12° Tappa: Bedoin - Mont Ventoux (CTT)

Il percorso della seconda edizione, partita da Nantes e che vide trionfare Cadel Evans

Moderatore: Direttori di Corsa

Bloccato
Avatar utente
emmea90
Direttore di Corsa
Direttore di Corsa
Messaggi: 9275
Iscritto il: 17/05/2011, 15:47
Località: Parigi
Contatta:

12° Tappa: Bedoin - Mont Ventoux (CTT)

Messaggio da emmea90 »

12a TAPPA: (cronoscalata) BEDOIN - MONT VENTOUX 23 km

Secondo arrivo in salita del Tour e terza tappa di alta montagna. Nessuna tattica, nessuna strategia, nessuna alleanza: solo le forze dei corridori e la loro capacità di gestione dello sforzo conteranno lungo i 22,7 km di scalata verso i 1912 metri del Mont Ventoux, il Gigante della Provenza, forse la montagna più unica del panorama ciclistico mondiale, con quegli ultimi 7 km esposti al sole, sulla pietraia che riflette i raggi di un sole che non dà tregua. I primi 3 km traggono in inganno, sono pedalabili, ma forse proprio per questo insidiosi, in quanto qualcuno potrebbe acquisire una sicurezza perfino eccessiva, che potrebbe portarlo ad esagerare nella prima parte. Nei primi 3000 metri, la pendenza media è infatti del 2,3%, che sale poi al 5% nei 4 km successivi. Dopo 7 km, però, la salita cambia radicalmente: da un chilometro al 5,9% di passa ad uno al 9,4%, pendenza che si mantiene più o meno costante per 9 km, fino allo Chalet Reynard, a 1405 metri di quota. Nel complesso, il tratto dal 7° al 16° chilometro ha una pendenza media del 9,4%. Dopo questo tratto, a livello altimetrico il più difficile, alle pendenze si sostituiscono il sole e la pietraia: si entra nel tratto più celebre e caratteristico del Mont Ventoux, quello interamente esposto al sole, che nel 2000 mise le ali a Marco Pantani e nel 2002 permise ad Armstrong di porre una pietra tombale sul Tour. I primi 2 km al sole tornano "umani", con una media del 6,2%, anche se ormai la fatica è tale da far avvertire qualsiasi rampa all'insù come un ostacolo insuperabile. Dal 18° al 21° chilometro la salita si fa più impegnativa, con una media del 7,3%, prima di incontrare un altro chilometro letale, al 10,2%. Gli ultimi 700 metri, per giungere in cima al Gigante della Provenza, sono meno micidiali ma comunque durissimi, con una pendenza media del 9,1%. E' una delle tappe più significative di questo Tour: chi uscirà meglio dal Ventoso sarà necessariamente da considerare tra i principali favoriti di questa Grande Boucle.

GPM: Mont Ventoux (Hors Catégorie, 1912 m, 22,7 km al 7,1%, arrivo)
INTERMEDI: Les Bruns (km 6); Le Chalet Reynard (km 16)


Immagine
Direttore di corsa.
Avatar utente
emmea90
Direttore di Corsa
Direttore di Corsa
Messaggi: 9275
Iscritto il: 17/05/2011, 15:47
Località: Parigi
Contatta:

Re: 12° Tappa: Bedoin - Mont Ventoux (CTT)

Messaggio da emmea90 »

C'è chi col vento crede di poterci giocare, di conoscerlo, di saperlo addomesticare e di poterlo utilizzare a proprio favore: verrà continuamente smentito e deluso. Il vento non si può conoscere, il vento cambia direzione quando vuole, senza badare agli interessi di questo o di quell' altro. Ed oggi, si sale a casa del vento, si sale su un monte che si chiama proprio così: il Monte Ventoso. Sarebbe però eccessivamente riduttivo circoscrivere le emozioni che la tappa odierna potrà regalarci al nome della salita: oggi batterà il Sole, cocente, abbagliante sul pietrame che accompagna la strada: oggi bisogna centellinare le energie, non si può rischiare di andare fuorigiri perché, a quel punto, tanto varrebbe tornarsene a casa. La prima prova interessante è quella di Juan Mauricio Soler: il colombiano, leader della Barloworld ed autore sinora di una Grand Boucle senza infamia né lode, parte quando il miglior tempo provvisorio è quello dell' estone della Cofidis Rein Taaramae che ha completato la scalata in 1h01'08", 23" meglio del compagno di squadra Moncoutié ed addirittura inferiore di 1'19" rispetto alla prova di Seeldrayers. Mauricio sa bene che dovrà difendersi il più possibile nei primi 3 kilometri di prova, pressoché pianeggianti.

