19° Tappa: Digione - Digione (ITT)

Il percorso della seconda edizione, partita da Nantes e che vide trionfare Cadel Evans

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19° Tappa: Digione - Digione (ITT)

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19a TAPPA: (cronometro individuale) DIGIONE - DIGIONE 45 km

Gli ultimi 45 km, la tappa della verità. Potrà essere solo la sottolineatura sul dominio della Grand Boucle da parte di un singolo, o potrà essere il palcoscenico di una battaglia all' ultima pedalata tra tanti corridori in lizza per il podio di Parigi. Viene dopo una crono fiume, viene dopo Pla d'Adet, viene dopo il Ventoux, viene dopo lo Jafferau, ma soprattutto viene, e viene di 45 km. I distacchi nell' ultima crono, è vero, si appiattiscono, ma se un cronoman dovesse recuperare uno o due minuti ad uno scalatore, avrebbe di che sperare. Guadagnano 2" su un avversario, a fine tappa gli si rifilerebbe 1'30". Interessante sarà assistere al comportamento dei big sulla Cote d' Etaules (3 km al 6,3 %), al km 17, sulla quale verrà piazzato il primo intertempo: arrivare in cima con le gambe già prostrate e scoprire di non essere riusciti a guadagnare niente o ,in caso contrario, di essere già notevolmente dietro, potrebbe compromettere irrimediabilmente gli sforzi di 3000 km di corsa.

GPM: Cote d’Etaules (4a categoria, 489 m, 3 km al 6,3%, km 17)
INTERMEDI: Rue du Val Suzon (km 18), Rue Albert Remy (km 36)


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Re: 19° Tappa: Digione - Digione (ITT)

Messaggio da emmea90 »

E' il giorno che decide il Tour de France 2009. La classifica è ancora cortissima, probabilmente lo sarà anche dopo questa prova contro il tempo, ma nella tappa conclusiva a Parigi non ci sarà spazio per recuperare, complice l'assenza di abbuoni. A meno di guai meccanici o di sfortuna, chi vestirà il giallo sul traguardo di Digione sarà il vincitore della 96a edizione della Grande Boucle.

La prima prova degna di nota, anche se solo in ottica successo di tappa, e non certo per ambizione alla classifica generale, è quella di David Zabriskie.

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L'americano della Garmin parte presto, quando ancora la pioggia, che già nubi più nere che grigie minacciano, non ha ancora iniziato a cadere sul percorso. La sua è una partenza lanciata, che dopo 18 km gli frutta il miglior tempo, in 23'25'', poco dopo il GPM della Cote d'Etaules (489 m), 3 km al 6,3%, il cui punteggio verrà assegnato in base ai tempi di scalata. 18 km più tardi, Zabriskie transita in 43'59'' al 36° chilometro, facendo registrare ancora una volta il miglior rilevamento intermedio. L'americano ha ancora la forza di sprintare sul traguardo d Digione, fissando un tempo finale di 53'42''. Un eccellente tempo, anche se non è detto che possa bastare per ambire alla vittoria.

Se Cancellara parte così presto, così poco dopo di lui, Zabriskie può quasi ritenersi fortunato. Saprà subito se il dente gli farà male e, se proprio dovesse già scalare una posizione nella classifica di tappa, almeno non si sarà nutrito di vane illusioni. L' altro, Fabian, è invece tranquillissimo. E' consapevole della sua forma, vuole forse portare anche l'assalto a Parigi, come nella scorsa edizione, vuole fare un po' alla Hushovd e vincere prima e seconda tappa del Tour, ma è anche consapevole di essere in stato di grazia e di mulinare in posizione aereodinamica come nessun altro in questa Grand Boucle.

