15° Tappa: Cuneo - Jafferau

Il percorso della seconda edizione, partita da Nantes e che vide trionfare Cadel Evans

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15° Tappa: Cuneo - Jafferau

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15a TAPPA: CUNEO - JAFFERAU 192 km

Con un altro percorso, la 15a frazione del Tour de France 2009, 192 km da Cuneo a Jafferau, sarebbe stata denominata, per l'appunto, "la tappa dello Jafferau", o "la tappa dello sterrato". Con un percorso come quello odierno, però, sarebbe irrispettoso verso gli altri tre colli alpini in programma etichettarla solamente in questa maniera. Questa sarà la giornata del Colle dell'Agnello, dell'Izoard, del Monginevro, dello Jafferau, dello sterrato, del sudore, della fatica.
Lasciata Cuneo, i corridori approcceranno il Colle dell'Agnello dopo 58 km circa, dopo un falsopiano tendente a salire che inizierà già ad indurire le gambe degli atleti. L'Agnello è nettamente diviso in due tronconi: uno molto agevole, fino a Chianale, dove terminarono le tappe dei Giri d'Italia 1995, che doveva originariamente terminare a Briançon, e 2003; uno tremendo, con un tratto di 9 km al 9,9%. Le pendenze si fanno leggermente più dolci solo negli ultimi 4-500 metri prima del Gran Premio della Montagna, ai 2744 metri della vetta più alta del Tour.
Dopo la lunghissima discesa, al chilometro 105 i corridori si troveranno sotto le ruote le rampe del Col de l'Izoard, altra vetta Hors Catégorie, la cui cima, a 2361 metri, è posta a 71 km dal traguardo. L'ascesa misura 15,9 km al 6,9%, e, anche qualora non dovesse vedere attacchi da parte dei grandi della classifica generale, non potrà non rimanere, al pari dell'Agnello, nelle gambe dei big, in ottica Jafferau.
Dopo la picchiata su Briançon, gli atleti avranno a disposizione uno dei pochissimi tratti pianeggianti del percorso, per quanto breve, verso La Vachette. Qui comincerà l'ascesa più facile di giornata, verso i 1850 metri del Colle del Monginevro, 7,7 km di salita al 6,4%, con vetta a 39 km dal traguardo. La distanza dall'arrivo potrebbe essere quella giusta per permettere di attaccare, ma forse non altrettanto si può dire delle pendenze, che potrebbero però risultare molto più ostiche di quanto non dica il dato altimetrico, alla luce dei due colli già scalati.
Dopo la discesa vera e propria verso Cesana Torinese, che misura 8 km, la strada continuerà comunque a scendere, sia pure lievemente, fino ad una ventina di chilometri dall'arrivo, quando la strada inizierà invece a salire leggermente, fino a Bardonecchia. E' allora che inizia l'inferno: 623 metri di dislivello in 5 km e 400 metri, per una pendenza media dell'11,4%, su una strada sterrata. Al Giro 1972 Fuente, immenso scalatore spagnolo, si arrese al ritorno furioso di Eddy Merckx, staccato sul Sestriere. Le pendenze arrivano a toccare il 20%. Sarà una tappa per uomini forti, per corridori di fatica, in cui più degli scatti e degli attacchi rischia di potere la strada, che potrebbe determinare distacchi e crisi d'altri tempi senza che nessuno accenda la miccia. Quella della Cuneo - Jafferau, comunque vada, sarà una pagina indimenticabile della storia ultracentenaria del Tour de France.

GPM: Colle dell'Agnello (Hors Catégorie, 2744 m, 22,4 km al 6,5%, km 80); Col de l’Izoard (Hors Catégorie, 2361 m, 15,9 km al 6,9%, km 121); Col du Mongenèvre (2a categoria, 1850 m, 7,7 km al 6,4%, km 153); Jafferau (Hors Catégorie, 1908 m, 5,4 km all’11,5%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Busca (km 13); Oulx (km 170)


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Re: 15° Tappa: Cuneo - Jafferau

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15a TAPPA: CUNEO - JAFFERAU 192 km

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Eddy Merckx che supera Fuente, dopo essere stato inizialmente staccato sul Sestriere. Ad oggi, è questo l'unica, grande pagina di ciclismo che la salita dello Jafferau ha scritto. La foto risale al Giro d'Italia 1972, a detta di molti l'anno d'oro di Merckx, che vinse Giro, Tour, Sanremo, Freccia, Liegi, Lombardia, stabilì il record dell'ora e sfiorò il titolo mondiale a Gap, andato poi a Marino Basso. Oggi, purtroppo (se si pensa alla caratura del corridore) o per fortuna (se si pensa a come molte corse avessero un vincitore già scritto in partenza), di Eddy Merckx, in gruppo, non ce ne sono. Al suo posto tanti corridori di alto livello, molti dei quali ancora in lotta per vincere questo Tour de France. E chi vorrà vincere il Tour, oggi, dovrà correre sempre davanti, non potrà permettersi un secondo di distrazione, dovrà correre con le gambe ma anche e soprattutto con la testa: sulle rampe dello Jafferau, un fuorigiri, anche solo negli ultimi 2 km, si può pagare carissimo.
Il via viene dato alle ore 11.00 da Cuneo, sotto un sole battente, ma le condizioni meteorologiche non sono altrettanto confortanti sul resto del tracciato. Sull'Agnello si prevede pioggia, poi cielo relativamente sereno su Izoard e Monginevro, ma ancora acqua salendo verso Jafferau. Se davvero così fosse, una tappa tremenda potrebbe risultare ai limiti del possibile. La maglia gialla di Moncoutié occupa sin dalle battute iniziali le prime posizioni del gruppo, ma la Cofidis della maglia gialla non ha neppure il tempo di schierarsi in testa, che subito parte dal gruppo la fiondata di Juan Antonio Flecha.

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Alla ruota di Flecha si portano immediatamente Rollin, della Cervélo, e Landaluze (Euskaltel), imitati poco dopo da Sylvain Chavanel. Si accodano a loro volta al francese anche Morenhout, Lloyd e De La Fuente. I sette si compattano quasi immediatamente, ma in gruppo si susseguono le azioni. Il primo contrattacco è lanciato da Frohlinger, iperattivo corridore della Milram.

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Il primo a rispondere allo scatto di Frohlinger è Camano, della Fuji - Servetto, imitato prontamente da Zubeldia e Brajkovic della Astana, da Txurruka e Anton della Euskaltel, da Ten Dam della Rabobank e da Gustov della Cervélo. Il drappello si riporta immediatamente in testa alla corsa, mentre in gruppo le squadre si guardano un po', per cercare di considerare al meglio la situazione. Non c'è però un istante di respiro nelle prime battute di gara, e al quinto chilometro ecco partire un altro tentativo, questa volta promosso da David Zabriskie.