Immagine

Il leader della Barloworld non forza l'andatura nei primi 3000 metri, consapevole di dover comunque perdere qualcosa dai passisti. Comincia a catalizzare dal terzo kilometro, ma le pendenze sono ancora tutt' altro che proibitive e la maglia a pois del Tour 2007 continua a gestirsi. A Les Bruns è in leggero ritardo rispetto a Taaramae: + 13". Dal kilometro sette, però, cambia la musica. Le pendenze si impennano e Mauricio risponde, va sui pedali, mantenendo un andatura costante ma notevolissima. La gente lo incita abbastanza, confermando la tradizionale simpatia dei francesi per le maglie a pois. Oggi Soler corre anche per mettere in cascina preziosi punti in tale ottica perché Zubeldia, detentore del primato in classifica, ha registrato un tempo decisamente alto. Le motivazioni sono sufficienti ed il connazionale di Shakira, all'intermedio di Le Chalet Reynard, kilometro 17, ha recuperato 47" a Taaramae e, nel caso non crolli nel tratto finale, ha buone possibilità di abbattere il muro dell'ora. Soler non sembra scalfibile neppure dal bollente riflesso dei raggi solari sulla propria pelle, mette solo più spesso mano alla borraccia ma avanza sempre regolarissimo. Nel penultimo kilometro la sua pedalata sembra solo leggermente più appannata rispetto a quella dei kilometri precedenti ma Mauricio riassume un buon passo dai -700 sino al traguardo. La defaillance nel penultimo kilometro gli costa un tempo superiore all' ora e forse insufficiente per il podio: 1h00'10".

Dopo Juan Mauricio Soler, è Ivan Basso a tagliare il traguardo, staccato di 40'' dal colombiano, un tempo che lo pone in 2a posizione provvisoria. Meno bene vanno, nell'ordine, Michael Rogers, che rende a Soler 1'54'', uno Jurgen Van Den Broeck decisamente non in giornata, attardato di addirittura 3'43'', e un deludente Levi Leipheimer, che ha probabilmente rinunciato ad ogni velleità di classifica, staccato di 2'10''.
Tocca quindi al capitano della Milram, Linus Gerdemann, 18° stamane in classifica generale a 5'19'' da Samuel Sanchez.

Immagine

La partenza del tedesco è lanciatissima, e al primo intermedio, dopo 6 km di salita piuttosto facile, il suo tempo è migliore di 3'' rispetto a quello fatto registrare da Juan Mauricio Soler. 1 km dopo l'intermedio di Les Bruns, però, la salita inizia a farsi decisamente più impegnativa, con rampe quindi decisamente più adatte allo scheletrico colombiano. Gerdemann comunque sembra in una giornata buona, forse non come quella che lo scorso anno gli consentì di chiudere 2° sul Puy de Dome, primo degli umani dietro uno spaventoso Valverde, che andò a prendersi la maglia gialla, ma comunque buona. L'azione del tedesco è brillante, anche se il suo continuare ad alzarsi sui pedali non è forse l'ideale per acquisire quel ritmo che è fondamentale per una cronoscalata. Dopo 16 km di salita, ai -6,7, l'intermedio di Chalet Reynard conforta la buona impressione che sta destando il capitano della Milram, facendo registrare un tempo più alto di quello di Soler di appena 1''. Lo spazio per recuperare questo misero divario ci sarebbe, ma Gerdemann non sembra in grado di incrementare l'andatura nel tratto sulla pietraia del Ventoux, su cui il sole oggi batte con insistenza terribile. Il tedesco non riesce a recuperare il margine che lo separava da Soler, e anzi perde altri secondi, chiudendo con un comunque eccellente tempo di un'ora e 25 secondi, appena 15'' dietro il formidabile scalatore colombiano.


Dopo Gerdemann è quindi il momento di un corridore che dopo la crono di Colomiers sembrava poter nutrire ambizioni da top five, mentre, dopo i severissimi verdetti pirenaici, sembra costretto in una affannosa rincorsa ai migliori dieci: si tratta di Vladimir Karpets.

Immagine

Il passistone della Katusha cerca di fare necessità virtù e parte in tromba per guadagnare il miglior margine possibile nel primo frangente di prova. Karpets mantiene la posizione aerodinamica da crono nonostante le pendenze, con l'incombere della vera salita, tendano più alla montagna che al falsopiano. Il tempo registrato al primo intermedio è, ovviamente, il migliore e non di poco: è inferiore di 42" a quello del leader virtuale Mauricio Soler. Quando, però, la strada si arrabbia per Karpets non è più cosa. Il vincitore del Tour de Suisse 2007 non si alza dalla sella, ma non come segnale di forza, bensì come effettiva impossibilità a rilanciare. Vladimir cerca di isolarsi dal pubblico, di pedalare come un automa per non lasciarsi prendere anche dalle emozioni e rischiare di perdere ulteriore terreno da Soler. Al secondo intertempo il cronometro sembra quasi premiarlo: +4" dal colombiano, ed ora c'è solo da difendersi. Per un russo, abituato alle gelate dell'inverno pietroburghese, sentirsi come imprigionato in un forno non dev' essere un grande stimolo a proseguire. Il Sole infastidisce la maglia bianca del Tour 2005, Karpets si reinfila gli occhiali, guarda solo l'asfalto, perché quantomeno non senta bruciarsi anche il volto. Il leader della Katusha soffre particolarmente gli ultimi due kilometri, forse addirittura l'ultimo più che il penultimo. Alla fine, però, il risultato non è poi così insoddisfacente: +50" tondi da Soler.

Quando neppure Valverde è riuscito a spodestare Soler, giù dalla pedana un altro serissimo candidato per la vittoria di tappa odierna: Frank Schleck, già primo nella cronoscalata di Superbagnères, in quel Tour vinto proprio da Balaverde.

