3a TAPPA: REIMS > NAMUR 197 km
Il Tour de France riparte da Reims per la sua terza giornata di gara, destinata al secondo sconfinamento in terra straniera. Sarà Namur ad ospitare il traguardo di questa 3a frazione, in vetta alla celeberrima Route Merveilleuse. L'arrivo belga del Tour vedrà in giallo un beniamino di casa, Gert Steegmans, che parte con la fondata speranza di poter festeggiare dinanzi al suo pubblico la riconferma del primato.
Il gruppo si avvia tranquillamente verso il chilometro zero, ma non appena la bandiera si abbassa inizia la bagarre. E' Johannes Frohlinger del Team Milram a dare inizio alla battaglia.
Alla sua ruota si fionda subito il primo grosso calibro, Filippo Pozzato. Al vicentino, atteso forse più sullo strappo finale che in un tentativo in avvio, si aggrega subito la coppia Française des Jeux composta da Chavanel e Di Gregorio, quindi Amael Moinard, della Cofidis, e Jack Bobridge, della Garmin-Transitions. Il drappello venutosi a formare acquista subito un discreto margine di vantaggio, ma troppe formazioni hanno interesse ad inserirsi in testa perché l'azione buona possa sganciarsi così gratuitamente. Ag2r e Team Sky provvedono così a chiudere prontamente sui battistrada al 5° chilometro, ed è allora Michail Ignatiev a lanciare il contrattacco.
E' Michael Barry il primo a replicare all'azione del russo, con a ruota Anthony Charteau e Grega Bole. Dimitri Champion è lesto a reagire, non vanificando in tal modo il precedente lavoro della sua formazione. Jérémy Roy si piazza immediatamente nella scia del connazionale, mentre l'ultimo uomo a cogliere il treno giusto è Eros Capecchi, unico italiano a riuscire ad inserirsi nel drappello al comando. Il gruppo vive un breve attimo di esitazione, senza decidere se concedere il via libera agli attaccanti o meno. In casi del genere, il non decidere equivale però al compiere una precisa scelta, e gli uomini di testa riescono a costruire subito una discreta leadership. Il margine del gruppo di testa sale rapidamente oltre il minuto, e al traguardo volante di Rethel, a 42,5 km dalla partenza, il margine è di 1'48''. Il traguardo volante va a Grega Bole, che precede Michail Ignatiev ed Eros Capecchi. Il margine abbatte via via anche la barriera dei 2' e quella dei 3', finché, al transito da Bogny-sur-Meuse, a 96 km dal traguardo, tocca i 3'54'', mentre Bole vince un altro sprint davanti a Capecchi e Ignatiev.
Poco dopo, è il momento del GPM di 3a categoria della Côte des Bas Buttés, 4,8 km al 5,7%. Un'ascesa affrontata a ritmo relativamente blando fino all'ultimo chilometro, dove più o meno tutti i battistrada iniziano ad andare in caccia di punti per la maglia a pois. L'azione giusta per conquistare il GPM la piazza ancora Ignatiev, che riesce a precedere Grega Bole, Anthony Charteau e Jérémy Roy. Il gruppo, tirato da Garmin, Cervélo e HTC, transita a 4'05'', ma da lì in avanti prenderà il via la sua rincorsa. Millar, Van der Velde e Dean per la Garmin, Pinotti, Martin e Monfort per la HTC, Tondo Volpini, Bos, Florencio e Gustov della Cervélo iniziano a riportare sotto il plotone, che ad Hargines, in corrispondenza del terzo ed ultimo traguardo volante (Ignatiev davanti a Bole e Champion), paga 3'23''. In vetta alla Côte de Morville, 2,4 km al 5,6% a 41,5 km dal traguardo, su cui Roy anticipa Champion e Capecchi, il divario è sceso addirittura a 1'49''.
Forse rendendosi conto dei rischi di chiudere troppo presto sulla fuga, il plotone non chiude immediatamente il gap, ma, una volta riportatosi ad una trentina di secondi dai battistrada, decide di ritardare il ricongiungimento, che si concretizza comunque a 7 km dalla linea bianca. Sembrerebbe il momento giusto per riorganizzarsi in vista dello strappo finale, ma è ancora il Team Sky ad avere idee diverse, con l'azione violentissima di Edvald Boasson Hagen, che parte in contropiede al momento del riaggancio.
L'azione del norvegese è fulminante, e solamente Yaroslav Popovych ha la prontezza di accodarglisi. L'ucraino non tiene una condotta particolarmente collaborativa, ed è di fatto il norvegese a doversi sobbarcare l'intera azione, incurante dei rischi. Conscio della propria superiorità in un eventuale finale a due, Boasson trascina il passivo compagno d'avventura ad un vantaggio massimo di 150 metri circa, ma la reazione di Bookwalter e Burghardt (BMC), Bakelandts, De Greef e Hoste (Omega Pharma-Lotto) e della Saxo Bank, pilotata in particolare da Fabian Cancellara, è veemente. E' proprio una violenta trenata dello svizzero a chiudere il buco nei confronti del vichingo, quando alla linea bianca mancano 2400 metri, di cui solamente 400 pianeggianti.
