Percorso 2010

Edizione 2010 del Tour de France con partenza dal Lussemburgo ma vittoria di Alberto Contador

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emmea90
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Percorso 2010

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TOUR DE FRANCE: IL PERCORSO

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1a TAPPA: (cronosquadre) LUSSEMBURGO > LUSSEMBURGO 8,4 km

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Per la terza volta nella storia, dopo il 1989 e il 2002, sarà Lussemburgo ad ospitare il Grand Départ del Tour de France. 21 anni fa fu Erik Breukink a vestire la prima maglia gialla, al termine di un prologo di 7 km e 800 metri. Nel 2002, Lance Armstrong aprì in grande stile la caccia alla quarta maglia gialla parigina consecutiva, precedendo Jalabert e Rumsas lungo i 7 km della prova a cronometro individuale d’apertura. Questa volta, il simbolo del primato non sarà messo in palio in un cronoprologo, bensì in una breve cronosquadre di 8400 metri, la cui rampa di partenza sarà collocata in Avenue Marie-Thérèse, di fronte al Parco Edmond Klein. L’arrivo sarà invece posto di fronte al Palais Grand-Ducal, al termine din un percorso molto veloce, che troverà l’unica difficoltà nel breve e pedalabile strappo di Grund, 1100 metri al 3,9% di pendenza media, con vetta a circa 1200 metri dal traguardo. La prima maglia gialla del Tour 2010 andrà al corridore della squadra vincitrice che taglierà per primo la linea bianca. Come sempre, tuttavia, il tempo delle varie formazioni verrà rilevato sul quinto atleta a transitare sul traguardo.
GPM: Grund (4a categoria, 302 m, 1,1 km al 3,9%, km 7,3)
INTERMEDI: Limpertsberg (km 2,5); Grund (km 7,3)


2a TAPPA: LUSSEMBURGO > REIMS 194,5 km

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Prima frazione in linea, e subito prima occasione per i velocisti. Il tracciato sarà infatti piuttosto agevole, anche se molto più nervoso rispetto a quanto l’unico Gran Premio della Montagna - la breve (1,6 km) e pedalabile (4,1% di pendenza media) Côte de Nouart – lascerebbe presagire. Difficile che le formazioni delle ruote veloci del gruppo si lascino sfuggire questa chance, anche se l’assenza di abbuoni non concederà ai velocisti la possibilità di giocarsi anche la maglia gialla. Nella città di una delle cattedrali più belle e celebri di tutta la Francia, il traguardo sarà posto di fronte alla Porte de Mars, arco trionfale romano del III secolo, spettatore d’eccezione di quello che dovrebbe essere il primo sprint di gruppo di questa edizione.
GPM: Côte de Nouart (4a categoria, 293 m, 1,6 km al 4,1%, km 109,2)
TRAGUARDI VOLANTI: Esch-sur-Alzette (km 19); Stenay (km 94); Vouziers (km 136,5)


3a TAPPA: REIMS > NAMUR 197 km

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Terzo giorno di corsa, e secondo sconfinamento. Toccherà questa volta al Belgio, ed in particolare alla città di Namur, accogliere il Tour de France, al termine di una tappa che rappresenterà la prima variazione sul tradizionale tema della prima settimana di Grande Boucle, a base di pianura e volate a ranghi compatti. Dopo aver superato, nella fase centrale della frazione, la Côte des Bas Buttés (4,8 km al 5,7%), ascesa di terza categoria, giunta in terra belga, la corsa affronterà a 44 km dal termine, la Côte de Morville (2,4 km al 5,6%), antipasto di quella che sarà l’ascesa decisiva di questa 3a tappa. Gli ultimi 2 km, infatti, vedranno i corridori impegnati lungo la Route Merveilleuse, che li condurrà fino alla cittadella di Namur. Uno strappo non certo proibitivo (2 km al 5,4%), ma sicuramente sufficiente a sventare la possibilità di un nuovo sprint di gruppo, e ad offrire a molti atleti la possibilità di un attacco alla vetta della classifica. Dopo il Palais Grand-Ducal di Lussemburgo e la Porte de Mars di Reims, la cittadella rappresenterà un altro scenario di forte impatto, che potrà aggiungere qualcosa alle possibili prime schermaglie tra i gradi del Tour.
GPM: Côte des Bas Buttés (3a categoria, 419 m, 4,8 km al 5,7%, km 108,5); Côte de Morville (4a categoria, 295 m, 2,4 km al 5,6%, km 155,5); Namur – Route Merveilleuse (4a categoria, 190 m, 2 km al 5,4%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Rethel (km 42,5); Bogny-sur-Meuse (km 101) ; Hargines (km 122,5)


4a TAPPA: NAMUR > ROUBAIX 213 km

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Da un punto di vista prettamente altimetrico, parrebbe una tappa pressoché irrilevante ai fini della classifica finale, con appena un GPM di 4a categoria, la Côte de Preyat (2 km al 3,8%), lungo i 213 km della frazione. La 4a tappa sarà invece uno degli appuntamenti clou del Tour de France 2010, potenzialmente in grado di lasciare sulla classifica generale dei segni più profondi di quelli generati da un tappone alpino o pirenaico. Circa un terzo degli ultimi 86 km consisteranno infatti in una percorrenza degli ultimi 18 settori di pavé della Parigi – Roubaix, fra i quali spiccano i tratti di Mons-en-Pévèle (km 164,5), Cysoing > Bourghelles (km 186), Bourghelles > Wannehain (km 188,5), Camphin-en-Pévèle (km 193) e, soprattutto, Carrefour de l’Arbre, quest’ultimo ad appena 17 km dalla conclusione. Gli ultimi 750 metri, come nella classica delle pietre, avranno luogo all’interno del Velodromo di Roubaix, come era uso comune nei Tour de France di alcuni decenni fa. All’epoca, i velodromi accoglievano sovente degli sprint a ranghi compatti; scenario che, in questa occasione, ci sentiamo di escludere. Potrebbe non essere necessaria la pioggia perché questi 29 km di pavé riducano il numero dei pretendenti al primato parigino.
GPM: Côte de Preyat (4a categoria, 169 m, 2 km al 3,8%, km 12)
TRAGUARDI VOLANTI: Charleroi (km 39,5); Mons (km 77); Cysoing (km 186)
SETTORI PAVE: Hornaing > Wandignies (3,7 km, ***, km 130,5); Warlaing > Brillon (2,4 km, ***, km 138); Tilloy > Sars-et-Rosières (2,4 km, ***, 141,5); Beuvry-la-Foret > Orchies (1,4 km, ***, km 148); Orchies (1,7 km, ***, km 152,5); Auchy-les-Orchies > Bersée (2,6 km, ***, km 159); Mons-en-Pévèle (3 km, *****, km 164,5); Mérignies > Pont-à-Marcq (0,7 km, **, km 170,5); Pont-Thibaut > Ennevelin (1,4 km, ***, km 173,5); Templeuve-l’Epinette (0,2 km, *, km 179); Le Moulin de Vertain (0,5 km, **, km 179,5); Cysoing > Bourghelles (1,3 km, ****, km 186); Bourghelles > Wannehain (1,1 km, ****, 188,5); Camphin-en-Pévèle (1,8 km, ****, km 193); Carrefour de l’Arbre (2,1 km, *****, km 196); Gruson (1,1 km, **, km 198); Hem (1,4 km, *, km 205); Roubaix (0,3 km, *, km 211)