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Il primo a rispondere all'americano è Astarloza, quarto corridore della Euskaltel ad andare all'attacco, ma è il terzo corridore ad unirsi al tentativo quello che desta maggior interesse: Kim Kirchen, 18° in classifica generale a 11'41'' da Moncoutié. A questo contrattacco si uniscono quindi Johan Van Summeren, Knees, Ciolek, Garate e José Angel Gomez Marchante. I gruppetti davanti attendono ben volentieri rinforzi di questo numero e di tale caratura, e dopo appena 8 km, con il gruppo che ancora deve valutare la situazione, si forma davanti un gruppo numerosissimo, composto da ventiquattro corridori: Rollin, Lancaster, Gustov e Gomez Marchante della Cervélo, Garate, Morenhout, Flecha e Ten Dam della Rabobank, Txurruka, Landaluze, Astarloza e Anton della Euskaltel, Lloyd e Van Summeren della Silence - Lotto, Kirchen della Columbia - Highroad, De La Fuente e Camano della Fuji - Servetto, Zabriskie della Garmin, Frohlinger, Knees e Ciolek della Miram, Chavanel della Quick Step, e Zubeldia e Brajkovic della Astana. Un gruppetto ben assortito, in cui non è difficile trovare la collaborazione, anche perché Rabobank, Euskaltel e Cervélo forzano alla follia per tentare di far decollare l'azione.
Non è necessaria una mente scientifica per rendersi conto che nel calderone delle tre squadre rappresentate davanti da quattro corridori bolle qualcosa di grosso. La fuga viene aiutata in maniera particolarmente decisa anche da Camano, evidentemente deciso a sacrificarsi per La Fuente. Alle spalle del drappello, a sorpresa, è la Barloworld a prendere in mano l'iniziativa, sostituendosi alla Cofidis. Gli uomini in rosso sono però disturbati nel loro lavoro dalla Columbia, che tenta in ogni modo di rompere i cambi, affinché l'azione possa prendere il largo. Al traguardo volante di Busca, dopo 13 km, il vantaggio del drappello al comando è di 34'', con Ciolek che conquista i 6 punti destinati al primo, davanti a Chavanel e Flecha. Il ritmo, in gruppo, viene imposto da Augustyn, Hunter, Froome, Thomas, Cheula e Longo Borghini, ma il lavoro di disturbo dei Columbia sortisce gli effetti sperati, e il vantaggio del gruppetto al comando continua a crescere: 46'' dopo 20 km, 59'' dopo 30, 1'13'' al 40° chilometro, 1'39'' al cinquantesimo. Dopo 58 km di gara, a Casteldelfino, ai piedi del Colle dell'Agnello, il margine è di 1'51''.
Non appena il drappello di testa approccia il primo colle di giornata, nonché quinta vetta Hors Catégorie del Tour de France, dopo Soudet, Aubisque, Tourmalet e Pla d'Adet, sono Txurruka e Flecha a prendere in mano la situazione, per lo meno fino al termine del tratto pedalabile della scalata, che termina al chilometro 13. A quel punto, dopo 71 km, ai -121 dall'arrivo, il vantaggio del gruppetto di testa è di 2'40'' nei confronti di un gruppo ancora comandato dagli uomini Barloworld. In testa, intanto, è Flecha ad approcciare in testa il tratto più duro del Colle dell'Agnello, con quei 9 km al 9,9% che rischiano di fare una selezione feroce anche senza bisogno di scatti e accelerazioni. Lo spagnolo viene però ben presto superato dal connazionale Txurruka, che con il suo ritmo seleziona non poco il drappello di testa.

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Il gruppo dei ventiquattro perde diverse unità nei 3 km, dal 13° al 16°, in cui Txurruka dà tutto in testa al plotoncino: si staccano, uno dopo l'altro, Ciolek, Rollin, Knees, Lancaster e Flecha. Al 16° chilometro di scalata è quindi lo stesso Txurruka ad alzare bandiera bianca, lasciandosi sfilare, e facendosi riassorbire dal drappello di corridori che hanno perso contatto dalla testa. Restano dunque al comando 18 corridori, ed è a questo punto Koos Morenhout, della Rabobank, a prendere in mano la situazione.
Mentre le prime gocce di pioggia iniziano a bagnare la tappa, intanto, anche in gruppo la situazione muta, con la Saxo Bank che va a dare man forte alla Barloworld con O'Grady, Arvesen e Kroon. Nessuno dei tre è ovviamente uno specialista di montagne over 2000, ma il loro aiuto agli uomini in rosso contribuisce comunque a creare la prima selezione.

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Tutti i velocisti e i passisti puri, che sanno di non avere alcuna possibilità di essere utili ai loro capitani, non provano nemmeno a restare in gruppo, sapendo che è più saggio cercare di compattarsi e di evitare tutti insieme di finire fuori tempo massimo, cosa che il ritmo folle tenuto oggi sin dai primi chilometri potrebbe facilitare non poco. Morenhout intanto continua con la sua azione decisa, ma le buone qualità di scalatori degli altri componenti del gruppetto di testa fa sì che la composizione rimanga immutata. A 4 km dalla vetta, il vantaggio dei battistrada è cresciuto a 3'10'', ma la notizia è un altra: dal gruppo evade Juan Mauricio Soler.

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L'unico a tentare la pericolosissima impresa di accodarsi al colombiano è Fothen, della Milram. Nessun altro, in gruppo, ha la forza o il coraggio di attaccarsi alla ruota dello scalatore della Barloworld, che continua nella sua progressione, incurante del compagno d'avventura che gli si è accodato. Il ritmo di Soler è impressionante, anche se pensare di recuperare 3'10'' in 4 km è assolutamente folle. Il colombiano insiste comunque con la sua progressione, e fa molto in fretta a distanziare nettamente il gruppo della maglia gialla, ora comandato da Kroon. Davanti, all'ultimo chilometro prima del GPM del Colle dell'Agnello, Camano dà una violenta trenata, con a ruota De La Fuente. Quest'ultimo parte lungo per prendersi i 20 punti in palio, a 300 metri dalla vetta, con a ruota uno Zubeldia che non ha però alcuna intenzione di perdere punti, e Frohlinger che non ha ancora abbandonato l'idea di conquistare la maglia a pois. Zubeldia non riesce a saltare De La Fuente negli ultimi metri, ed è dunque il corridore della Fuji - Servetto a conquistare i 20 punti, davanti a Zubeldia e Frohlinger. A 4'' passano Morenhout, Garate, Ten Dam, Chavanel, Gustov, Marchante e Camano, a 9'' Lloyd, Kirchen, Landaluze, Astarloza, Anton, Brajkovic, Zabriskie e Van Summeren. Soler e Fothen recuperano addirittura fino a pagare 1'59'', e proprio in vetta agganciano Knees, mentre Rollin, Lancaster, Ciolek, Flecha e Txurruka hanno rinunciato, e si sono lasciati riassorbire dal gruppo, che transita staccato di 3'31''.
La lunghissima discesa del Colle dell'Agnello continua a vedere un'eccellente collaborazione nel gruppo di testa, che si ricompatta poco dopo la cima della prima salita di giornata, tetto del Tour con i suoi 2744 metri. Soler non sembra molto convinto dell'inseguimento, ma un breve colloquio con Fothen convince quanto meno il colombiano a restare a ruota dei due corridori della Milram, anche perché Knees si incarica di tutto il lavoro nel tratto in discesa. Il gruppo scende con la maglia gialla in seconda posizione, alle spalle di Moinard, incaricato di controllare la situazione e di limare magari qualcosa al plotoncino dei testa. Mancano 104 km al traguardo quando i corridori arrivano ai piedi del Col de l'Izoard, seconda ascesa di giornata. Il vantaggio dei diciotto al comando nei confronti di Knees, Soler e Fothen è di 2'13'', con il colombiano che è comunque riuscito, non senza qualche patema, a rimanere a ruota dei due anche nell'interminabile discesa dell'Agnello. 3'45'' invece il distacco del gruppo, che si accinge ora ad approcciare un autentico totem della Grande Boucle.

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Un monolite di 1590 metri al 7% di pendenza media con picchi del 10, 1095 metri di dislivello, scollinamento a 70 kilometri dal traguardo di Jafferau: i direttori sportivi ed i corridori hanno già dichiarato che già al cospetto del memoriale in onore del generale Baron-Berge, che già sulle strade che impressero nel mito i nomi di Coppi e Bobet si accenderà la miccia, o forse nasceranno i primi veri fuochi della battaglia. Soler e Fothen approcciano la salita a gran ritmo, intenzionati a riprendere la testa della corsa prima dello scollinamento. Il plotone maglia gialla, forte di una ventina di corridori in più, rientrati nella lunga discesa dell' Agnello, è sempre guidato dai Saxo Bank, questa volta nelle persone deò campione olimpico a crono Fabian Cancellara e Jens Voigt. Nulla da segnalare per i primi 3 kilometri di scalata, se non il costante recupero del duo Soler-Fothen sui battistrada, a cui pagano ora 1' 52". Quando il plotone affronta il bivio per Villargandin, una maglia nera risale rapidamente sino alle prime posizioni, per imprimere una notevole accellerata al ritmo dei due passistoni Saxo: Xavier Florencio.

