, come per Contador, come per gli Schleck la strada sembra ripida il doppio e pesano anche le gocce d'acqua impregnate nel tessuto delle divise. Sastre invece fugge, tempo due tornanti e non lo si vede nemmeno più, dev' essere sconfortante per gli altri, Van den Broeck si piazza in testa, ma quasi come un automa, senza riuscire a fornire un' ulteriore spinta al gruppo.

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Peraltro, l'azione del belga, sfinito, si esaurisce dopo soli 800 metri, quando Sastre è già a meno di 10" dalla testa della corsa ed ha già ripreso Caucchioli, Zubeldia e Popovych, ma gli ultimi due sembrano più che altro essersi fermati per aspettare i propri leader, sempre nel gruppo inseguitore a 27". Dopo 2200 metri di ascesa, si piazza in testa al gruppo maglia gialla Levi Leipheimer. L'andatura dello statunitense non sembra volta a sgranare il gruppo, ma più che altro a garantire una guida ad esso, piegato, oltre che dalla stanchezza, anche dallo scarso accordo tra i big. Eppure Leipheimer fa male. Non a tutti sia chiaro, ma ad uno dei cinque grandi favoriti per la vittoria finale sì: Denis Menchov volge lo sguardo a terra, oscilla, avanza solo a spallate, non sopporta l' 11% di questo tratto.

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Contador, in gruppo, fa segno a Leipheimer di continuare, vengono ripresi anche Zubeldia e Popovych, si accodano a Levi, davanti Sastre ha però già passato i fuggitivi, riesce a stargli dietro solo Rein Taaramae, il gap aumenta: ora il madrileno della Cervélo guadagna 23" alla maglia gialla. Leipheimer si sposta dopo altri 400 metri in testa, la sua azione ha eroso ulteriormente il plotoncino maglia gialla, da cui si sono staccati tutti i fuggitivi ripresi, eccezion fatta per John Lee Augustyn. Lo sostituisce in testa al gruppo Haimar Zubeldia, ancora abbastanza fresco essendosi limitato, quand' era in fuga, a disputare le volate per i traguardi GPM. Il basco mantiene un discreto ritmo, che non sembra però soddisfare Frank Schleck. Il maggiore dei fratelli lussemburghesi della Saxo Bank parte dopo 3 kilometri e 300 metri di salita.

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Anche Frank piazza una stoccata secca e passa Caucchioli prima, dopo altri 200 metri Moinard e Moreno. Il pluricampione lussemburghese si siede dopo poche altre centinaia di metri, procedendo solo all'inseguimento della coppia al comando Sastre-Taaramae. L'estone non riesce a mantenere a lungo il passo di Carlitos, si stacca, senza però cedere del tutto, dopo 4770 metri di salita. Quando alla vetta del Pla d'Adet mancano circa 6 kilometri la situazione è dunque la seguente: in testa Carlos Sastre, a 13" Rein Taaramae, a 38" Frank Schleck, a 52" il gruppo maglia gialla tirato dagli Astana, Denis Menchov paga addirittura 1' 28" al leader della Cervélo e 36" a Samuel Sanchez; ancor più arretrati Ivan Basso a 2' 08" e Cobo Acebo a 3' 11". Da segnalare che nel plotoncino della maglia gialla, già da qualche kilometro, occupano le ultime posizioni Vladimir Karpets e Linus Gerdemann. L'azione di Frank Schleck non ha fatto il vuoto, il corridore Saxo viene ripreso dal gruppetto del fratello quando alla vetta mancano poco più di cinque kilometri ed è proprio il minore dei due che, sfruttando la situazione di stallo creatasi nel gruppo per il ricongiungimento, parte in contropiede.