5a TAPPA: ROUBAIX > COMPIEGNE 176 km

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Ogni anno, gli eroi delle pietre prendono le mosse da Compiègne alla volta di Roubaix, per la regina delle classiche. Non si ha invece notizia, ad oggi, di una Roubaix > Compiègne, dal momento che trent’anni fa, in occasione dell’unico arrivo di tappa a Compiègne nella storia del Tour de France, la partenza era fissata a Lille. Nel 1980, la vittoria arrise a Jean-Louis Gauthier, grazie ad una lunga fuga; difficile ipotizzare un analogo epilogo per questa frazione, dal momento che la maggior parte dei velocisti vi arriverà dopo due giorni avari di possibilità e soddisfazioni. Il profilo della tappa strizza peraltro chiaramente l’occhio alle ruote veloci del gruppo, che ben difficilmente si faranno intimidire dai 1700 metri al 3,1% della Côte de Baugy, unico GPM in programma, benché posto ad appena 6 km dalla linea bianca. L’ostacolo più significativo ad una volata a ranghi compatti potrebbe semmai essere rappresentato dalle molte curve che caratterizzeranno i chilometri finali, fino al traguardo di Rue Hyppolite Bottier.
GPM: Côte de Baugy (4a categoria, 99 m, 1,7 km al 3,1%, km 170)
TRAGUARDI VOLANTI: Seclin (km 24); Bapaume (km 86,5); Roye (km 137)


6a TAPPA: COMPIEGNE > TROYES 181,5 km

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Sarà un’altra frazione sulla carta per velocisti quella che collegherà Compiègne a Troyes l’8 luglio prossimo, lungo 181,5 km dal profilo non particolarmente inquietante. L’unico GPM in programma, classificato più che altro per favorire una certa combattività nei primi chilometri di gara, da parte di chi andrà in caccia della maglia a pois nella prima settimana, sarà quello della Côte de Béthancourt-en-Valois, dente di 1500 metri, con una pendenza media del 3,7%. In attesa delle molte difficoltà che animeranno le settimane successive, gli sprinter faranno meglio a non lasciarsi sfuggire opportunità come questa nei primi giorni di gara, e saranno favoriti, nella loro caccia ai fuggitivi della prima ora, dal terreno degli ultimi 50 km, ancor più agevoli, se possibile, rispetto ai primi 130. Il traguardo sarà posto in Boulevard Georges Pompidou, probabile teatro di un ulteriore battaglia tra gli uomini veloci del Tour.
GPM: Côte de Béthancourt-en-Valois (4a categoria, 122 m, 1,5 km al 3,7%, km 18,5)
TRAGUARDI VOLANTI: La Ferté-sous-Jouarre (km 65,5); La Ferté-Gaucher (km 91,5); Romilly-sur-Seine (km 139)


7a TAPPA: TROYES > NANCY 197,5 km

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Dopo due giorni in cui, sulla carta, non dovrebbero faticare troppo a garantirsi la possibilità di giocarsi la vittoria allo sprint, i velocisti saranno invece chiamati a guadagnarsi con i denti questa terza chance consecutiva, in Rue de Mon-Désert a Nancy. Dopo una prima fase di gara relativamente agevole, che parrebbe il preludio ad un nuovo, probabile arrivo a ranghi compatti, il gruppo dovrà infatti affrontare, negli ultimi 25 km, due salitelle di 4a categoria, che non causeranno certamente sconquassi in classifica generale, ma che potrebbero essere validi trampolini di lancio per qualche coraggioso. Superata, a 22 km dal termine, la Côte de Thuilley-aux-Groseilles, 2 km al 4,5%, sarà soprattutto la Côte de Chavigny, con i suoi 2500 metri di ascesa al 4,7% di pendenza media, posta ad appena 7 km dalla linea bianca, ad accendere la fantasia degli attaccanti, che saranno favoriti anche dai 2 km e mezzo di falsopiano in cima, prima della discesa vera e propria. Sarà dunque molto complessa, per le formazioni degli sprinter, l’organizzazione dell’inseguimento, con la pianura che tornerà protagonista soltanto nei 3 km finali. Forse troppo poco perché si assista ad una nuova volata di gruppo.
GPM: Côte de Thuilley-aux-Groseilles (4a categoria, 382 m, 2 km al 4,5%, km 175,5); Côte de Chavigny (4a categoria, 370 m, 2,5 km al 4,7%, km 190,5)
TRAGUARDI VOLANTI: Vendreuvre-sur-Barse (km 32); Bar-sur-Aube (km 54,5); Liffol-le-Grand (km 130)


8a TAPPA: LUNEVILLE > CERNAY 235 km

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In molti altri Tour de France, si sarebbe detto «si inizia a fare sul serio». In realtà, alla vigilia di questa 8a tappa, la Grande Boucle sarà già decisamente viva, ma i Vosgi offriranno comunque l’occasione per primo grande test in montagna per chi aspira alla maglia gialla di Parigi. Le difficoltà non si presenteranno immediatamente, ma attenderanno il 75° chilometro, quando la strada inizierà a salire dolcemente verso i 1144 metri del Col du Calvaire, 21 km di ascesa al 3,3%, prima e meno impegnativa salita di giornata.

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Di fatto, la corsa si accenderà a circa 95 km dal traguardo, quando i corridori approcceranno il Col du Petit Ballon, 11,6 km di scalata al 6,7% di pendenza media. Dati che non rendono pienamente giustizia alla difficoltà del colle, poiché su di essi pesano i primi 1700 metri, sostanzialmente pianeggianti, senza i quali l’altimetria parlerebbe di 9,9 km al 7,7%.

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A 66 km dal traguardo, sarà dunque la volta del Col du Platzerwasel, salita di 10 km e 500 metri, le cui pendenze, mediamente del 6,7%, schizzano all’8,4% se si considerano soltanto gli ultimi 6 km.

(Solo ultimi 10,5 km)
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Dopo la discesa, un tratto di falsopiano tendente a scendere accompagnerà i corridori a Saint-Amarin, dove, a 36 km circa dal traguardo, approcceranno l’ultima e più dura salita di giornata, quella che condurrà ai 1343 metri del Col du Grand Ballon, al termine di 12,7 km al 7,3% di media (punte del 13-14%).