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L' andatura del basco Boygues Telecom è tale da allungare notevolmente il gruppo, sfiancando e staccando i meno avvezzi alle pendenze del terzo kilometro, ma dal quarto kilometro, complice la scarsa ripidità della strada, la composizione del plotone maglia gialla resta pressoché invariata, se non per qualche isolata resa. Quando, al kilometro 5 di Izoard, subentra Serge Pauwels, la strada torna a rizzarsi su pendenze che vanno dal 7 all' 8% e il ritmo del belga fa non poche vittime, resistono però con una discreta facilità i big della generale ed i gregari più forti. Pauwels si sposta dopo quasi 6 kilometri e mezzo di salita complessiva, 1500 metri di forcing di parte sua. Il gruppo è ridotto ad 32 unità, tutti i grandi della generale sono in testa, si studiano, la tensione è avvertibile anche per le motocronache e parte Carlos Sastre.

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Il corridore madrileno, leader della Cervèlo, è nono in generale, ma a 2' 15" da Cadel Evans. Sa però che il gap da Moncoutié potrebbe essere incolmabile, che, per sperare di vincere ma anche di salire sul podio parigino, dovrebbe presentarsi alla cronometro con almeno due minuti sugli specialisti, da cui, in questo momento, paga addirittura qualcosa. Sastre sa di essere uno dei più forti in salita, l'ha già dimostrato a Pla d' Adet, sa che certi tapponi sembrano disegnati apposta per le sue caratteristiche. Più che uno scatto, il suo, è un allungo. Ma non in solitaria. Gli prendono subito la ruota Samuel Sanchez e Denis Menchov, il basco leader della Euskaltel, già maglia gialla in questa Grand Boucle, che paga a Moncoutié ed Evans 20" in meno di Sastre e il russo della Rabobank, 4° in generale a 4' 32" dalla maglia gialla e 22" dal leader della Silence. Dal plotone, però, non stanno a guardare: è un altro spagnolo, Alberto Contador (4'10" da Moncoutié in generale) che conduce la rimonta sua e dei due compagni di squadra, Lance Armstrong e Andreas Kloden.

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Il trio Astana ricuce in pochi metri sui tre attaccanti, ma alla prima pedalata fuori dal plotone di Contador si muove anche Cadel Evans, il leader della Silence Lotto.

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L' ex biker, per questo uno dei favoriti della tappa odierna, non si aspettava certamente un attacco così precoce da parte degli uomini di classifica ma tant' è, e non esita a riportarsi sotto. Sfruttando la scarsa veemenza della sua progressione gli si accodano anche Juanjo Cobo Acebo, Christian Vandevelde, Linus Gerdemann e la maglia gialla David Moncoutié, scortata da Rein Taaramae. In breve si forma un gruppo di dodici unità, di cui non fanno parte però alcuni nomi eccellenti quali quelli dei fratelli Schleck, di Kreuziger, Nibali, Karpets e Pereiro. Sastre si rende conto perciò di non essere riuscito a realizzare la sortita in solitaria, per questo rilancia, ma con uno scatto secco, determinatissimo, che fa il vuoto. Sul momento, gli tiene botta solo Alberto Contador. I due spagnoli insistono a ritmo serrato per circa duecento metri, mentre provano a rientrare di passo anche Cadel Evans e Denis Menchov. Sanchez appare leggermente più appannato e paga ai due una cinquantina di metri, che non gli permetterà però di completare la rimonta insieme a loro. All' attacco, quindi, un quartetto composto forse dai quattro corridori più forti del Tour. Decisamente attardati gli altri attaccanti, già a 7" il gruppo dei fratelli Schleck e Kreuziger. Sono proprio i due fratelli lussemburghesi, però, a non voler restare esclusi dai giochi. Frank si produce in una trenata fenomenale con il fratellino a ruota, spalle basse, mani all' altezza dei freni e rapportone.

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Il passo è lo stesso, o anzi forse ancora migliore, di quello che staccò Cunego sull' Alpe d' Huez tre anni fa, i due fratelli riprendono e staccano il gruppetto formato dai corridori che sono riusciti a rispondere solo al primo tentativo di Sastre, quindi superano anche Samuel Sanchez, che non prova neppure a tenerne la ruota. Ai -8200 dallo scollinamento Andy Schleck è con Sastre, Menchov, Evans e Contador ed il fratello maggiore può finalmente rialzarsi, esausto dopo una trenata simile. In capo alla carovana, intanto, Soler e Fothen sono a 43" dalla testa della corsa, dalla quale ai -5800 si lasciano sfilare anche Volodymir Gustov della Cervèlo, Laurens Ten Dam della Rabobank, Janez Brajkovic della Astana e Inigo Landaluze della Euskaltel, per aspettare i leader evasi dal plotone. Dopo 11 kilometri di salita la situazione è la seguente: i battistrada sono ora dodici, seguiti a 21" dai corridori lasciatisi sfilare per essere ripresi dai rispettivi leader, a 38" da Soler e Fothen, a 2' 31" da Sastre, Menchov, Evans, Andy Schleck e Contador, a 2' 38" da Samuel Sanchez, a 2' 51" da Lance Armstrong, Andreas Kloden (che hanno staccato il drappello maglia gialla) e Frank Schleck, a 3' 03" dal gruppo di Moncoutié, a 3' 22" dai rimasugli del vecchio plotone, tirato dai Liquigas, in particolare Ivan Basso, in cui figurano anche Karpets, Pereiro e Leipheimer. Soler e Fothen completano il ricongiungimento sui primi ai -2300 ed il colombiano impone subito un' andatura serratissima ai battistrada, che nel giro di 500 metri fa vittime illustri quali David Zabriskie prima, Ilker Camano e Johannes Frohlinger poi. Il quintetto Evans avanza intanto a cambi regolari e nessuno sembra soffrire il ritmo imposto da altri, mentre Sanchez, dopo un crollo iniziale, sembra poter tenere almeno sino allo scollinamento senza perdere troppo dai sopracitati. Soler, in testa, mantiene un ritmo formidabile sino allo scollinamento e nessuno dei battistrada riesce neppure ad affiancarlo. Il colombiano della Barloworld scollina così per primo su Zubeldia, De La Fuente, Fothen, Chavanel, Garate, Kirchen e Marchante. Nel finale di salita si è lasciato sfilare Matthew Lloyd, probabilmente per attendere Cadel Evans. Lloyd transita con 24" di ritardo dai primi insieme a Camano, Zabriskie e Frohlinger. Brajkovic, Gustov, Morenhout, Van Summeren, Ten Dam e Landaluze a 1' 12", molto prossimi al ricongiungimento con i rispettivi leader. Proprio dal quintetto, ai -700, prova a dare una bella sferzata Alberto Contador, per saggiare la propria gamba e quella degli altri.

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Il vincitore della Tripla Corona fa subito 7-8 metri di buco, ed insiste nel tentativo anche in seguito, di modo da non venire ripreso per l'effetto elastico. Alle sue spalle parte però come una locomotiva Andy Schleck, nessuno lo segue e il lussemburghese riprende il madrileno e, senza neppure guardarlo, lo stacca ai -450 proseguendo con un leggero margine sul corridore Astana e quasi 2" su Sastre, Menchov ed Evans. Andy si lascia riprendere solo allo scollinamento, dal quartetto che aveva però già riassorbito Contador, il ritardo da Soler è di 1' 21". Samuel Sanchez transita con 28" di ritardo dai cinque, a 2' 04" dai battistrada Armstrong, F. Schleck e Kloden. Il gruppo maglia gialla con anche Taaramae, Cobo, Gerdemann e Vandevelde è a 2' 53" mentre il plotone con Kreuziger, Nibali, Basso, Van den Broeck, Leipheimer, Seeldrayers, Pereiro e Karpets a 3'19". Nessun particolare sconvolgimento nei 20 kilometri di picchiata su Briancon, dopo neppure un kilometro Sastre, Contador, Menchov ed Evans si ricongiungono con i gregari Brajkovic, Gustov, Moerenhout, Van Summeren, Ten Dam e Landaluze, dopo 4100 metri di discesa al gruppo si unisce anche Samuel Sanchez, mentre proprio a fine discesa Zabriskie, Camano e Frohlinger richiudono sulla testa della corsa. Situazione che vede quindi i battistrada con 53" sul gruppo Evans, 2'01" su Armstrong, Kloden e Frank Schleck, 2'48" sul gruppo maglia gialla e 3'01" sul gruppo Kreuziger, guidato in discesa da un abilissimo Nibali. Ora l'erta più semplice di giornata ma che potrebbe rivelarsi uno dei tratti più insidiosi del percorso: il Monginevro, e quindi la discesa e una ventina di kilometri in piano che condurranno alle porte dello Jafferau.