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La sortita della maglia bianca al Giro 2007 e allo scorso Tour piega le resistenze di Karpets, Gerdemann, Leipheimer, Zubeldia, Popovych, Kirchen, ma il leader Saxo non sembra soddisfatto. Si volta, guarda gli avversari e piazza una nuova rasoiata, questa volta più secca, che fa il buco. Riescono a mantenere la ruota di Andy soltanto Contador e Soler, solo in un secondo momento si accoda anche Evans. Nulla da fare per Kreuziger, che resta però scortato da un impeccabile Nibali, Vandevelde, Armstrong, Kloden, Pereiro, Valverde e la maglia gialla Samuel Sanchez, che restano attardate. Dalle retrovie appare in discreta rimonta Menchov, che paga ora 31" al gruppo di Andy Schleck. Decolla il vantaggio di Sastre sui 58", Taaramae ne ha invece solo 4" sul gruppetto attaccante, dal quale pagano circa 9" i membri del gruppo maglia gialla. Il gruppo di Karpets e Gerdemann a 42" dal gruppo di Andy Schleck, 1'40" da Sastre. Rogers, in discreta difficoltà, dopo esser stato in un primo momento ripreso da Cobo lo ha staccato e viaggia ora sui +2' 39" da Sastre, sono già 3' 04" per il leader Fuji-Servetto, tra i due Basso, che paga solo 11" all' ex campione del mondo a crono. Al settimo kilometro di salita si affronta il tratto altrimeticamente più semplice, con pendenze del 2.8%. E' qui che, con il classico movimento di spalle, Evans prova a piazzare un allungo un po' a sorpresa.

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Il leader Silence non è però più fresco dei compagni d'avventura e, nonostante insista per quasi tutti gli 800 metri a tale pendenza. Si ferma poco prima che la strada si reimpenni, di modo da non dar fondo a tutte le sue energie prima del rush finale. L'azione di Evans, oltre a riprendere e staccare Rein Taaramae (apparso in evidenti difficoltà) sortisce l'effetto di levigare leggeremnte il distacco da Sastre, ora a 53". Si dilata invece quello degli inseguitori: il gruppo maglia gialla perde già 17" da essi, mentre notevolissima la rimonta di Menchov che, dopo aver ripreso e staccato Leipheimer & co.( a 1' 39" da Sastre) è ora a solo 7" da Sanchez. Quando la strada riprende a salire, Sastre rilancia ancora l'andatura, decolla verso un successo che solo una cotta clamorosa potrebbe sottrargli. Alle sue spalle, tra i diretti inseguitori, tira solo Soler, mentre Andy rimane attaccatto alla ruota di Contador, in seconda posizione, ed Evans maledice se stesso per lo scatto tentato in precedenza, che lo costringe ora a restare fanalino di coda del quartetto. Ancor più dietro Menchov, ai -3500, si riporta sul gruppetto maglia gialla, ma il russo non sembra pago. Guadagna infatti subito la testa del drappello e, senza alzarsi sui pedali, ma sale ad un ritmo tale da risultare quasi come un attacco per i già stremati corridori.

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Cercano di sfruttare un rimorchio simile Nibali, Kreuziger e Vandevelde, apparsi i più freschi del gruppo. Scarso accordo nel gruppo Karpets in cui tirano solo il russo e Gerdemann, distacco sui 44" dalla maglia gialla. Ai -3 dalla vetta il vantaggio di Sastre sul gruppo Evans raggiunge e supera addirittura il minuto: + 1' 07". Lo spagnolo sembra però poter forzare ulteriormente, mentre dietro sembrano ancora stremati. Anche con la complicità di tale stanchezza, Menchov riesce a limare ulteriori secondi al drappello di Evans, Contador, Schleck e Soler: il suo distacco è ora di soli 22". Vandevelde, Nibali e Kreuziger riescono a stare con lui solo per altri 700 metri, poi, ai -2.3 kilometri dalla vetta, lo lasciano andare, senza però piantarsi. Da segnalare il crollo di Taaramae, che in così pochi kilometri accusa già un ritardo di 2'39" da Sastre. Già dai -1500, Sastre si produce in una lunghissima volata sui pedali, Carlitos sente il successo di tappa ormai suo, ma avverte anche la possibilità di un ribaltone in generale, di una grande impresa che annullerebbe il distacco patito a cronometro. Sastre guarda a terra, scala gradualmente i rapporti, mantenendo sempre però la stessa velocità. Ai -400 si rende conto che l'impresa è riuscita, ma ogni secondo vale una posizione, ed alza allora un solo braccio al cielo e solo sulla linea del traguardo.