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La vetta sarà a 22 km e mezzo dal traguardo, posto al termine di una discesa a tratti piuttosto ripida, intramezzata da un tratto di 7 km vallonati.
In generale, qualsiasi epilogo appare possibile, per una frazione che si presta ad offensive di qualsiasi genere. Le fughe del mattino potrebbero essere favorite dalla difficoltà del gruppo di organizzare un inseguimento su un terreno così mosso; il Petit Ballon o il Platzerwasel potrebbero essere trampolini ideali per chi volesse accendere la corsa da lontano, magari per recuperare quanto perso sul pavé. E anche nel caso in cui nessuno se la sentisse di correre rischi sin dai Vosgi, il Grand Ballon sarà comunque il probabile teatro del primo scontro in montagna fra i grandi del Tour.
GPM: Col du Calvaire (2a categoria, 1144 m, 21 km al 3,3%, km 96); Col du Petit Ballon (1a categoria, 1163 m, 11,6 km al 6,7%, km 150,5); Col du Platzerwasel (1a categoria, 1193 m, 10,5 km al 6,7%, km 169); Col du Grand Ballon (1a categoria, 1343 m, 12,7 km al 7,3%, km 212,5)
TRAGUARDI VOLANTI: Rambervillers (km 35); Orbey (km 107); Ranspach (km 198)


9a TAPPA: (cronometro individuale) CERNAY > MULHOUSE 30,6 km

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Subito dopo le prime montagne, ecco la prima cronometro individuale del Tour. Il chilometraggio non è particolarmente imponente, ma il percorso completamente piatto, unito alla freschezza di cui ancora godranno i corridori al termine della prima settimana, per quanto impegnativa, dovrebbero consentire agli specialisti di mettere da parte un discreto margine di vantaggio. Nessuna difficoltà particolare si frapporrà fra Cernay e l’arrivo in Rue Lefebvre a Mulhouse, in occasione di una frazione che potrebbe non solo consentire ai cronomen di recuperare quanto perso il giorno precedente, ma anche di mettere da parte un certo margine in vista delle molte montagne ancora in programma.
GPM: /
INTERMEDI: Aspach-le-Bas (km 7,2); Burnhaupt-le-Bas (km 14,1); Heimsbrunn (km 20,2)


RIPOSO

10a TAPPA: VIENNE > L’ALPE-D’HUEZ 183 km

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I corridori faranno bene a godersi il primo giorno di riposo, fissato per lunedì 12 luglio, a dispetto del trasferimento da Mulhouse a Vienne, perché il giorno successivo sarà già tempo di Alpi, con il primo arrivo in quota della Grande Boucle 2010. Lo scenario prescelto sarà il più affascinante in assoluto, la salita simbolo del Tour de France, quell’Alpe-d’Huez che offrirà al vincitore la possibilità di affiancare nomi quali Coppi, Zoetemelk, Hinault, Bugno, Pantani e Armstrong. Quest’ultimo potrebbe addirittura puntare a divenire il primo uomo nella storia a trionfare per tre volte sull’Alpe, distanziando gli stessi Zoetemelk, Bugno e Pantani, oltre a Hennie Kuiper, fermi a quota due (i successi di Bugno e Kuiper furono consecutivi).
Ci vorranno oltre 100 km per far entrare nel vivo la corsa, ma quando ciò avverrà, a Vizille, a 80 km dal traguardo, il Tour si dirigerà verso il primo grande giudice di questa edizione. La prima ascesa, la più ripida di giornata, sarà la Côte de Laffrey, 7,1 km per una pendenza media dell’8,8%.

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Le rampe, che arriveranno al 12%, potrebbero anche indurre qualcuno ad accendere la bagarre, anche se i 73 km che separano la vetta dal traguardo, e l’assenza di altri colli particolarmente impegnativi prima dell’Alpe, scoraggeranno probabilmente tutti i big. Dopo questa prima ascesa, passeranno 45 km prima del transito sul secondo GPM di giornata, il lungo ma pedalabilissimo Col d’Ornon, 14,4 km al 3,9%, salita vera soltanto negli ultimi 5 km (6,7% la pendenza media di questo tratto).

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La discesa del Col d’Ornon terminerà a 18 km dal traguardo, appena 4 km prima dell’imbocco dell’Alpe-d’Huez. Ascesa che non necessita di presentazioni, per la quale parlano i precedenti, che hanno sempre o quasi lasciato tracce pesanti nell’economia delle tre settimane.

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Sarà questa la prima – anche se non la più impegnativa – frazione alpina, ed è facile prevedere grande battaglia fra i migliori sulla salita finale, con una classifica generale che verrà molto probabilmente riscritta dai 14 km più famosi di Francia.
GPM: Côte de Laffrey (1a categoria, 903 m, 7,1 km all’8,8%, km 110); Col d’Ornon (2a categoria, 1371 m, 14,4 km al 3,9%, km 155); L’Alpe-d’Huez (Hors Catégorie, 1815 m, 14,2 km al 7,7%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Rives (km 59,5); Vizille (km 102,5); Le Bourg-d’Oisans (km 168,5)


11a TAPPA: LE BOURG-D’OISANS > SUPER SAUZE 203,5 km

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Ecco la più dura delle due frazioni alpine. Il 14 luglio, nel giorno del 221° anniversario della presa della Bastiglia, il Tour de France vivrà una delle sue giornate chiave, affrontando un nuovo "mostro", che ancora non era entrato nell’ultracentenaria storia della Grande Boucle. Una volta partiti da Le Bourg-d’Oisans, i corridori affronteranno alcuni chilometri pianeggianti, prima di intraprendere l’interminabile ma dolce ascesa che porterà ai 2057 metri del Col du Lautaret.

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La salita, con i suoi 34,2 km di lunghezza al 3,8% di pendenza media, non dovrebbe costituire un ostacolo insormontabile per nessuno dei favoriti, e dovrebbe segnare la fine della permanenza in gruppo soltanto per le ruote veloci del gruppo. Superata, al 40° chilometro, la vetta del Lautaret, i corridori inizieranno una lunga e facilissima discesa, che si trasformerà via via in un falsopiano tendente a scendere, fino a Briançon. Sarà lì che gli atleti approcceranno la seconda ascesa di giornata, i 20 km che, con una pendenza media del 5,7%, li porteranno in vetta al Col de l’Izoard, a 2361 metri.

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L’ascesa, da questo versante, è leggermente meno impegnativa rispetto alla tradizionale scalata da Arvieux, ma presenta, nei 14 km finali, una pendenza media del 7%, che dovrebbe garantire la prima vera selezione di giornata.
Terminata la discesa lungo il versante più nobile dell’Izoard, i corridori affronteranno una quarantina di chilometri di fondovalle, prima di approcciare, a Embrun, la salita su cui si accenderà definitivamente la corsa, nonché forse l’ascesa più impegnativa dell’intero Tour de France. Si tratta del Col du Parpaillon, interminabile e terribile ascesa di 25,9 km, per una pendenza media del 7,1% che non rende giustizia alla difficoltà del gigante.

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Il colle inizierà con un tratto di 5 km pedalabili, per una pendenza media del 5,7%. Dopo un tratto di falsopiano di un paio di chilometri, la strada tornerà a salire fin quasi a La Chalp, per circa 7 km, con pendenza del 7,4%. Dopo un altro paio di chilometri agevoli, i corridori entreranno negli ultimi 10, infernali chilometri di salita, interamente da disputarsi su strada sterrata. La pendenza media sarà del 9,4%, senza neppure un metro per tirare il fiato. Chi avrà voglia di sconvolgere la classifica troverà nel Parpaillon il trampolino di lancio ideale, su cui sparpagliare già la concorrenza. Dalla vetta mancheranno 38 km al traguardo.
A supporto degli attaccanti ci sarà poi una discesa piuttosto complicata e anch’essa sterrata, che verrà per l’occasione trattata in maniera analoga a quella del Monte Catria, affrontata al Giro 2009. La picchiata termina a La Condamine Chatelard, a 21 km scarsi dal termine, i primi 12 dei quali in fondovalle. Giunti a Barcelonnette, gli atleti intraprenderanno invece l’ultima erta di giornata, verso i 1705 metri di Super Sauze, stazione sciistica che per la prima volta ospiterà un arrivo della Grande Boucle.