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Re: 15° Tappa: Cuneo - Jafferau

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A Briançon, mancano ancora 51 km per arrivare a Jafferau, e 12 allo scollinamento sul Monginevro, vetta numero tre di giornata, con i suoi 1850 metri, dopo 7,7 km di ascesa al 6,4%. íˆ Volodymir Gustov, ripreso dal drappello dei migliori dopo l’Izoard, che ha atteso il proprio capitano Carlos Sastre, ad incaricarsi dell’inseguimento, e soprattutto di tenere a debita distanza la coppia Astana composta da Armstrong e Kloden. Il forcing di Gustov raggiunge lo scopo di consegnare qualche secondo in più al drappello Evans nei confronti dell'americano e del tedesco, sempre in compagnia di un Frank Schleck che non ha però alcuna intenzione di collaborare. A La Vachette, ai piedi del Monginevro, la testa della corsa può amministrare 45'' sul gruppetto dei favoriti, 2'03'' su Armstrong, Kloden e Frank Schleck, e 3'00'' sul gruppo maglia gialla, che è intanto stato ripreso dal drappello di Roman Kreuziger, oggi ottimamente guidato da Basso e Nibali, in veste di gregari di lusso. E' proprio il varesino a sobbarcarsi il lavoro lungo le prime rampe del Monginevro, mentre in testa alla corsa sono Juan Mauricio Soler e Kim Kirchen a scandire il passo.
Nel gruppetto dei migliori, è invece Laurens Ten Dam a condurre le danze, scandendo il passo nella prima metà della terza salita. Il suo ritmo è tutt'altro che disprezzabile, e al quarto chilometro di salita, mentre la pioggia ricomincia a bagnare il percorso, e già mette in allarme i corridori in vista dell'ultima ascesa, il divario tra la testa della corsa e il gruppetto Contador è sceso a 24''. Il drappello di testa, frattanto, inizia a perdere i primi pezzi: è Sylvain Chavanel il primo a perdere le ruote di Soler e compagni.

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Poco dopo, toccherà a De La Fuente dire addio ai sogni di gloria, con annesso anche qualche punticino per la classifica dei Gran Premi della Montagna, virtualmente comandata sempre da Haimar Zubeldia, ma in cui sta prendendo quota la candidatura di Juan Mauricio Soler. Proprio un'ulteriore trenata del colombiano produce la terza vittima del Monginevro, vittima che risponde al nome di Janez Brajkovic.
Ma la vera notizia non è il fatto che corridori come Chavanel, De La Fuente o Brajkovic perdano le ruote del gruppetto di testa, né il riavvicinamento del gruppetto di Contador ed Evans ai primi; perché a 4 km dalla vetta del Monginevro, quando pagava 47'' al gruppetto dei favoriti, parte una sfuriata di Lance Armstrong.

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Il forcing dell'americano non è decisamente un atto di gregariato per Kloden, dal momento che anche il tedesco fatica non poco a tenere la ruota del sette volte vincitore della Grande Boucle. Ci prova invece Frank Schleck, che si incolla alla ruota dell'americano. Vedere Armstrong salire in questa maniera, sotto la pioggia, è i qualche modo un tuffo nel passato recente del Tour de France, come un flashback di qualche anno fa. Oggi come allora, il texano cambia passo, alzandosi sui pedali, mulinando con frequenze folli un rapporto agilissimo. Ma forse, per i tifosi più attenti non è una sorpresa, perché Armstrong si è sempre esaltato in giornate di questo tipo: a Sestriere, nel 1999, in una tappa che prevedeva peraltro proprio la scalata del Monginevro, volò a vincere in solitaria sotto il diluvio, vestito di giallo, e fu proprio allora che si capì che l'ex cacciatore di classiche era diventato un corridore capace di vincere il Tour de France; un anno più tardi a Lourdes/Hautacam, l'americano offrì quella che resta ad oggi la sua più grande dimostrazione di forza in salita, levandosi di ruota Ullrich prima e Pantani poi, e andando sostanzialmente a sigillare la maglia gialla già al primo arrivo in salita, infliggendo minuti su minuti a tutti; e ancora, nel 2003, fu proprio una giornata cupa e uggiosa a vedere la rinascita di Lance, vicino a perdere la maglia ad Ax-3-Domaines, in difficoltà ancora verso Loudenvieille, ma tornato il cannibale di sempre salendo a Luz Ardiden, in una giornata che di estivo aveva ben poco. La progressione di Armstrong è micidiale, e bastano poche centinaia di metri a Frank Schleck per rendersi conto che è meglio non tentare di reggere il suo ritmo. Il lussemburghese molla la scia del texano, e viene raggiunto poco dopo da Kloden, mentre Armstrong continua il suo inseguimento solitario al gruppetto dei favoriti.
Nel frattempo, davanti, è Lloyd ad attendere il gruppetto dei migliori, una volta che Ten Dam si è fatto da parte: una lieve accelerazione di Sastre fa da ponte tra Ten Dam e Anton, accelerazione con la quale i migliori si riportano peraltro sui tre corridori staccatisi dalla testa. Lloyd dà un'ulteriore sferzata, e consente ai big di guadagnare definitivamente le ruote del drappello al comando, oltre a staccare definitivamente De La Fuente, Chavanel e Brajkovic, quando mancano meno di 2 km alla vetta. E' ora Anton a sobbarcarsi il lavoro sul resto della salita del Monginevro, mentre Armstrong, ai -2 dalla vetta, è a 29''. Il lavoro dello scalatore della Euskaltel permette di staccare in rapida successione anche Iker Camano, Johannes Frohlinger e David Zabriskie, i tre corridori che già si erano staccati sulle rampe del Col de l'Izoard. Le telecamere passano però improvvisamente sul gruppetto dei tre Liquigas in classifica e, soprattutto, di David Moncoutié, o meglio subito dietro, perché il ritmo di Ivan Basso è risultato fatale a Kevin Seeldrayers.

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Il corridore della Quick Step si stacca dal gruppetto dei Liquigas proprio mentre davanti, come vediamo non appena la regia francese torna a mostrarci i big, Soler si piazza davanti per tentare di conquistare anche i 10 punti messi in palio dal GPM di 2a categoria del Monginevro. E' però di altro avviso Zubeldia, che sorprende il colombiano a 300 metri dalla vetta scattando secco alla sua sinistra. Soler tenta di accodarglisi, ma le pendenze non sono tali da fare sì che il basco ex Euskaltel si pianti, ed è quindi proprio Zubeldia a passare per primo sul Monginevro, con 1'' su Soler e 3'' sul resto del gruppo dei migliori, condotto da Lloyd davanti a Evans, Contador, Andy Schleck, Samuel Sanchez, Anton, Astarloza, Menchov, Garate, Kirchen, Sastre, Gomez Marchante e Fothen. che lo riassorbe comunque, naturalmente, all'inizio della discesa su Cesana Torinese. La splendida azione di Armstrong ha portato il texano a soli 15'' dalla testa della corsa, divario che Lance minaccia di colmare in discesa, a patto che sia disposto a rischiare qualcosa, su una sede stradale molto umida. In compagnia dell'americano c'è David Zabriskie, superstite della fuga del mattino, mentre De La Fuente e Camano, i due Fuji - Servetto in fuga, sono a 31''. 42 sono invece i secondi di ritardo di Kloden e Frank Schleck, che hanno riagganciato Brajkovic, Frohlinger e Chavanel. Basso, Nibali, Kreuziger, Moncoutié, Vandevelde, Cobo, Karpets, Pereiro, Taaramae, Leipheimer, Gerdemann, Rogers, Van Den Broeck e un sorprendente Hesjedal pagano 2'02'', mentre Seeldrayers rende a questi corridori 26'', ed è a 2'28'' dalla testa della corsa, che ha percorso il Monginevro ad un ritmo tutto sommato non insostenibile.
Non appena inizia la discesa del Monginevro, 8 km per arrivare a Cesana Torinese, dai -39 ai -31 all'arrivo, Lance Armstrong dissipa subito i dubbi circa la sua condotta della picchiata: il texano rischia.

