TOUR DE FRANCE: IL PERCORSO
CRONOPROLOGO: NANTES - NANTES 5 km
Primi 5, rapidissimi kilometri del Tour de France. Il prologo si snoda per le vie centrali della capitale del capoluogo della Loira: blocco di partenza stanziato ai piedi della Torre di Bretagna, si giunge quindi all' Ile de Nantes, attraversando la Loira, per il ponte di Place Alexis Ricordeau, per poi ritornare e ,quindi, si torna sulla terraferma per Pont Aristide Briand. Arrivo di fronte allo Chateau des Ducs de Bretagne. Nessuna asperità lungo il percorso, adatto agli specialisti delle curve urbane. Intermedio a Place Alexis Ricordeau, km 2.3.
INTERMEDIO: Place Alexis Ricordeau (km 2,3)
1a TAPPA : NANTES – POITIERS 219 km
La prima tappa in linea del Tour de France è anche una delle più facili a livello altimetrico. Dopo aver lasciato la sede del cronoprologo della Grande Boucle, la frazione si snoda dalla Loira al Poitou-Charentes lungo un tracciato che non prevede difficoltà altimetriche rilevanti, non potendo certamente considerare tale la pedalabilissima Cote de Bretignolles, 2600 metri di ascesa al 3% di pendenza media, situata per di più a 93 km dalla linea bianca. Complice la moderata lunghezza del prologo, è possibile che la città che diede i natali a Riccardo Cuor di Leone possa vedere un cambio di maglia gialla.
GPM: Cote de Bretignolles (4a categoria, 233 m, 2,6 km al 3%, km 126)
TRAGUARDI VOLANTI: Cholet (km 87), Bressuire (km 138)
2a TAPPA: POITIERS – LIMOGES 142 km
Seconda tappa che presenta un interessante finale, non adattissimo ai puristi della volata piatta. Partenza da Poitiers, scenario delle storiche battaglie tra Carlo Magno e gli arabi e tra Principe Nero e Giovanni II di Francia ed arrivo a Limoges, città di Renoir e Carnot. Due GPM di 4a categoria sino al traguardo di Limoges. Arrivo particolare, perché l'ultimo km si sviluppa su uno strappetto di circa 1 km al 3-4%: un arrivo che tre anni fa non diede nessun problema a McEwen che si impose anzi per distacco, ma la corsa potrebbe accendersi se qualche finisseur provasse ad infiammare gli ultimi mille metri.
GPM: Cote de Sissac (4a categoria, 217 m, 1 km al 3,4%, km 93); Cote de Bellac (4a categoria, 240 m, 1,5 km al 4,6%, km 98)
TRAGUARDI VOLANTI: Montmorillon, km 48
3a TAPPA: LIMOGES – AURILLAC 209 km
Prima frazione davvero nervosa del Tour. Dopo aver lasciato Limoges, i corridori si troveranno di fronte 209 km certamente privi di asperità proibitive, tanto per lunghezza quanto per pendenze, ma altrettanto certamente saranno pochissimi i momenti in cui poter rifiatare. Tre i GPM segnalati: la Cote d’Embrassac, la Cote de Nozières, e soprattutto la Cote de Saint-Cemin, il più vicino all’arrivo e il più duro (pendenze che arrivano al 12%). Quest’ultimo, in particolare, potrebbe rappresentare un eccellente trampolino di lancio per qualche coraggioso, malgrado dopo la fine della discesa vi siano ancora 9 km pianeggianti da percorrere. Non è dunque detto che sulle sponde della Jordanne arrivi un gruppo compatto, con gli sprinter a giocarsi la tappa.
