16° Tappa: Bardonecchia - Courchevel

Il percorso della seconda edizione, partita da Nantes e che vide trionfare Cadel Evans

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16° Tappa: Bardonecchia - Courchevel

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16a TAPPA: BARDONECCHIA - COURCHEVEL 210 km

Classica cavalcata alpina, candidata, assieme a quella di Jafferau, al titolo di tappa regina del Tour. Storicamente, ogni qualvolta il Tour de France ha fatto tappa a Courchevel, e in special modo quando l'ascesa è stata abbinata al Col de la Madeleine, lo spettacolo è stato sempre straordinario, tanto nel 1997, quando Virenque tentò di far esplodere il Tour sul Glandon, ma dovendosi alla fine accontentare del successo di tappa, arrivando insieme a Jan Ullrich, quanto nel 2000, quando Marco Pantani si levò di ruota con la forza Lance Armstrong e andò a cogliere l'ultimo successo della sua leggendaria carriera. I metri di dislivello sono 5300, i chilometri di salita 90, i Gran Premi della Montagna 5, di cui due Hors Catégorie, uno di 1a categoria, uno di 2a e uno di 4a. Numeri che fanno girare la testa e tremare le gambe a quasi tutti i corridori, tranne quei pochi eletti che vivranno la 16a tappa del Tour come una chance di ribaltare le gerarchie maturate in oltre due settimane di Tour.
La frazione partirà quasi in salita, perché dopo 4 km interlocutori, per passare dalla parte vecchia di Bardonecchia, si sale al Col de l'Echelle (1778 m), 8,8 km di salita ad una media del 5,4%, senza particolari picchi di pendenza. Sarà probabilmente qui che nascerà un tentativo di fuga, dato che, a meno di non imporre un'andatura folle, difficilmente le squadre potranno tenere la corsa cucita sin dalla prima salita. Dopo la pedalabilissima discesa su Briançon, dove è posto il primo traguardo volante, al trentunesimo chilometro, la strada riprenderà a salire, dapprima dolcemente, poi con sempre maggiore decisione, fino a giungere ai 2645 metri del Col du Galibier, dopo 71 km. La salita misura 36 km, per una pendenza media del 4%, che sale al 5,8% negli ultimi 18,5 km, e al 6,9% negli 8 km e mezzo dal Col du Lautaret alla cima del Galibier.
La lunghissima discesa su Saint-Michel-de-Maurienne sarà interrotta dal Col du Télégraphe (1566 m,), poco più di un dente salendo da Valloire, 4,8 km al 3,4%. Dopo un tratto in fondovalle per arrivare a La Chambre, lungo il quale gli atleti, al chilometro 115, a Saint-Jean-de-Maurienne, troveranno il secondo e ultimo traguardo volante di giornata, il Tour si troverà di fronte un altro gigante alpino, il Col de la Madeleine. La scalata verso i 1993 metri di quota della Madeleine misura 19 km, per una pendenza media dell'8%. La salita non tocca mai rampe particolarmente impegnative, ma è la sua regolarità, con la totale assenza di tratti di respiro, che rende la salita così tremenda, e adattissima a fare selezione. Dalla vetta mancheranno sì 63 km, ma chi vorrà far saltare il banco dovrà necessariamente muoversi qui, e che dovesse andare in difficoltà già sulla Madeleine potrebbe pagare distacchi pesantissimi a Courchevel. Dopo la lunghissima discesa, i corridori affronteranno una ventina di chilometri in fondovalle, in cui sarà fondamentale la composizione dei gruppetti che la Madeleine avrà determinato.
In ogni caso, la fatica accumulata sui quattro colli già scalati si farà sentire negli ultimi 21,7 km, tutti in salita verso i 2000 metri di Courchevel. L'ascesa presenta una pendenza media del 6,5%, e potrebbe dilatare esponenzialmente i distacchi creatisi sulla Madeleine, e crearne di nuovi. Se la corsa dovesse già essere esplosa sul penultimo colle, a fine tappa i big potrebbero arrivare uno per uno, e i distacchi potrebbero contarsi in minuti. Da notare come anche l'ultimo colle, fatta eccezione per qualche centinaio di metri pianeggianti dopo poco meno di 10 km, e una minima discesa dopo 13 km circa, non conceda neppure un istante di respiro.

GPM: Col de l’Echelle (2a categoria, 1778 m, 8,8 km al 5,4%, km 13); Col du Galibier (Hors Catégorie, 2645 m, 36,3 km al 4%, km 71) ; Col du Télégraphe (4a categoria, 1566 m, 4,8 km al 3,4%, km 93); Col de la Madeleine (Hors Catégorie, 1993 m, 19 km all’8%, km 147); Courchevel (1a categoria, 2000 m, 21,7 km al 6,5%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Briançon (km 31); Saint-Jean-de-Maurienne (km 115)


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En jaune, con una tappa di ritardo rispetto all' altro anno, sempre che non sia un vantaggio. Contador ha acquisito il simbolo del primato con un' azione mostruosa sullo Jafferau, nonostante si sia esaurita prima del traguardo; ora il suo avversario più temibile, Cadel Evans gli paga 1'09" in generale e mancano ancora due tappe alla conclusione della tre giorni ad alta quota. Un minuto e nove secondi di vantaggio quando nella Cognac-Angouleme del Tour 2007 l' australiano gli rifilò 1'27", ma quello, come quello dell'anno scorso, era un altro Contador, meno maturo, meno completo, meno arrembante rispetto all' Alberto visto finora. Oggi lo attendono il Galibier dove, sempre nel 2007, realizzò un' azione impressionante, che gli valse molti crediti in più nel pantheon dei grandi ciclisti, ma anche la Madeleine e Courchevel. Oggi anche Franco Ordine ammetterebbe che c'è trippa per gatti. E i gatti sono molti ed affamati: dopo 4 kilometri di gara, all' imbocco del Col d' Echelle, scatta Christopher Froome.