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L’ascesa misura 8,4 km, per una pendenza media del 6,5%. Di fatto, l’ascesa misura 7 km, per una pendenza media del 7,3%, prima di degradare in un falsopiano fino all’arrivo.
Sarà questa una delle frazioni regine della corsa, capace di sconvolgere la classifica e di conferirle una prima fisionomia, facendo emergere sin dal penultimo colle i valori in campo. Un’occasione da non perdere per chi avrà gambe e coraggio, in una giornata che potrebbe anche essere quella giusta per mettere un’ipoteca sulla Grande Boucle, a dispetto delle 10 frazioni restanti.
GPM: Col du Lautaret (1a categoria, 2057 m, 34,2 km al 3,8%, km 40); Col de l’Izoard (Hors Catégorie, 2361 m, 20 km al 5,7%, km 87); Col du Parpaillon (Hors Catégorie, 2640 m, 25,9 km al 7,1%, km 165,5); Super Sauze (1a categoria, 1705 m, 8,4 km al 6,5%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Briançon (km 67,5); Guillestre (km 118,5); La Condamine-Chatelard (km 183,5)


12a TAPPA: DIGNE-LES-BAINS > MONTPELLIER 253 km

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Da una delle tappe più dure del Tour ad una che, lunghezza a parte, va sicuramente classificata fra le più facili. Con i suoi 253 km, la Digne-les-Bains > Montpellier non mancherà di farsi sentire nei giorni successivi nelle gambe dei corridori, anche se il tracciato resta decisamente favorevole ai velocisti. Solamente due saranno le salitelle in programma: la Côte de Pierrerue, 2800 metri di ascesa al 3,9% di media, e la Côte de Forcalquier, 2,4 km al 4,1% di pendenza, entrambe nel primo quinto di gara. Dopo di che, altri 200 km di sola pianura, in cui non mancherà però un’ulteriore insidia, quella rappresentata dal vento. Fra i -65 e -10 circa dall’arrivo, infatti, la corsa si manterrà sempre vicina alla costa mediterranea, esponendosi alle correnti. Anche una giornata sulla carta tranquilla potrebbe quindi prendere una piega diversa, se qualche squadra sarà pronta ad approfittare di questo possibile fattore. Favoriti comunque gli sprinter, che non dovranno lasciarsi sfuggire questa opportunità, in virtù della giornata poco favorevole che li attende per l’indomani.
GPM: Côte de Pierrerue (4a categoria, 518 m, 2,8 km al 3,9%, km 44,5); Côte de Forcalquier (4a categoria, 543 m, 2,4 km al 4,1%, km 49)
TRAGUARDI VOLANTI: Les Mées (km 24); Arles (km 170,5); La Grande-Motte (km 227)


13a TAPPA: GIGNAC > MENDE 182 km

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Dopo una sola giornata di allontanamento dalle Alpi, sulla strada porterà ai Pirenei, i corridori si troveranno di fronte, in questa 13a tappa, le strette, tortuose, nervose e spesso torride strade del Massiccio Centrale, in una giornata caratterizzata da ben 6 GPM. Il primo di questi, il Col du Vent, sarà posto appena 19 km dopo la partenza, con i suoi 8,7 km al 5,8%.

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Superato il Col du Vent, che potrebbe essere il punto ideale per orchestrare un tentativo di fuga, una ventina di chilometri agevoli faranno da preludio alla Côte du Cros, 5,3 km al 6,4%. Dopo un tratto pianeggiante e una breve discesa, attorno al 60° chilometro di gara i corridori approcceranno il Col du Minier, unica ascesa di 1a categoria di giornata.

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L’ascesa, molto lunga (21 km), è comunque estremamente pedalabile (pendenza media del 4,9%), e non dovrebbe causare particolari sconquassi in gruppo, complici gli oltre 100 km che ancora ne separano la cima dal traguardo. Dopo la vetta, anche in questo caso, non si avrà una vera discesa, ma una trentina di chilometri di saliscendi, che porteranno la corsa alle pendici del Col de Perjuret, ascesa di 6,6 km, per una pendenza media del 3,9%.

(Solo ultimi 6,6 km)
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Un passaggio, quello su questo colle, dal valore che va molto oltre il lato prettamente sportivo: 50 anni fa, sulle pendici del Perjuret, tentando di inseguire in discesa Gastone Nencini, finiva drammaticamente la carriera di Roger Rivière, all’epoca 24enne francese, favorito numero uno – in assenza di Jacques Anquetil - di quella Grande Boucle, 2° in classifica alle spalle dell’italiano. Dopo quella caduta, Rivière rimase paralizzato ad entrambe le gambe, e il ciclismo francese perse anzitempo una delle sue più grandi speranze.
Superato il Perjuret, dopo un tratto in fondovalle, la corsa dovrà affrontare i 9 km al 5,2% del Col de Montmirat.

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L’ascesa, pur non proibitiva, potrebbe, se affrontata a ritmi elevati, produrre la prima selezione di giornata, e terminerà ad appena 16 km dal termine. Dopo un tratto in discesa e pochi chilometri pressoché pianeggianti, la corsa si accenderà definitivamente a 7 km circa dal termine, con la scalata ai 1073 metri della Côte de la Croix-Neuve: un muro di 2700 metri, con pendenza media del 10% e punte del 18%.

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Le rampe della Croix-Neuve non daranno modo a chi non avrà più nulla da spendere da tenere le ruote dei migliori, e potrebbero generare differenze anche consistenti fra i big della classifica generale. Da notare poi come i 4 km dalla vetta all’arrivo siano sostanzialmente pianeggianti, sicché chi arriverà in cima senza più energie vedrà probabilmente dilatarsi il suo gap nei confronti dei più in forma.
Una giornata certamente non comparabile ad un tappone alpino o pirenaico, ma cui tutti i pretendenti alla maglia gialla parigina dovranno guardare con la massima attenzione.
GPM: Col du Vent (2a categoria, 714 m, 8,7 km al 5,8%, km 19); Côte du Cros (3a categoria, 558 m, 5,3 km al 6,4%, km 46); Col du Minier (1a categoria, 1264 m, 21 km al 4,9%, km 80,5); Col de Perjuret (4a categoria, 1028 m, 6,6 km al 3,9%, km 122); Col de Montmirat (2a categoria, 1046 m, 9 km al 5,2%, km 166); Côte de la Croix-Neuve (2a categoria, 1073 m, 2,7 km al 10%, km 178)
TRAGUARDI VOLANTI: Madières (km 40,5); Meyrueis (km 112); Frassinet-de-Forques (km 129,5)


14a TAPPA: MILLAU > NARBONNE 174 km

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La più tradizionale quiete prima della tempesta. Alla vigilia delle prime salite pirenaiche, i corridori avranno a disposizione una giornata relativamente tranquilla per recuperare, con un chilometraggio non eccessivo e solamente un GPM di 4a categoria e uno di 3a in programma. Dopo appena 6 km, gli altri dovranno scalare la Côte d’Issis, 2 km al 6,1%, mentre una ventina di chilometri più tardi sarà la volta della Côte de Saint-Pierre-du-Courgeas, 8,4 km di scalata al 4,3% di media. Anziché il preludio ad un’altra tappa nervosa, le due ascese saranno utili al massimo a lanciare la fuga di giornata. Una fuga che, vista la collocazione nel Tour, potrebbe anche avere successo, anche se non aiuteranno certamente i quasi 100 km di pianura ininterrotta che, dopo una discesa di una dozzina di chilometri, condurranno la corsa a Narbonne. Anche la distanza dal mare dovrebbe essere sufficiente a risparmiare agli atleti il rischio dei ventagli, garantendo così ai big una giornata di relativo riposo, prima di giornate chiave nell’economia della Grande Boucle.
GPM: Côte d’Issis (4a categoria, 491 m, 2 km al 6,1%, km 6); Côte de Saint-Pierre-du-Courgeas (3a categoria, 786 m, 8,4 km al 4,3%, km 25,5)
TRAGUARDI VOLANTI: Saint-Georges-de-Luzençon (km 10); Lodève (km 76,5); Pézenas (km 120,5)