GPM: Cote d’Embrassac (3a categoria, 621 m, 4,4 km al 5,6%, km 155); Cote de Nozières (4a categoria, 762 m, 2,3 km al 5,2%, km 189); Cote de Saint-Cemin (4a categoria, 744 m, 3 km al 6,9%, km 196)
TRAGUARDI VOLANTI: Lacelle (km 61), Bort les Orgues (km 133)
4a TAPPA: RODEZ – ALBI 166 km
La quarta frazione della Grande Boucle muoverà dal dipartimento dell’Aveyron a quello del Tarn, mantenendosi sempre all’interno della regione dei Midi-Pyrenées, particolarmente rappresentata quest’anno nel tracciato del Tour. La facilissima Cote de Connelie, a 105 km dalla conclusione, ben difficilmente potrà negare ai velocisti la possibilità di giocarsi il successo parziale nella città dell’ex Presidente della Repubblica Georges Pompidou e di Henri de Toulouse-Lautrec, uno dei maggiori pittori dell’Ottocento francese. Le squadre dei velocisti saranno mosse da un’ulteriore motivazione, ossia quella di sapere che nelle due frazioni successive gli sprinter potranno dire ben poco. Pressoché nulle, dunque, le possibilità per le fughe.
GPM: Cote de Connelie (4a categoria, 415 m, 4 km al 4,3%, km 61)
TRAGUARDI VOLANTI: Le Salvetat-Peyrales (km 54)
5a TAPPA: ALBI – CARCASSONNE 140 km
La prima vera insidia del Tour si presenta alla quinta tappa: è il Pic de Nore, scalato parzialmente da ambo i versanti. Dopo 60 km assolutamente piatti per le vie del Midi-Pyrenées, si approccia la prima scalata parziale al colle, da Villeneuve Minervois: il versante più semplice. Dopo 9 dei 22 km totali del versante si scende nuovamente, verso Saint Pierre d' Esplos, da cui si approccia la scalata dall'altro versante, quello più duro, attaccata dal 5° km di ascesa per poi concludersi in cima al Pic de Nore, per un totale di 12 km. Ad attendere i ciclisti ,quindi, un lungo falsopiano a scendere di 55 km, intervallato, da un tratto di discesa più ripido intorno al km 105. Interessante occasione per corridori di buone caratteristiche sul passo e dal discreto spunto veloce, altamente improbabile qualche tentativo da parte di un uomo di classifica.
GPM:Cote des Rousses (2a categoria, 689 m, 9 km al 5,2%, km 70); Pic de Nore (2a categoria, 1211 m, 12 km al 6,4%, km 90)
TRAGUARDI VOLANTI: Castres (km 45), Mazamet (km 65)
6a TAPPA: (cronometro individuale) TOLOSA – COLOMIERS 51 km
Ecco, alla sesta tappa, la prima giornata che potrebbe avere un pesantissimo impatto sulla classifica finale del Tour de France. I 51 km che collegano Tolosa a Colomiers sono sostanzialmente piatti, ma proprio per questo, in una prova contro il tempo, risulteranno ancor più estenuanti, non essendoci alcuna possibilità di tirare il fiato. La facilità altimetrica si rifletterà ovviamente in un cospicuo guadagno per gli specialisti a danno degli scalatori, che non avranno neppure un tratto di gara a loro favorevole, o anche solo per contenere il distacco. Dopo la partenza dalla "Ville Rose", gli intermedi saranno posti a Fonsorbes, Fontenilles e Léguevin, prima che, a Colomiers, il cronometro emetta le prime sentenze, per quanto ancora appellabili, della Grande Boucle. Gli scalatori, a prescindere dal distacco, non dovranno comunque disperare: sulla strada di Parigi, le occasioni di recuperare il terreno perso non mancheranno.
INTERMEDI: Fonsorbes (km 19); Fontenilles (km 31); Léguevin (km 42)
7a TAPPA: COLOMIERS – MONT-DE-MARSAN 175 km
Partenza dalla città, tanto cara all’ex Presidente Mitterand, che ha ospitato l’arrivo della tappa precedente, in direzione Mont-de-Marsan, dove soggiornarono invece le regine Caterina e Margherita di Navarra. Il percorso, con la sole Cote de Vic-Fezensac, tanto breve quanto lontana dal traguardo, non sembra lasciare aperte le porte ad alcun tipo di conclusione che esuli dall’arrivo a ranghi compatti, malgrado qualche saliscendi nella parte centrale del tracciato. Ancor più difficile è pensare che i velocisti si lascino sfuggire l’occasione se si pensa a quanto siano poco adatte a loro le tre frazioni successive.