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Come a Monte Petrano Sastre conferma che gli basta un solo acuto per rientrare in generale. Ed effettivamente, il solco tra lui ed i grandi della generale, oggi, è tutt'altro che ridotto. Menchov riprende il gruppo Evans ai -1200, Contador e lo stesso australiano si voltano esterrefatti. Coglie la palla al balzo Andy Schleck, che non si lascia prendere dalle distrazioni e piazza l'ultimo allungo in vista dell 'arrivo, lo segue solo Soler.

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Anche Andy disputa una volata lunghissima, e per evitare che rientri Contador e per cercare di contenere il più possibile il distacco da Sastre. Il tic-tac avana però inesorabile: 1'00, 1'10", 1'20", 1'29", 1'30": Soler regola il 24enne lussemburghese allo sprint per il secondo posto 1'31" dopo il transito all'arrivo di Carlitos. Menchov, ai -400, cerca di piazzare un nuovo allungo per staccare Evans e Contador, ma entrambi rispondono abbastanza bene alla sortita del russo ed anzi proprio Cadel cerca di partire in contropiede ai -130. Schermaglie inutili. Alla fine Evans, Menchov e Contador arriveranno nell'ordine e tutti e tre con 1'41" di ritardo dal vincitore di tappa. Degno di nota e di lode anche il lavoro odierno della maglia bianca Nibali: lo squalo dello stretto fa da gregario a Kreuziger, e lo fa eccellentemente. Alla fine la giovanissima coppia Liquigas, quarantasette anni in due, chiude con soli 2'02" di ritardo da Sastre, nientemale per essere la loro prima vera prova in un tappone pirenaico.

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Niente male anche la prestazione del leader Garmin-Slipstream Christian Vandevelde: quest'anno gli avversari sono forse di maggior rango, ma lui si conferma competitivo: +2'11" dal vincitore.

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Dietro è volata lunghissima di Samuel Sanchez per difendere la maglia. Gliela lancia l'amico Valverde, ma ai -540 tocca a lui. Lunghissimo sprint, con i denti serrati sul labbro inferiore a tenere premuto contro il palato un tremendo urlo di dolore. Comunque andrà a finire, potrà essere orgoglioso della difesa posta per il simbolo del primato. Il tempo limite per difendere la maglia è di 38" di ritardo da Evans. Quando il gap è già di 30" Sanchez sembra troppo lontano dal traguardo per farcela. L'asturiano dal cuore basco dà tutto, nonostante l'acido lattico versi a litri nelle sue gambe. Lo spinge più il cuore dei polpacci, +31", +32", +33",+34",+35": lunghissimo colpo di reni ed alla fine compie la prodezza, maglia gialla difesa per soli 3". Con lui giungono anche Armstrong, Frank Schleck, Kloden, Valverde e Pereiro Sio. Van Den Broeck e Leipheimer a 2'40". Brutta botta per Gerdemann e Karpets: chiudono a 3'03" da Sastre, insieme a Kim Kirchen, in discreta rimonta nel finale.

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Basso a 3'51", Taaramae e Rogers a 4'05" come Seeldrayers, ma oggi la vera giornata nera è stata per uno dei grandi nomi della generale: quel Juanjo Cobo che forse da Carcassonne ad Arette ha speso troppo: dura botta per il leader Servetto a 5'17" dal connazionale Carlos Sastre.

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Oggi è stata dura anche per Gesink: il giovane olandese al traguardo emette un grido straziante, un misto di sconforto e dolore, solo per la cronaca il suo distacco ammonta a 11'23".