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Il suo coraggio viene premiato, perché Lance, insieme a Zabriskie, si riporta sui migliori proprio in vista della conclusione della discesa, concludendo una rimonta risultata più difficile del previsto in quanto davanti, pur senza forzare, è stato Samuel Sanchez a disegnare le traiettorie per tutti.
Al termine della discesa, la situazione vede dunque i big con 49'' su Kloden, Frank Schleck, Brajkovic, Frohlinger, Chavanel e il duo Fuji De La Fuente - Camano, lasciatosi riassorbire lungo la picchiata. Alle spalle di questi, piomba su Cesana un gruppetto molto più ristretto di quello che era giunto sul Monginevro, selezionato dalle abilità di discesista di Vincenzo Nibali.

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Alla ruota di Nibali restano solamente Kreuziger, Karpets, Hesjedal e Pereiro, mentre gli altri, per paura o per scarsa propensione alla discesa, perdono secondi. A Cesana, dopo 161 km, il ritardo di Kreuziger è sceso a 1'38'', e i cinque hanno quasi ripreso Van Summeren, mentre il gruppo maglia gialla perde 2'00'', e Seeldrayers è a 2'22''. Intanto, in cima al Monginevro, Danilo Napolitano dice basta. Il velocista azzurro soffre ancora dei postumi della caduta ad inizio Tour, e le salite e il ritmo forsennato di oggi sono troppo per il suo fisico, pesantemente debilitato. Altro ritiro dunque per la Katusha, che già aveva perso Colom per un caso di positività al doping.
In testa alla corsa, intanto, sono Lloyd, Garate, Marchante, Anton e Astarloza a dare tutto nei chilometri di falsopiano, prima a scendere e poi a salire, che precedono la salita verso Jafferau. A Oulx, traguardo volante posto ai -21, dove Astarloza precede Lloyd e Anton, i primi hanno 55'' sul gruppetto Kloden, tirato da Brajkovic, 1'44'' su Kreuziger & co., sempre con Nibali a fare l'andatura, e 2'09'' sul gruppo maglia gialla, pilotato da Taaramae.
La corsa procede fino a Bardonecchia in maniera relativamente semplice, con composizione dei gruppetti quasi invariata, fatta eccezione per Chavanel, che ha dovuto attendere Seeldrayers, che avrebbe perso troppo in 25 km di fondovalle, se lasciato solo. A Bardonecchia, ai piedi delle rampe dello Jafferau, 5,4 km all'11,5% per arrivare ai 1908 metri del terzo arrivo in salita del Tour, i migliori hanno 1'06'' sul gruppetto di Kloden, 2'01'' sul drappello di Kreuziger, 2'25'' sul plotoncino della maglia gialla, 2'59'' su Seeldrayers e un impagabile Chavanel.
Ma ora, il tempo dei giochi di squadra che hanno caratterizzato i primi 187 km circa della Cuneo - Jafferau sono finiti; è il momento dei testa a testa, del confronto diretto tra chi aspira a vincere il Tour de France, è il momento delle crisi e delle azioni decisive, quelle che possono anche sovvertire le gerarchie createsi in due settimane di Tour. E' il momento atteso da tutti gli appassionati sin dal via di Nantes, se non dalla presentazione del percorso: il momento della salita verso Jafferau.
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Re: 15° Tappa: Cuneo - Jafferau

Messaggio da emmea90 »

Per i matematici del ciclismo, ma per chi vuol spiegare il mondo delle due ruote con le cifre, con i numeri, con i calcoli la salita misura 5400 metri, si parte da quota 1285 metri per arrivare ai 1908, pendenza media dell' 11.5%, che prima di arrivare a Bardonecchia la carovana ha già affrontato 4300 metri di dislivello complessivo. I dati non dicono e non possono dire però che al posto dell' asfalto c'è lo sterrato, che piove e che i granelli di polvere possono impastarsi nei rapporti, possono alzarsi davanti ai corridori, possono trattenere le ruote a terra. Nessun calcolo può inoltre stimare le energie psicofisiche spese dai corridori sinora, nessun predecente ci riferisce di un' esperienza simile se non al Colle delle Finestre del Giro 2005, ma là non partecipava nessuno dei grandi big di oggi. Sastre e Menchov hanno lanciato la sfida, Evans, Contador ed Andy Schleck hanno dovuto rispondere, Armstrong si è stufato sul Monginevro e ha ripreso tutti e cinque e c'è Soler, affatto sazio dopo la vittoria di Cuneo e determinato a sigillare davvero il prestigio della sua carriera con un successo storico. E poi Kreuziger, la maglia gialla, Cobo, Kirchen sempre in ombra in questa Grand Boucle e Samuel Sanchez. Ma, almeno in questa occasione, la corsa non la faranno i corridori: la corsa la farà lo Jafferau. Appena il gruppo di testa approccia la salita, approfittando delle pendenze sì dure ma non proibitive come quelle dei kilometri a venire, Andy Schleck si piazza in testa a scandire l'andatura

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Non ci si può alzare sui pedali perché altrimeni si pedala vorticosamente ed a vuoto, non si può rimanere attaccati alla ruota che ti precede, perché al minimo rallentamento si è a terra. Quello di Andy è, quindi, quasi un attacco. Matthew Lloyd, Juanma Garate, Gomez Marchante e Astarloza desistono subito, potrebbero magari resistere altri cento metri, ma sanno che poi, sulle rampe finali, si paga salatissimo ogni minimo azzardo. I migliori, quindi, decollano immediatamente: a neppure un metro da Schleck pedala agilissimo Alberto Contador, lo sguardo del madrileno ostenta una grinta quasi animalesca, guarda avanti, non si lascia intimorire dalla spavalderia del lussemburghese; leggermente spostato sulla destra Cadel Evans, anche l' australiano frulla rapporti agilissimi, in virtù della sua esperienza di ex biker, già dai primi tornanti accenna però qualche picchettata e si deve alzare sui pedali. A ruota di Evans, Denis Menchov: il russo tiene saldissima la parte centrale del manubrio, ondeggia ampiamente le spalle, macina un rapporto leggermente più pesante ma sembra quasi tenere meglio di Cadel; Carlos Sastre pedala invece sornione a due-tre metri dalla ruota del leader Rabobank, ha già gli occhiali sul casco, non sale agilissimo, attende evidentemente le pendenze più arcigne per carburare; sgambetta agilmente leggermente davanti a lui, alla sua sinistra, Samuel Sanchez, abbastanza pimpante in queste prime battute di scalata; Kim Kirchen tiene invece le mani molto basse, la sua pedalata è già sintomo di una notevole stanchezza, si sentono i 190 kilometri di fuga nelle gambe. Diametralmente opposte le sensazioni percepibili dal passo di Soler: il colombiano salta agilmente il leader High-Road, per piazzarsi alla ruota di Sastre. Lance Armstrong, le Roi Americain, che forse una decina di anni fa si sarebbe piazzato in testa al plotoncino per impartire un' andatura folle ai compagni di avventura, pedala ora con una buona decina di metri di ritardo, senza che però siano avvertibili particolari segni di sofferenza sul suo volto, saltella sui pedali accanto a lui un sorprendente Igor Anton.