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Solo il profilo, solo la posizione, sembrano conferirigli già uno, due kilometri orari di velocità in più rispetto agli altri. Fabian decide però di confermare l' impressione: parte deciso, mangia le curve e i rettlinei ma affronta forse con un po' di riserva la Cote d' Etaules, intenzionato a sprigionare tutti i suoi watts in tratti più incilini ad incidere sul tempo. 7 i secondi di ritardo da Dave Zabriskie al primo intertempo. Senza spremersi eccessivamente neppure nella pianura successiva al GPM, il diretto di Berna si fionda però nella alquanto pedalabile discesa, volando in picchiata al secondo intertempo, 9 km dal traguardo: gap immutato, 9 km però per ricucirlo. Forse, però, Fabian non avrebbe dovuto ritardare lo sforzo di altri 30 km oltre ad i circa 3000 già affrontati sulle strade di Francia. Fabian va sì forte, ma non decolla. Il ritmo non è quello impressionante, ad esempio, del prologo ed anzi lo svizzero rilancia spesso dopo le curve, non conformemente al suo stile. Il tic-tac al traguardo sarà inflessibile: solo 3" recuperati a Zabriskie negli ultimi 9 km, l'americano è ancora primo.


Dopo i rilevantissimi tempi di Cancellara e Zabriskie in ottica di tappa, i nuovi motivi di interesse vengono forniti dai primi degli ultimi 25 corridori a partire: Kevin Seeldrayers ha impiegato 2'40" in più di Zabriskie per coprire i 45 kilometri della prova odierna, Rein Taaramae +4'03", Jurgen Van den Broeck + 3'40", Rogers, soprattutto dopo il primo intertempo, sembrava poter insidiare la prima piazza di Zabriskie ma ha poi concluso con 34" dal corridore Garmin, mentre interessante il +2'02" di Ivan Basso. Positive anche le prove di Vladimir Karpets (+47") e di Levi Leipheimer (+16", gap limato notevolmente nel finale). 1'01" per Pereiro, 2'03" per Cobo, 1'20" per Kirchen, 1'02" per Gerdemann, 1'06" per Nibali, 54" per Vandevelde, 5'20" per Soler (che ha però dato tutto sulla Cote d' Etaules, agguantando il miglior tempo parziale su Basso e Zubeldia), 4'18" per Frank Schleck. E' quindi la volta di un giovanissimo che ha però concluso il Tour in calando, parabola diametralmente opposta a quella intrapresa dall' avversario principale per la maglia bianca Andy Schleck: Roman Kreuziger.

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Per sua fortuna, il corridore della Repubblica Ceca non deve temere nessun tempo insidioso che possa portargli l'assalto alla decima piazza: la top ten risulta quindi al sicuro ma probabile riuscita potrebbe anche ottenere un attacco alle due posizioni che lo precedono dal momento che Kloden è a 27" e Samuel Sanchez ad 1'. Roman parte, perciò, forse determinato a richiamare tutte le energie restanti per questa ultima prova, ma dopo 4 km percorsi dal corridore Liquigas, scendono le prime gocce di pioggia. Nulla di troppo scoraggiante per il 2° nella speciale classifica dei giovani, che in Rue du Val Suzon, dopo un discreto tempo di scalata della Cote d' Etaules (migliore tra i big sinora partiti) paga solo 9" a Zabriskie. La pedalata di Roman non è però così tanto convincente anche nella pianura a seguire e le doti di discesista di Kreuziger non sono nulla più che discrete e in Rue Albert Remy paga 43" a Zabriskie. Kreuziger ha però tanta, tantissima forza di volontà, conferitagli forse anche dalla maglia bianca che avrebbe potuto indossare, vestendo Andy quella gialla. Roman viaggia alla stessa velocità di Zabriskie, forse anche alla stessa di Cancellara, tempone: +42" dal primo.


La prestazione di Kloden sarà quindi ora interessante non solo per la vittoria di tappa, avendo il tedesco vinto la prima cronometro di questa Grand Boucle, ma anche per quanto riguarda la generale dato che Samuel Sanchez è lì, così come Kreuziger che insegue forte di un tempo rilevantissimo.

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Il tedesco parte però forte, fortissimo e al primo intertempo non si limita a fugare ogni dubbio riguardo le sue abilità a crono in questo Tour, ma lo polverizza: + 3" da Zabriskie ed ora attenzione a lui anche per il successo parziale. Kloden pedala agilissimo in pianura, forse per non rischiare di incanalare troppo acido lattico in seguito allo sforzo in salita: +13" da Zabriskie dopo 36000 metri di prova. Il corridore Astana sembra ormai aver ricevuto quanto più poteva chiedere da questa prova che probabilmente sente di non poter neppure vincere. Gestisce allora le energie per un lungo sprint nei 400 metri finali che gli vale un meritato +15" da Zabriskie, 3a piazza provvisoria.

