9a TAPPA: (cronometro individuale) CERNAY > MULHOUSE 30,6 km
Prima cronometro individuale del Tour. Basta questo a rendere la 9a tappa un appuntamento speciale di questa Grande Boucle, anche se la classifica, dopo le scaramucce sulle salitelle verso Namur e Nancy e le battaglie su Vosgi e pavé, ha già assunto una prima fisionomia. Fisionomia che questa prova contro il tempo minaccia comunque di modificare sensibilmente, complice la tradizione che vuole la prima crono generare distacchi più significativi di quanto non potrebbe fare a fine Tour, in virtù della maggiore freschezza degli specialisti.
Chi la generale non potrà sconvolgerla, per via di un distacco già decisamente troppo elevato, è Tony Martin, fra i primi a prendere il via.
Il tedesco fa registrare il miglior tempo a tutti gli intermedi, e piazza un 35'17'' che è il primo tempo davvero interessante di giornata, e pone subito la sua candidatura per un piazzamento di prestigio. Ancora difficile, comunque, avere un'idea di dove possa arrivare il corridore HTC con questa prestazione, e per i primi test significativi bisognerà attendere qualche decina di atleti.
Perché qualcuno ponga una seria minaccia al tempo di Martin, bisogna attendere la prova di David Millar.
Il britannico transita al primo rilevamento con lo stesso tempo del tedesco, prima di accusare un ritardo di 7'' al secondo intermedio, posto poco prima di metà percorso. A Heimsbrunn, a 10 km dal traguardo, Millar paga però 19'', e nel tratto finale, forse per un calo dell'uomo Garmin, forse per la grande chiusura di quello HTC, il divario fra i due schizza a 48''.
Superati anche i pericoli portati da Voigt (+47'', ma mai in grado di minacciare Martin), Pinotti (+1'19'') e Grabsch (+39''), Martin può assistere alla prova di alcuni uomini di classifica partiti con il piede sbagliato in questa Grande Boucle, nessuno dei quali sembra poter dare una vera sterzata al proprio Tour quest'oggi: Karpets perde 1'56'', Arroyo 2'55'', Gadret addirittura 4'48''. La musica non cambia con le prove di Bruseghin (+1'52''), Gerdemann (+1'54''), Rodriguez (+3'44'') e Cunego (+3'55''). Meglio fa Kim Kirchen, che lascia per strada 1'15'', mentre Sandy Casar paga addirittura 3'52''.
A scuotere quindi la giornata, più che un pretendente al Tour, è Fabian Cancellara, più o meno unanimemente considerato il favorito numero uno - quando non unico - di oggi.
L'elvetico non tradisce le attese, e fa registrare i migliori intermedi sia ad Aspach-le-Bas (-3''), sia a Burnhaupt-le-Bas (-9''), sia a Heimsbrunn (-19''). Il finale di Cancellara non è forse all'altezza dei tratti precedenti, ma è comunque l'unico a limitare i danni nei confronti di Martin, conservando 16'' sul tedesco, e issandosi in testa alla classifica parziale.
Dopo la prova sufficiente ma nulla più di Andreas Kloden, che cede 1'27'' al campione del mondo di specialità, è Edvald Boasson Hagen a provare a minacciare la leadership dell'uomo Saxo Bank.
Boasson parte fortissimo, passando al primo intermedio con 1'' di vantaggio su Cancellara, per poi renderne 3 al secondo intermedio. Un avvio lanciatissimo; forse troppo lanciato, visto che al 3° rilevamento i secondi di ritardo schizzano improvvisamente a 18. Sul traguardo, diventano addirittura 43. Un finale non all'altezza della prima metà di gara, ma il norvegese, dopo aver degnamente portato la maglia gialla, offre una prova di grande classe e condizione anche quest'oggi.
Dopo Boasson Hagen, si registrano, fra i big, i 3'13'' accusati da Robert Gesink, e i 2'45'' persi da Luis Leon Sanchez, prima della prova di Christian Vande Velde.
L'americano parte in sordina, cedendo rispettivamente 17 e 42 secondi ai primi due rilevamenti. Al terzo intermedio il suo distacco è però relativamente stabile, e si assesta a 52''. Il finale non smentisce la tendenza, e il divario finale di 1'03'' è finora il minore tra gli uomini di classifica. Perlomeno, fino alla prova di Bradley Wiggins.
Il britannico del Team Sky parte bene, e perde 10'' al primo rilevamento e 22'' al secondo. Il margine sale poi a 39'' al terzo intertempo, per poi assestarsi definitivamente a 57'' sulla linea bianca. Una buona prova dell'inglese, che rilancia le sue quotazioni in ottica generale, anche in virtù della maxi-cronometro del terzultimo giorno.
E' quindi il momento del campione olimpico di Pechino, Samuel Sanchez.
L'asturiano non convince appieno, lasciando per strada secondi lungo tutti i tratti del percorso: 24'' al primo intermedio, 50'' al secondo, 1'27'' al terzo, 2'04'' sulla linea d'arrivo. Non era comunque certamente questa la tappa in cui attendere Sanchez, che avrà a disposizione ancora tantissime salite e quasi altrettante discese per piazzarsi nelle zone alte della classifica.
E' quindi Roman Kreuziger a prendere le mosse da Cernay.
Il ceco si rende autore di una prova non del tutto positiva, specialmente nella prima parte: 27'' di ritardo al primo intermedio, addirittura 1'05'' al secondo, dopo appena 14 km. La seconda parte di gara si lascia preferire alla prima, sancendo un distacco di 1'25'' al terzo intermedio, e di 1'54'' sul traguardo, e tenendo quindi in corsa l'atleta Liquigas.
Molto interessato alla prova del ceco era anche l'atleta partito subito dopo, quell'Ivan Basso partito da Lussemburgo con la consapevolezza di doversi guadagnare sul campo i gradi di capitano, proprio a discapito di Kreuziger.
Ivan conferma una volta di più di essere tornato vicino ai livelli di un tempo solo in salita, e non nelle prove contro il tempo. A dimostrarlo i 3'02'' che il varesino accusa sul traguardo di Mulhouse: tanti, anche se forse non abbastanza da spezzare definitivamente ogni sua ambizione di gloria in classifica generale.
Altro atleta chiamato solamente a contenere i danni è Carlos Sastre.
Lo spagnolo è probabilmente la vera delusione di giornata, e accusa alla fine un ritardo mostruoso: 4'14'', frutto di una perdita costante lungo i 30,6 km del percorso. Una notizia pessima per l'uomo di Avila e per la Cervélo che aveva costruito attorno a lui la spedizione francese; non altrettanto negativa, forse, per il pubblico, che potrebbe avere trovato l'uomo giusto per animare le prossime giornate alpine.
Altro soggetto certamente a rischio nella giornata di oggi è poi Frank Schleck.
Il lussemburghese va invece oltre le previsioni più pessimistiche, confermando i passi in avanti nelle prove contro il tempo mostrati in occasione del Tour de Suisse. La partenza lascia addirittura intravedere la possibilità di tenere il distacco finale al di sotto dei 2', con 26'' di ritardo al primo intermedio a 55'' al secondo. La seconda metà di gara non conferma però il livello espresso nella prima, facendo da preludio ai 2'26'' con cui il maggiore dei fratelli taglia il traguardo. Un divario significativo di per sé, ma che permette alla Saxo Bank di continuare a giocare con due punte.
TO BE CONTINUED...