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I pedali di Andy Schleck ruotano turbinosamente, già dopo duecento metri di forcing viene a crearsi un primo buco tra lo stesso Andy, Contador ed Evans e il resto del plotoncino di testa. La maglia bianca della passata Grand Boucle se ne accorge ed insiste, incrementando ulteriormente l'andatura. Dietro è Denis Menchov a guidare l'inseguimento, senza però riuscire ad andare oltre il ritmo già tenuto e, perciò, a richiudere sul trio di testa. Mauricio Soler non ci sta però a veder sfumare tornante dopo tornante la sua possibilità di giocarsi il successo e dà una fiammata dopo 400 metri che riporta il suo gruppetto a ridosso del trio di testa, senza però riuscire a ricucire. E' allora Sastre a lavorare in prima persona per richiudere, senza particolari accellerazioni, ma riportandosi sotto grazie ad un discreto aumento di passo. Il lavoro del leader Cervèlo costa però caro ad Igor Anton, che si stacca definitivamente dopo 700 metri di salita. Dopo il tratto iniziale, le pendenze si imbizzarriscono ed Andy Schleck esaurisce la sua prima sfuriata, scivolando nella terza posizione del gruppo. Con le mani al centro del manubrio, senza alzarsi sui pedali ma mantenendo sempre un' impressionante frequenza di pedalata, parte la prima sfuriata di Alberto Contador

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Il madrileno è un siluro, ininseguibile per tutti. Il "bagnino" fa subito il vuoto, dietro è sempre Sastre a sobbarcarsi l'inseguimento. Carlitos risponde da prima con una secca contro-accellerazione, che però lima soltanto le distanze dal connazionale dell' Astana, poi sale di passo regolare: è comunque troppo per Kim Kirchen che si lascia sfilare, intenzionato a risparmiarsi per il finale. Contador si accorge di aver fatto il buco, dietro si guardano, gli unici che paiono in grado di rispondere sono Andy Schleck e Sastre, e per ora è proprio il buon corridore di Ovila a guidare la rincorsa. Il vincitore del Tour 2007 spiana lo sterrato dello Jafferau, avanza dritto, impeccabile anche sotto l'aspetto estetico la sua pedalata, dietro piombano nello sconforto. Soler prova a dare una sferzata agli inseguitori, ma il suo tentativo ha il solo effetto di spaccare il gruppetto: con Soler resistono Sastre, Andy Schleck e Samuel Sanchez, più appannati Cadel Evans e Denis Menchov, ad un' altra ventina di metri Lance Armstrong. Nei pressi dell' agriturismo di Andrieux, però, le pendenze schizzano, raddoppiano, sfiorano la follia: è il tratto più duro dello Jafferau, siamo sul 19,4 %. Contador rinvigorisce la sua azione, rilancia secco, sembra poter macinare ulteriormente i sassi. Sastre ha una leggera esitazione, e parte con una rasoiata secca Andy Schleck.

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Il talentino della Saxo si alza sui pedali per una quarantina di metri, poi è però costretto a risedersi. Ha staccato gli altri ma paga pesantissimo uno scatto così spavaldo su un tratto così duro che non è ancora finito. Sastre non sembra però intenzionato a fare sforzi ulteriori e continua a salire dello stesso passo, mantenendo alla sua ruota Soler e Sanchez. Con circa 7" di ritardo approcciano il tratto anche Evans e Menchov: l' australiano è costretto ad alzarsi sui pedali, ruotando cadenzatamente la schiena, mentre il vincitore del Giro del Centenario resta seduto sui pedali, fissando lo sterrato, sperando che questo muro abbia fine il più presto possibile. Quando le pendenze ritornano dolci, Evans ha però ingranato di più e riesce a lasciarsi alle spalle anche il russo. Chi paga tremendamente questo tratto è Lance Armstrong.

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Il texano, come suo solito, non perde però i nervi. Prosegue per i duecento metri verticali senza esagerare, mantenendo il rapporto agilissimo, nonostante fatichi e non poco a tenere alta la frequenza di pedalata. Dopo 1500 metri di scalata pagherà già 21" al compagno di squadra Contador. Pericoloso per le Roi Americain anche il ritorno da dietro di Kim Kirchen, con a ruota un sorprendente Andreas Kloden, che non riescono a riprenderlo prima della fine nella rampa, ma gli si avvicinano notevolmente, con 2" ancora da recuperare. Deve ancora ingranare, sempre nelle retrovie, Roman Kreuziger, ma il giovane leader della Liquigas sempre pedalare con discreta agilità. Al tornante tanto agoniato che segna la fine del muro, Contador nota che Andy Schleck lo tiene a vista, quindi rilancia nuovamente, determinato a dilatare sempre più il margine con cui affrontare gli ultimi, letali, 3 kilometri di scalata. Andy non sembra avere però le forze per rispondere a distanza, e così Contador vola via. Il giovane leader Saxo Bank riesce comunque a tenere dietro il trio di Sastre, a 11" da lui. Cadel Evans preferisce invece non esagerare in questo tratto, l' australiano sa che a lui oggi tocca giocare di rimessa, attendere gli altri, perciò preferisce risparmiarsi per la seconda metà di scalata dove, probabilmente, i più scalatori lo attaccherranno a profusione. Menchov nota che l' australiano non insiste e gli guadagna quindi la ruota, con uno scattino sui pedali. Il russo deve però pentirsene molto presto perché accusa tremendamente delle pendenze non proprio verticali come quelle che lo attenderanno, e perde subito un metro buono da Evans, senza però staccarsi nuovamente; il distacco della coppia da Contador è di 28". A 21" Armstrong e Kloden dai due riescono a tenere il passo di uno scatenato Kirchen, notevoli i continui cambi di passo del lussemburghese.

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Il corridore maglia gialla al Tour 2008 non riesce però a sbarazzarsi dei due Astana, che anzi sfruttano le sue trenate per riavvicinarsi ad Evans e Menchov. Al 2700esimo metro di Jafferau Soler decide che è il momento di giocarsi anche le proprie carte, il colombiano sembra intenzionato a partire in solitaria e piazza una accellerazione tremenda sullo sterrato al 10%.

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La sortita del leader Barloworld non gli consente però di sganciarsi in solitaria: se infatti Samuel Sanchez non riesce, ma forse non prova neppure, a seguirlo, Sastre si appiccica alla sua ruota, consapevole che potrebbe essere il treno buono per riportarsi su Schleck e Contador. Il colombiano insiste anche quando la strada si reimpenna, il suo ritmo è davvero impressionante, lo stesso Sastre sembra non poterlo reggere per tanto altro tempo ancora. Carlitos riesce però a resistere, in un modo o nell'altro, alla ruota di Soler e dopo altri 400 metri di salita, a circa metà ascesa, i due si riportano sotto Andy Schleck, mentre l' inasprimento delle pendenze sembra accentuare la crisi di Sanchez, che si pianta inesorabilmente, rischiando seriamente di mettere il piede a terra. Pazzesco invece Contador, che ha guadagnato ulteriormente portandosi a 24" sui più diretti inseguitori. Andy Schleck, una volta ripreso, si lascia sfilare in terza posizione, Sastre evidentemente si accorge del momento di difficoltà del ragazzo prodigio lussemburghese e, appena si sposta anche Soler, manda le gambe in centrifuga.