15a TAPPA: NARBONNE > AX-LES-THERMES 157,5 km

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Ecco la prima frazione pirenaica. Sarà un avvio relativamente soft quello sui monti franco-spagnoli, dal momento che questa 15a frazione, oltre ad un chilometraggio tutt’altro che proibitivo, presenterà appena un Gran Premio della Montagna. I big non dovranno però prendere sottogamba questa giornata, visto quell’unico GPM sarà il Port de Pailhères, 14,9 km di scalata all’8,1%.

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La salita, già affrontata al Tour nel 2003, 2005 e 2007, sarà per la prima volta proposta come ultima ascesa di giornata, cosa che dovrebbe garantire una battaglia che non si è sempre si è vista in occasione dei precedenti passaggi su queste durissime rampe pirenaiche. L’ascesa, senza toccare mai vette di pendenza inaccessibili, ma al contempo senza concedere tratti di respiro, fatta eccezione per 700 metri nelle battute iniziali, vedrà senz’altro un faccia a faccia tra i grandi del Tour, e sono più che probabili delle differenze fra i migliori. Dalla vetta mancheranno meno di 19 km al termine, tutti in discesa – nel primo tratto molto tecnica – fino al traguardo di Ax-les-Thermes. Una giornata in cui non mancherà lo spettacolo, complice il giorno di riposo successivo, che darà agli attaccanti la possibilità di recuperare dagli sforzi di questa prima giornata pirenaica.
GPM: Port de Pailhères (Hors Catégorie, 2001 m, 14,9 km all’8,1%, km 139)
TRAGUARDI VOLANTI: Durban-Corbières (km 32,5); Puilaurens (km 100); Axat (km 107)


RIPOSO

16a TAPPA: BIARRITZ > ARETTE-PIERRE-SAINT-MARTIN 250 km

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Dopo il giorno di riposo, sarà la volta della frazione che si gioca con l’11a il titolo di tappa regina di questa edizione della Grande Boucle. A sfavore della sua candidatura depone l’assenza di un autentico mostro come il Parpaillon, compensata però da un chilometraggio che inciderà senz’altro moltissimo nel finale e da un dislivello complessivo mostruoso, di circa 6000 metri, solo in parte racchiuso nei ben 7 GPM in programma. Dopo un’ottantina di chilometri iniziali caratterizzati da qualche saliscendi, ma complessivamente agevoli, la prima vera ascesa sarà quella verso il Col d’Osquich, 4800 metri di salita al 6,2% di media.

(Solo ultimi 4,8 km)
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Una scalata che ben difficilmente vedrà muoversi i migliori, ma che servirà da antipasto alle moltissime difficoltà che seguiranno. La seconda di queste, già discretamente impegnativa, sarà rappresentata dal Col d’Ahusquy, scalata di 14,8 km, per un 5,8% di pendenza media.

(Solo ultimi 14,8 km)
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La parte più impegnativa del colle è rappresentata dai primi 5 km, che presentano una media dell’8,7%. Il resto dell’ascesa, pur non costante nella difficoltà, presenta un’abbordabilissima pendenza media del 4,4%, fino alla vetta, posta a 131 km abbondanti dal termine. Terminata la ripida discesa, sarà il momento di una ventina di chilometri di fondovalle, prima della scalata al Col d’Elhursaro, ascesa inedita, non particolarmente lunga (8,8 km), ma terribilmente ripida (9,1% di media).

(Solo dai -12,9 km ai -4,1 km)
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I primi tre chilometri sono subito terribili, con una pendenza media del 10,3%. Dopo una breve spianata, l’ascesa toccherà i suoi picchi di pendenza, con 2 km e mezzo all’11,5% di media e punte del 15%, prima di un tratto finale di 3 km che degrada via via, con una pendenza media che resta comunque del 7,8%. In cima all’Elhursaro mancheranno circa 90 km al traguardo. Dopo un breve tratto pianeggiante ed una decina di chilometri di discesa, una decina di chilometri di fondovalle faranno da preludio all’ascesa più dura – a livello di pendenze – di questa frazione, anch’essa inedita al Tour de France, il Col d’Arthaburu: 8,8 km di salita al 9,3% di media.

(Solo da -26,5 km a -17,7 km)
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L’ascesa non tocca mai picchi terribili di pendenza (massima del 13%), ma presenta un tratto di 4 km all’11,4% di media, che potrebbe essere il punto ideale per accendere la bagarre da lontano, se qualcuno avrà gambe e coraggio per sfidare le probabili alte temperature, favorite dalla modesta altitudine, e le difficoltà ancora in programma. In cima all’Arthaburu mancheranno ancora 61 km circa all’arrivo. Dopo la vetta, un tratto di saliscendi di una dozzina di chilometri porterà i corridori ai piedi del Col de Bagargui, ascesa molto agevole da questo versante, con i suoi 4,5 km al 5,5% di media.

(Solo ultimi 4,5 km)
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In cima, mancheranno ancora 45 km. I primi 10 circa saranno in discesa, e porteranno i corridori alle pendici dello strappo della Côte de Larrau, 2,1 km al 5,4%, per fortuna dei corridori ben diversa dal più noto Col de Larrau, una delle più impervie ascese pirenaiche. In cima, mancheranno ancora poco più di 32 km al traguardo. Dopo un altro breve tratto di discesa, i corridori affronteranno il tratto di fondovalle che li porterà ai piedi dell’ascesa finale; un tratto dapprima tendente a scendere, che si trasformerà quindi in un falsopiano ascendente, che si farà via via più ripido con l’avvicinarsi all’erta conclusiva, con anche qualche strappetto in vera e propria salita. L’ultima salita è anch’essa inedita per il Tour de France, anche se di fatto coincide in larghissima parte con l’ascesa del Col de Soudet, affrontato dal versante di Saint-Engrace, più altri 1300 metri circa di salita.