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Il corridore keniota piazza un allungo secco, volto, sicuramente, a portar via un gruppetto. Lo seguono immediatamente addirittura tre compagni di squadra: Cardenas, Augustyn e Mauricio Soler, vice maglia a pois. Appena il colombiano fa la prima mossa, gli si piazza alla ruota la vera maglia a pois, Haimar Zubeldia. I punti tra i due nella speciale classifica scalatori sono solo 4, per questo anche Zubeldia chiama due rinforzi, e sono due corridori del calibro di Maxime Inglinsky e Levi Leipheimer, 20° in generale a 14'14" dal suo leader. Alla mossa, tanto solare, di due squadre del calibro di Astana e Barloworld rispondono immediatamente anche i Cervèlo e i Saxo Bank: sono della sortita anche Thor Hushovd, Gomez Marchante, Serge Pauwels e Gustov per le divise nere del team di Sastre ed addirittura Jens Voigt, Fabian Cancellara e Frank Schleck per i Saxo. Si muove anche la Milram, con Knees e Wegmann, alla loro ruota i due Cofidis Remi Pauriol e Amael Moinard. Ben rappresentati anche i Garmin con Tony Martin e Ryder Hesjedal. Agli scatti "di squadra" si aggiunge anche quello del "singolo" David De La Fuente, della Fuji-Servetto

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Già dagli albori della sortita i Barloworld prendono in mano la situazione con Froome e Augustyn. La loro andatura non è impressionante, ma serve a solcare, in 4 km di Col d' Echelle, un gap che dopo 5000 metri di scalata ammonta a 33". Il tentativo, che comprende addirittura ventidue corridori, non riscontra però il consenso degli Euskaltel-Euskadi, che decidono di fare il ritmo del plotone dai -3000 allo scollinamento.

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In testa si piazzano, in particolare, Amets Txurruka, Alan Perez e Gorka Verdugo con Koldo Fernandez in quarta ruota e Landaluze in quinta. Il ritmo dei baschi nonostante non sia volto a creare gran selezione si rivela eccessivo per Geert Steegmans e Mark Cavendish che, in vista dell' ultimo kilometro, devono abbandonare le ruote del plotone. Ai -300, davanti, parte secca la stoccata di David De La Fuente. Il corridore Fuji-Servetto guadagna subito qualche metro sul resto dei battistrada, ma Cardenas riporta sotto il suo leader Soler, che a sua volta trascina Zubeldia. Cardenas passa De La Fuente ed insiste fino ai -80 dallo scollinamento, quando parte deciso Soler. Lo spazio per passarlo e recuperarlo è troppo poco per Zubeldia, che deve concedere altri 2 punti al suo inseguitore nella speciale classifica. Terzo riesce a transitare De La Fuente, quarto Cardenas. Ad 1" un Hushovd pimpante anche in salita con a ruota Wegmann. Il plotone, sempre trainato dagli Euskaltel, perde 58". La discesa è pedalabilissima, tendente quasi al falsopiano. Ciò permetterebbe alle ruote veloci staccatesi sull' Echelle di rientrare, non fosse perché gli Euskaltel continuino nel loro forcing, che riceve nuova linfa in pianura dalle trenate di un Koldo Fernandez che ha tenuto duro in salita. I battistrada non sono però affatto immobili: in testa al gruppo al comando vi è infatti uno scatenato Thor Hushovd, le cui trenate, abbinate a quelle di Froome e Augustyn ed alla ben oliata collaborazione offerta dagli altri componenti della fuga, permettono ai battistrada di guadagnare ancora in vista di Briancon, dove il vantaggio raggiunge 1' 22". Scontata l'affermazione di Hushovd, che transita primo senza volata, su Knees e Martin, con quest' ultimo che si è alzato leggermente sui pedali per agguantare la terza piazza ed il discreto premio in denaro annesso. Siamo ora ai piedi di una delle erte più ricche di storia del Tour, il leggendario Col du Galibier.

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Proprio in corrispondenza dell' attacco al Galibier, si svela il movente dell' azione degli Euskatel nel plotone. Scattano già sulle primissime, dolci, rampe della salita Mikel Astarloza ed Egoi Martinez.

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I due baschi se ne vanno subito ed il plotone, senza poter più disporre del lavoro della loro squadra, resta abbandonato a se stesso. Il vantaggio dei battistrada, in capo ai quali, oltre ai Barloworld, Gustov si è sostituito a Hushovd, perciò si dilata ampiamente. Dopo 45 kilometri di corsa, e 10 di Galibier, i battistrada guadagnano 2' 04" al plotone e 1'37" ad Astarloza e Martinez. Dopo altri 5000 metri, 2' 28" al plotone e 1' 31" ai contrattaccanti.

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Al cinquantesimo chilometro, con circa due minuti e mezzo da recuperare sul gruppo di testa e uno in meno sul duo basco Astarloza - Martinez, esce dal gruppo, in vista del tratto più impegnativo del Galibier, Juan Manuel Garate.

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Il corridore della Rabobank guadagna con relativa facilità sul plotone, che continua a non avere una guida vera e propria. Gli uomini Astana si pongono alla testa del gruppo, ma più per dovere e per salvare l'apparenza che per l'effettiva volontà di imporre un ritmo che possa avere un qualsiasi effetto. Il vantaggio dei fuggitivi continua infatti a crescere facilmente: dopo 54 km il distacco del gruppo dalla testa della corsa è di 4'44'', mentre Astarloza e Martinez rendono ai primi 1'09'', e Garate ha 41'' sul plotone; appena 4 km più tardi, i primi hanno 7'39'' sul gruppo, 1'06'' su Astarloza e Martinez, che salgono sostanzialmente con lo stesso passo, e 2'47'' su Garate. Il gruppo è praticamente fermo, nessuno prende in mano la situazione, dal momento che nessuno degli uomini in fuga preoccupa evidentemente l'Astana in modo particolare. Nel frattempo, davanti, il ritmo degli uomini Barloworld inizia a mietere vittime, e Thor Hushovd perde contatto dalla testa della corsa.

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La notizia però non è la perdita di contatto del norvegese, che al traguardo volante di Briançon ha peraltro avuto modo di ridurre da 15 a 9 punti il distacco dall'attuale maglia verde Freire, bensì il fatto che una squadra si prenda finalmente l'onere di scandire il ritmo in gruppo, ossia la Saxo Bank.

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Sono Larsson e Van Goolen ad incaricarsi di fare il ritmo nell'ultimo tratto del Galibier, con un ritmo regolare ma molto elevato, ovviamente entro le possibilità di due corridori non formidabili sulle grandi vette alpine. Il ritmo è più che sufficiente a staccare i velocisti e i passisti puri, ma anche per levare di mezzo qualche fastidioso gregario di altri uomini di classifica. Il distacco dalla testa della corsa, pur tirata con veemenza dai tre compagni di squadra di Soler, cessa infatti di crescere esponenzialmente come era avvenuto nei chilometri precedenti.
Nel frattempo, davanti, altri corridori hanno subito la stessa sorte di Thor Hushovd, perdendo le ruote del primo gruppo: Daniel Martin della Garmin, Knees della Milram, e, con una certa sorpresa dei più, Cancellara e Voigt, le due locomotive della Saxo Bank, e Gustov, della Cervélo. Ma ancora una volta, è dietro che arrivano le sorprese: a 5 km dalla vetta, senza operare un vero e proprio scatto, si mette in testa al gruppo, dando una decisa sgasata, addirittura Carlos Sastre.