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204.000 metri vissuti ad uno ad uno dai corridori, sotto la pioggia torrenziale. Signori, giù il cappello di fronte allo spettacolo del primo dei quattro grandi arrivi in quota di questa Grand Boucle.



CLASSIFICA DI TAPPA
1° Carlos SASTRE CANDIL-Cervèlo Test Team 6h 22’ 21’’
2° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ- Team Barloworld +1’31’’
3° Andy SCHLECK- Team CSC-Saxo Bank +1’31’
4° Cadel EVANS- Silence Lotto +1’41’’
5° Denis MENCHOV-Rabobank +1’41’’
6° Alberto CONTADOR-Astana +1’41’’
7° Roman KREUZIGER-Liquigas +2’02’’
8° Vincenzo NIBALI-Liquigas +2’02’’
9° Christian VANDEVELDE- Garmin-Slipstream +2’11’’
10° Samuel SANCHEZ GONZALEZ-Euskaltel Euskadi +2’16’’

Lance ARMSTRONG +2’16’’
Frank SCHLECK +2’16’’
Andreas KLODEN +2’16’’
Oscar PEREIRO SIO +2’16’’
Alejandro VALVERDE +2’16’’
Jurgen VAN DEN BROECK +2’40’’
Levi LEIPHEIMER +2’40’’
Vladimir KARPETS +3’03’’
Linus GERDEMANN +3’03’’
Kim KIRCHEN +3’03’’
Ivan BASSO +3‘51‘‘
Rein TAARAMAE +4‘05‘‘
Michael ROGERS +4‘05‘‘
Kevin SEELDRAYERS +4‘05‘‘
Juan José COBO +5’17’’
Christophe MOREAU +10‘15‘‘
Robert GESINK +11‘21‘‘
David MONCOUTIE +15‘43‘‘
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Re: 10° Tappa: Arette - Sant Lary Soulan/Pla d'Adet

Messaggio da emmea90 »

CLASSIFICA GENERALE:
1° Samuel SANCHEZ GONZALEZ
2° Cadel EVANS +3’’
3° Andreas KLODEN +15’’
4° Denis MENCHOV +21’’
5° Lance ARMSTRONG +45’’
6° Vincenzo NIBALI +48’’
7° Alberto CONTADOR +1’00’’
8° Roman KREUZIGER +1’12’’
9° Carlos SASTRE CANDIL +1’34’’
10° Andy SCHLECK +2’44’’
11° Oscar PEREIRO SIO +3’35’’
12° Juan José COBO +4’05’’
13° Christian VANDEVELDE +4’05’’
14° Frank SCHLECK +4’42’’
15° Alejandro VALVERDE +4’45’’
16° Kim KIRCHEN +4’50’’
17° Vladimir KARPETS +5’06’’
18° Linus GERDEMANN +5’19’’
19° Levi LEIPHEIMER +5’48’’
20° Jurgen VAN DEN BROECK +6’11’’
21° Michael ROGERS +6’30’’
22° Ivan BASSO +8’32’’
23° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +9’14’’
24° Kevin SEELDRAYERS +10’27’’
25° Rein TAARAMAE +11’02’’

Robert GESINK +14’19’’
David MONCOUTIE +21’14’’

CLASSIFICA A PUNTI:
1° Daniele BENNATI 65
2° Oscar FREIRE GOMEZ 62
3° Thor HUSHOVD 58
4° Alejandro VALVERDE 51
5° Fabian CANCELLARA 47
6° Mark CAVENDISH 47
7° Andy SCHLECK 40
8° Heinrick HAUSSLER 38
9° Tyler FARRAR 33
10° Alberto CONTADOR 33