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L’ascesa misura 16,7 km, per una pendenza media del 7,2%, ma è dopo Sainte-Engrace che le pendenze si fanno realmente impegnative. La salita risulta divisa in due tronconi da un tratto pianeggiante di 500 metri, posto dopo 7 km circa. Il primo tratto misura 7,3 km, per una pendenza media del 6,5%, malgrado un tratto di 2 km e 400 metri al 10,4% di media, poco dopo Sainte-Engrace. Dopo la spianata, resteranno 8,8 km all’8,2% di pendenza media, dato che sale al 9% considerando solamente i primi 7 km del secondo troncone. Una salita dunque molto impegnativa, che, dopo oltre 5000 metri di dislivello e ben più di 200 km, potrebbe scavare divari decisivi fra i migliori, riscrivendo completamente la classifica di Tour che, al termine di questa frazione, avrà comunque ancora molto da dire.
GPM: Col d’Osquich (3a categoria, 507 m, 4,8 km al 6,2%, km 87,5); Col d’Ahusquy (1a categoria, 1072 m, 14,8 km al 5,8%, km 118,5); Col d’Elhursaro (Hors Catégorie, 1185 m, 8,8 km al 9,1%, km 160,5); Col d’Arthaburu (Hors Catégorie, 1119 m, 8,8 km al 9,3%, km 188,5); Col de Bagargui (3a categoria, 1327 m, 4,5 km al 5,5%, km 205,5); Côte de Larrau (4a categoria, 629 m, 2,1 km al 5,4%, km 217,5); Arette-Pierre-Saint-Martin (Hors Catégorie, 1635 m, 16,7 km al 7,2%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Hasparren (km 30,5); Saint-Palais (km 58,5); Saint-Jean-Pied-de-Port (km 136,5)


17a TAPPA: PAU > BAGNERES-DE-LUCHON 197 km – 100 Ans de Pyrénées

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Non ci sarà tempo di rifiatare dopo la tremenda cavalcata pirenaica del giorno prima, perché si continuerà a fare sul serio anche in questa 17a tappa. Si tratta del più classico tappone pirenaico, comprendente le quattro salite simbolo della catena franco-spagnola: Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde uno dopo l’altro, senza soluzione di continuità negli ultimi 90 km abbondanti. Dopo una quarantina di chilometri pressoché pianeggianti, si comincerà con il Col d’Aubisque, 16,6 km di scalata al 7,2%.

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I 9 km più impegnativi, fra i -1 e i -10 alla vetta, presentano una media dell’8,4%, e potrebbero essere il punto giusto per l’azione di qualche big rimasto attardato in classifica, con voglia di riscatto, buone gambe e tanto coraggio. In cima mancheranno ancora 140 km, i primi 30 circa dei quali in discesa. Dopo una ventina di chilometri di fondovalle, tendenti a salire, la corsa entrerà definitivamente nel vivo a Luz-Saint-Sauveur, con l’approccio del Col du Tourmalet, 19 km al 7,4%.

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Chi vorrà attaccare sul Tourmalet rischierà sicuramente molto, ma avrà dalla sua la pressoché totale assenza di pianura da lì al traguardo. Una volta in vetta al colle più scalato nella storia del Tour, ai -75 dall’arrivo, una lunga discesa porterà a Sainte-Marie-de-Campan, dove si approccerà immediatamente il Col d’Aspin, con i suoi 12,8 km al 5% di media.

(Solo ultimi 12,8 km)
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L’ascesa sarà poco più di un falsopiano fino ai 5 km finali, che presentano invece una pendenza media del 7,5%. In vetta mancheranno ancora 45 km al traguardo, i primi 12 dei quali in discesa. Dopo una decina di chilometri pressoché pianeggianti, gli unici dall’attacco del Tourmalet al traguardo, sarà quindi la volta del Col de Peyresourde, ultima ascesa di giornata, 10 km di salita al 6,6% di pendenza media.

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La salita vera misura di fatto 8 km, e la pendenza media del 7,8% consentirà certamente di attaccare, dilatando i divari che potrebbero già essersi creati nei chilometri precedenti, complice la stanchezza per le molte difficoltà già affrontate nei giorni precedenti, ed in particolar modo per la cavalcata del giorno precedente. In vetta al Peyresourde mancheranno ancora 14 km, ma tutti in discesa, fino al traguardo di Bagnères-de-Luchon.
GPM: Col d’Aubisque (Hors Catégorie, 1709 m, 16,6 km al 7,2%, km 57,5); Col du Tourmalet (Hors Catégorie, 2115 m, 19 km al 7,4%, km 122); Col d’Aspin (1a categoria, 1489 m, 12,8 km al 5%, km 152); Col de Peyresourde (1a categoria, 1569 m, 10 km al 6,6%, km 183)
TRAGUARDI VOLANTI: Louvie-Juzon (km 27); Pierrefitte-Nestalas (km 91); Sainte-Marie-de-Campan (km 140)


18a TAPPA: LANNEMEZAN > CAHORS 202,5 km

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La quiete prima e dopo la tempesta. All’uscita dalle tre frazioni pirenaiche, e alla vigilia delle tappe che stabiliranno definitivamente la classifica finale di questo Tour de France, ecco una frazione dal profilo altimetrico decisamente agevole, che strizza l’occhio ai velocisti e ai fuggitivi, nel caso in cui le squadre degli sprinter fossero troppo stanche per tenere cucita la corsa, o molte ruote veloci dovessero aver già abbandonato la carovana. L’unico GPM, dopo una cinquantina di chilometri di corsa, sarà la Côte de Miramont-d’Astarac, 2100 metri di ascesa al 3,8% di pendenza media. Nulla di preoccupante, dunque, in una giornata che i big affronteranno probabilmente in maniera estremamente tranquilla, in attesa di giocarsi tutto nelle due frazioni successive.
GPM: Côte de Miramont-d’Astarac (4a categoria, 241 m, 2,1 km al 3,8%, km 50,5)
TRAGUARDI VOLANTI: Puntous (km 20,5); Auch (km 66); Lauzerte (km 162,5)


19a TAPPA: (cronometro individuale) TERRASSON-LAVILLEDIEU > BRIVE-LA-GAILLARDE 50 km

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Al terzultimo giorno di corsa, ecco la seconda ed ultima cronometro individuale del Tour de France. Se tradizionalmente le prove contro il tempo collocate a fine Grande Boucle generano distacchi inferiori rispetto a quelli che causerebbero in avvio, a vantaggio degli specialisti depongono però il chilometraggio molto consistente e il profilo altimetrico decisamente poco impegnativo. L’unica salitella segnalata come GPM è quella della Côte de Cluzan, 1400 metri di salita al 5,9% di media, per la quale i punti verranno assegnati in base al tempo di percorrenza. Per oltre metà percorso, gli specialisti saranno avvantaggiati anche dai lunghissimi rettilinei, che consentiranno loro di macinare lunghi rapporti e di tenere alta la velocità, prima che il tracciato si faccia più tortuoso dopo il primo passaggio da Brive-la-Gaillarde, dopo una ventina di chilometri abbondanti.
GPM: Côte de Cluzan (4a categoria, 208 m, 1,4 km al 5,9%, km 31)
INTERMEDI: Saint-Pantaléon-de-Larche (km 13,5); Buissou (km 27); Cote de Cluzan (km 31); Granges (km 42,5)


20a TAPPA: USSEL > PUY DE DOME 100 km – 100 kilomètres pour la légende

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Ultima tappa di montagna, nonché, quasi certamente, ultima giornata in grado di modificare la classifica generale del Tour de France. Il percorso, nei primi 85 km, non sarà proibitivo, ma presenterà 3 GPM di 4a categoria, uno di 3a, e un numero incalcolabile di altri strappetti, che renderanno nervosissima questa frazione, volutamente limitata nel chilometraggio, e potrebbero agevolare da un lato le fughe da lontano, dall’altro il compito di chi vorrà rendere durissima la corsa sin dalle battute iniziali. Fattore non trascurabile potrebbe essere anche il gran caldo che è solito flagellare queste strade, e, a fine Grande Boucle, potrebbe fare enormi danni nel finale. Il primo GPM, la Côte de Tauvert, 2,5 km al 4,3%, arriverà dopo poco meno di 30 km, seguito, una decina di chilometri più tardi, dalla Côte de Pierrefitte, 1,6 km al 5,5%. Altri 10 km, e sarà il momento della Côte de la Chabanne, 2 km al 5,2%. Dopo altri svariati saliscendi, a poco più di 30 km dall’arrivo gli atleti inizieranno a salire verso i 1062 metri del Col de la Moreno, 4,5 km al 5,3%.