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L'accelerazione dell'uomo di Avila mette in difficoltà diverse squadre, che iniziano a perdere elementi su cui pensavano di contare magari fino alla Madeleine. Nessuno dei big appare in difficoltà, ma il gruppo si sfilaccia pesantemente, specie perché la Saxo Bank dà un seguito all'azione di Sastre, continuando ad imporre un ritmo elevato. 3 km dopo, il capitano della Cervélo, non soddisfatto, dà un'altra trenata, questa volta meno decisa della prima, ma sufficiente a ridurre ulteriormente il gruppo, ormai composto da poco più di 30 unità, per quanto il numero sia influenzato dalla presenza in fuga di parecchi corridori di livello. Davanti, si consuma il duello Zubeldia - Soler per la maglia a pois: il colombiano, questa volta, decide di fare tutto da solo, partendo lungo a 300 metri dal Gran Premio della Montagna. Il confronto, questa volta, sostanzialmente non esiste, e Soler finisce addirittura per scollinare solo sul Galibier, con 3'' su Zubeldia, 2°. 3° De La Fuente, che questa volta non prova neppure ad entrare in competizione con i duellanti, a 5''. 8'' di ritardo per Cardenas, Wegmann, Schleck, Marchante, Pauwels, Hesjedal e Seeldrayers, mentre Augustyn, Froome, Pauriol e Moinard, tutti pronti a rientrare appena iniziata la discesa, pagano 12''. Martin e Knees perdono 45'', mentre Cancellara, Voigt e Gustov sono a 1'10'', in compagnia di Martinez e Astarloza. 2'22'' invece il ritardo di Juan Manuel Garate. Il gruppo, ormai ridotto ad una trentina abbondante di unità, è staccato di 7' esatti.
Il tratto in discesa non vede grossi sconvolgimenti, con il gruppo di testa che si ricompatta, ed è ora composto da Soler, Zubeldia, De La Fuente, Cardenas, Wegmann, F. Schleck, Marchante, Pauwels, Hesjedal, Seeldrayers, Augustyn, Froome, Pauriol e Moinard. 1'01'' il ritardo di Martinez, Astarloza, Knees, Martin, Cancellara, Voigt e Gustov, 2'14'' per Garate, 6'57'' per il gruppo, sempre tirato da Van Goolen e Larsson. I corridori approcciano quindi la salita più breve e facile di giornata, il Col du Télégraphe, poco più di un dente salendo da Valloire: 4,8 km al 3,4%, per arrivare a quota 1566 metri. In testa alla corsa, non succede sostanzialmente nulla sulla salita, fino ai -250 dal GPM. E' allora che Cardenas lancia la volata a Soler, che sul Galibier si è portato virtualmente in testa alla classifica scalatori, con 2 punti su Zubeldia. Lo sprint non è però l'arma migliore del colombiano della Barloworld, che viene beffato da Zubeldia e De La Fuente nell'ordine. La classifica GPM, in questo momento, vede dunque Soler e Zubeldia appaiati al comando, con 165 punti a testa. Martinez, Astarloza, Knees e Martin scollinano con 1'03'', mentre incredibilmente Cancellara, Voigt e Gustov sono stati raggiunti e staccati da Garate (+2'21''), e sono adesso a 2'53'', dopo aver scalato il Télégraphe ad andatura turistica.
In gruppo, la salita viene presa ancora di petto dagli uomini Saxo, che percorrono a tutta i primi 500 metri, ancora con l'instancabile Van Goolen. Quando mancano 4 km al GPM, incredibilmente, esce poi dal gruppo la maglia bianca, Andy Schleck.

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I giornalisti e quasi tutti gli avversari restano allibiti nel vedere il 7° della classifica generale scattare sulla salita più facile di giornata. Quasi tutti, ma non Carlos Sastre, Lance Armstrong e David Moncoutié, che con prontezza non inferiore al coraggio si accodano prontamente al giovanissimo lussemburghese. Gli altri big, non sanno cosa fare, e anche Alberto Contador, pur essendo compagno di uno dei quattro andati all'attacco, sembra alquanto indeciso sul da farsi. Il madrileno rivolge uno sguardo al secondo in classifica Cadel Evans. L'australiano, con una personalità e una spavalderia degne di nota, fa però un chiaro cenno a Contador, facendogli intendere che se vuole andarli a prendere, deve muoversi lui. Schleck, Sastre, Armstrong e Moncoutié spianano il Télégraphe ad un ritmo folle, e in cima pagano 6'25'' dal gruppo di testa, ma hanno 29'' sul gruppo maglia gialla.
In discesa la situazione non muta granché, con il gruppetto di testa che ha 1'00'' sui più immediati inseguitori, 2'16'' su Garate, 6'17'' sul gruppetto Schleck. Alle spalle di questi, però, ecco il colpo di scena: non appena sbucano dall'ultimo tornante della discesa del Télégraphe, a metà percorso circa, con la prospettiva di affrontare 20 km in fondovalle che potrebbero tarpare le ali sul nascere alla loro azione, Schleck, Armstrong, Moncoutié e Sastre si trovano davanti Gustov e, soprattutto, Cancellara e Voigt. Viene così spiegato il motivo delle altrimenti incomprensibili distacchi accusati dai tre sul Galibier e il Télégraphe, e soprattutto l'azione, altrimenti scriteriata, di Andy Schleck. In gruppo, è la sola Liquigas a provare ad organizzare un inseguimento, con un paio di Silence che vanno timidamente ad aiutare, mentre Cancellara e Voigt, con un piccolo aiuto da parte un Gustov che non può però ovviamente competere con due locomotive del genere, impongono un ritmo folle. A Saint-Jean-de-Maurienne, al secondo e ultimo traguardo volante di giornata, è Hesjedal a passare per primo, davanti a Soler e Seeldrayers, con il gruppetto Astarloza a 1'12'', Garate a 2'57'', il drappello Andy Schleck a 4'56'', il gruppo a 6'41''. Poco dopo, Andy e compagni trovano per strada anche Thor Hushovd, ormai dato quasi per disperso, altro eccellente passista. Il ritmo del gruppetto è forsennato, e ai piedi della Madeleine rende 3'13'' alla testa della corsa, e ha raggiunto anche Juan Manuel Garate, che ovviamente non collabora. 1'17'' invece il distacco del gruppetto Astarloza, mentre il gruppo perde addirittura 7'02'', sostanzialmente lo stesso distacco che accusava sul Galibier. Mancano ancora oltre 80 km per arrivare a Courchevel, ma in questo momento Carlos Sastre sarebbe in maglia gialla, con 1' circa su Contador.
E' ora il momento della salita su cui ci si attendeva che scoppiasse la battaglia, e su cui probabilmente chi insegue dovrà fare la sua mossa. E' il momento della scalata verso il Col de la Madeleine.