GPM : Cote de Vic-Fezensac (4a categoria, 151 m, 1,6 km al 3,9%, km 95)
TRAGUARDI VOLANTI : L’Isle-Jourdain (km 27) ; Saint-Jean-Poutge (km 91) ; Mormès (km 141)
8a TAPPA: MONT-DE-MARSAN – SAN SEBASTIAN 204 km
Seconda tappa impegnativa del Tour, questa volta un vero e proprio antipasto di Pirenei, 24 ore prima di approcciare davvero le prime grandi montagne della Grande Boucle. La corsa effettua il primo sconfinamento di questa edizione, andando a far visita ai Paesi Baschi, in una città dalla tradizione ciclistica straordinaria: dal 1981 la Classica di San Sebastian anima ad agosto le strade della zona con le più grandi firme del ciclismo internazionale per quanto riguarda le corse di un giorno. Nel 1997, la località arrivò ad ospitare addirittura un’edizione dei Campionati del Mondo che vide un’inattesa affermazione di Laurent Brochard. Dopo una prima metà di gara piuttosto agevole, e dopo aver scavalcato il risibile Col de Pinodieta, i corridori avranno modo di scaldare i motori sul Col de Lizarrieta, 8 km al 4,8%, salita posta a 61 km dal termine. Dopo la discesa ed una trentina di kilometri pianeggianti, la corsa entrerà nella fase decisiva con l’Alto de Jaizkibel, la salita simbolo della Classica di San Sebastian, 9,2 km al 4,8% di media. L’ascesa presenta i primi 3 km al 5,3%, prima di spianare per 2000 metri circa. Dopo un altro kilometro facile, il 7° kilometro di salita presenta una pendenza media dell’8,5%, ed è probabilmente lì che si assisterà ai primi attacchi importanti, magari anche da parte di qualche uomo di classifica desideroso di recuperare in fretta un eventuale distacco accusato a cronometro. Dopo altri 2 km al 6,9% di media, i corridori scollineranno, e da quel punto mancheranno 17 km al termine. I primi 8 saranno in discesa, mentre i successivi 9 saranno sostanzialmente piatti, ma induriti da un paio di strappetti che potrebbero agevolare il compito di eventuali attaccanti.
GPM: Col de Pinodieta (4a categoria, 176 m, 1,8 km al 6,6%, km 123); Col de Lizarrieta (2a categoria, 441 m, 8 km al 4,8%, km 143); Alto de Jaizkibel (2a categoria, 455 m, 9,2 km al 4,8%, km 187)
TRAGUARDI VOLANTI: Peyrehorade (km 71); Cambo-les-Bains (km 115)
9a TAPPA: PAMPLONA – ARETTE 176 km
Alla 9a tappa, ecco la prima frazione di alta montagna, nonché prima giornata sui Pirenei. Il percorso prevede nella prima parte di gara una serie di salite minori in territorio spagnolo: l’Alto de Egozkue, l’Alto Erro, l’Alto de Mezquiriz, l’ascesa verso Abaurregaina. La prima grande salita pirenaica si scalerà a partire dal kilometro 93, e porterà i corridori ai 1585 metri del Port de Larrau, attraverso 19 km e 300 metri al 4,2% di pendenza media. Di fatto, la salita diventerà impegnativa solamente negli ultimi 10 km, che presentano una pendenza media media del 6,5%. Dopo una discesa molto tecnica (gli ultimi 10 km di picchiata hanno una pendenza media prossima al 10%), i corridori affronteranno un breve tratto di fondovalle prima di approcciare il Col de Soudet, prima salita classificata come Hors Catégorie di questo Tour. L’ascesa misura 21,9 km, per una pendenza media del 5,6%, ma quest’ultimo dato non rende giustizia alla difficoltà della salita. Se la prima metà salita presenta infatti una pendenza media del 3%, nella seconda si sale all’8,2%, che sale al 9% negli ultimi 6 km (massima del 14%). Si tratta insomma di una salita che vedrà quasi certamente una battaglia tra chi punta a vincere il Tour, forse il primo scontro frontale della corsa. Gli scalatori dovranno sicuramente attaccare sin da questa 9a frazione per recuperare quanto perso nella cronometro, malgrado il terreno per rimontare, anche in caso di scarso successo della prima offensiva, non manchi.