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Non ce n'è per nessuno, il cambio di ritmo dello scalatore Cervèlo è impressionante, Schleck e Soler possono solo ammirare la sua figura rimpicciolirsi sempre più fino a scomparire, comprendendo che da campioni come lui c'è ancora tanto da imparare. La nuova, definitiva, impennata della strada sortisce effetti positivi anche su Cadel Evans. Il leader Silence Lotto, dopo circa 50 metri dall' approccio del nuovo tratto, si toglie prepotentemente Menchov di ruota, in poco più di 100 metri riprende un Sanchez ormai alla deriva e punta dritto al ricongiungimento con Andy Schleck e Soler. I due si guardano un po' spaesati, entrambi sono provati da due sforzi non indifferenti, entrambi si ritrovano alle spalle di due corridori scatenati e davanti ad un altro deciso a richiudere. E' Andy Schleck a mettersi in testa, tenendo un ritmo affatto elevato ma neppure troppo molle. Un ottimo Igor Anton, nelle retrovie, riesce intanto a chiudere sul trio composto da Armstrong, Kirchen e Kloden, che perdono 1'01 da Contador. Lo scalatore madrileno, dal canto suo, non perde un colpo e non mostra il minimo segnale di fatica, con un patrimonio di 21" su Carlos Sastre. Il vincitore di Pla d' Adet, però, dopo lo scatto non riesce ad incrementare costantemente l'andatura, stabilizzandosi su un passo notevole e sì più veloce di quello degli inseguitori, ma che non basta a guadagnare sulla testa della corsa. Alberto Contador sale, infatti, in un crescendo impressionante, rilancia in continuazione, a dimostrazione del suo ottimo stato di forma ma anche della totale freschezza della sua azione. Al terzo kilometro di Jafferau guadagna 23" a Carlitos. Proprio nel tornante corrispondente ai tremila metri di scalata, Cadel Evans si riporta a vista di Andy Schleck e Mauricio Soler. Qui le pendenze continuano a crescere, raggiungendo addirittura il 14, 2%. Evans è però un cavallo al galoppo, impaziente di richiudere sui due obiettivi già puntati. Cadel rilancia, si porta a soli cinque metri dalla ruota di Andy Schleck, Soler sembra quasi volerlo aspettare per procedere insieme. Al corridore del nuovo continente basta ormai un ultimo sforzo per chiudere definitivamente, ma quello sforzo non arriva. Cadel avverte un principio di fuorigiri, preferisce rallentare, riprendere fiato per qualche centinaia di metri e così Andy e Soler si allontanano, mentre Contador è a 1' 04". Anche Menchov, 1' 53" da Contador, ha, intanto, ripreso e staccato Sanchez ma ora alle sue spalle incombono a soli 4" Armstrong, Anton e Kirchen, mentre Kloden sale, leggermente più provato, a due-tre metri dal resto del quartetto. Anche da loro Sanchez viene ripreso e staccato. Roman Kreuziger è a 2' 14" da Contador e 13" da Frank Schleck, senza però più la scorta di Nibali, crollato a metà salita. Ai -1800 è di nuovo Armstrong. Il sette volte maglia gialla a Parigi dà una nuova accellerata, ancor più impetuosa di quella sul Monginevro, che gli consente ancora di involarsi da solo verso la vetta.

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Kloden e Kirchen provano a stargli a ruota, ma il tentativo costa al primo una crisi secca, al secondo non frutta niente. Nel giro di cento metri Lance riprende Menchov, il russo prova a tenerne la ruota ma anche lui deve desistere. Lance si lancia come una locomotiva, ai -1500 vede già Evans. Sempre in corrispondenza del pannello segnalante i i-1500, Contador appare finalmente umano ed il suo margine su Sastre è leggerissimamente calato: + 21". Alberto stringe però i denti, si siede, determinato a non dilapidare un patrimonio simile nell' ultimo kilometro di scalata. Quando passa sotto il triangolo rosso dell' ultimo kilometro dà già qualche picchettata, ma la consapevolezza di avere il traguardo vicino gli dà la forza per rilanciare ancora. Cinquanta metri dopo è però costretto a risedersi. Sastre dietro, invece, ha ancora un po' di energie. Carlitos piazza le mani nella parte bassa del manubrio: è fenomenale, ha ancora le energie per una lunghissima volata sino al traguardo. Da un' inquadratura parallela tra i due madrileni risalta una evidente differenza di andatura. Contador evidentemente avverte qualcosa, forse gli viene riferito dall' ammiraglia. Il leader Astana però non vuole, non vuole crederci, non vuole perdere un vantaggio così prezioso, non vuole rinunciare a chiudere il Tour oggi, a così poco dalla fine. Forza ancora, esagera. Ai -700 le gambe lo abbandonano, lui le sente come se si fossero riempite di piombo da un istante all'altro. Ondeggia. Procede a zig-zag, sfiorando prima il bordo della sede stradale da un lato, poi dall'altro, sembra non avanzare più, le spinte, spregevoli, della gente si esauriscono sul nascere: Contador è in crisi netta, ha raschiato il fondo del barile fino a perforarlo. Del fenomeno, del campionissimo apparso nei primi kilometri di salita non c'è più traccia, il suo sorriso sicuro si è tramutato in un' orrenda smorfia di dolore, sale più a spallate che a pedalate, ai -190 Sastre lo passa a velocità doppia. Carlitos, forse più per ovvio rispetto, per non infierire, non lo guarda negli occhi e procede per il suo. L'ha voluta, l'ha quasi pretesa e se l'è meritata più di tutti questa storica, leggendaria vittoria sullo Jafferau.

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Al traguardo non ha neppure la forza per poter alzare un braccio, si abbandona sfinito tra le braccia del suo Ds, senza riuscire, ancora, a manifestare la propria gioia. Quando transita sul traguardo dopo 18" dall' arrivo di Sastre, Alberto Contador guarda a terra. Forse per nascondere le lacrime, forse perché in cima era davvero vuoto. Notevole dimostrazione di forza, invece, la frustrata di Andy Schleck ai -220, con la quale stacca Soler e va a prendersi una prestigiosissima terza piazza, dopo quella dello Zoncolan al Giro 2007, distacco da Sastre di 42". Dieci secondi dopo Andy giunge al traguardo un altro gladiatore della tappa odierna, Mauricio Soler, che proprio col lussemburghese ha condiviso buona parte della scalata e che al leader Saxo Bank paga 10" tondi. Ha lottato tantissimo, alla fine ha limitato più che sufficientemente i danni: Cadel Evans giunge 5° a 1'31" da Sastre, anche negli ultimi metri è sui pedali.

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Qualche anno fa sarebbe stata una sconfitta, all' anno del rientro è per Armstrong una gran conquista la sesta piazza a 1'37" dal vincitore odierno. A 5" da Armstrong Kirchen ottiene un ottimo settimo posto con una grandissima volata negli ultimi 400 metri che gli permette di recuperare il secondo che lo divideva da Menchov e di passare il russo ai -120, rifilandogli 3". Più affaticato nel finale Kloden che, dopo una straordinaria rimonta, chiude nono a 2'08" da Sastre, restando così ancora aggrappato alle speranze di podio. Mensione speciale infine per Igor Anton, decimo ad 8" dal tedesco dell' Astana, che va a realizzare uno dei risultati più prestigiosi della sua carriera. Deludente Sanchez ad altri 5" dal suo gregario mentre paga dazio un Kreuziger troppo attendista a 2'42" da Sastre. Lo Jafferau, l'erta forse più temibile di questa Grand Boucle è terminata, devastante anche per il gruppetto dei velocisti che rientra per soli 2' 38" nel tempo massimo. Oggi 5 kilometri di breccia hanno parlato più di ogni dichiarazione, opinione o intervista.

CLASSIFICA DI TAPPA

1° Carlos SASTRE CANDIL- Cervèlo Test Team
2° Alberto CONTADOR- Astana +18’’
3° Andy SCHLECK- Team Saxo Bank +42’’
4° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ- Barloworld +52’’
5° Cadel EVANS- Silence Lotto +1’31’’
6° Lance ARMSTRONG- Astana +1’37’’
7° Kim KIRCHEN- Team Columbia-High Road +1’42’’
8° Denis MENCHOV- Rabobank +1’45’’
9° Andreas KLODEN- Astana +2’08’’
10° Igor ANTON- Euskaltel Euskadi +2’16’’

Samuel SANCHEZ GONZALEZ +2’21’’
Frank SCHLECK +2’38’’
Roman KREUZIGER +2’42’’
Vincenzo NIBALI +4’08’’
Oscar PEREIRO SIO +4’33’’
Juan José COBO +4’37’’
Christian VANDEVELDE +4’55’’
Vladimir KARPETS +5’06’’
Linus GERDEMANN +5’12’’
Ivan BASSO +5’24’’
Levi LEIPHEIMER +5’35’’
David MONCOUTIE +5’50’’
Rein TAARAMAE +5’56’’
Michael ROGERS +6’46’’
Jurgen VAN DEN BROECK +7’27’’
Kevin SEELDRAYERS +9’35’’