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Re: 16° Tappa: Bardonecchia - Courchevel

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Al centodiciottesimo kilometro di corsa, tre colli già scalati, si attacca il penultimo: il Col de la Madeleine, 19000 metri all' 8%. La situazione in gruppo è sempre soporifera, le grandi squadre sembrano assistere passivamente alla progressiva crescita del gap, e dai battistrada e dal gruppetto Armstrong. Le coincidenze sembrano infatti puntare tutte e a tutta verso lo stesso epilogo: l' Astana, squadra della maglia gialla Contador, ha le Roi Americain in avanscoperta e il texano è il più forte a cronometro tra gli uomini di classifica del drappello, con soli 14" in generale da Sastre e 45" da Moncoutié, Evans e la Silence tutta hanno deciso di applicare una marcatura ad uomo su Alberto Contador, noncuranti delle mosse degli altri big mentre la Rabobank non ha nessun uomo in grado di prendere in mano la situazione. E' nel torpore generale del plotone, quindi, che dopo 2000 metri di salita scatta Linus Gerdemann.


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Il tedesco della Milram, 19° in generale ad 11'26" da Contador, abbastanza coperto fino ad oggi, capisce che per racimolare qualcosa da questa spedizione francese bisogna inventare, ed inventa. Gli si accoda subito il suo ex compagno di squadra, nonché bicampione mondiale a cronometro, Michael Rogers, 22° a 15'50", che traina il contropiede di Kim Kirchen, 13° a 8'55".

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E' subito grandissima intesa tra i tre, anche perché, come già scritto, l' anno scorso vestivano la stessa divisa. Rogers, da gregario di lusso, si sobbarca subito la maggior parte del lavoro, permettendo a Kirchen ed a Gerdemann di serbare le migliori energie per il finale. Nel gruppetto Moncoutié, dopo le ultime trenate di Gustov e Hushovd ai piedi della salita, Voigt e Cancellara affondano le ultime sciabolate, esauritesi al kilometro 4 di ascesa, per poi defilarsi esausti. Il forcing di Cardenas screma notevolmente il gruppo dei battistrada, che perde al kilometro 4800 anche Wegmann, Pauwels, Hesjedal, Augustyn e Froome. Circa 500 metri dopo perdono, volontariamente, le ruote della testa della corsa anche Pauriol e Pauwels. Egoi Martinez, Mikel Astarloza e Daniel Martin inseguono a 52", mentre Knees, che ha perso contatto dopo 3200 metri, paga a questi 19". Dopo 5 kilometri di Madeleine il vantaggio del gruppetto Moncoutié sul plotone maglia gialla è di 5' 04". Dopo 7200 kilometri di salita, Soler lancia una nuova offensiva, volta probabilmente a vedere chi vuole e può insistere e chi no. Restano con lui solo Frank Schleck, Gomez Marchante, Leipheimer e Zubeldia: si staccano De La Fuente, Seeldrayers, che probabilmente preferisce aspettare gli altri uomini di classifica e Moinard. Al kilometro 8 anche questi verranno ripresi e staccati dai due Euskaltel e dal sorprendente Daniel Martin, che ne tiene il passo, Pauwels, Wegmann, Hesjedal, Knees, Froome e Pauriol vengono ripresi da Armstrong, Garate, Moncoutié, Sastre ed Andy Schleck, ma dei fuggitivi della prima ora solo Pauwels, Wegmann e Pauriol restano con gli uomini di classifica. Pauriol riesce a fornire un contributo di 1200 metri, poi subentra Serge Pauwels. Al kilometro 10 il lavoro del belga frutta al gruppo Moncoutié un vantaggio sul plotone maglia gialla di 5' 58" ed un ritardo dai battistrada di 2' 03", siamo a metà salita. Ai -9300 Martin, Astarloza e Martinez rientrano sui battistrada, una nuova sferzata di Soler riduce ulteriormente il plotoncino che si compone ora solo dello stesso colombiano, Levi Leipheimer, Frank Schleck e i due baschi della Euskaltel, mentre cede, esausto, Haimar Zubeldia. La situazione vede questo gruppetto con 7" su Martin, Gomez Marchante, fermatosi per aspettare il leader Sastre e Zubeldia, 1'08" su De La Fuente, Seeldrayers e Moinard, 2'00" sul gruppo Moncoutié, 5'19" su Gerdemann, Kirchen e Rogers, 6'11" su Contador. Dopo un altro kilometro De La Fuente, Seeldrayers e Moinard vengono riassorbiti dal gruppetto Moncoutié e il belga della Quickstep, oltre ovviamente al corridore Cofidis, offrono un sorprendente contributo all' azione, mentre si lascia sfilare, forse volontariamente, Hesjedal ed anche Martin sembra quasi fermarsi sui pedali, mentre comunica all' ammiraglia, lo imita Marchante e Zubeldia resta solo. Dopo altri due kilometri di salita Martin e Marchante vengono ripresi dal forcing di Seeldrayers, che piega addirittura le resistenze di Garate, ma l' irlandese non procede con questi e continua ad aspettare, ricongiungendosi dopo altri 400 metri col compagno di squadra Hesjedal. Il motivo dello stop dei due Garmin è presto spiegato: proprio in corrispondenza del cartellone dei -5 alla vetta, parte dal plotone Contador anche il leader della squadra americana, Christian Vandevelde.