(Solo ultimi 4,5 km)
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In vetta al Col de la Moreno, ascesa comunque agevole, fatta eccezione per il primo chilometro, in cui le pendenze arrivano al 9%, mancheranno 29 km al traguardo. La prima metà circa sarà in discesa, verso Clermont-Ferrand. A quel punto, la corsa cambierà volto, e dalle salitelle si passerà ad un’autentica leggenda del Tour, un gigante che potrebbe costare ad alcuni tutto ciò che era stato costruito nelle tre settimane precedenti: il Puy de Dôme, con i suoi 1415 metri di altitudine e i suoi 14 km al 7,5% di pendenza media.

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L’ascesa partirà quasi come un falsopiano, che diventerà via via salita, impegnativa a partire dal 3° chilometro. Fra i -8 e i -11 all’arrivo, la pendenza media sarà del 7,8%. Dopo una spianata di 2 km (pendenza media del 3,3%), la salita vivrà le sue fasi decisive dai -6 dall’arrivo fino alla vetta, tratto la cui pendenza media è del 10,9%, con 4 km all’11,8% di media fra i -1 e i -5, con punte del 16%. Il Puy sarà l’ultima vera montagna del Tour 2010, nonché giudice inappellabile di una Grande Boucle che ben difficilmente potrà vedere cambiamenti significativi nella sua giornata conclusiva.
GPM: Côte de Tauvert (4a categoria, 766 m, 2,5 km al 4,3%, km 27,5); Côte de Pierrefitte (4a categoria, 945 m, 1,6 km al 5,5%, km 37); Côte de la Chabanne (4a categoria, 1015 m, 2 km al 5,2%, km 47,5); Col de la Moreno (3a categoria, 1062 m, 4,5 km al 5,3%, km 71); Puy de Dôme (Hors Catégorie, 1415 m, 14 km al 7,5%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Bourg-Lastic (km 28,5); Laqueuille (km 43,5); Royat (km 81,5)


21a TAPPA: CRETEIL > PARIGI 169 km

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Si chiude nella maniera più classica il Tour de France 2010, con la tradizionale passerella sugli Champs-Elysées, al termine di una frazione dal profilo decisamente agevole. L’unico GPM in programma è quello della Côte de Palaiseau, 1900 metri al 3,2%, posta dopo poco più di 20 km. Il classico circuito degli Champs-Elysées misurerà in questa occasione 4,9 km, e sarà ripetuto 11 volte. Più che sulla classifica generale, che sarà ormai di fatto decisa, l’attenzione sarà concentrata sugli sprinter, che si giocheranno, sul viale più famoso del mondo, il traguardo più prestigioso cui un velocista possa ambire in un Grande Giro. Conclusione che si spera all’altezza, per un Tour de France che avrà modo di regalare spettacolo lungo tutte le tre settimane.
GPM: Côte de Palaiseau (4a categoria, 144 m, 1,9 km al 3,2%, km 23,5)
TRAGUARDI VOLANTI: Versailles (km 41); Le Vésinet (km 55); Le Pré-Saint-Gervais (km 85,5)
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Re: Percorso 2010

Messaggio da emmea90 »

Km totali: 3555
Tappe di alta montagna: 6
Tappe di media montagna/collina: 3
Tappe pianeggianti: 9
Cronometro a squadre: 1
Km cronometro a squadre: 8,4
Cronometro individuali: 2
Km cronometro individuali: 80,6
Cronometro totali: 3
Km cronometro totali: 89
Tappe con pavé: 1
Km pavé: 29,1
GPM Hors Catégorie: 10
GPM 1a Categoria: 10
GPM 2a Categoria: 5
GPM 3a Categoria: 6
GPM 4a Categoria: 29
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Re: Percorso 2010

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STUDIO RAI
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De Stefano: Amici di Rai Sport eccoci qui in collegamento dal nostro studio di Saxa Rubra, tra poco ci collegheremo con Parigi dove l'ASO svelerà le prime tappe del prossimo Tour de France. E' già rimbalzata la voce di una partenza dal Lussemburgo, ora scopriremo le prime tappe. Ospite con noi Marino Bartoletti.
Regia: non è ancora arrivato!
De Stefano: (imbarazzata)... ehm... beh allora possiamo cominciare a interessarci dei temi di questo Tour. Contador o Armstrong: chi ce l'ha più lungo? Andy Schleck: è o non è un gran figo? Cancellara: ha o no il motore, ma sopratutto... quanto è grosso il pistone?
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Bartoletti: Mi preme a questo punto domandare alla platea qui presente - che so essersi ivi recata proprio nella speranza di poter ammirare le gesta ed udire il verbo del sottoscritto - la dovuta venia per lo sconveniente lasso di tempo trascorso dalla mia convocazione alla presente situazione, che ha già prosciugato la vostra pazienza, e ha generato un disdicevole spreco di quel prezioso bene che Orazio sapeva esser breve
De Stefano: eh?
Bartoletti: Scusate il ritardo.
Marino tira un peto dallo stress
De Stefano: ma .... Marino?
Bartoletti: Anche Eddy Merckx talvolta esagerava nell’inseguire l’Ocana di turno, pur sapendo che gli dei del ciclismo in quel giorno avevano stabilito che il connubio di forze che albergava abitualmente in lui non era destinato, per quel giorno almeno, a renderlo Dio degli uomini e non uomo di Dio
De Stefano: eh?
Bartoletti: Mi è scappata.
De Stefano: parliamo d'altro. Come commenti questa partenza dal Lussemburgo Marino?
Bartoletti: Non possiamo che parlar bene di questa piccola regione situata tra il Sauer e la Mosella in quel nord d'Europa che tanto diede soddisfazioni al Cannibale ma che altrettante ne diede a me di altra tipologia in quei meandri del tempo in cui avevo altra età e altra voglia di errare per il mondo come colui che tutto vuole e nulla puote, che mi fece scoprire il diverso colore della umana vita
De Stefano: eh?
Bartoletti: In Lussemburgo c'è un sacco di figa.
De Stefano: (colpo di tosse) ce n'è anche qui in studio Marino
Bartoletti: Io non la vedo... forse parlavi del sottoscritto Alessandra... ti ringrazio per questa citazione perché dove non arriva la sapienza può arrivare ...
De Stefano: (interrompendo). Linea a Parigi!
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STUDIO RAI

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De Stefano: "Ebbene, rieccoci in studio. Marino, che dire: uno scandalo."