E' ora la volta dell'8° della classifica generale, altro uomo da prove contro il tempo, anche se probabilmente non un papabile alla vittoria di giornata: Samuel Sanchez Gonzalez, capitano della Euskaltel, ex maglia gialla in questa Grande Boucle.

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La partenza dell'iberico è estremamente coraggiosa, nel tentativo di difendere la posizione rispetto ad Andreas Kloden. Dopo 18 km, Sanchez è addirittura appena 4'' dietro Zabriskie, certamente dovuti più alla pioggia che non ad una effettiva superiorità dell'americano. Anche al secondo intermedio il tempo è notevole, anche se il divario rispetto all'attuale capoclassifica cresce: 25''. Gli ultimi 9 km sono però tremendi per Sanchez, che ha palesemente esagerato nella prima parte. Lo spagnolo perde fluidità nella pedalata, sente l'acido lattico salirgli fino alle orecchie, conta le centinaia di metri che mancano al traguardo, dà di spalle. Alla fine, in ogni caso, Sanchez fa registrare un dignitosissimo 54'41'', con 59'' di distacco rispetto a Zabriskie; il problema per lo spagnolo è però il sorpasso subito da parte di Kloden, che lo precede ora in graduatoria per 11''. Peccato, ma un applauso al coraggio Samuel se lo merita tutto.


Dopo Sanchez è quindi la volta del 7° in generale: un Menchov venuto fuori soprattutto in queste ultime tappe del Tour, specie salendo verso Courchevel dove è stato, finalmente, in grado di staccare Evans e Contador. Troppo tardi e troppo poco, però, per Denis che dovrebbe riuscire nella epica impresa di recuperare 2'45" ad Andy Schleck, 1'34" a Contador e 1'36" a Cadel Evans per sperare di vincere la Grand Boucle. Decisamente troppo, ed anche il podio sembra lontano a 2'31".

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Il russo però ci vuole credere, almeno ci vuole provare e parte forse addirittura in quinta, come Di Luca contro di lui al Giro, essendo forse consapevole di quanto un super intertempo possa influire psicologicamente sugli altri corridori. Il suo tempo di scalata sulla Cote d' Etaules è secondo solo a Soler, l'intertempo straordinario: -2" da Zabriskie. Un po' tutti appaiono però scettici di fronte ad una prova simile del leader Rabobank che già nella crono finale del Tour di tre anni fa era partito in tromba per poi concludere addirittura fuori dai 10. Ed effettivamente i successivi 14 kilometri sono in calando e Denis accusa un ritardo di 13" da Dave Zabriskie. Denis innesta il rapportone per gli ultimi 9000 metri di sforzo, per dimostrare che lui, questo Tour, avrebbe forse potuto anche vincerlo, o quantomeno concluderlo sul podio. Ventisette secondi il passivo dal primo.


Sono centoventotto i secondi che lo separano dalla maglia gialla, mai agguantata in questo Tour, in questa competizione dove lui era solito farla sua già dalle prime tappe. Lance avrà forse pensato, magari sulle rampe sterrate dello Jafferau, magari lungo gli interminabili Tourmalet e Galibier, magari sulla Cret de Chatillon dove ha accusato un pesante ritardo che ne ha compromesso le, sino a quel momento corpose, chances di vittoria finale "Perché sono ritornato? Chi me l'ha fatto fare?". L'avrà pure potuto pensare, ma ormai non può tornare più indietro, come avrebbe potuto fare quattro-cinque anni fa, quando il vantaggio sugli inseguitori era tale da poter giocare coi cronometristi. Ora, vuole dimostrare che neppure l'età ha intaccato la sua forza, che Lance Armstrong è forte sempre, che può correre un Tour da protagonista anche a 40 anni.