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La prima maglia rosa del Giro 2008 piazza una cannonata e sembra quasi intenzionato a riprendere da solo il gruppetto di Gerdemann. Ai -3 Marchante si riunisce col leader Sastre e si piazza in testa, intenzionato a scandire l'andatura sino al GPM. GPM su cui Leipheimer riesce a beffare d'astuzia, con un buco ai -300, Mauricio Soler, 2°, seguito da Egoi Martinez e Mikel Astarloza, si ferma invece Frank Schleck per attendere il drappello del fratellino. 42" paga dai primi Haimar Zubeldia, 1' 17" il drappello Moncoutié, guidato da un pimpante Carlos Sastre, seguito da Seeldrayers Andy Schleck, Armstrong e dallo stesso francese della Cofidis; a 21" Moinard, 54" Garate ripreso da Pauwels. 4' 41" il distacco di Rogers, Kirchen e Gerdemann, 5' 58" uno straripante Vandevelde che riprende i suoi gregari allo scollinamento, dopo aver recuperato, in 5 km, circa 1' al gruppetto Kirchen ed averne rifilati addirittura due al gruppo maglia gialla, che perde 7'49" alla testa della corsa. In discesa, però, primo scossone al plotone da un Nibali determinatissimo nel disegnare le traiettorie.

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Il passo di Vincenzo permette al plotone di limare circa 1'30" alla testa della corsa, così come al gruppo Moncoutié, mentre Vandevelde, guidato dai suoi due gregari, perde solo 24" ed a fondovalle ricuce sul trio Gerdemann-Rogers-Kirchen, così come, sempre a fondovalle, viene ripreso Frank Schleck. Il lussemburghese è generosissimo nel tratto in pianura e cerca di sfruttare al meglio le proprie doti di passista, ma il numero e la qualità dei passisti ancora nel plotone incidono ancora il margine ed il quadro generale ai piedi di Courchevel è ora il seguente: i battistrada sono Soler, Egoi Martinez, Mikel Astarloza, Levi Leipheimer e Haimar Zubeldia; a 1' 02" inseguono Moncoutié, Seeldrayers, i fratelli Schleck, Armstrong e Sastre; a 3' 49" Gerdemann, Kirchen, Rogers, Vandevelde ed Hesjedal, mentre Martin, cotto, si è staccato addirittura in pianura; a 5'57" il plotone maglia gialla.

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Re: 16° Tappa: Bardonecchia - Courchevel

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Mancano 21 km e 700 metri alla conclusione della 16a tappa di questo Tour de France. In questo momento, la maglia gialla virtuale sarebbe sulle spalle di David Moncoutié, ma realisticamente, a meno di un clamoroso exploit del francese, è Carlos Sastre l'uomo che fa più paura ad Alberto Contador. Un Sastre che in questo momento avrebbe qualcosa come 3' di vantaggio nei suoi confronti, ma che ha con sé altri uomini pericolosissimi, quali Andy Schleck e Lance Armstrong.
L'inizio della salita di Courchevel, nel gruppo di testa, vede subito Mikel Astarloza a fare l'andatura, segno che è forse Egoi Martinez il capitano di giornata per la Euskaltel. Leipheimer, Zubeldia, Soler e lo stesso Egoi Martinez reggono il ritmo di Astarloza, ma il passo del basco della Astana, perennemente in fuga nelle tappe di montagna di questo Tour, pare meno convincente di quello degli altri. Alle spalle del drappello al comando, è Frank Schleck a scandire il ritmo nella prima parte della salita, con a ruota il fratello Andy. Il gruppetto di Vandevelde è ora tirato da Ryder Hesjedal, che spende le ultime energie per la causa del proprio capitano. In gruppo, invece, non appena la strada si impenna sotto le ruote dei corridori, parte la sparata di Juanjo Cobo.

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Lo scatto di Cobo non fa una grossa differenza, ma riesce comunque a generare una prima selezione nel gruppetto dei migliori, levando di torno sostanzialmente tutti i gregari rimasti con gli uomini di classifica. In testa, frattanto, Astarloza, dopo appena 3 km di scalata, esaurisce le forze, e dopo un'ultima trenata si fa da parte. La sua accelerazione è comunque sufficiente a staccare uno Zubeldia già visibilmente al gancio, che non sembra comunque in crisi, ma preferire salire del proprio passo anziché opporre un'improbabile e forse controproducente resistenza. Si forma pertanto un terzetto in testa alla corsa, composto da Soler, Leipheimer ed Egoi Martinez. Nel drappello dei fratelli Schleck, intanto, è Frank a scandire il ritmo, con un passo regolare ma molto sostenuto, che fa sì che dopo 3 km di salita il ritardo del gruppetto dalla testa della corsa sia sceso a 50''. Il gruppetto Gerdemann, ancora compatto, paga 3'36'', mentre il plotone, paga 5'47''. E' allora che si mette in testa al gruppo a scandire il ritmo Andreas Kloden, che tenta di arginare così una situazione che sta iniziando a farsi molto preoccupante per Contador, per quanto la presenza di Armstrong davanti possa far stare relativamente tranquilli gli Astana. Bastano 2 km a Kloden, pur senza attuare un forcing spietato, per provocare il disfacimento del gruppo maglia gialla, che si riduce ad appena 13 unità, con ancora 16 km di salita da percorrere: Contador, Evans, Menchov, lo stesso Kloden, Kreuziger, Sanchez, Nibali, Pereiro, Cobo, Karpets, Basso, Van Den Broeck e Taaramae. Quando i corridori del gruppo stanno per transitare sotto il cartello dei -15 all'arrivo, ecco però lo scatto che non ti aspetti: quello di Cadel Evans.

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L'accelerazione dell'australiano è tanto secca quanto inattesa, e Contador perde qualche metro solamente per via dell'effetto sorpresa. Lo spagnolo riesce comunque a chiudere, a fatica, sul capitano della Silence - Lotto, anche grazie a Menchov, che si accoda per primo a Cadel. Il ritmo dell'australiano cala immediatamente, ma dopo altri 500 metri parte un'altra trenata. Anche questa volta Contador e Menchov chiudono, e altrettanto riescono a fare Kreuziger, Sanchez, Kloden, Pereiro e Cobo, sia pure in un secondo momento, ma la tattica di Evans appare chiara: scattare a ripetizione fino a quando Contador non perderà qualche metro, e solo allora insistere sul passo.
In testa alla corsa, intanto, è Soler a scandire il ritmo, davanti a Martinez e Leipheimer, ma alle loro spalle il passo di Frank Schleck, encomiabile nel suo lavoro per il fratello Andy, è encomiabile, e miete la prima vittima: a 14 km dal traguardo, su una trenata più decisa del lussemburghese, Seeldrayers perde contatto. Il divario del gruppetto di Schleck è a quel punto di appena 16'', e bastano altri 1500 metri condotti a tutta da Frank per rientrare sul drappello di Soler, oltre che per distanziare Moncoutié. A 12 km e mezzo dalla conclusione sono dunque otto gli uomini al comando: Sastre, Soler, Armstrong, Leipheimer, Frank e Andy Schleck, Moncoutié e Martinez. Il gruppo di Vandevelde, ormai orfano di Hesjedal, perde 2'33'', mentre il plotone, o meglio ciò che ne resta, dove ora è Kloden a scandire il passo, è a 4'31''.
Quando mancano 12 km al traguardo, ecco però l'accelerazione che frantuma il drappello di testa: Andy Schleck accelera secco.