Immagine

Il maggiore dei due fratelli prodigio del ciclismo lussemburghese decide di non rischiare particolari tattiche e di approcciare il Ventoux vero senza troppo gap né troppo acido lattico. Affronta i primi 7 kilometri senza troppa veemenza di pedalata, sfruttando comunque le sue discrete abilità di passista. Al settimo kilometro Frank paga a Karpets 22". Il pluricampione lussemburghese ha però corso solo in funzione del tratto duro, e si nota. Quando la strada si impenna Frank allarga i gomiti, sgrana leggermente il rapporto e sale come un treno. Il passo è notevole, l'eleganza del lussemburghese è tale che sembra andare quasi più forte di Soler. Frank ha già dimostrato di godere di una buona forma in questa Grand Boucle, con la vittoria a San Sebastian e lo scatto verso Pla D'Adet, ma oggi sembra davvero in palla. A Le Chalet Reynard, intermedio del kilometro 17, Frank guadagna 2" a Mauricio Soler, e sembra sempre più lanciato verso la conquista della leadership. Non sembra patire particolarmente neppure l'arrostitura dell' ultimo tratto. Frank non ha praticamente ancora cambiato posizione in bicicletta da quando ha approcciato la salita, se non per rilanciare dopo i tornanti. Il ventunesimo kilometro, però, si rivela giudice severissimo anche per lui: Frank lo affronta con un rapporto forse troppo lungo e, nonostante mantenga una buona velocità di crociera, è costretto a far salire la catena per il tratto finale, ingolfandosi, maturando un cattivo rapporto metri per giro di pedali. Il risultato parziale lo premia ma di un solo secondo su Soler: in ottica successo di tappa non c'è da stare così tanto ottimisti.

Dopo il primo dei due lussemburghesi della Saxo, è la volta del leader unico di un' altra compagine di valore: Christian Vandevelde, che su Frank Schleck ha un margine di 37" in generale.

Immagine

Lo statunitense sa che non è oggi giornata da colpi di coda e che l'approccio ai primi dieci della generale va rimandato: oggi deve pensare unicamente a difendersi. La maglia rosa al Giro 2008 cerca di incamerare qualche secondo di vantaggio nel primo tratto quasi pianeggiante, di modo da levigare leggermente il probabile passivo del traguardo. A Les Bruns Vandevelde perde 9" da Karpets, ma ne ha 13 su Frank Schleck. Non sembra forzare particolarmente tra secondo e terzo intermedio, mantiene anzi un' andatura abbastanza controllata, temendo probabilmente i 2000 metri finali che hanno già tagliato le gambe a corridori molto più scalatori di lui. All' ultimo intertempo prima del traguardo, Le Chalet Reynard, Vandevelde transita con 27" si ritardo da Frank Schleck. Il corridore dell' Illinois non sembra però soffrire il riflesso di luce della pietraia, riesce anzi a rilanciare ripetutamente, pedalando forse meglio di Schleck. Nel penultimo kilometro avanza agile, lucido, come forse nessuno era riuscito a fare prima di lui, mantenendo un buon passo fino allo striscione dell'arrivo. Il responso del cronometro lo premierà: solo 31" di ritardo da due top di serie della specialista come Frank Schleck e Mauricio Soler.

Dal momento che le prestazioni di Valverde e Cobo non sono state proprio così esaltanti, è la volta di riscattare l'orgoglio iberico, magari prima che ci possano pensare Contador e Sanchez: ai blocchi di partenza Oscar Pereiro Sio.

Immagine

Il leader della Caisse d' Epargne per la classifica generale cerca di emulare la buona prova offerta da Vandevelde e parte abbastanza forte ai piedi della salita. A Les Bruns, kilometro 6 di prova, la prestazione di Pereiro è sulla falsariga di quella dell' americano, con soli 2" di ritardo da quest'ultimo. Il vincitore del primo Tour successivo all'era Armstrong sembra però molto più determinato di Vandevelde nella prima metà di vera salita, pedalando spesso en danseuse e rilanciando vigorosamente dopo i tornanti. Il cronometro a Le Chalet Reynard rispecchia tali impressioni: Pereiro perde solo 4" da Frank Schleck, ma, subito dopo il tratto più pedalabile dell' ultimo terzo di gara, la pedalata di Pereiro è visibilmente più pesante, ed il corridore non ostenta sicurezza come prima. Quando al Sole cocente si unisce l'effettiva ripidità della strada, Pereiro crolla: nel tratto micidiale del penultimo kilometro il corridore Caisse d' Epargne picchetta evidentemente, per sua fortuna si riprende un po' negli ultimi 700 metri e riesce a disputare una discreta volata che gli consente di mantenere un risicatissimo secondo di vantaggio su Vandevelde.

E' adesso il momento della partenza di uno dei grandi favoriti di questa cronoscalata: Andy Schleck.