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Le Roi Americain vuole davvero rifar suo il Tour, per l' ottava volta, la più speciale. Scambierebbe, forse, uno dei suoi sette Tour consecutivi anche per un podio, per un terzo posto che quattro anni fa avrebbe considerato come una delusione assoluta ma che oggi varrebbe un' immagine nuova. Lance vuole metterci anche il suo per sfondare: affronta già a ritmo elevatissimo i primi 14 kilometri. Sembra invece scalare di marcia per la Cote d' Etaules, che probabilmente non ritiene abbastanza rilevante a fare il tempo, dopo lo scollinamento è a 7" da Zabriskie. Il texano frantuma però l'asfalto sotto la sua agilissima pedalata tritatutto, disegna ottime traiettorie anche in discesa ed il suo tempo risulta di soli 8" superiore a quello del connazionale Zabriskie. Lance va quindi a giocarsi podio e le flebili speranze residue di vincere la Grand Boucle negli ultimi 9 kilometri. La pedalata è sempre ottima, sempre agilissima, le velocità sempre da capogiro, ma Zabriskie si allontana di altri 3": +11", e se risultassero decisivi?


Dopo Armstrong, si inizia davvero a fare sul serio anche in ottica maglia gialla, entrando in Top 5: è il momento di Alberto Contador, primo dei quattro corridori, se si vuole escludere Moncoutié, che possono pensare di vincere questo Tour.

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Il vincitore del Tour de France 2007, già staccato e beffato lo scorso anno sul Puy de Dome da Alejandro Valverde quando tutti lo davano per quasi certo vincitore della Grande Boucle, non ha alcuna intenzione di perdere un altro Tour dopo esserlo visto quasi in mano, come gli era accaduto dopo Jafferau. Contador spiana la Cote d'Etaules, facendo registrare il miglior tempo sulla salita, e al primo rilevamento cronometrico è addirittura davanti a Zabriskie per 3''. Difficile che il madrileno possa mantenere lo stesso passo fin sul traguardo e vincere la crono, ma probabilmente allo stesso Contador interessa molto poco. Lui è qui per vincere il Tour, e per il momento ci sta riuscendo. Contador transita però al 36° chilometro con un tempo ottimo ma non esaltante, con 28'' di ritardo rispetto a Zabriskie, che peraltro è andato fortissimo nei 9 km conclusivi. Contador, come a volte gli è capitato anche in passato nelle prove contro il tempo, prima fra tutte la crono olimpica di Pechino, ha forse esagerato nei primi chilometri, e va a perdere altri 17'' nel finale rispetto al corridore della Garmin, per un tempo conclusivo di 54'27'', 45'' più lento di Zabriskie. Aspettando Evans, è lui in testa alla classifica.

E parlando dell'australiano, è proprio lui il quartultimo a prendere il via, ancora una volta con la possibilità di prendersi il Tour rimontando a cronometro. Anche lui ha vestito il giallo in questo Tour, ma lo ha ceduto a Moncoutié con una fuga bidone. Oggi, per Cadel c'è la possibilità di riprendersi il primato.

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A dispetto delle attese, Evans non parte a palla. L'australiano va forte ma non fortissimo nei primi 18 km, quelli con la salita, e transita all'intermedio con 14'' di distacco rispetto a Zabriskie. In questo momento, Contador lo sopravanzerebbe. Evans torna però virtualmente davanti a Contador già al 36° chilometro, passando con 25'' di ritardo, 2 meno di quelli accusati dal corridore della Astana. Evans, forse per la prima volta in carriera, si rende conto di avere davvero il Tour ad un tiro di schioppo, e questa volta è deciso a non sciupare quella che potrebbe essere una delle ultime occasioni della sua carriera. Evans spiana gli ultimi chilometri, rischia nelle curve, sfrutta le sue doti di ex biker in fatto di conduzione della bici per tirare ogni singola curva al limite. I suoi ultimi 9 km, malgrado la pioggia, sono eccellenti: appena 5'' persi nei confronti di Zabriskie, 30'' di distacco alla fine, 54'12'', e leadership tra i corridori che hanno già tagliato il traguardo, con 17'' su Contador. Per il 32enne australiano, la Grande Boucle non è mai stata così vicina.