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L'acclerazione del lussemburghese fa molto male, e il solo Sastre gli si accoda all'istante. Dopo 200 metri, Andy si volta, vede il fratello che sopraggiunge, alla ruota di Soler, e lo attende. Moncoutié perde contatto, Leipheimer è poco più avanti, Martinez e Armstrong faticano. I due sono ad appena 30 metri dai primi quattro, ma non appena Frank rientra sul fratello si mette al comando, a scandire un passo molto elevato, compatibilmente con le energie già spese.
Anche in gruppo, frattanto, Evans riaccende la miccia, e piazza il terzo scatto. Questa volta Contador reagisce con prontezza, imitato da Menchov. Faticano un po' a chiudere Kreuziger e Sanchez, che riescono comunque a rientrare dopo qualche centinaio di metri. Alzano bandiera bianca, o meglio non provano nemmeno a rispondere, Pereiro e Cobo, mentre Kloden, senza nemmeno alzarsi sui pedali, stacca i due e cerca di recuperare le ruote del drappello maglia gialla, staccando i capitani di Fuji - Servetto e Caisse d'Epargne. Quando mancano 10 km alla conclusione, la situazione è la seguente: al comando un quartetto composto dai fratelli Schleck, Soler e Sastre; a 13'' Martinez e Armstrong; a 23'' Leipheimer; a 31'' Moncoutié; a 53'' Zubeldia; a 1'12'' Seeldrayers; a 2'36'' Gerdemann, Vandevelde, Kirchen e Rogers; a 4'06'' Evans, Contador, Menchov, Kloden, Kreuziger e Sanchez; a 4'14'' Cobo e Pereiro; a 4'27'' Karpets, Nibali, Hesjedal, ormai deciso però a lasciarsi andare, Basso, Taaramae e Van den Broeck. La situazione, intesa come composizione dei gruppetti, resta sostanzialmente invariata per altri 1500 metri, quando la salita arriva a sfiorare il 15% di pendenza per poche centinaia di metri, tratto che i primi 4 superano sostanzialmente indenni, si spaccano tutti gli altri gruppetti. E' Vandevelde il primo ad approfittare dell'aumento delle pendenze per scattare.

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Solamente Gerdemann riesce a tenere la ruota dell'americano, mentre Kim Kirchen e Michael Rogers non hanno la forza di replicare allo scatto, e preferiscono proseguire di comune accordo. Nel drappello di Contador, è ancora il solito, impagabile Cadel Evans a partire. Lo scatto dell'australiano viene neutralizzato da Contador, mentre Menchov, un po' a sorpresa vista la brillantezza sin qui dimostrata, non replica all'accelerazione, ma chiude rimanendo seduto sulla sella, tirandosi dietro Sanchez e Kreuziger. Chi invece deve alzare bandiera bianca è Andreas Kloden, che lascia quindi isolato Alberto Contador. Più indietro, Hesjedal perde contatto dal gruppetto di Nibali, e su un'accelerazione di Karpets la stessa sorte tocca, ai -8, a Jurgen Van den Broeck. Quando mancano 7 km al traguardo, il quartetto al comando è sempre intatto, e ha 24'' su Martinez e Armstrong, 32'' su Leipheimer, 46'' su Moncoutié, 1'04'' su Zubeldia, 1'25'' su Seeldrayers, 2'25'' su Gerdemann e Vandevelde, 2'33'' su Kirchen e Rogers, 3'55'' su Evans, Contador, Menchov, Kreuziger e Sanchez, 4'06'' su Kloden, 4'14'' su Cobo e Pereiro, 4'35'' su Nibali, Karpets, Basso e Taaramae, 4'46'' su Van den Broeck. Davanti è sempre uno strepitoso Frank Schleck a fare l'andatura, anche se ora ha la piena collaborazione del fratello Andy, che ormai ritiene inutile risparmiarsi e restare a ruota. Quando mancano 5 km all'arrivo, intanto, Cadel Evans riprende le sue accelerazioni. Uno scatto, due scatti, tre scatti in un chilometro. Menchov tiene, Contador pure, Sanchez soffre, Kreuziger sembra cedere. Quando mancano 4 km alla vetta, Cadel Evans prova il tutto per tutto: un'accelerazione micidiale e soprattutto prolungata, senza sedersi per centinaia di metri. Sanchez questa volta è reattivo, e si piazza addirittura in seconda posizione; Kreuziger, 20 metri più indietro, accelera a sua volta per non perdere il treno; Menchov regge l'urto; ma a 3700 metri dall'arrivo, ecco il colpo di scena che nessuno si attendeva: Contador perde contatto da Evans.

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Il madrileno non è in crisi, ma la memoria del fuorigiri di Jafferau è ben impressa nella sua testa e, soprattutto, nelle sue gambe. Kreuziger rientra su di lui, Menchov, Evans e Sanchez gli scappano via. Nemmeno il tempo di focalizzarsi sulla difficoltà della maglia gialla, che in testa alla corsa Andy Schleck piazza un'altra rasoiata. Un'accelerazione secca, meno lunga ma più violenta di quella di Evans. Frank è alla ruota del fratello, che dunque non è tanto intenzionato a fare la differenza, quanto piuttosto a mantenere il margine di vantaggio. Dopo quasi 207 km di gara, verso la conclusione della quinta e ultima salita di giornata, però, anche una trenata non volta a staccare tutti può fare la differenza, e i due corridori della Saxo se ne vanno tutti soli. Sastre prova a reagire, ma si deve sedere dopo 50 metri, Soler nemmeno tenta la replica, stremato com'è dagli orma 200 km di fuga. Frank e Andy si involano verso la gloria a 3 km e mezzo dal traguardo di Courchevel, proprio mentre dietro la maglia gialla è in difficoltà. A questo punto Sastre vede la maglia gialla, perché Contador non pare decisamente in grado di recuperare 2' negli ultimi chilometri, ma ora Andy Schleck potrebbe rappresentare la più seria minaccia per il ritorno in maglia gialla dell'uomo di Avila.
Evans intanto insiste, non gli sembra vero di essere passato da attaccato ad attaccante. Contador però non è in crisi, si piega ma non si spezza. Il madrileno resta lì, ad un pugno di secondi, il suo distacco aumenta ma molto lentamente. Anche Sanchez, a 2 km e mezzo dal traguardo perde contatto. Sotto lo striscione dei -2, Evans passa a 3'20'' dalla testa della corsa, in compagnia di Menchov, a con 13'' su Contador. Proprio in quello che sembra essere il momento migliore dell'australiano, però, dal nulla, parte Denis Menchov.