Immagine

Il lussemburghese era 10° in classifica generale alla partenza, staccato dalla maglia gialla Samuel Sanchez di 2'44''. Dopo aver dominato assieme a Contador la prima frazione pirenaica, con arrivo ad Arette, ma dopo aver guadagnato solo un pugno di secondi su Evans nel tappone di Pla d'Adet, il più piccolo dei fratelli è chiamato oggi ad una grande prestazione, se vuole avere una chance di vincere il Tour oltre a quella di compiere un'impresa in una delle frazioni alpine.
Il più giovane dei fratelli parte in caccia del tempo del fratello, e il primo intermedio è da fare strabuzzare gli occhi: 12'' meglio di Frank nel tratto più agevole della salita. Già i telecronisti delle varie tv presenti si dividono tra chi grida al fenomeno e chi allo scriteriato, tra chi ritiene di assistere alla prestazione che rilancia le ambizioni di maglia gialla di Andy e chi pensa che andando incontro ad un crollo nel finale della prova i suoi sogni di gloria si disperderanno tra le pietre del Ventoso. Andy invece non pensa a niente, ma solo a pedalare, quasi sempre seduto sul sellino, con un rapporto agile, ma mulinato con frequenze impressionanti. Per ora, di calo non se ne parla, e il cronometro emette già una prima sentenza: 53'' meglio di Frank dopo 16 km. Poco da dire: il ragazzo sta volando. Andy non perde brillantezza negli ultimi chilometri di salita, continua con quella sua andatura regolare ma che già l'occhio, prima del cronometro, non può non valutare efficace. Sulla pietraia, orde di tifosi accolgono il giovanissimo capitano della Saxo Bank, che per la prima volta in carriera deve fare i conti con il sole battente del Ventoso. Ma per uno che al primo Giro d'Italia chiude 2°, anche l'impatto con il Ventoux non può che essere felice: sul traguardo, il suo vantaggio sul fratello è cresciuto ancora: 1'25''. 58' 44'' il nuovo tempo di riferimento. Tempo che rischia di rimanere in cima alla classifica per il resto della giornata.

Il primo corridore che dovrà tentare di assolvere il quasi proibitivo compito di far meglio di Andy è però anche uno dei più indicati: il re dell'Hautacam, Carlos Sastre.

Immagine

Per uno specialista di tapponi da 200 e più chilometri una cronoscalata non è forse l'esercizio più indicato per fare la differenza, ma quali siano le condizioni di forma del capitano della Cervélo lo dimostra il dominio sotto il diluvio nel tappone pirenaico di Pla d'Adet. La partenza di Sastre, come ci si attenderebbe da un atleta che predilige cavalcate alpine e pirenaiche, non è particolarmente arrembante, e dopo 6 km il suo distacco rispetto allo spettacolare Andy Schleck è di 21''. Tanti, ma non irrecuperabili. O meglio, non irrecuperabili se il riferimento è una prestazione stellare come quella di Andy. Sastre continua con un passo eccellente nel tratto dal 6° al 16° chilometro, quasi interamente nel bosco, ma l'intermedio di Chalet Reynard è inequivocabile: 38'' di ritardo. Un buon tempo, che dovrebbe permettere a Sastre di collocarsi in seconda posizione provvisoria, ma non sufficiente a far presagire una rimonta sul leader provvisorio. Tanto più che contro Sastre, oggi rema anche la sorte: poco dopo l'inizio della pietraia, a 6 km dal traguardo, per l'uomo di Avila arriva un salto di catena. Nella disgrazia, lo spagnolo è fortunato che il guaio sopraggiunga in una cronoscalata, con un meccanico subito dietro di lui, a bordo dell'ammiraglia Cervélo, pronto a fornirgli una bici di ricambio, ma ai secondi persi nella sostituzione vanno aggiunti quelli che la perdita del ritmo genera in una cronoscalata. L'inconveniente sembra però fornire nuova linfa all'azione del re del Pla d'Adet, che si rialza subito sui pedali, e riparte con una cattiveria impressionante. La smorfia di Sastre è quella giusta, lo spagnolo è perennemente sui pedali, rilancia l'andatura ad ogni curva. Sul traguardo, malgrado la disavventura meccanica, Sastre rende a Schleck 1'05'', ossia 27'' più di quanto aveva all'intermedio. Come si pensava, la cronoscalata si è rivelato esercizio poco adatto a Sastre, che si è comunque difeso egregiamente, in attesa dei tapponi alpini, in particolare quelli di Jafferau e Courchevel, che potrebbero tornare ad esaltare le sue doti di fondo.



A vent' anni, dopo aver corso solo un altro Tour ed una Vuelta, ad un orario in cui, forse, i suoi coetanei ancora dormono, intontiti dall' ubriacatura della notte precedente, lui si gioca il Tour de France. Roman Kreuziger ha il brio di un ragazzo e il pragmatismo di un corridore esperto, il corridore Moravskà Trebovà ha dichiarato di aver preparato a puntino la prova odierna e, quindi, non può deludere.

Immagine

Il longilineo corridore della Liquigas parte abbastanza deciso nei primi 7 kilometri di prova, come riferimento la prova dell' avversario n°1 nella lotta alla maglia bianca: Andy Schleck. Kreuziger mantiene un' ottima posizione, non eccessivamente compatta, nel primo tratto in falsopiano e senza faticare troppo al kilometro 6, intermedio di Les Bruns, rifila già 28" ad Andy. Almeno per ora, Kreuziger non ha i numeri del lussemburghese in salita e la differenza di agilità di pedalata è notevole: Roman non sembra però essere a tutta, anzi. Dal volto del vincitore del Tour de Suisse 2008 traspare una certa serenità, nonostante il ritmo tenuto sia notevole. Il corridore Liquigas paga però l' inconfutabile rallentamento all' intertempo: + 59" rispetto ad Andy Schleck, forse più del previsto. Quando ci si arrampica però sulle rocce, sul cuoio capelluto scoperto del Monte Calvo, viene fuori il capolavoro di Roman Kreuziger, si scopre che questo nome ricorrerà sempre più altisonante nei prossimi Tour de France, sempre più in alto in generale. Kreuziger mantiene la stessa velocità, calcolata intorno ai 23 km/h, per tutti i cinque kilometri finali. Quasi come un computer, si risparmia nei primi due kilometri più pedalabili per sprigionare tutta la sua irruenta potenza in un crescendo di sforzo dal 18° kilometro che culmina in una volata di quasi 500 metri per raggiungere il traguardo. La prodezza gli vale 11" recuperati al lussemburghese classe '84 ed un difficilmente amovibile secondo posto provvisorio.