GPM: Alto de Egozkue (2a categoria, 894 m, 7,6 km al 4,6%, km 27); Alto Erro (3a categoria, 810 m, 6,7 km al 4,3%, km 43); Alto de Mezquiriz (3a categoria, 922 m, 7,9 km al 3%, km 55); Abaurregaina (2a categoria, 1052 m, 10,3 al 3,3%, km 78); Port de Larrau (1a categoria, 1585 m, 19,3 km al 4,2%, km 112); Col de Soudet (Hors Catégorie, 1540 m, 21,9 km al 5,6%, km 155)
TRAGUARDI VOLANTI: Erro (km 46)
10a TAPPA: ARETTE – SAINT-LARY-SOULAN/PLA D’ADET 204 km
Ecco, alla 10a tappa, il classico tappone pirenaico. Da Arette si arriva al Pla d’Adet, primo arrivo in salita del Tour de France 2009, salita che ha già più volte ospitato arrivi della Grande Boucle, l’ultima nel 2005. Dopo una sessantina scarsa di kilometri relativamente agevoli, la corsa entrerà nel vivo sin dalla prima ascesa di giornata, il leggendario e terribile Col d’Aubisque, 16,6 km di ascesa al 7,2% di media. La vetta dista dal traguardo 127 km, ed è perciò quasi impossibile che qualche uomo di classifica attacchi sin da questa pur durissima scalata, a meno di non aver già accumulato un distacco pesante. Dopo la lunga discesa, intramezzata dal facilissimo Soulor, un tratto di fondovalle farà da preludio alla scalata del Col du Tourmalet, 19 km al 7,4% di media. Il colle più scalato della storia del Tour non ha certamente bisogno di presentazioni, e la sua collocazione, a 63 km dal traguardo, potrebbe aprire interessanti scenari. Qualora un big volesse provare a far saltare la corsa, il Tourmalet, seguito da altre due salite, potrebbe infatti essere un trampolino di lancio eccellente. Se così non fosse, gli attacchi saranno rimandati probabilmente alla salita finale, più che alla penultima salita, lo storico ma pedalabile Aspin. La scalata misura 12,8 km, ma la pendenza media del 5% scoraggerà probabilmente le velleità dei coraggiosi. Dalla cima mancheranno ancora 33 km. Dopo la discesa e un tratto pianeggiante, i big non potranno comunque più nascondersi sull’erta finale, 10,7 km all’8% di media. I distacchi, anche qualora tutti dovessero attendere il Pla d’Adet, potrebbero essere molto pesanti, alla luce della difficoltà della salita, dei tre colli già scalati (due Hors Catégorie e un 1a categoria) e del probabilissimo gran caldo. Probabilmente nessuno uscirà da questa frazione con la certezza di arrivare in giallo a Parigi, ma tantissimi pretendenti al podio di Parigi potrebbero dover dire addio alle loro speranze.