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Il russo parte forte, Evans sembra sorpreso. Cadel prova ad accodarsi, ma la sparata del russo è tanto inattesa quanto violenta. Il distacco tra i due è inizialmente di appena una decina di metri, ma si dilata via via: 15, 20, 30, 40 metri. Menchov se ne va. Evans non si pianta, perché il suo grande rivale è sempre dietro di lui, ma a questo punto anche Menchov, anzi soprattutto Menchov, può pensare di guadagnare parecchio nei confronti della maglia gialla. In testa alla corsa, intanto, Frank Schleck e Andy Schleck danno vita ad una sorta di mini Trofeo Baracchi in salita, dandosi cambi regolari, entrambi perennemente sui pedali per tentare di ribaltare il Tour. In classifica Andy è dietro a Sastre di 47'', perciò è difficile che possa vestirsi di giallo, ma il podio virtuale è ormai ampiamente alla sua portata. Tra due ali di folla, è Andy a guidare la coppia sotto lo striscione dell'ultimo chilometro, rimpiazzato da Frank agli 800 dall'arrivo. Quindi ancora Andy a condurre, poi Frank rilancia secco ai 300 dall'arrivo. Non è un allungo, né tanto meno una volata per tentare di strappare la tappa al fratello. Frank lancia Andy verso il secondo successo di tappa in questo Tour, dopo quello di Arette. Il più giovane dei fratelli passa a condurre a 100 metri dal traguardo, e non cederà più la testa. Andy Schleck, dopo 210 km di battaglia, 5 salite, 5000 metri di dislivello, trionfa sul traguardo di Courchevel.

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L'arrivo in parata dei fratelli è completato dal 2° posto di uno strepitoso Frank Schleck, cui va, considerando l'incredibile lavoro svolto anche prima dell'ultima salita, il premio di MVP della giornata. Il 3° posto va a Carlos Sastre, che rende 30'' ad Andy Schleck. Un distacco forse inatteso per il fresco vincitore di Jafferau, ma sufficientemente contenuto per consentire al corridore di Avila di vestirsi di giallo, considerando le notizie che arrivano da dietro. 8'' più tardi è Juan Mauricio Soler Hernandez a tagliare il traguardo in 4a posizione. All'ultimo chilometro, Martinez ha incredibilmente staccato Armstrong con una volata lunghissima, e giunge 5° a 1'11'', con il texano 6° a 1'18''. A 1'43'' arriva Leipheimer, mentre Vandevelde, che, mentre Evans staccava Contador e gli Schleck si involavano, lontano dall'occhio delle telecamere, ha staccato Gerdemann, taglia 8° a 2'02''. Gerdemann riprende nel finale Moncoutié, e lo anticipa, senza volata, sul traguardo, a 2'22''. 2'33'' il ritardo di Kirchen, che ha chiuso forte e ha staccato nel finale Rogers. Seeldrayers perde 3'01'', Zubeldia 3'09''. Menchov guadagna 15'' su Evans, perdendo 3'15'' contro i 3'30'' dell'australiano. Sanchez accusa un distacco di 3'42'', contro i 3'51'' di Contador e Kreuziger, rientrato sul madrileno. Pereiro e Cobo, saliti regolari, raggiungono e staccano Kloden, chiudendo a 4'10'', contro i 4'22'' di Kloden. Karpets taglia 4'51'' dopo il vincitore, e grazie ad un'accelerazione ai 250 dall'arrivo stacca di 2'' uno stremato Vincenzo Nibali. 10'' più tardi arriva Ivan Basso, in compagnia di Taaramae, 32'' prima di Van den Broeck. La classifica del Tour è ora sconvolta, ma le montagne non sono finite: dopo il giorno di riposo, nella Albertville - Annecy, ci sarà ancora terreno per attaccare.

CLASSIFICA DI TAPPA:
1° Andy SCHLECK
2° Frank SCHLECK s.t.
3° Carlos SASTRE CANDIL +30‘‘
4° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +38’’
5° Egoi MARTINEZ DE ESTEBAN +1’11’’
6° Lance ARMSTRONG +1’18’’
7° Levi LEIPHEIMER +1’43’’
8° Christian VANDEVELDE +2'02’’
9° Linus GERDEMANN +2’22’’
10° David MONCOUTIE +2’22’’

Kim KIRCHEN +2’33’’
Michael ROGERS +2’50’’
Kevin SEELDRAYERS +3’01’’
Haimar ZUBELDIA +3’09’’
Denis MENCHOV +3’15’’
Cadel EVANS +3’30’’
Samuel SANCHEZ GONZALEZ +3’42’’
Alberto CONTADOR +3’51’’
Roman KREUZIGER +3’51’’
Oscar PEREIRO SIO +4’10’’
Juan José COBO +4’10’’
Andreas KLODEN +4’22’’
Vladimir KARPETS +4’51’’
Vincenzo NIBALI +4’53’’
Ivan BASSO +5’03’’
Rein TAARAMAE +5’03’’
Jurgen VAN DEN BROECK +5’35’’

CLASSIFICA GENERALE:
1° Carlos SASTRE CANDIL
2° Andy SCHLECK +17’’
3° Lance ARMSTRONG +1’02’’
4° David MONCOUTIE +1’21’’
5° Alberto CONTADOR +1’28’’
6° Cadel EVANS +2’16’’
7° Denis MENCHOV +2’41’’
8° Roman KREUZIGER +5’02’’
9° Samuel SANCHEZ GONZALEZ +5’13’’
10° Frank SCHLECK +5’36’’
11° Andreas KLODEN +5’46’’
12° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +7’48’’
13° Christian VANDEVELDE +9’00’’
14° Kim KIRCHEN +9’03’’
15° Vincenzo NIBALI +9’38’’
16° Oscar PEREIRO SIO +11’04’’
17° Juan José COBO +11'24’’
18° Linus GERDEMANN +11’25’’
19° Vladimir KARPETS +13’21’’
20° Levi LEIPHEIMER +13’34’’
21° Michael ROGERS +16’17’’
22° Ivan BASSO +17’57’’
23° Jurgen VAN DEN BROECK +21’13’’
24° Rein TAARAMAE +21’16’’
25° Kevin SEELDRAYERS +22’48’’
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Re: 16° Tappa: Bardonecchia - Courchevel