Dopo Roman Kreuziger, è il turno di un altro dei grandi favoriti di questa cronoscalata: Alberto Contador.

Immagine

1' esatto alla partenza il suo distacco dalla maglia gialla Samuel Sanchez. Come al solito, il madrileno non gioca d'attesa: i suoi primi chilometri sono fulminanti, e gli consentono di transitare al primo rilevamento cronometrico, dopo 6 km, con lo strepitoso tempo di 14'36'', 6'' meglio del già fantastico intertempo di Andy Schleck. Il madrileno affronta quindi la parte più dura della salita, e lo fa con il suo caratteristico stile: sempre sui pedali, rilanciando l'andatura ad ogni minimo cambio di pendenze, con gambe che frullano un rapporto agile. Azione che appaga sempre l'occhio, ma che non necessariamente è la più proficua anche secondo l'opinione incontestable del cronometro. Non sempre, ma questa volta sì: dopo 16 km di corsa, all'intermedio di Chalet Reynard, Contador ha 21'' di vantaggio su Andy Schleck. Un tempo straordinario, anche se il rischio di pagare proprio nel tratto più pericoloso del Ventoux da questo punto di vista, quello esposto al sole, nell'ultimo terzo di ascesa, esiste. Contador però non pare soffrire la fatica, continua con la sua mostruosa frequenza di pedalata, trita l'asfalto rugoso e surriscaldato dal sole del Monte Calvo, piombando sul traguardo con un tempo che per gli altri rischia di restare assolutamente inavvicinabile: 58'12''. 32'' meglio di Andy Schleck, 48'' davanti a Roma Kreuziger. Con un tempo del genere, Contador rischia di conquistare anche la maglia gialla.

Tocca ora alla grande speranza italiana per questo Tour de France, un corridore di sicuro talento ma che nessuno si aspettava di poter vedere 6° in classifica generale a 48'' dal leader alla vigilia della 12a tappa. E' il momento della prova di Vincenzo Nibali.

Immagine

L'italiano parte subito dopo Alberto Contador, il cui riferimento potrebbe essere di grande aiuto. Nibali non parte particolarmente forte, conscio della necessità di dosare lo sforzo su una salita interminabile come il Mont Ventoux, in una prova contro il tempo di circa un'ora. Concentrati sulla prova di Contador, quasi tutti si dimenticano di controllare l'intermedio di una delle grandi sorprese di questo Tour de France, intermedio che non fa comunque gridare al miracolo, e anzi forse un po' preoccupa: 39'' di ritardo rispetto ad Alberto Contador dopo appena 6 km, per di più i più semplici. Come per il primo tratto di gara, anche nel secondo Nibali viene un po' trascurato dalla tv, ma le poche inquadrature che gli vengono dedicate sono sufficienti per capire che non siamo in presenza del miglior Nibali, quello capace finora di mantenersi al limite della top 5. Nessuno, però, immagina il responso del cronometro dopo 16 km: +2'16'' rispetto a Contador. Un'enormità, per chi fino ad oggi nutriva giustificate speranze di piazzamento quanto meno nei cinque o subito dietro. Con un Contador lanciato forse verso la maglia gialla, la regia indugia legittimamente sul madrileno, tornando su Nibali soltanto nelle battute conclusive della prova dello Squalo dello Stretto. Quelle poche pedalate riprese sono però sufficienti a capire che la musica non è cambiata, e il distacco finale è un macigno sui sogni del siciliano: 3'34'' di ritardo da Contador. In classifica, Nibali è ora dietro allo spagnolo di 3'22''.

Tocca ora al 5° della classifica generale di questa mattina, Lance Armstrong.

Immagine

Nel 2000 si involò con Pantani lasciando la vittoria al romagnolo; nel 2002 strapazzò i rivali mettendo una pietra tombale sul Tour; quest'anno, Armstrong mira a conservare la tradizione più che positiva che lo lega al Mont Ventoux.
L'americano parte deciso, anch'egli, come Contador, con un rapporto agile da mulinare a frequenze elevatissime. Come quella del madrileno, dunque, anche la pedalata di Armstrong non è facile da valutare a occhio, e si deve dunque attendere il responso del cronometro. Dopo 6 km, l'intermedio del texano è eccellente: appena 12'' di ritardo da uno scatenato Contador. Il tratto centrale di salita, decisamente il più duro, fino a Le Chalet Reynard, è quello che più di ogni altro si addice, sulla carta, a Lance, il cui intertempo continua ad essere ottimo: 41'' di distacco da Contador a meno di 7 km dalla cima. Per uno che come lui non ama il caldo, pur avendo vinto sette Tour de France, il tratto nella pietraia non è certamente il massimo, ma il ritmo dell'americano continua a convincere. Pur continuando a perdere terreno rispetto a Contador, Armstrong limita i danni in maniera eccellente, sospinto anche dall'enorme numero di suoi tifosi accorsi qui, sul Monte Calvo. Sul traguardo, Armstrong, che alla partenza aveva 15'' su Contador, paga al giovane compagno di squadra 1'03''. Armstrong si colloca dunque in classifica generale al 2° posto tra i corridori che hanno già tagliato il traguardo, a 48'' da Contador.