GPM: Col d'Aubisque (Hors Catégorie, 1709 m, 16,6 km al 7,2%, km 77); Col du Soulor (4a categoria, 1474 m, 2 km al 3,6%, km 86); Col du Tourmalet (Hors Catégorie, 2115 m, 19 km al 7,4%, km 141); Col d'Aspin (1a categoria, 1489 m, 12,8 km al 5%, km 171); Pla d'Adet (Hors Catégorie, 1680 m, 10,7 km al 8%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Oloron-Sainte-Marie (km 18); Laruns (km 59); Sainte-Marie-de-Campan (km 159)
RIPOSO
11a TAPPA: BEZIERS – CAPRENTRAS 208 km
Prosegue la due giorni di recupero per i corridori di classifica, con l'ultimo autentico biliardo prima di Parigi, partenza dalla città costiera di Béziers, arrivo nell'entroterra a Carpentras. E' l'ultima tappa dall' esito pressoché già scritto, probabile che nessun team di rilievo cercherà di inserire qualche corridore in fuga. Siamo ancora a metà Tour e i gregari degli sprinter sono ancora relativamente freschi. Interessante solo la logistica della tappa, che si snoda per buona metà del percorso sulla costa mediterranea francese: l'unica avversità ad attendere gli uomini di classifica saranno molto probabilmente le forti correnti che interessano la zona, ma, come ogni altra intimorita dai km di salita che la attendono, nessuna squadra dovrebbe provare niente di particolare.
GPM: Cote de Domazan (4a categoria, 141 m, 1 km al 6,2%, km 172)
TRAGUARDI VOLANTI: Frontignan (km 54), Avignon (km 186)
12a TAPPA: (cronoscalata) BEDOIN – MONT VENTOUX 23 km
Nessuna strategia varrà più delle gambe, nessuna tattica e nessuna alleanza potrà plasmare il verdetto finale di una delle occasioni più attese dagli scalatori, puri e non. Un appuntamento da preparare nel minimo dettaglio, una salita da conoscere centimetro per centimetro: il Mont Ventoux ride sadico dall'alto dei suoi 1912 m ai corridori già ansimanti dalla partenza di paura. Una cronoscalata lunga, che molto probabilmente imprimerà un marchio forse non decisivo, ma di certo rilevante alla generale di Parigi. Ventidue kilometri e settecento metri al 7.1%, millecinquecentonovantotto metri di dislivello, pendenza massima del 18.79 %. Il Tour in un' ora.
GPM: Mont Ventoux (Hors Catégorie, 1912 m, 22,7 km al 7,1%, arrivo)
INTERMEDI: Les Bruns (km 6); Le Chalet Reynard (km 17)
13a TAPPA: AVIGNONE – GAP 177 km
Dopo la cronoscalata, i velocisti torneranno protagonisti in questa 13a tappa, 177 km dalla città della cattività avignonese al teatro di uno finali più drammatici che il ciclismo ricordi, quello del Mondiale 1972, con Marino Basso che superò il connazionale Franco Bitossi a pochissimi metri dalla linea bianca. Il percorso prevede un solo GPM, la facilissima Cote de Malaucène, più alcuni lunghi tratti in falsopiano tendenti a salire. Difficilissimo dunque il compito per eventuali fuggitivi, anche se a scombinare i piani degli sprinter e delle loro squadre potrebbe essere la discesa su Gap, che termina ad appena 1500 metri dalla conclusione. Lo sprint a ranghi compatti resta comunque l’ipotesi più accreditata.
GPM: Cote de Malaucène (4a categoria, 399 m, 2,7 km al 3,5%, km 42)
TRAGUARDI VOLANTI: Vaison-la-Romaine (km 52); Veynes (km 151)
14a TAPPA: GAP – CUNEO 195 km
Il tanto chiacchierato sconfinamento in Italia avviene alla 14a tappa della Grand Boucle. Partenza da Gap, dopo un centinaio di km abbastanza nervosi in terra transalpina l'attraversamento del confine per le strade del Col de Larche, il cui scollinamento dista circa 70 km dal traguardo. Lunga discesa che si protende con un falsopiano a scendere sino ai piedi della salita della Madonna del Colletto (6.7 km all' 8.2%), l'ascesa più interessante di giornata. Difficile ma non impossibile che si muova qualche uomo di classifica, magari più avvezzo a certe pendenze, e ,se andasse via un gruppetto nutrito, i quindici kilometri che separano la fine della discesa al traguardo di Cuneo potrebbero non risultare troppo lunghi.