Samuel SANCHEZ GONZALEZ 31
David ZABRISKIE 30
Gert STEEGMANS 28
Edvald BOASSON HAGEN 26
Sylvain CHAVANEL 26
Carlos SASTRE CANDIL 25
Frank SCHLECK 25
Greg VAN AVERMAET 25
Andreas KLODEN 25
Koldo FERNANDEZ DE LARREA 24
Andrey AMADOR BIPKAZACOVA 24
Samuel DUMOULIN 22
Filippo POZZATO 22
Leonardo DUQUE 22
Cadel EVANS 21
Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 20
Gerald CIOLEK 20
Lance ARMSTRONG 19
Murilo FISCHER 19
Denis MENCHOV 17
George HINCAPIE 16
Carlos SASTRE CANDIL 15
Fabian WEGMANN 14
Roman KREUZIGER 11
Giampaolo CHEULA 11
Kurt Asle ARVESEN 10
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Tom BOONEN 10
Juan Antonio FLECHA 10
Sergey LAGUTIN 10
Frederik WILLEMS 8
Mikhail IGNATIEV 8
Alessandro BALLAN 8
Koos MORENHOUT 6
Maxime MONFORT 6
Marcel SIEBERG 6
Yaroslav POPOVYCH 6
Stuart O’GRADY 6
Wim STROETINGA 6
Julien EL FARES 6
Haimar ZUBELDIA 5
Mickael BOURGAIN 5
Alberto CONTADOR 5
Gustav ERIK LARSSON 4
Kasten KROON 4
Daniel MORENO FERNANDEZ 4
Cyril DESSEL 4
Daniele RIGHI 4
Martijn MAASKANT 3
Vincenzo NIBALI 3
Johannes FROHLINGER 2
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 2
Steve COZZA 2
Christian VANDEVELDE 2
Chris FROOME 2
Sandy CASAR 2
Fabio SABATINI 2
Dominique ROLLIN 2
Christian KNEES 2
Juan Antonio FLECHA 2
Yoann LE BOULANGER 2
John LEE AUGUSTYN 2

CLASSIFICA SCALATORI:
1° Haimar ZUBELDIA 96
2° Andy SCHLECK 64
3° Carlos SASTRE CANDIL 60
4° Rein TAARAMAE 57
5° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 56
6° Alberto CONTADOR 44
7° Koos MORENHOUT 40
8° Johannes FROHLINGER 39
9° Cadel EVANS 36
10° John Lee AUGUSTYN 33
10° David DE LA FUENTE 33

Yaroslav POPOVYCH 28
Denis MENCHOV 28
Fabian WEGMANN 24
Kansantsin SIUTSOU 19
Serge PAUWELS 16
Roman KREUZIGER 14
Inigo LANDALUZE 14
Amael MOINARD 14
Volodymir GUSTOV 13
Daniel MORENO FERNANDEZ 13
Mikel ASTARLOZA 12
Leonardo DUQUE 12
Mikhail IGNATIEV 11
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Sandy CASAR 9
Pietro CAUCCHIOLI 9
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 8
Frank SCHLECK 8
Chris FROOME 8
Alessandro BALLAN 7
Vincenzo NIBALI 6
Julien EL FARES 5
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 5
Christian VANDEVELDE 4
Leonardo DUQUE 4
David MONCOUTIE 4
Juan Antonio FLECHA 3
Cyril DESSEL 3
Pierrick FEDRIGO 3
Thomas VOECKLER 3
Jurgen VAN GOOLEN 3
Joost POSTHUMA 2
Alejandro VALVERDE 2
Alan PEREZ 1
Dominique ROLLIN 1
Nicolas JALABERT 1
Steve COZZA 1
Giampaolo CHEULA 1
Paolo LONGO BORGHINI 1
Kurt Asle ARVESEN 1
Sergey LAGUTIN 1
Christophe LE MEVEL 1
Matthew LLOYD 1

CLASSIFICA GIOVANI (UNDER 25):
1° Vincenzo NIBALI
2° Roman KREUZIGER +24’’
3° Andy SCHLECK +1’56’’
4° Kevin SEELDRAYERS +9’39‘‘
5° Rein TAARAMAE +10’14’’
6° Robert GESINK +13’31‘‘
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