In vista dell'ascesa finale, è George Hincapie a prendere il comando delle operazioni, ma qualsiasi intento di controllo del finale viene spazzato via, come molto spesso accade, dal corridore più aggressivo, coraggioso e fantasioso dell'intero plotone: Alexander Vinokourov.
E' Alessandro Ballan il più lesto a prendere la scia del kazako, imitato prontamente da Thomas Voeckler e Damiano Cunego. I tre riescono - non senza qualche patema - ad incollarsi al kazako, e l'immediato cambio del campione nazionale francese dice della volontà di fornirgli supporto. Il treno buono sembra andato, ma ancora un corridore riesce a salirci in extremis: è Philippe Gilbert, che 200 metri dopo gli altri lancia una fiondata impressionante, con la quale riguadagna la loro scia.
Nessun altro ha la forza o il coraggio di replicare subito a quella che potrebbe essere un'azione precoce. La Saxo Bank cerca di prendere in mano la situazione, ma la collaborazione tra i battistrada è decisa e il loro ritmo nettamente superiore. A scuotere il plotone pensa però un'azione ben meno attesa ma più rilevante ai fini della classifica generale: quella di Frank Schleck, in vista dello striscione dell'ultimo chilometro.
Alla ruota del lussemburghese si piazza subito il fratello Andy, marcatissimo però Lance Armstrong. E' quindi la volta di Fabian Wegmann a rilanciare l'andatura.
Alla sua ruota Daniel Martin e Linus Gerdemann, mentre Johan Vansummeren fatica a tenere il ritmo del tedesco. L'andatura a strappi del gruppo finisce però per mettere in difficoltà i gregari degli atleti rimasti al comando, senza però riuscire a chiudere il buco rispetto al quintetto di testa, e a poco vale l'ulteriore accelerazione di Andy Schleck a 600 metri dal traguardo. L'attenzione torna così sulla testa della corsa, dove è Damiano Cunego ad intraprendere i 500 metri finali al comando. Dall'ultima posizione, è però ancora Vinokourov a lanciare una fiondata. Il kazako coglie piuttosto di sorpresa i rivali, che attendevano lo sprint, e Alessandro Ballan non riesce a chiudere il buco. Soltanto Philippe Gilbert sembra avere le gambe per chiudere, ma è costretto a rallentare per non travolgere Voeckler, praticamente piantato dopo aver tentato di seguire Vinokourov. Il belga rilancia ulteriormente l'andatura, scavalca di slancio Ballan, ma il kazako era già troppo lontano. Un peccato, perché forse era il re dell'ultimo Lombardia il più forte, ma ancora una volta, in un modo o nell'altro, a spuntarla è il kazako della Astana.
Gilbert chiude a una bicicletta di distacco, precedendo di poco Ballan. Cunego e Voeckler, una volta vistisi impossibilitati a chiudere il divario, si arrendono e chiudono 4° e 5° rispettivamente, a 3'' dai primi. Alle loro spalle, gli scatti e controscatti ha consentito ad Andy Schleck, Cadel Evans, Linus Gerdemann, Frank Schleck, Fabian Wegmann, Daniel Martin e Lance Armstrong di guadagnare qualcosa, rifilando 2'' alla coppia Radioshack Leipheimer - Brajkovic, staccatasi al momento dell'ultimo tentativo di Andy, e altri 2'' al grosso del plotone, regolato da Freire su Hushovd.
Una tappa che ha complessivamente lasciato segni molto leggeri in classifica generale, ma che ha detto già qualcosa delle condizioni di alcuni dei grandi favoriti. La maglia gialla torna sulle spalle di Lance Armstrong, che approfitta del terreno guadagnato nei confronti di Gert Steegmans e degli altri uomini Radioshack, insieme ai quali si era imposto nella cronosquadre inaugurale. In termini di graduatoria, certamente di più inciderà la frazione dell'indomani: 213 km da Namur a Roubaix. Più semplicemente, per tutti, "la tappa del pavé".
CLASSIFICA DI TAPPA:
1° Alexander VINOKOUROV 4 h 51’ 10’’
2° Philippe GILBERT s.t.
3° Alessandro BALLAN s.t.
4° Damiano CUNEGO +3’’
5° Thomas VOECKLER +3’’
6° Andy SCHLECK +5’’
7° Cadel EVANS +5‘‘
8° Linus GERDEMANN +5’’
9° Frank SCHLECK +5’’
10° Fabian WEGMANN +5‘‘
11° Daniel MARTIN +5‘‘
12° Lance ARMSTRONG +5’’
13° Levi LEIPHEIMER +7’’
14° Janez BRAJKOVIC +7’’
15° Oscar FREIRE GOMEZ +9’’
16° Thor HUSHOVD +9’’
17° Daniele BENNATI +9’’
18° Filippo POZZATO +9‘‘
19° Heinrich HAUSSLER +9‘‘
20° Alessandro PETACCHI +9‘‘