GPM: Col de Larche (2a categoria, 1991 m, 16,1 km al 4,2%, km 118); Madonna del Colletto (2a categoria, 1305 m, 6,7 km all’8,2%, km 173)
TRAGUARDI VOLANTI: Borgo San Dalmazzo (km 187)
15a TAPPA: CUNEO – JAFFERAU 192 km
Sarebbe riduttivo descrivere gli sforzi, il sudore, la fatica, le crisi, le lacrime dei corridori come la riproposizione delle gesta di Ocana e Merckx, sarebbe forse riduttivo definirla anche "tappa regina", dedicare allo Jafferau appellativi quali "Il mostro" o affini, così come sarebbe riduttivo ed ingrato per la storia delle altre salite, definirla soltanto la tappa dello sterrato e dello Jafferau. Centonovantadue kilometri di cui più di cinquanta in salita, cinque di sterrato. L'Agnello attenderà i corridori dopo solo una cinquantina di km, con scollinamento al km 80 di corsa sul confine; in terra francese i corridori affronteranno l' Izoard (15,9 km al 6,9 %), secondo il percorso solito, la cui discesa conduce a Briancon, kilometri percorsi: centoquaranta. Si approccia quasi subito quella che sarà forse la più dolce delle ascese di giornata, il Col du Mongenèvre ,attraverso il quale si torna in Italia, ( 7,7 km al 6,4 %) dove però gli scalatori più agguerriti potrebbero tentare la sortita della vita, di modo da approcciare in vantaggio lo Jafferau (5,4 km all’11,5%), erta inedita per il Tour, affrontata in precedenza solo dal Giro '72, teatro di un epico scontro tra Merckx e Ocana. Una stradina polverosa condurrà i corridori al traguardo, posto a 1908 m: un' impresa per tutta la carovana, dai leaders ai gregari,dalle ammiraglie alle moto. Chapeau.
GPM: Colle dell'Agnello (Hors Catégorie, 2744 m, 22,4 km al 6,5%, km 80); Col de l’Izoard (Hors Catégorie, 2361 m, 15,9 km al 6,9%, km 121); Col du Mongenèvre (2a categoria, 1850 m, 7,7 km al 6,4%, km 153); Jafferau (Hors Catégorie, 1908 m, 5,4 km all’11,5%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Busca (km 13); Oulx (km 170)
16a TAPPA: BARDONECCHIA – COURCHEVEL 210 km
Assieme alla tappa di Jafferau, è candidata al titolo di tappa regina del Tour. Si tratta naturalmente di una frazione più classica, senza le pendenze estreme dell’erta finale del giorno precedente, ma con più kilometri di ascesa, un dislivello maggiore e un kilometraggio superiore. La Bardonecchia – Courchevel, 210 km, specie trovandosi subito dopo la letale Cuneo – Jafferau, è probabilmente la tappa che più di ogni altra, nel percorso del Tour, potrebbe far saltare per aria le gerarchie della corsa in un solo giorno. La frazione partirà sostanzialmente già in salita, con la scalata al Col de l’Echelle, 8,8 km di salita al 5,4% di media, la cui vetta è posta dopo appena 13 km. Giunti a Briançon, i corridori inizieranno a salire, dapprima dolcemente, poi su pendenze sempre più aspre, verso i 2645 metri del Col du Galibier. Da questo versante, la salita misura 36,3 km per una pendenza media del 4%, ma gli ultimi 8,5 km presentano una media del 6,9%, e sono da disputarsi interamente oltre i 2000 metri. Dalla cima, mancheranno ancora 139 km per arrivare a Courchevel. Dopo la lunghissima discesa su Saint-Michel-de-Maurienne, interrotta per 4,8 km dal Col du Télégraphe, un tratto in fondovalle farà da preludio alla salita più dura di giornata, nonché quella dove probabilmente si accenderà la battaglia tra i grandi della classifica generale: il Col de la Madeleine. Con i suoi 19 km all’8%, senza nemmeno un metro di respiro, e alla luce della sua collocazione nella tappa e nel Tour, la salita dell’ultimo duello Pantani – Ullrich al Tour de 1998 vedrà certamente l’infiammarsi della battaglia tra i pretendenti al successo finale. Dopo una lunghissima discesa, i corridori affronteranno una ventina di kilometri sostanzialmente pianeggianti, in cui l’andamento della corsa dipenderà molto dalla composizione dei gruppetti che si saranno formati sulla Madeleine, ammesso che qualcuno non sia già riuscito ad andarsene in solitudine. A 22 km circa dal traguardo, la strada tornerà poi ad impennarsi sotto le ruote degli atleti, per affrontare l’ultima, interminabile salita verso Courchevel. L’ascesa finale misura 21,7 km, per una pendenza media del 6,5%. La difficoltà della salita, già di per sé considerevole, specie alla luce dell’assenza di tratti di respiro, sarà ulteriormente accentuata dai tantissimi kilometri e colli già affrontati dagli atleti. Difficile dire come possa finire una giornata del genere, ma è più che probabile che i migliori arrivino uno per volta sul traguardo che nel 2000 vide l’ultima impresa di Marco Pantani.