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Tocca quindi al terzo provvisorio della generale: da una settiamana, da Carpentras, sogna il podio, ha forse, anche, sognato il giallo, ma Jafferau e Courchevel gli hanno detto "no". Annecy gli ha ridato speranza, ora David può sognare di gestire quei 55" su Cadel. Il cronometro non si lascia però impietosire, il cronometro non è la visione sfumata di un sogno, il cronometro è la ben definita realtà delle lancette ed il tempo non è nulla di astratto: Moncoutié, al primo intertempo, paga già 1' 15" a Zabriskie. 1'15" che raddoppia a 2'30" dopo 36 kilometri, per sfociare nella disfatta del traguardo: il leader Cofidis saluta ogni sogno di podio, ma sa di aver dato tanto, tantissimo a questo Tour: 4' 05" il ritardo, ma la top ten, almeno quella, come il ricordo fantastico dei giorni "en jaune" è salva.

Sastre e Andy Schleck. Solo due corridori, qualora si superassero in una prova a loro non congeniale, possono privare Evans della più grande gioia della sua carriera. Il primo a provarci è uno specialista dell'ultima settimana, che è forse il maggior indiziato per resistere: Carlos Sastre Candil, capitano della Cervélo Test Team.

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Lo spagnolo parte tranquillo, cercando di gestire le proprie forze nelle battute iniziali. Dopo 18 km, però, il suo distacco nei confronti di Zabriskie è già di 47'', e il vantaggio su Evans, malgrado la salita, è già sostanzialmente dimezzato. Altri 18 km, e il divario tra Sastre e il leader di giornata è di 1'33''. Evans è già virtualmente davanti allo spagnolo, che pur impegnandosi a fondo nel finale non riesce ad impedire il sorpasso da parte dell'australiano, e anche da parte del connazionale Contador. Sul traguardo, Sastre perde 1'55'' da Zabriskie, 1'25'' da Evans, e in classifica, in attesa della prova di Andy Schleck, è 3° a 20'' dall'australiano. Chapeau, comunque, per un corridore che ha dato spettacolo come forse nessun altro in questa Grande Boucle.

Tocca ora al capoclassifica, ultimo a prendere il via: Andy Schleck, l'enfant prodige del ciclismo mondiale, già vincitore quest'anno della Liegi - Bastogne - Liegi, chiamato a compiere un miracolo, resistendo all'assalto di Evans.

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Si vede che il lussemburghese non è uno specialista, la sua pedalata non è quella del mago del tic-tac, è scomposta, dalle frequenze alterne, brutta da vedere per via di un vistoso movimento di spalle. Il lavoro di frequenza di Andy è comunque tutt'altro che malvagio, e gli frutta un tutto sommato contenuto distacco di 40'' dopo 18 km, che gli consente di mantenere virtualmente 43'' su Evans, con ancora 27 km da percorrere. L'australiano ha avuto però una distribuzione dello sforzo decisamente orientata verso la seconda fase di gara, e già l'intermedio successivo parla chiaro: +1'42'' per Schleck, che è virtualmente 8'' dietro Cadel Evans. Impossibile che possa recuperare nel finale, molto difficile che salvi il podio. Il distacco limite sarebbe per lui 1'59''; sul traguardo, pagherà addirittura 2'18'', salvando per un misero secondo la quarta posizione dall'assalto di Lance Armstrong. E' stato un eccellente Tour per il lussemburghese, che per la prima volta in carriera ha vestito il simbolo del primato, che probabilmente negli anni a venire avrà modo di rimettere. Ma oggi, finalmente, dopo anni di piazzamenti e di vittorie mancate, è il giorno di Cadel Evans; a meno di tragiche sorprese nella passerella dei Campi Elisi, il Tour de France 2009 è suo.