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CLASSIFICA A PUNTI:
1° Andy SCHLECK 100
2° Oscar FREIRE GOMEZ 83
3° Alberto CONTADOR 78
4° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 75
5° Thor HUSHOVD 74
6° Mark CAVENDISH 72
7° Daniele BENNATI 69
8° Carlos SASTRE CANDIL 69
9° Tyler FARRAR 53
10° Frank SCHLECK 48

Fabian CANCELLARA 47
Sylvain CHAVANEL 45
Cadel EVANS 39
Heinrick HAUSSLER 38
Lance ARMSTRONG 37
Mikhail IGNATIEV 37
Koldo FERNANDEZ DE LARREA 32
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 31
David ZABRISKIE 30
Denis MENCHOV 28
Gert STEEGMANS 28
Gerald CIOLEK 28
Andreas KLODEN 27
Roman KREUZIGER 26
Edvald BOASSON HAGEN 26
Felix CARDENAS 26
Greg VAN AVERMAET 25
Jens VOIGT 25
Andrey AMADOR BIPKAZACOVA 24
Samuel DUMOULIN 22
Filippo POZZATO 22
Leonardo DUQUE 22
Benat INTXAUSTI 20
Dominique ROLLIN 20
Murilo FISCHER 19
George HINCAPIE 16
Kurt Asle ARVESEN 16
Peter VELITS 15
Fabian WEGMANN 14
Juan Antonio FLECHA 12
Giampaolo CHEULA 11
Tom BOONEN 11
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Sergey LAGUTIN 10
Carlos BARREDO 10
Egoi MARTINEZ DE ESTEBAN 8
Vladimir KARPETS 8
Frederik WILLEMS 8
Alessandro BALLAN 8
Christian VANDEVELDE 6
Ryder HESJEDAL 6
Koos MORENHOUT 6
Christian KNEES 6
Maxime MONFORT 6
Marcel SIEBERG 6
Yaroslav POPOVYCH 6
Stuart O’GRADY 6
Mikel ASTARLOZA 6
Wim STROETINGA 6
Julien EL FARES 6
Johannes FROHLINGER 6
Haimar ZUBELDIA 5
Mickael BOURGAIN 5
Alberto CONTADOR 5
Levi LEIPHEIMER 4
Kevin SEELDRAYERS 4
Juan José COBO 4
Kim KIRCHEN 4
Samuel DUMOULIN 4
Gustav ERIK LARSSON 4
Kasten KROON 4
Daniel MORENO FERNANDEZ 4
Cyril DESSEL 4
Daniele RIGHI 4
Matthew LLOYD 4
David MONCOUTIE 3
Linus GERDEMANN 3
Martijn MAASKANT 3
Inigo LANDALUZE 3
Vincenzo NIBALI 3
Steven COZZA 3
Dean MARTIN 2
Igor ANTON 2
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 2
Christian VANDEVELDE 2
Chris FROOME 2
Sandy CASAR 2
Fabio SABATINI 2
Yoann LE BOULANGER 2
John LEE AUGUSTYN 2
Igor ANTON 1

CLASSIFICA SCALATORI:
1° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 201
2° Haimar ZUBELDIA 171
3° Andy SCHLECK 163
4° Carlos SASTRE CANDIL 136
5° Alberto CONTADOR 118
6° David DE LA FUENTE 103
7° Cadel EVANS 76
8° Frank SCHLECK 60
9° Rein TAARAMAE 57
10° Johannes FROHLINGER 56

Koos MORENHOUT 53
Denis MENCHOV 50
Felix CARDENAS 38
Roman KREUZIGER 38
Lance ARMSTRONG 37
Fabian WEGMANN 33
John Lee AUGUSTYN 33
Levi LEIPHEIMER 28
Egoi MARTINEZ DE ESTEBAN 28
Yaroslav POPOVYCH 28
Serge PAUWELS 23
Mikel ASTARLOZA 22
Kansantsin SIUTSOU 19
Kevin SEELDRAYERS 17
Volodymir GUSTOV 16
Inigo LANDALUZE 15
Amael MOINARD 14
Juan Manuel GARATE 14
Daniel MORENO FERNANDEZ 13
Leonardo DUQUE 12
Sylvain CHAVANEL 12
Kim KIRCHEN 12
Mikhail IGNATIEV 11
Christian VANDEVELDE 10
Markus FOTHEN 10
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
José Angel GOMEZ MARCHANTE 9
Sandy CASAR 9
Pietro CAUCCHIOLI 9
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 8
Chris FROOME 8
Alessandro BALLAN 7
Matthew LLOYD 7
David MONCOUTIE 6
Linus GERDEMANN 6
Laurens TEN DAM 6
Jurgen VAN GOOLEN 6
Vincenzo NIBALI 6
Julien EL FARES 5
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 5
Andreas KLODEN 4
Leonardo DUQUE 4
Carlos BARREDO 4
Juan Antonio FLECHA 3
Cyril DESSEL 3
Pierrick FEDRIGO 3
Thomas VOECKLER 3
Alan PEREZ 3
Ryder HESJEDAL 2
Joost POSTHUMA 2
Alejandro VALVERDE 2
Jens VOIGT 2
Igor ANTON 2
Iker CAMANO 2
Thor HUSHOVD 2
Kevin SEELDRAYERS 1
Maxime MONFORT 1
Dominique ROLLIN 1
Nicolas JALABERT 1
Steve COZZA 1
Giampaolo CHEULA 1
Paolo LONGO BORGHINI 1
Kurt Asle ARVESEN 1
Sergey LAGUTIN 1
Christophe LE MEVEL 1

CLASSIFICA GIOVANI:
1° Andy SCHLECK
2° Roman KREUZIGER +4’45‘‘
3° Vincenzo NIBALI +9’21‘‘
4° Rein TAARAMAE +20’59‘‘
5° Kevin SEELDRAYERS +22’31‘‘
Direttore di corsa.
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