GPM: Col de l’Echelle (2a categoria, 1778 m, 8,8 km al 5,4%, km 13); Col du Galibier (Hors Catégorie, 2645 m, 36,3 km al 4%, km 71) ; Col du Télégraphe (4a categoria, 1566 m, 4,8 km al 3,4%, km 93); Col de la Madeleine (Hors Catégorie, 1993 m, 19 km all’8%, km 147); Courchevel (1a categoria, 2000 m, 21,7 km al 6,5%, arrivo)
TRAGUARDI VOLANTI: Briançon (km 31); Saint-Jean-de-Maurienne (km 115)
RIPOSO
17a TAPPA: ALBERTVILLE – ANNECY 144 km
Ultima frazione alpina del Tour de France, nonché ultima chance per gli scalatori di guadagnare terreno prima della cronometro conclusiva, con partenza dalla località che nel 1992 ospitò i giochi olimpici invernali. Dopo 50 km pianeggianti, la corsa approccerà l’interminabile Mont Revard, 25 km di ascesa al 5,1% di pendenza media, con i tratti più impegnativi concentrati nel primo terzo di salita. Difficile che qualche grande della classifica generale possa muoversi già qui, visto che la vetta è situata esattamente a metà percorso. Pressoché certi saranno invece gli attacchi sull’ultima salita, nonché ultima grande montagna del Tour de France 2009, la Cret de Chatillon. L’ascesa misura 21 km, per una pendenza media del 5,2%, e non è pertanto paragonabile ad alcune delle asperità affrontate sino a questo momento della corsa, ma alla 17a tappa farà certamente selezione, specie alla luce del fatto che tutti gli scalatori giocheranno qui le loro ultime carte. Attenzione ad un kilometro al 9,5% di media dai -3 ai -2 dalla vetta, che potrebbe tagliare le gambe a chi non dovesse essere più particolarmente fresco. Dalla vetta mancheranno ancora 20 km, tutti in discesa, fatta eccezione per gli ultimi 2000 metri, in cui comunque ben difficilmente assisteremo a grossi cambiamenti rispetto alla situazione delineatasi nella picchiata su Annecy. A chi vestirà la maglia gialla al termine di questa frazione resterà solamente la crono conclusiva come vero ostacolo verso il trionfo parigino.