CLASSIFICA DI TAPPA:
1° David ZABRISKIE 53’42’’
2° Fabian CANCELLARA +4’’
3° Lance ARMSTRONG +11’’
4° Andreas KLODEN +15’’
5° Levi LEIPHEIMER +16’’
6° Denis MENCHOV +27’’
7° Cadel EVANS +30’’
8° Michael ROGERS +34’’
9° Roman KREUZIGER +42’’
10° Alberto CONTADOR +45’’

Vladimir KARPETS +47’’
Christian VANDEVELDE +54’’
Samuel SANCHEZ GONZALEZ +59’’
Oscar PEREIRO SIO +1’01’’
Linus GERDEMANN +1’02’’
Vincenzo NIBALI +1’06’’
Kim KIRCHEN +1’20’’
Carlos SASTRE +1’55’’
Ivan BASSO +2’02’’
Juan José COBO +2’03’’
Andy SCHLECK +2’18’’
Kevin SEELDRAYERS +2’40’’
Jurgen VAN DEN BROECK +3’40’’
Rein TAARAMAE +4’03’’
David MONCOUTIE +4’05’’
Frank SCHLECK +4’18’’
Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +5’20’’

CLASSIFICA GENERALE:
1° Cadel EVANS
2° Alberto CONTADOR +17’’
3° Carlos SASTRE +20’’
4° Andy SCHLECK +39’’
5° Lance ARMSTRONG +40’’
6° Denis MENCHOV +1’33’’
7° David MONCOUTIE +2’40’’
8° Andreas KLODEN +3’36’’
9° Samuel SANCHEZ GONZALEZ +3’47’’
10° Roman KREUZIGER +4’30’’
11° Christian VANDEVELDE +8’32’’
12° Frank SCHLECK +9’21’’
13° Vincenzo NIBALI +9’33’’
14° Linus GERDEMANN +9’41’’
15° Kim KIRCHEN +10’19’’
16° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ +11’05’’
17° Juan José COBO +11’52’’
18° Oscar PEREIRO SIO +12’01’’
19° Vladimir KARPETS +13’20’’
20° Levi LEIPHEIMER +14’17’’
21° Michael ROGERS +17’52’’
22° Ivan BASSO +18’45’’
23° Jurgen VAN DEN BROECK +23’14’’
24° Rein TAARAMAE +23’40’’
25° Kevin SEELDRAYERS +33’10’’
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CLASSIFICA A PUNTI:

1° Oscar FREIRE GOMEZ 120
2° Andy SCHLECK 101
3° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 81
4° Alberto CONTADOR 81
5° Thor HUSHOVD 74
6° Mark CAVENDISH 72
7° Daniele BENNATI 69
8° Carlos SASTRE CANDIL 69
9° Fabian CANCELLARA 67
9° Samuel SANCHEZ GONZALEZ 56

David ZABRISKIE 55
Tyler FARRAR 53
Lance ARMSTRONG 52
Cadel EVANS 51
Frank SCHLECK 48
Andreas KLODEN 47
Sylvain CHAVANEL 45
Heinrick HAUSSLER 38
Greg VAN AVERMAET 37
Mikhail IGNATIEV 37
Kurt Asle ARVESEN 35
Samuel DUMOULIN 34
Denis MENCHOV 34
Felix CARDENAS 32
Koldo FERNANDEZ DE LARREA 32
Jens VOIGT 31
Gert STEEGMANS 28
Gerald CIOLEK 28
Roman KREUZIGER 28
Edvald BOASSON HAGEN 26
Andrey AMADOR BIPKAZACOVA 24
Linus GERDEMANN 23
Filippo POZZATO 22
Leonardo DUQUE 22
Robert HUNTER 20
Benat INTXAUSTI 20
Dominique ROLLIN 20
Murilo FISCHER 19
David MONCOUTIE 18
Peter VELITS 17
George HINCAPIE 16
Giampaolo CHEULA 15
Fabian WEGMANN 14
Levi LEIPHEIMER 12
Juan Antonio FLECHA 12
Tom BOONEN 11
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
Sergey LAGUTIN 10
Carlos BARREDO 10
Julien EL FARES 9
Johannes FROHLINGER 8
Yaroslav POPOVYCH 8
Egoi MARTINEZ DE ESTEBAN 8
Vladimir KARPETS 8
Frederik WILLEMS 8
Alessandro BALLAN 8
Christian VANDEVELDE 6
Ryder HESJEDAL 6
Koos MORENHOUT 6
Christian KNEES 6
Maxime MONFORT 6
Marcel SIEBERG 6
Stuart O’GRADY 6
Mikel ASTARLOZA 6
Wim STROETINGA 6
Haimar ZUBELDIA 5
Mickael BOURGAIN 5
Alberto CONTADOR 5
Leif HOSTE 4
Jurgen VAN DEN BROECK 4
Kevin SEELDRAYERS 4
Juan José COBO 4
Kim KIRCHEN 4
Samuel DUMOULIN 4
Gustav ERIK LARSSON 4
Kasten KROON 4
Daniel MORENO FERNANDEZ 4
Cyril DESSEL 4
Daniele RIGHI 4
Matthew LLOYD 4
Rein TAARAMAE 3
Martijn MAASKANT 3
Inigo LANDALUZE 3
Vincenzo NIBALI 3
Steven COZZA 3
Michael ROGERS 3
Dean MARTIN 2
Igor ANTON 2
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 2
Christian VANDEVELDE 2
Chris FROOME 2
Sandy CASAR 2
Fabio SABATINI 2
Yoann LE BOULANGER 2
John LEE AUGUSTYN 2
Peter VELITS 1
Igor ANTON 1