Quarto in generale, tra lui ed Evans c'è solo Kloden: sarà testa a testa. Denis Menchov, leader della Rabobank, ieri ha avuto di che rimuginare, più che per il fallimento del ventaglio, per il ritiro di quello che doveva essere il suo luogotenente: Robert Gesink, caduto nella discesa dell 'Aspin della Arette-Pla d'Adet.

Immagine

Il russo decide di dare un approccio conservativo alla corsa, puntando al risparmio nei primi 6000 metri di assaggio del Ventoso. Il vincitore del Giro 2009, guadagna, infatti, solo 11" ad Alberto Contador, margine che potrebbe rivelarsi troppo esiguo. Menchov è però ben consapevole dei propri limiti su pendenze troppo arcigne e quindi dà subito una notevole sferzata al proprio passo quando la strada sale sul 7,8%. Nel secondo settore, non forza soltanto nel tratto duro del nono kilometro, per il resto si esibisce in una scalata mostruosa, sembra quasi piegare l' asfalto del Ventoux sotto le ruote del suo mezzo. Al kilometro 17, infatti, è addirittura primo con 2" su Contador, ma sa già che gli ultimi cinquemila metri lo atterreranno e non potrà confermare la propria posizione. Abbastanza provato anche dal riflesso della petraia, Menchov non riesce più a tenere il rapportone a lui tanto caro e deve sgranare gradualmente, senza però poter far corrispondere a tale manovra una maggior agilità di pedalata. La bici comincia ad oscillare, nel penultimo kilometro cede completamente e va a zig-zag, uno zig-zag accentuatissimo che preoccupa addirittura gli spettatori. Menchov tiene però duro, riesce a resistere anche a le pendenze estreme del Ventoux. Alla fine, il ritardo da Contador non è poi così disastroso: +1'01".



Dopo la buona difesa di Menchov, tocca ad un altro corridore che oggi dovrà limitare i danni: Andreas Kloden.

Immagine

Il tedesco, dopo aver vestito la maglia gialla, ha perso il simbolo del primato a vantaggio di Samuel Sanchez, ma si è comunque mantenuto in una posizione di classifica eccellente, 3° ad appena 15'' dal leader. A preoccupare sono semmai i distacchi non trascurabili accusati dagli scalatori sui Pirenei, e il sorpasso subito anche da Cadel Evans, ora 12'' davanti a lui, osso ancor più duro a cronometro rispetto a Sanchez.
Kloden parte piuttosto bene, accusando nei primi 6 km, piuttosto agevoli, prima dell'intermedio di Les Bruns, un distacco di 18'' nei confronti di Contador. Il tratto che può causare più problemi a Kloden è però certamente quello dal primo al secondo rilevamento cronometrico, con i 9 km al 9,4% che precedono il passaggio a Le Chalet Reynard. Kloden sale, come ci ha abituati a vedere, sempre seduto, estremamente composto, in una posizione a livello stilistico assolutamente inattaccabile. Attaccabile è però il suo tempo, che al secondo intermedio è più alto di quello di Contador di ben 1'52''. Un distacco pesante, che lo pone virtualmente dietro al giovane compagno di squadra di 1'07'' in classifica generale, con ancora 6,7 km da percorrere. Nel tratto finale, il sole non ricarica le pile di Kloden, che anzi continua ad accusare secondi su secondi da un Contador che a questo punto rischia seriamente di conquistare i gradi di capitano unico della Astana, anche in virtù delle tante montagne alpine da scalare, malgrado la crono di Digione del penultimo giorno. All'arrivo, Kloden rende 2'38'' a Contador, distacco che colloca Kloden 1'53'' alle spalle del madrileno in classifica generale.

Nel Tour di Valverde, affrontò la cronoscalata addiritura in maglia gialla, oggi è a 3" dal simbolo del primato, ma i bookmakers sono convinti che ce la possa fare, che possa guardare il panorama provenzale dall' alto del podio installato sul Ventoux, vestendo en jaune. Cadel Evans ha però imparato a diffidare dei pronostici, lui ha capito ormai fin troppo bene che per vincere un Tour non basta essere sempre lì, ma, ogni tanto, bisogna piazzare la zampata, altrimenti ci sarà sempre uno spagnolo davanti. Oggi Evans dovrà attaccare Sanchez e difendersi da Contador, mica facile.