GPM: Mont Revard (1a categoria, 1537 m, 25 km al 5,1%, km 73), HC (km 73); Cret de Chatillon (1a categoria, 1660 m, 21 km al 5,2%, km 124)
TRAGUARDI VOLANTI: Chambery (km 47)
18a TAPPA: GINEVRA – TOURNUS 210 km
Tappa di uscita dalle Alpi, che prevede la scalata di alcune salite minori ed un finale nervoso, elementi che la rendono particolarmente adatta alle fughe da lontano, ma che lasciano aperti infiniti possibili scenari: dalla volata a ranghi più o meno compatti, all’azione nel finale, passando, come detto, per il tentativo a lunga gittata. Dopo la partenza dalla Svizzera, i corridori affronteranno a partire dal kilometro 17 il Col de la Faucille, 11,8 km al 6%, la salita più impegnativa di giornata. Subito dopo sarà la volta della più facile Cote de Lajoux, e quindi della leggermente più dura Cote de la Pratz, 8,9 km al 4,2%. Superate queste tre asperità, l’ultima delle quali a 132 km dal termine, il profilo della corsa si farà più agevole, perlomeno prima del circuito finale. Giunti una prima volta a Tournus, infatti, gli atleti dovranno affrontare un circuito di una trentina scarsa di kilometri, che comprende la breve ma ripida Cote de Mancey, 2,9 km al 5,8% di media, con rampe che arrivano però al 12%. íˆ possibile che qualcuno sfrutti l’ascesa come trampolino di lancio, anche se dalla vetta mancheranno 17 km, e 15 dalla fine della discesa. A rendere leggermente meno arduo il compito di eventuali attaccanti potrebbero provvedere gli ultimi 5 km, sempre tendenti a scendere, ma in precedenza ci saranno da affrontare altri due strappi, che potrebbero tarpare le ali di chi dovesse aver speso troppo sulla "cote" precedente. Finale dunque estremamente interessante, per quella che resta comunque una tappa di trasferimento.
GPM: Col de la Faucille (2a categoria, 1323 m, 11,8 km al 6%, km 29); Cote de Lajoux (3a categoria, 1195 m, 4 km al 5,4%, km 38); Cote de la Pratz (2° categoria, 752 m, 8,9 km al 4,2%, km 78); Cote de Mancey (4a categoria, 416 m, 2,9 km al 5,8%, km 193)
TRAGUARDI VOLANTI: Gex (km 18), Saint-Amour (km 140)
19a TAPPA: (cronometro individuale) DIGIONE – DIGIONE 45 km
Gli ultimi 45 km, la tappa della verità. Potrà essere solo la sottolineatura sul dominio della Grand Boucle da parte di un singolo, o potrà essere il palcoscenico di una battaglia all' ultima pedalata tra tanti corridori in lizza per il podio di Parigi. Viene dopo una crono fiume, viene dopo Pla d'Adet, viene dopo il Ventoux, viene dopo lo Jafferau, ma soprattutto viene, e viene di 45 km. I distacchi nell' ultima crono, è vero, si appiattiscono, ma se un cronoman dovesse recuperare uno o due minuti ad uno scalatore, avrebbe di che sperare. Guadagnano 2" su un avversario, a fine tappa gli si rifilerebbe 1'30". Interessante sarà assistere al comportamento dei big sulla Cote d' Etaules (3 km al 6,3 %), al km 17, sulla quale verrà piazzato il primo intertempo: arrivare in cima con le gambe già prostrate e scoprire di non essere riusciti a guadagnare niente o ,in caso contrario, di essere già notevolmente dietro, potrebbe compromettere irrimediabilmente gli sforzi di 3000 km di corsa.
GPM: Cote d’Etaules (4a categoria, 489 m, 3 km al 6,3%, km 17)
INTERMEDI: Rue du Val Suzon (km 18), Rue Albert Remy (km 36)
20a TAPPA: TROYES – PARIGI 220 km
Partenza dalla città di Chrétien de Troyes, e che, a livello ciclistico, diede i natali a Lucien Petit-Breton, per quella che sarà una tradizionale passerella conclusiva per il trionfatore di questa edizione del Tour de France. I motivi di interesse saranno legati principalmente al successo parziale, da sempre ambitissimo dalle ruote veloci del gruppo. Arrivo, ovviamente, sugli Champs Elysées.
GPM: /
TRAGUARDI VOLANTI: Nogent-sur-Seine (km 51)
Il Percorso 2009
Il percorso della seconda edizione, partita da Nantes e che vide trionfare Cadel Evans
Moderatore: Direttori di Corsa
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