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Marino: "Posso a questo punto porti un quesito intorno alla frazione anatomica evoluzionisticamente parlando fondamentale di cui vai discorrendo?"
De Stefano: "Eh?"
Marino: "Che minchia vai dicendo?"
De Stefano: "E che cazzo ne so? Sei tu l'esperto... e che avete da ridere voi là dietro?"
Marino: "Beh, mi duole a questo punto doverti informare che mentre scorrevano sui monitor queste immagini d'Oltralpe, che non possono non solleticare l'immaginazione di qualsivoglia appassionato della meravigliosa disciplina delle due ruote, io ero impegnato nel portare a termine un'operazione chiave nell'esistenza di ogni singolo individuo, e pertanto, se è vero com'è vero che l'intera popolazione terrestre altro non è che un gigante composto da tanti piccoli individui, un po' come il basilisco di kantiana memoria, dell'intera umanità, ossia un processo tanto semplice e poco piacevole a vedersi e a percepirsi con il nostro organo sensoriale più prominente - fatta eccezione per quello che mi vanto di possedere in misura maggiore rispetto a tutti i presenti - quanto indispensabile."
De Stefano: "Eh?"
Marino: "Non ho visto niente, ero al cesso".
De Stefano: "Marino? Ma ti pare il caso di andare in bagno in un momento del genere?"

*Peto di Bartoletti*

De Stefano: "Ma che schifo!"
Marino: "Di che ti lamenti? Mi hai detto tu di non andare in bagno".
De Stefano: "In ogni caso potresti esprimerti in una maniera un po' più appropriata al pubblico che ci segue".
Marino: "Frapporre un rutto fra ogni termine e il successivo mi pare inopportuno".
De Stefano: "Ehm... ecco... sì... naturalmente Bartoletti non intendeva dire ciò che voi avete capito..."
Marino: "Invece sì: siamo seguiti da un pubblico di trogloditi".
De Stefano: "Ecco, a questo punto verrei a parlare di qualcosa di più significativo".
Marino: "Concordo".
De Stefano: "Bene. Vogliamo dunque parlare..."
Marino: "Di quel figone da competizione che ha fatto da madrina alla presentazione? Prego la regia di mandare le immagini..."

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De Stefano: "Ma per favore!"
Marino: "Sono d'accordo, è stato abbastanza scorretto che, se al Giro d'Italia la madrina era stata la fidanzata di Sneijder (andate con le immagini)..."

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Marino: "... ma almeno c'era la scusa della partenza dall'Olanda, prendere la moglie di Van der Vaart giusto per mettere la moglie di un calciatore famoso è stato un colpo basso per far alzare l'attenzione mediatica. E non solo quella, devo dire".
De Stefano: "Marino, mi sembri arrapato... sarà forse la vicinanza con una gran bella donna..."
Marino: "Beh, vicinanza, è giusto una fotografia..."
De Stefano: "Non alludevo a lei..."
Marino: "Ah, dicevi quella di prima? Beh, comunque era giusto in collegamento via satellite..."
De Stefano: "Veramente alludevo ad una donna qui in studio"
Marino: "Bulbarelli? Beh dai, va beh che non è proprio virile, però... e poi dire che Auro è bello..."
De Stefano: "Non intendevo neanche ad Auro..."
Marino: "Cassani? Dio santo, in effetti aveva una parlata strana, ma non pensavo che fosse perché..."
De Stefano: "No, intendo una donna che sta proprio davanti a te... coff coff..."
Marino: "Cos'è, dire certe stronzate ti fa venire la tosse?"
De Stefano: "Ehm... bene... dopo questo utile approfondimento direi che possiamo mandare la sigla..."

*Chomp, chomp, chomp*

De Stefano: "Auro, no! Quelli non sono spaghetti al nero di seppia, sono i cavi della telecamera! Sigla!"
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Re: Percorso 2010

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STUDIO RAI
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De Stefano: Eccoci qui in studio per commentare il percorso, abbiamo ospite il direttore del giro Angelo Zomegnan. Buongiorno direttore
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Zomegnan: Senti, se volevo farmi massacrare i coglioni a suon di convenevoli andavo a farmi intervistare dalla Rai, che quelli ancora un po' mi offrono delle prestazioni orali da parte delle loro vallette per la caga che hanno che dia a qualcun altro i diritti del Giro. Se vuoi farmi delle domande bene, altrimenti ne faccio anche a meno di farmi piantare davanti per un quarto d'ora la tua bella faccia di cazzo.
De Stefano: Direttore... veramente siamo in Rai
Zomegnan: Ah, pensavo lei fosse Platinette. Ad ogni modo intende farmi qualche domanda prima che io le sputi su quella immensa faccia da scroto che si ritrova?.
De Stefano: Cosa ne pensa di questo percorso del Tour? 29 chilometri di pavé possono fare la differenza per lei?
Zomegnan: Posso rispondere sinceramente, o devo dire qualcosa di diverso da "non me ne sbatte una beatissima minchia"?.
De Stefano: La seconda che ha detto.
Zomegnan: Allora ti posso rispondere che non ne ho idea. E sai perché?
De Stefano: No...
Zomegnan: Perché non me ne sbatte una beatissima minchia!
De Stefano: Le piace di più il percorso del Tour o quello del Giro?
Zomegnan: La sua loquacità è pari a quella del figlio di Bossi al momento dell'esame orale di maturità, perlomeno le domande che gli venivano rivolte a Trota non avevano risposte scontate come invece lo è questa. Non c'è nulla che mi piaccia al di fuori di quello che ho fatto io. L'ultima volta che ho provato piacere è stato quando ho mandato un giornalista in prognosi riservata. Detto questo la saluto perché è scaduto il minuto e trenta secondi che mi avete pagato un milione e mezzo di euro dei contribuenti e non intendo soffermarmi un secondo di più.
De Stefano: Grazie direttore e arrivederci.
Zomegnan: Grazie sto caz...
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Re: Percorso 2010

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STUDIO RAI

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De Stefano: Benvenuti a questo speciale RAI in avvicinamento al Tour. Tra due giorni si pare con la prima tappa in Lussemburgo. Ospite con noi oggi Gigi Sgarbozza.

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De Stefano: Allora Gigi, cosa ci dici di questo percorso del Tour?
Sgarbozza: Si Alessandra, ho visto le dappe. Mi piasce molto il bercorso di quest anno anche berché è vatto su missura ber un gorridore. Soprattutto la tappa del pavè. VAIIIIII DAMIANO. Questo è un bercorso adattissimo alle sue garatteristighe, per scalatori passisti con spunto velsce adatti al pavè a cronomedro su bercorsi gollinari in altura.
Regista fuori campo: Ma che cazzo dice che Cunego sul pavè si prenderà si e no 40 minuti
Sgarbozza: Mi aspetto grandi gosse da lui in questo Dur. Può vincere sul pavè. Può vincere la dappa del Parpaglion. Può vincere sul Puy de Domme e, gran finale, può vincere anche a Parigi in volata. Un solo uomo per questo Tour.
De Stefano: Contador ha dichiarato di temere il pavè. Tu cosa dici?
Sgarbozza: A Contador per questo Dur non resta chiaramente che lottare per la maglia nera.
De Stefano: Introduciamo l'altro ospite della giornata. Luca Scinto

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Scinto: Grazie Alessandra, finalmente possiamo tornare a parlare di ciclismo visto che Sgarbozza non ne capisce un cazzo.
Sgarbozza: Ma cosa disci... tu che hai dato Contador vincitore dello scorso tour
Scinto: E infatti ha vinto Contador....
Sgarbozza: A me risulta diverso, a me risulta che ha vinto... VAI DAMIANO!!!
Scinto: Alessandra aiutami è pazzo....
De Stefano: ssh.. gli facciamo vedere i GT a PCM 2010... è l'unico modo per far vincere Cunego... pubblicità!
Direttore di corsa.
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