Immagine

L'australiano parte abbastanza determinato nel tratto più semplice, sapendo bene che se riuscisse a scavare un solco notevole tra sé e Contador, potrebbe uscire indenne anche dalla tappa odierna. La posizione è areodinamica, i risultati sono con lui: 21" di vantaggio sul madrileno dell' Astana. Ora può gestire un vantaggio complessivo di 1'18" su Alberto. Il vincitore della Tripla Corona ha però fatto cose fuori dal normale ma anche dal plausibile negli altri 15 kilometri di salita, per questo, contro un tempo simile, la maglia gialla può scivolare via per ogni minimo cedimento. Cadel, invece, prosegue abbastanza regolare, certamente più lento di Contador, ma non abbastanza da sentire la gialla in pericolo, almeno da un attacco del vincitore del Tour 2007, dato che sono ancora fumosi i riscontri sulla prestazione di Sanchez. Cadel non forza fino al traguardo intermedio di Le Chalet Reynard, diciassettesimo kilometro, e il distacco da Contador ora è diventato negativo, ma sempre accettabile: +24". Cadel, abituato com'è al caldo ed al sole oceanici, non patisce particolarmente le rocce del Ventoux, ma le pendenze sì. Comincia a pedalare troppo cadenzatamente, sente le energie mancare e si nota anche dall' esterno. L'impressione visiva è tuttavia peggiore del risultato: + 53" da Contador, la maglia è sua e sono altri 8" frapposti tra lui e Menchov.


Ed ora, dopo Evans, issatosi in testa alla classifica generale dei corridori che hanno già tagliato il traguardo, tocca all'ultimo a partire e, a meno di incredibili exploit, ultimo ad arrivare: Samuel Sanchez Gonzalez, attuale maglia gialla.

Immagine

Il capitano della Euksaltel Euskadi parte con grande decisione, e le prime pedalate sono quelle di chi vuole a tutti i costi mantenere il simbolo del primato che già ha difeso con successo e fatica sui Pirenei. Il tempo di Sanchez, pur non trascendentale, è comunque buono dopo 6 km, a Les Bruns: +14'' rispetto a Contador. Forse non abbastanza per conservare il simbolo del primato, certamente sufficiente per conservare importanti velleità di classifica. Il tratto più duro dell'ascesa è però particolarmente indigesto a Sanchez, che in quel tratto perde brillantezza. L'azione del capoclassifica si fa via via meno incisiva, il numero dei tentativi di rilanciare l'andatura alzandosi sui pedali più numerosi, segnale non particolarmente confortante per chi non è abituato a salire da grimpeur puro. Dopo 16 km, è evidente che la maglia gialla avrà un nuovo padrone: addirittura 1'51'' il ritardo di Sanchez da Contador. Al momento del transito di Sanchez non è ancora dato sapere chi sarà a vestire il simbolo del primato al termine di questa frazione, ma di certo non sarà l'attuale leader. Negli ultimi 6,7 km, la difficoltà di Sanchez viene accentuata dal sole che arrostisce tifosi, pietre e corridori nell'ultima parte del Monte Calvo. Più che di difficoltà, per l'ultimo chilometro di Sanchez si dovrebbe forse parlare di crisi: sulla linea bianca il suo distacco da Contador è di 2'51''. 1' esatto perso nel finale, e 1'55'' di ritardo adesso da Cadel Evans.


CLASSIFICA DI TAPPA:
1° Alberto CONTADOR 58’ 12’’
2° Andy SCHLECK +32’’
3° Roman KREUZIGER +48’’
4° Cadel EVANS +53‘‘
5° Denis MENCHOV +1‘01‘‘
6° Lance ARMSTRONG +1‘03‘‘
7° Carlos SASTRE CANDIL +1‘37‘‘
8° Frank SCHLECK +1’57’’
9° Juan Mauricio SOLER +1’58’’
10° Linus GERDEMANN +2’13’’

Alejandro VALVERDE +2’18’’
Oscar PEREIRO SIO +2’27’’
Christian VANDEVELDE +2’28’’
Andreas KLODEN +2’38’’
Ivan BASSO +2’39’’
Vladimir KARPETS +2’48’’
Samuel SANCHEZ GONZALEZ +2’51’’
Rein TAARAMAE +2’56’’
Juan José COBO +3’02’’
David MONCOUTIE +3’19’’
Vincenzo NIBALI +3’34’’
Kim KIRCHEN +3’41’’
Michael ROGERS +3’52’’
Levi LEIPHEIMER +4’08’’
Kevin SEELDRAYERS +4’15’’
Jurgen VAN DEN BROECK +5’41’’

CLASSIFICA GENERALE:
1° Cadel EVANS
2° Alberto CONTADOR +4’’
3° Denis MENCHOV +26’’
4° Lance ARMSTRONG +52’’
5° Roman KREUZIGER +1’04’’
6° Samuel SANCHEZ GONZALEZ +1’55’’
7° Andreas KLODEN +1’57’’
8° Carlos SASTRE CANDIL +2’15’’
9° Andy SCHLECK +2’20’’
10° Vincenzo NIBALI +3’22’’

Oscar PEREIRO SIO +5’06’’
Christian VANDEVELDE +5’37’’
Frank SCHLECK +5’43’’
Alejandro VALVERDE +6’07’’
Juan José COBO +6’11’’
Linus GERDEMANN +6’36’’
Vladimir KARPETS +6’58’’
Kim KIRCHEN +7’35’’
Levi LEIPHEIMER +9’00’’
Michael ROGERS +9’26’’
Ivan BASSO +10’15’’
Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +10’26’’
Jurgen VAN DEN BROECK +10’56’’
Rein TAARAMAE +13’02’’
Kevin SEELDRAYERS +13’46’’
David MONCOUTIE +23’37’’


CREDITS:

Soler, Karpets, Vandevelde, F. Schleck, Pereiro Sio, Kreuziger, Menchov ed Evans by Jaco
Gerdemann, A. Schleck, Sastre, Contador, Nibali, Armstrong, Kloden, Sanchez e classifiche by Matt
Direttore di corsa.
Avatar utente
emmea90
Direttore di Corsa
Direttore di Corsa
Messaggi: 9275
Iscritto il: 17/05/2011, 15:47
Località: Parigi
Contatta:

Re: 12° Tappa: Bedoin - Mont Ventoux (CTT)

Messaggio da emmea90 »

CLASSIFICA A PUNTI:
1° Oscar FREIRE GOMEZ 83
2° Mark CAVENDISH 72
3° Thor HUSHOVD 68
3° Daniele BENNATI 68
5° Andy SCHLECK 60
6° Alberto CONTADOR 58
7° Tyler FARRAR 53
8° Alejandro VALVERDE 51
9° Fabian CANCELLARA 47
10° Heinrick HAUSSLER 38

Koldo FERNANDEZ DE LARREA 32
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 31
Cadel EVANS 31
David ZABRISKIE 30
Carlos SASTRE CANDIL 29
Frank SCHLECK 28
Gert STEEGMANS 28
Roman KREUZIGER 26
Edvald BOASSON HAGEN 26
Sylvain CHAVANEL 26
Lance ARMSTRONG 25
Denis MENCHOV 25
Greg VAN AVERMAET 25
Andreas KLODEN 25
Andrey AMADOR BIPKAZACOVA 24
Samuel DUMOULIN 22
Filippo POZZATO 22
Leonardo DUQUE 22
Gerald CIOLEK 22
Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 22
Murilo FISCHER 19
George HINCAPIE 16
Kurt Asle ARVESEN 16
Carlos SASTRE CANDIL 15
Fabian WEGMANN 14
Giampaolo CHEULA 11
Tom BOONEN 11
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Juan Antonio FLECHA 10
Sergey LAGUTIN 10
Frederik WILLEMS 8
Mikhail IGNATIEV 8
Alessandro BALLAN 8
Koos MORENHOUT 6
Maxime MONFORT 6
Marcel SIEBERG 6
Yaroslav POPOVYCH 6
Stuart O’GRADY 6
Wim STROETINGA 6
Julien EL FARES 6
Haimar ZUBELDIA 5
Mickael BOURGAIN 5
Alberto CONTADOR 5
Samuel DUMOULIN 4
Gustav ERIK LARSSON 4
Kasten KROON 4
Daniel MORENO FERNANDEZ 4
Cyril DESSEL 4
Daniele RIGHI 4
Martijn MAASKANT 3
Vincenzo NIBALI 3
Johannes FROHLINGER 2
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 2
Steve COZZA 2
Christian VANDEVELDE 2
Chris FROOME 2
Sandy CASAR 2
Fabio SABATINI 2
Dominique ROLLIN 2
Christian KNEES 2
Juan Antonio FLECHA 2
Yoann LE BOULANGER 2
John LEE AUGUSTYN 2
Linus GERDEMANN 1

CLASSIFICA SCALATORI:
1° Haimar ZUBELDIA 96
1° Andy SCHLECK 96
3° Alberto CONTADOR 84
4° Carlos SASTRE CANDIL 68
5° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 60
6° Rein TAARAMAE 57
7° Cadel EVANS 56
8° Denis MENCHOV 44
9° Koos MORENHOUT 43
10° Johannes FROHLINGER 39

Roman KREUZIGER 38
John Lee AUGUSTYN 33
David DE LA FUENTE 33
Yaroslav POPOVYCH 28
Fabian WEGMANN 24
Kansantsin SIUTSOU 19
Serge PAUWELS 16
Frank SCHLECK 14
Inigo LANDALUZE 14
Amael MOINARD 14
Volodymir GUSTOV 13
Daniel MORENO FERNANDEZ 13
Mikel ASTARLOZA 12
Leonardo DUQUE 12
Lance ARMSTRONG 12
Mikhail IGNATIEV 11
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Sandy CASAR 9
Pietro CAUCCHIOLI 9
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 8
Chris FROOME 8
Alessandro BALLAN 7
Vincenzo NIBALI 6
Julien EL FARES 5
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 5
Christian VANDEVELDE 4
Leonardo DUQUE 4
David MONCOUTIE 4
Juan Antonio FLECHA 3
Cyril DESSEL 3
Pierrick FEDRIGO 3
Thomas VOECKLER 3
Jurgen VAN GOOLEN 3
Alan PEREZ 3
Linus GERDEMANN 2
Joost POSTHUMA 2
Alejandro VALVERDE 2
Maxime MONFORT 1
Dominique ROLLIN 1
Nicolas JALABERT 1
Steve COZZA 1
Giampaolo CHEULA 1
Paolo LONGO BORGHINI 1
Kurt Asle ARVESEN 1
Sergey LAGUTIN 1
Christophe LE MEVEL 1
Matthew LLOYD 1

CLASSIFICA GIOVANI (UNDER 25):
1° Roman KREUZIGER
2° Andy SCHLECK +1’16’’
3° Vincenzo NIBALI +2’18‘‘
4° Rein TAARAMAE +11‘58‘‘
5° Kevin SEELDRAYERS +12’42’’
Direttore di corsa.
Bloccato

Torna a “Tour de France 2009”