CLASSIFICA SCALATORI

1° Juan Mauricio SOLER HERNANDEZ 250
2° Haimar ZUBELDIA 191
3° Andy SCHLECK 163
4° Carlos SASTRE CANDIL 136
5° Alberto CONTADOR 120
6° David DE LA FUENTE 103
7° Cadel EVANS 100
8° Johannes FROHLINGER 86
9° Rein TAARAMAE 69
10° Frank SCHLECK 60

Koos MORENHOUT 53
Denis MENCHOV 50
Felix CARDENAS 48
Yaroslav POPOVYCH 38
Roman KREUZIGER 38
Lance ARMSTRONG 37
Fabian WEGMANN 33
John Lee AUGUSTYN 33
Samuel SANCHEZ GONZALEZ 28
Levi LEIPHEIMER 28
Egoi MARTINEZ DE ESTEBAN 28
Chris FROOME 24
Serge PAUWELS 23
David MONCOUTIE 22
Mikel ASTARLOZA 22
Inigo LANDALUZE 21
Kansantsin SIUTSOU 19
Markus FOTHEN 18
Kevin SEELDRAYERS 17
Volodymir GUSTOV 16
Amael MOINARD 14
Juan Manuel GARATE 14
Daniel MORENO FERNANDEZ 13
Leonardo DUQUE 12
Sylvain CHAVANEL 12
Kim KIRCHEN 12
Julien EL FARES 11
Mikhail IGNATIEV 11
Linus GERDEMANN 10
Christian VANDEVELDE 10
Aleksandr KUSCHYNSKI 10
José Angel GOMEZ MARCHANTE 9
Sandy CASAR 9
Pietro CAUCCHIOLI 9
Leif HOSTE 8
Kurt Asle ARVESEN 8
Jurgen VAN DEN BROECK 8
Oscar FREIRE GOMEZ 7
Andreas KLODEN 7
Alessandro BALLAN 7
Matthew LLOYD 7
Laurens TEN DAM 6
Jurgen VAN GOOLEN 6
Vincenzo NIBALI 6
Igor ANTON 5
José Ivan GUTIERREZ PALACIOS 5
Jens VOIGT 4
Juan José COBO 4
Leonardo DUQUE 4
Carlos BARREDO 4
Juan Antonio FLECHA 3
Cyril DESSEL 3
Pierrick FEDRIGO 3
Thomas VOECKLER 3
Alan PEREZ 3
Ivan BASSO 3
Ryder HESJEDAL 2
Joost POSTHUMA 2
Iker CAMANO 2
Thor HUSHOVD 2
Samuel DUMOULIN 1
Jens VOIGT 1
Maxim IGLINSKY 1
Kevin SEELDRAYERS 1
Maxime MONFORT 1
Dominique ROLLIN 1
Nicolas JALABERT 1
Steve COZZA 1
Giampaolo CHEULA 1
Paolo LONGO BORGHINI 1
Sergey LAGUTIN 1
Christophe LE MEVEL 1

CLASSIFICA GIOVANI (UNDER 25):
1° Andy SCHLECK
2° Roman KREUZIGER + 4'51"
3° Vincenzo NIBALI +8’54‘‘
4° Rein TAARAMAE +23’11‘‘
5° Kevin SEELDRAYERS +32’41‘‘
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