CLASSIFICA GENERALE
1° Alberto CONTADOR
2° Cadel EVANS +1’09’’
3° David MONCOUTIE +1’22’’
4° Denis MENCHOV +1’49’’
5° Carlos SASTRE CANDIL +1’53’’
6° Lance ARMSTRONG +2’07’’
7° Andy SCHLECK +2’40’’
8° Roman KREUZIGER +3’34’’
9° Andreas KLODEN +3’47’’
10° Samuel SANCHEZ GONZALEZ +3’54’’
11° Vincenzo NIBALI +7’08’’
12° Frank SCHLECK +7’59’’
13° Kim KIRCHEN +8’55’’
14° Oscar PEREIRO SIO +9’17’’
15° Christian VANDEVELDE +9’21’’
16° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +9’33’’
17° Juan José COBO +9’37’’
18° Vladimir KARPETS +10’53’’
19° Linus GERDEMANN +11’26’’
20° Levi LEIPHEIMER +14’14’’
21° Ivan BASSO +15’17’’
22° Michael ROGERS +15’50’’
23° Jurgen VAN DEN BROECK +18’01’’
24° Rein TAARAMAE +18’36’’
25° Kevin SEELDRAYERS +22’10’’
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Re: 15° Tappa: Cuneo - Jafferau

Messaggio da emmea90 »

CLASSIFICA GENERALE:
1° Alberto CONTADOR
2° Cadel EVANS +1’09’’
3° David MONCOUTIE +1’22’’
4° Denis MENCHOV +1’49’’
5° Carlos SASTRE CANDIL +1’53’’
6° Lance ARMSTRONG +2’07’’
7° Andy SCHLECK +2’40’’
8° Roman KREUZIGER +3’34’’
9° Andreas KLODEN +3’47’’
10° Samuel SANCHEZ GONZALEZ +3’54’’
11° Vincenzo NIBALI +7’08’’
12° Frank SCHLECK +7’59’’
13° Kim KIRCHEN +8’55’’
14° Oscar PEREIRO SIO +9’17’’
15° Christian VANDEVELDE +9’21’’
16° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +9’33’’
17° Juan José COBO +9’37’’
18° Vladimir KARPETS +10’53’’
19° Linus GERDEMANN +11’26’’
20° Levi LEIPHEIMER +14’14’’
21° Ivan BASSO +15’17’’
22° Michael ROGERS +15’50’’
23° Jurgen VAN DEN BROECK +18’01’’
24° Rein TAARAMAE +18’36’’
25° Kevin SEELDRAYERS +22’10’’

CLASSIFICA A PUNTI:
1° Oscar FREIRE GOMEZ 83
2° Alberto CONTADOR 78
3° Andy SCHLECK 75
4° Mark CAVENDISH 72
5° Daniele BENNATI 69
6° Thor HUSHOVD 68
7° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 61
8° Carlos SASTRE CANDIL 54
9° Tyler FARRAR 53
10° Fabian CANCELLARA 47

Sylvain CHAVANEL 45
Cadel EVANS 39
Heinrick HAUSSLER 38
Mikhail IGNATIEV 37
Koldo FERNANDEZ DE LARREA 32
Lance ARMSTRONG 31
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 31
David ZABRISKIE 30
Denis MENCHOV 28
Frank SCHLECK 28
Gert STEEGMANS 28
Gerald CIOLEK 28
Andreas KLODEN 27
Roman KREUZIGER 26
Edvald BOASSON HAGEN 26
Felix CARDENAS 26
Greg VAN AVERMAET 25
Jens VOIGT 25
Andrey AMADOR BIPKAZACOVA 24
Samuel DUMOULIN 22
Filippo POZZATO 22
Leonardo DUQUE 22
Benat INTXAUSTI 20
Dominique ROLLIN 20
Murilo FISCHER 19
George HINCAPIE 16
Kurt Asle ARVESEN 16
Peter VELITS 15
Fabian WEGMANN 14
Juan Antonio FLECHA 12
Giampaolo CHEULA 11
Tom BOONEN 11
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Sergey LAGUTIN 10
Carlos BARREDO 10
Vladimir KARPETS 8
Frederik WILLEMS 8
Alessandro BALLAN 8
Koos MORENHOUT 6
Maxime MONFORT 6
Marcel SIEBERG 6
Yaroslav POPOVYCH 6
Stuart O’GRADY 6
Mikel ASTARLOZA 6
Wim STROETINGA 6
Julien EL FARES 6
Johannes FROHLINGER 6
Haimar ZUBELDIA 5
Mickael BOURGAIN 5
Alberto CONTADOR 5
Juan José COBO 4
Kim KIRCHEN 4
Samuel DUMOULIN 4
Gustav ERIK LARSSON 4
Kasten KROON 4
Daniel MORENO FERNANDEZ 4
Cyril DESSEL 4
Daniele RIGHI 4
Matthew LLOYD 4
Martijn MAASKANT 3
Inigo LANDALUZE 3
Vincenzo NIBALI 3
Christian VANDEVELDE 3
Steven COZZA 3
Kevin SEELDRAYERS 2
Igor ANTON 2
David MONCOUTIE 2
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 2
Christian VANDEVELDE 2
Chris FROOME 2
Sandy CASAR 2
Fabio SABATINI 2
Christian KNEES 2
Yoann LE BOULANGER 2
John LEE AUGUSTYN 2
Igor ANTON 1
Linus GERDEMANN 1

CLASSIFICA SCALATORI:
1° Haimar ZUBELDIA 138
2° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 134
3° Andy SCHLECK 121
4° Alberto CONTADOR 118
5° Carlos SASTRE CANDIL 108
6° David DE LA FUENTE 83
7° Cadel EVANS 76
8° Rein TAARAMAE 57
9° Johannes FROHLINGER 56
10° Koos MORENHOUT 53

Denis MENCHOV 50
Roman KREUZIGER 38
John Lee AUGUSTYN 33
Yaroslav POPOVYCH 28
Felix CARDENAS 24
Lance ARMSTRONG 24
Fabian WEGMANN 24
Serge PAUWELS 20
Kansantsin SIUTSOU 19
Volodymir GUSTOV 16
Inigo LANDALUZE 15
Frank SCHLECK 14
Amael MOINARD 14
Kevin SEELDRAYERS 14
Juan Manuel GARATE 14
Daniel MORENO FERNANDEZ 13
Mikel ASTARLOZA 12
Leonardo DUQUE 12
Sylvain CHAVANEL 12
Kim KIRCHEN 12
Mikhail IGNATIEV 11
Markus FOTHEN 10
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Sandy CASAR 9
Pietro CAUCCHIOLI 9
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 8
Chris FROOME 8
Alessandro BALLAN 7
Matthew LLOYD 7
Laurens TEN DAM 6
Jurgen VAN GOOLEN 6
Vincenzo NIBALI 6
Julien EL FARES 5
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 5
José Angel GOMEZ MARCHANTE 5
Andreas KLODEN 4
Christian VANDEVELDE 4
Leonardo DUQUE 4
David MONCOUTIE 4
Carlos BARREDO 4
Juan Antonio FLECHA 3
Cyril DESSEL 3
Pierrick FEDRIGO 3
Thomas VOECKLER 3
Alan PEREZ 3
Linus GERDEMANN 2
Joost POSTHUMA 2
Alejandro VALVERDE 2
Jens VOIGT 2
Igor ANTON 2
Iker CAMANO 2
Maxime MONFORT 1
Dominique ROLLIN 1
Nicolas JALABERT 1
Steve COZZA 1
Giampaolo CHEULA 1
Paolo LONGO BORGHINI 1
Kurt Asle ARVESEN 1
Sergey LAGUTIN 1
Christophe LE MEVEL 1

CLASSIFICA GIOVANI (UNDER 25):
1° Andy SCHLECK
2° Roman KREUZIGER +54‘‘
3° Vincenzo NIBALI +4’28‘‘
4° Rein TAARAMAE +15‘56‘‘
5° Kevin SEELDRAYERS +19‘30‘‘
Direttore di corsa.
Bloccato

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